Santa Maria Hoè: l'olio di Aleandro Bonanomi, nato sulle colline di Paù da passione e sacrifici

E’ una scommessa vinta quella di Aleandro Bonanomi, noto imprenditore de La Valletta Brianza e coltivatore di ulivi per passione in località Paù, a Santa Maria Hoè.  C'è voluto tanto lavoro, tanta fatica e tanti sacrifici, ma alla fine ce l'ha fatta: è riuscito a creare un impianto per la coltivazione di ulivi sulla collina, producendo un significativo quantitativo di olio di qualità.
Come spesso accade nella vita, l'amore per gli ulivi è nato quasi per caso, ma con il passare del tempo, grazie anche all'aiuto della moglie Milena che condivide con lui la passione per la natura e le tradizioni popolari, è riuscito a strappare oltre due ettari di terreno ai rovi e agli arbusti mettendo poi a dimora piante di ulivo.


Milena Panzeri e Aleandro Bonanomi

Una scommessa, la sua, iniziata oltre dieci anni fa e abbondantemente “incassata” con il raccolto dello scorso autunno.
Sulla collina di Pau, a pochi passi dalla chiesetta di San Gaetano, nell'antica cascina prima di proprietà della famiglia Bonfanti, dove hanno vissuto i suoi bisnonni, Aleandro ha messo le radici - nel vero senso della parola - di quella che è un'azienda agricola a tutti gli effetti.



A destra, Bonanomi con le olive appena raccolte

“Venivo a far visita in cascina allo zio Angelo, fratello di mia madre Angela – ricorda Aleandro con nostalgia – e così quasi per scherzo agli inizi degli anni 2000 piantai le prime dieci piante di ulivo. La collina era incolta da anni e i rovi avevano ormai completamente ricoperto le balze che per via della fitta vegetazione erano diventate impenetrabili. All'epoca non disponevano di mezzi agricoli e fu un gran fatica recuperare il terreno necessario per mettere a dimora gli alberi. Con Milena passavamo i sabati e le domeniche e ogni momento libero a dissodare il terreno. Man mano che riuscivamo a “conquistare” un pezzo di terra, mettevamo a dimora nuove piante”.


Così, lentamente, i rovi hanno lasciato lo spazio alle piante di Frantoio, Leccino e Pendolino scelte con la preziosa consulenza di Marino Maglia, già presidente del Consorzio Olio Dop Laghi e titolare dell’omonima azienda agricola di Perledo, un vero esperto del settore.
Ereditato l’immobile e una parte del terreno, Aleandro Bonanomi ha poi acquistato via via i vari appezzamenti situati attorno alla cascina che degradano verso valle. Presto si è poi aggiunto un altro importante appezzamento, sempre a balze, situato ai piedi della collina dove sorge quella che era stata l'abitazione del noto pittore brianzolo Ennio Morlotti, sempre a poche centinaia di metri dalla frazione di Pau. Nel 2012 piantò qui le prime trentasei piante di Nostrale di Rigali, una specie particolarmente resistente al freddo e al gelo, che rappresentano una pericolosa insidia per gli ulivi. Durante un inverno particolarmente rigido, alcune piante messe a dimora in precedenza non resistettero infatti al freddo…


A sinistra la consegna delle olive al frantoio di Biosio, a destra la degustazione dell'olio appena spremuto

Ma ci voleva ben altro per scoraggiare Aleandro, che nel frattempo aveva cominciato a produrre i primi quantitativi significativi di olive e quindi di olio. Così nel 2015, dopo aver ripulito un’altra vasta area infestata dai rovi, piantò altre duecento piante. Circa la metà di Don Carlos, le altre di Fs-17 Favolosa, un'essenza particolare, utilizzata in Puglia per sostituire gli alberi decimati dalla xylella.


“Per fortuna nel nostro territorio non abbiamo avuto nessun problema legato alla xylella - ha proseguito Aleandro Bonanomi -ma mi piace sperimentare. Con il passare del tempo l'impianto si è ampliato e con esso la produzione. Nei primi anni l'olio che producevo lo usavo per il consumo familiare, a parte qualche bottiglia per gli amici… Ma il mio obiettivo era di arrivare a una produzione che giustificasse tanta fatica e sacrifici…”.
Finalmente il raccolto del 2020, grazie anche ai preziosi consigli dell’agronomo Michele Dell'oro di Olginate, ha raggiunto una quantità e una qualità che hanno convinto Aleandro a dare vita ad un’etichetta, “Il podere di Aleandro”, per commercializzare l'olio extravergine prodotto sulla collina di Pau.
Tre i blend selezionati che hanno raggiunto un livello qualitativo elevato e non hanno nulla da invidiare ai prestigiosi marchi già affermati nel territorio.


Tramonto a Pau


Le bottiglie di olio di ''Il podere di Aleandro''

C'è il “Frantoio” con olive Frantoio, Leccino e Pendolino, dal sapore delicato, ideale per condire verdure crude e cotte; il “Nostrale 100%” dal gusto più deciso, ideale per chi cerca un olio più saporito, e infine un blend ottenuto con olive “FH-17 Favolosa (55,6%)”, “Don Carlos” (33,8%) e Frantoio (10,6%), che coniuga la leggerezza con il sapore. Si tratta di tre prodotti estremamente raffinati e di elevata qualità, adatti a soddisfare i palati più esigenti e che possiedono caratteristiche organolettiche eccezionali, che ne fanno un prodotto di eccellenza. Un’eccellenza confermata dalle analisi.
Nonostante la scommessa sia stata abbondantemente vinta, la passione di Aleandro e Milena per la coltivazione degli ulivi e la produzione di olio è tutt'altro che sopita.


Gli ulivi di Paù e, sullo sfondo, la cascina Bonanomi

“Nelle scorse settimane abbiamo provveduto a liberare una nuova consistente area dai rovi e dagli arbusti riportando alla luce nuove balze – ci ha anticipato Milena – appena le condizioni metereologiche ce lo permetteranno, completeremo il livellamento del terreno. Entro la prossima primavera contiamo di mettere a dimora altre duecento piante di ulivo, che si aggiungeranno alle circa 500 piante già in produzione. L'obiettivo è duplice: da un lato contiamo di ripulire e recuperare l'intera collina, eliminando la vegetazione infestante e riqualificando il territorio onde evitare che l'abbandono porti al dissesto idrogeologico, dall'altro puntiamo a valorizzare la zona con coltivazioni di qualità…”.




L’altitudine - l'impianto si trova a circa 500 metri sul livello del mare - e l'ottima esposizione, consentono di coltivare gli ulivi senza impiego di trattamenti chimici invasivi. La fresca brezza delle notti d'estate tiene invece lontana la cimice asiatica e scongiura altre malattie dell'ulivo, facendo in modo che le numerose piante possano crescere rigogliose e cariche di frutti.  
Non è del resto un caso se negli ultimi anni sulle pendici del Monte Brianza sono sempre più numerosi gli appezzamenti, spesso vitati fino allo scorso secolo e poi abbandonati, che vengono ripuliti dai rovi per mettere a dimora gli ulivi. A quanto pare la produzione di olio è una passione contagiosa che si sta diffondendo velocemente sulle balze ai piedi del San Genesio. A beneficio del territorio e dell'ambiente, ma anche della salute.
Per chi fosse interessato ad assaggiare l'olio prodotto nell'azienda agricola di Pau, è possibile scrivere a aleandro.bonanomi@virgilio.it
Angelo Baiguini
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