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L'instabilità finanziaria di Minsky

di Gianluca Defendi
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L'instabilità finanziaria di Minsky

Per H.P. Minsky, celebre economista statunitense, il sistema capitalistico è intrinsecamente instabile e ciò provoca ciclicamente delle crisi finanziarie che incidono in modo significativo sull’andamento dell’economia. L’aspetto chiave è costituito dal rapporto che si instaura tra le banche e le imprese, con queste ultime che devono rimborsare i prestiti concessi dalle banche, la cui restituzione dipende tuttavia dalla concreta realizzazione dei ricavi attesi. In una fase di crescita economica, ad esempio, gli imprenditori sono invogliati ad aumentare la propria produzione attraverso un aumento del proprio indebitamento mentre le banche, vista la situazione positiva, sono favorevoli a concedere finanziamenti alle imprese. Si genera in questo modo un deciso incremento degli investimenti, sia industriali sia finanziari, con alcuni capitali che vengono presi a prestito per essere investire sui mercati azionari. Il sistema riscontra i primi problemi quando i profitti realizzati dalle imprese risultano inferiori alle aspettative iniziali: le società che hanno sovrastimato le proprie capacità produttive, prendendo a prestito un ammontare eccessivo di capitale, non riescono a restituire i prestiti alle banche. Le attese relative ai risultati economici vengono in questo modo disattese, con i titoli che vengono e venduti e il loro prezzo scende. L'economia entra in una fase di contrazione economica e di crisi finanziaria. Le relazioni fondamentali che condizionano l’economia, quindi, sono quelle esistenti tra banche e imprese che prendono le loro decisioni in base alle aspettative sul futuro. Le imprese, in particolare, possono solo stimare la quantità di profitti che realizzeranno mentre le banche devono valutare il rischio che una parte capitale prestato non venga restituito.

 

Un’altra analisi fondamentale riguarda la posizione finanziaria dei vari operatori che, a seconda della differenza tra entrate e uscite, possono trovarsi in tre diverse posizioni. La prima posizione, detta “coperta”, si verifica quando le entrate sono superiori agli impegni di pagamento. In questo caso è possibile rimborsare, oltre alla quota capitale, anche la somma relativa agli interessi, con il debito che sarà via via restituito fino alla sua estinzione. La seconda posizione si dice “speculativa” quando gli esborsi sono eccedenti rispetto ai flussi in entrata. In questa situazione si è in grado di coprire il costo dell’interesse sul debito ma per restituire il capitale preso a prestito sarà necessario chiedere un ulteriore finanziamento. La struttura finanziaria speculativa può essere soggetta al rischio finanziario: un aumento imprevisto del tasso di interesse può infatti trasformare i profitti attesi in perdite. Il terzo tipo di posizione è quella che opera in posizione “ultra speculativa” o “Ponzi” e si verifica quando i flussi in entrata non sono sufficienti nemmeno per pagare gli interessi, cosicché è necessario chiedere nuovi prestiti sia per restituire la quota capitale del prestito iniziale ma anche per onorare il pagamento dei relativi interessi. Si entra in modo questo modo in una vera e propria spirale debitoria dove anche piccolissime variazioni dei tassi a breve termine possono creare molti problemi. Secondo Minsky la situazione economico-finanziaria di un sistema dipende da quale tipo di posizione prevale sulle altre. Se per esempio il sistema economico fosse in una condizione coperta ci sarebbe una crescita continua. In realtà ciò non avviene in quanto ci sono fattori endogeni, spesso collegati al sentiment degli operatori (imprese, banche, investitori) che tendono progressivamente a sottostimare i rischi di mercato, portano una situazione finanziaria coperta a diventare speculativa (si parla in questo caso di “Minsky moment”), creando i presupposti per lo scoppio di una crisi. (riproduzione riservata)

Orario di pubblicazione: 07/09/2021 10:15
Ultimo aggiornamento: 07/09/2021 10:15


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