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Come evitare che la classe media divenga proletariato

Come evitare che la classe media divenga proletariato

di Charles Moore
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A che serve il capitalismo se i suoi benefici vanno a pochi ed i suoi rischi sono scaricati sui tanti? Se le società occidentali vogliono sconfessare le profezie di Karl Marx, occorre pensare con creatività alle ricette politiche economiche e sociali necessarie per ridare prosperità e sicurezza alle classi medie. Partendo da tre principi

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Tornate, per un attimo, a 30 anni fa. Nel marzo 1987, Margaret Thatcher incontrò a Mosca Mikhail Gorbachev, il leader riformatore del partito Comunista dell'Unione Sovietica. Seduti al Cremlino, i due si confrontarono per ore. A un certo punto, Gorbaciov accusò la Thatcher di guidare il partito dei ricchi e di ingannare le persone su chi realmente controllasse le leve del potere. E The Iron Lady, come ha scritto nelle sue memorie, rispose «che quello che stavo cercando di fare era creare non una classe ma una società di ricchi”.

Nell'era di Ronald Reagan e Margaret Thatcher, quelle parole possedevano una carica di convinzione. Anche i critici, a malincuore, accettavano che la Storia in occidente stava dirigendosi verso una società di ricchi, mentre il socialismo di Stato stava implodendo.

La maggior parte del resto del mondo sperava di seguire l'esempio dell'Occidente. Due anni e mezzo dopo, cadde il Muro di Berlino. Quasi tutti i regimi ex comunisti cercarono libertà di mercato per la loro gente. La diffusione della proprietà di case e aziende e l'espansione delle opportunità economiche e personali sono stati i temi dominanti dell'epoca. Così come la signora Thatcher usava ripetere in parlamento sul suo programma di capitalismo popolare: «Ogni lavoratore è un proprietario!".

Nel 2015, è difficile immaginare che possa ripetersi quella conversazione tra un qualsiasi leader occidentale e l'ostile e diffidente Vladimir Putin. Nessuna delle due parti sembra avere un'ideologia intelligibile. Inoltre, non c'è più fiducia.

Dalla crisi finanziaria del 2007-08 in poi, quale leader occidentale può vantarsi di aver ottenuto una maggiore ricchezza individuale? Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, la percentuale di cittadini in possesso di titoli o case è ben più bassa della fine degli anni 1980. In Gran Bretagna, l'età media per l'acquisto di una prima casa è ora 31 anni (e molte più persone rispetto a prima dipendono dalla banca di mamma e papà). A metà degli anni '80, era di 27 anni. I miei figli, che hanno iniziato a lavorare a Londra, negli ultimi due anni guadagnano un po’ meno, in termini reali, di quando ho iniziato io nel 1979, ma i prezzi delle case sono 15 volte superiori. Siamo diventati una società di gente che ha meno, se non addirittura di non abbienti.

Nel 1982, solo sette manager finanziari britannici ricevevano stipendi a sei cifre. Oggi, sono decine di migliaia (un enorme aumento, anche tenendo conto dell'inflazione). La situazione è molto diversa per i funzionari di medio rango, avvocati, medici, insegnanti o piccoli imprenditori. Molte famiglie della classe media ora dipendono assolutamente dal reddito di entrambi i genitori, cosa insolita persino alla fine degli anni 80.

In Gran Bretagna e negli Stati Uniti stiamo imparando di nuovo che non è una condizione naturale della razza umana il fatto che i figli facciano meglio dei loro genitori. Una tale regressione, nelle società che presuppongono un costante progresso, è impressionante. Immaginate il panico se la stessa cosa accadesse per l'aspettativa di vita.

Quando le cose vanno peggio, nei Paesi abituati alla stabilità della classe media, la gente comincia a farsi domande. A che serve il capitalismo se i suoi benefici vanno a pochi e i suoi rischi sono scaricati sui tanti? I diritti di proprietà non sembrano così allettanti se il valore di ciò che si possiede crolla o se per avere una proprietà si cade nella trappola del debito. Che cosa c’è di così grande nella globalizzazione se ciò significa che i prodotti e i servizi che offrite sono minati dalla concorrenza straniera e se milioni di persone possono venire nel vostro Paese, prendere i vostri posti di lavoro e godere delle vostre prestazioni sociali?

