Alimenti da non consumare dopo la scadenza

Alimenti da non consumare dopo la scadenza
Ultima modifica 03.01.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Alimenti da non consumare oltre la data di scadenza
  3. Alimenti che "possono superare" la data di scadenza

Introduzione

Si è portati ad acquistare prodotti in quantità generose, salvo poi scoprire di essercene dimenticati, e di ritrovarli in fondo al frigorifero già scaduti. In molti casi, soprattutto quando sull'etichetta del dato alimento compare la dicitura: "consumare preferibilmente entro...", mangiare questi cibi non causa alcuna conseguenza avversa per l'organismo, ma è il tipo di alimento stesso, e la sua natura a deteriorarsi più o meno in fretta, e a scviluppare batteri e muffe, a dirci come è fondamentale comportarsi. 

Per evitare di sprecare cibo, si è portati a consumare comunque gli alimenti, anche se è passato qualche giorno dalla data di scadenza. Ma non sempre è un bene sorvolare su tale data.  In linea generale, è preferibile evitare di consumare alimenti scaduti, soprattutto se si tratta di prodotti freschi o che sono stati trattati.

 

Data di scadenza: cosa indica?

prodotti alimentari in commercio confezionati hanno una etichetta su cui viene indicata una data di scadenza, utilizzata per comunicare al consumatore entro quando dovrà mangiare un determinato alimento. Le date solitamente non sono legate al deterioramento degli alimenti, ma piuttosto indicano per quanto tempo il tal cibo mantiene inalterato il gusto, la consistenza e addirittura la capacità di una buona riuscita di un piatto (come succede con il lievito). 

Alimenti da non consumare oltre la data di scadenza

Esistono alimenti, nella maggior parte dei casi freschi e senza conservanti, che non andrebbero consumati dopo la data di scadenza proprio per il rischio di incorrere in brutte soprese per l'organismo. Essi sono, ad esempio:

  1. salumi: i salumi affettati freschi, o in busta aperta e riposta in frigorifero, vanno consumati in massimo 3-5 giorni. Gli insaccati confezionati riportano la data di scadenza, mentre quelli tagliati al banco della salumeria, ovviamente no. Se si avvertono cattivi odori o alterazioni nel colore, non consumarli. I salumi, infatti, possono essere portatori di un batterio, Listeria, che causa febbredolori muscolari;
  2. formaggi molli:camember, brie, soprattutto se sono fatti con latte pastorizzato, devono essere consumati alla data di scadenza o, al massimo, entro 5/7 giorni dopo l'acquisto;
  3. carne fresca: bistecche, carne trita, filetti o arrosti. La maggior parte della carne acquistata dal macellaio di fiducia e incartata al bancone deve essere consumata fresca, entro un paio di giorni. Il rischio di contaminazione e di sviluppo