Le grandi banche internazionali, le corporation e i loro top manager, sono in grado di condurre una vita che sfugge alle normali giurisdizioni fiscali. I loro successi sono globalizzati e maturano principalmente a loro vantaggio; i loro fallimenti tornano indietro, a discapito di tutti gli altri.

Così, molti cominciano a sentire un po' come una fregatura invece che come un privilegio l’essere un comune cittadino di un Paese libero. La Speranza, compagno inseparabile del progresso, si dissolve e viene sostituita dalla Delusione e anche dall’Amarezza. Si è sempre accettato il fatto che ogni opportunità comporta un po’ di rischio, ma cosa succede se l'insicurezza aumenta e l’opportunità si contrae?

La politica ha iniziato a comprendere questo disagio. "Voi state soffrendo", grida Donald Trump a una folla plaudente di persone apparentemente abbastanza prospere. La sofferenza materiale non è, nonostante gli alti e bassi della sua attività, un’esperienza che Trump conosce molto, ma trova un pubblico attento. Nel frattempo, in Gran Bretagna, con una schiacciante maggioranza il partito laburista (che aveva vinto tre elezioni generali in fila sotto il centrista Tony Blair) ha appena scelto un nuovo leader, Jeremy Corbyn, un veterano di 66 anni, un duro di sinistra che sembra augurarsi la fine del capitalismo. Fino a un paio di mesi fa, sembrava quasi letteralmente la persona più ineleggibile in tutto il partito.

Estremisti di sinistra e di destra se la passano bene. E’ il caso di Syriza, del democratico socialista Bernie Sanders negli Stati Uniti e dei nazionalisti scozzesi antiausterity; ma anche per il Front national di Marine Le Pen in Francia, della Fidesz di Viktor Orban in Ungheria e dell'UK Independence Party (UKIP) in Gran Bretagna.

Non c'è niente di contraddittorio in questa apparente confluenza degli estremi. Sta accadendo perché il centro non può reggere, o almeno non sa più che cosa dire di se stesso.

Dove si può trovare un'utile analisi di ciò che sta accadendo oggi nelle democrazie occidentali di mercato? Che ne dite di questa? "Il governo di uno stato moderno oggi non è altro che un comitato per gestire gli affari correnti della borghesia". O quest’altro: "La moderna società borghese ... è come lo stregone, che non è più in grado di controllare la potenza del mondo degli inferi che ha richiamato con i suoi incantesimi". O quest’altro: "Le forze produttive non tendono più a favorire lo sviluppo delle condizioni della proprietà borghese: al contrario, sono diventate troppo potenti per queste condizioni ... [e] che portano disordine in tutta la società borghese e mettono in pericolo l'esistenza della proprietà borghese".

Tutte queste citazioni furono pubblicate nel 1848 in un saggio che suscitò molto scalpore: Il Manifesto del Partito Comunista, scritto da Karl Marx e Friedrich Engels.

Nell'ultimo quarto del XX secolo, la maggior parte dei popoli aveva visto fallire miseramente un aspetto fondamentale dell’analisi di Marx ed Engels. I due celebri comunisti barbuti sostennero che il capitalismo avrebbe ridotto tutta la società a due sole classi: la borghesia prospera, che possedeva il capitale, e il proletariato impoverito, che contribuiva con il lavoro. La moderna produzione industriale avrebbe inevitabilmente depresso gli standard di vita del proletariato ma ne avrebbe anche accresciuto il potere. Dopo aver creato una forma di schiavitù, il capitalismo sarebbe stato rovesciato dai suoi schiavi. Le masse proletarie sarebbero diventati i dittatori.

Tutto ciò non è accaduto. Invece, la borghesia è così cresciuta che oggi è un luogo comune per i politici americani parlare della "classe media" riferendosi alla classe dei lavoratori. Ne "Il Manifesto del Partito Comunista", Marx ed Engels si riferivano alla borghesia come ai detentori del capitale. Disprezzavano la proprietà privata, sottolineando che i nove decimi della popolazione non avesse proprietà. Non aveva attraversato le loro menti che la classe borghese potesse essere abbastanza numerosa da vincere le elezioni nell'epoca del suffragio universale; ma è successo.

Margaret Thatcher equiparava la borghesia alla proprietà e al capitale, ma cercò di rendere più potenti i molti, non i pochi.

Nel XXI secolo non è sorprendente che molti appartenenti alla classe media ora si vedano come prigionieri del sistema che hanno contribuito a creare. Frasi come "patrimonio negativo" e "credit crunch" descrivono bene quella sensazione. Molte parole dello slang economico o finanziario hanno anche un valore morale: obbligazioni, beni, securities, anche collateralized debt obligations. La stessa parola credito sottintende fiducia, o credo.

Il rapporto tra denaro e morale, da cui dipende l'ordine borghese, è stato seriamente compromesso negli ultimi dieci anni. Il che significa che la borghesia di massa (definizione che Marx ed Engels avrebbero considerato una contraddizione in termini) comincia a sentirsi come un nuovo proletariato.

E’ vero, i tassi di disoccupazione negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, a differenza di quelli dell’Eurozona, sono bassi. Contro la maggior parte delle previsioni, il conservatore David Cameron è rimasto al potere in Gran Bretagna, questa volta con la maggioranza assoluta, nelle elezioni generali di maggio. A favorirlo, è stata un’appena sufficiente prudenza finanziaria e il ritorno di un’appena sufficiente prosperità.

Ma più o meno tutto il mondo sviluppato è ancora convalescente, e nessuno è sicuro se il farmaco miracoloso dell’allentamento monetario (quantitative easing) debba ancora essere somministrato, o anche se si limiti solo a sopprimere i sintomi della malattia.

Nonostante anni di presunta austerità, il debito è ancora sorprendentemente alto. C’è ancora la possibilità che altre banche, o addirittura interi paesi dell’Eurozona possano collassare. E chi è in grado di capire se in Cina le grandi banche non stiano per saltare?

C'è chiaramente un bisogno finora non soddisfatto di una politica che vada oltre il semplice spaccio di risentimenti, che sviluppi un nuovo modo di pensare su ciò che rende una società libera e sicura allo stesso tempo. Non è facile, e io non pretendo di avere le risposte. Ma alcuni principi sembrano costituire solide fondamenta.

Tornare a guardare ai mercati. Capitalismo e Globalizzazione sono le parole più comunemente utilizzate da persone che non amano i fenomeni che descrivono. Un termine più efficace che vale la pena conservare è Mercati, e questo va enfatizzato. I Mercati forniscono il modello di come le merci devono essere scambiate in una società libera, in modo efficiente, amichevole e sotto il controllo della legge.

Se la gente imbroglia nei mercati, essi non sono veri e propri mercati, non più di quanto un antigelo con l’etichetta vino sia vino vero e proprio. Troppi sostenitori dei mercati hanno permesso di farsi subornare e diventare apologeti del business. E anche molte aziende operano come dovessero rispondere solo a se stesse e non ai consumatori.

Prendere molto più sul serio la proprietà. Perché sono così poche le aziende controllate dalle persone che vi lavorano, e perché i partiti politici, liberali e conservatori, non offrono maggiori incentive e agevolazioni fiscali, perché ciò accada? E' straordinario che le società per azioni, fondamento della ricchezza commerciale e industriale moderna, siano ancora così poco influenzate dalle opinioni degli azionisti.

Questo è forse più evidente negli assurdi stipendi pagati, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ai top manager delle public company. Se gli azionisti di queste aziende veramente esercitassero autorità su ciò che è loro, ciò non sarebbe accaduto. Se queste imprese fossero cresciute nel corso degli ultimi 20 anni allo stesso ritmo delle retribuzioni degli uomini che le gestiscono, nessuno parlerebbe di una crisi del capitalismo.

La proprietà di abitazioni, azioni e pensioni è un settore in cui la creatività è morta. Questa lacuna della nostra società dei consumi è dovuta in parte al desiderio dei baby boomer di avere tutto e subito, e in parte al fatto che le persone giustamente non hanno più fiducia nel principio per cui ciò che ora risparmiano sarà disponibile in un secondo momento. Il risparmio ha bisogno di una maggiore protezione statale a lungo termine di quanto non ne abbia ora nella maggior parte delle società occidentali. Una cultura d'impresa basata su operazioni straordinarie e bonus significa che le migliori menti del business non sono interessati ai risparmi.

L'ideale della proprietà deve anche trovare maggiore applicazione nella società civile. Potrebbe essere una buona idea, per esempio, se i cittadini potessero stabilire diritti di proprietà sulla loro scuola locale, diventandone membri. Quanto attualmente i genitori e le comunità possono influenzare in modo creativo ciò che accade nelle scuole? Il movimento delle charter school negli Stati Uniti e delle accademie e delle scuole libere in Gran Bretagna stanno lavorando nella giusta direzione, ma rimangono molto lontani da qualcosa che i cittadini possono realmente sentire di loro proprietà.

Questi diritti darebbero alla gente una voce quando le cose vanno male, un po' come alcune congregazioni hanno voce nelle loro chiese. In Gran Bretagna, vi è un’organizzazione ammirevole e di lunga data, chiamata Wine Society, interamente controllata dai suoi membri, con l'unico scopo di fornire loro buon vino a prezzi ragionevoli. Ci sono idee coraggiose sulla possibile applicazione di questo principio a cose così importanti da non potere essere imbottigliate, come la salute.

I Vittoriani erano più fantasiosi di noi sui principi di mutualità: cooperative di credito, di costruzione, mutue assicurative. Tali organizzazioni si sentono scricchiolare in un'epoca in cui la gente brama di guadagnare grandi somme e subito. Ma sviluppare questi concetti e adattarli alla modernità è davvero al di là delle capacità dei nostri grandi cervelli imprenditoriali moderni? La creatività finanziaria purtroppo è davvero diventata appannaggio di pochi, per pochi.

Equilibrare nazionale e globale. Questo è il principio più difficile da attuare, ma anche il più importante. Tutte le nazioni nel mondo moderno dipendono da altre nazioni e prosperano se abbracciano questa interdipendenza, per il bene del commercio e della pace. Ma ciò non significa, come alcuni internazionalisti sostengono, che l'età dello stato-nazione si sia estinta.

La democrazia e lo stato di diritto esistono solo grazie alle giurisdizioni nazionali. Se tali giurisdizioni si confondono, come succede all'interno dell'Unione europea, la fiducia della gente nella classe politica si indebolisce e le strutture di trasmissione del consenso diventano troppo opache. Pur con tutto il suo amore per il commercio, Adam Smith l’aveva capito. La sua grande opera si chiama "La ricchezza delle nazioni", non "La ricchezza della comunità globale".

Prima c’è la fedeltà che i cittadini provano per il loro Paese e le sue istituzioni giuridiche e politiche, e dopo arriva la fiducia nei rapporti leali con il resto del mondo. Il villaggio globale funziona meglio se ogni capofamiglia si sente sicuro del suo titolo di proprietà e padrone in casa sua. Se nazionale e globale non sono in equilibrio, la paura popolare delle élite globali (giustamente) crescerà. Come è successo nel 1930, vedremo organismi internazionali deboli e scodinzolanti agitare inutilmente il dito contro regimi nazionalisti forti e sgradevoli.

Non sono un allarmista, e nessuno dovrebbe preoccuparsi se sia diventato un tardo-convertito al marxismo. Le prescrizioni di Marx erano per lo più sbagliate e il suo spirito era intollerante e coercitivo. Non capiva i mercati o il rispetto delle istituzioni politiche, e concepiva la libertà solo come una farsa.

Ma Marx ha avuto un'intuizione, quella del potere sproporzionato di chi ha la proprietà del capitale. Il proprietario del capitale decide dove va il denaro, mentre le persone che vendono solo il loro lavoro non hanno questo potere. Questo rende difficile che la società sia plasmata nel loro interesse. Negli ultimi anni, questa sproporzione ha raggiunto del livelli distruttivi, quindi se non vogliamo diventare una società marxista, dobbiamo rimetterla a posto.

Moore è l'ex direttore del Daily Telegraph e biografo autorizzato di Margaret Thatcher. Il suo secondo volume di questo lavoro, "Everything She Wants", sarà pubblicato in Gran Bretagna il prossimo mese.

Please click here to read this article in English on The Wall Street Journal


(Translated from the original version by Milano Finanza Editorial Staff)

MF+MIFI + The Wall Street Journal
Orario di pubblicazione: 27/09/2015 10:36
Ultimo aggiornamento: 27/09/2015 10:52


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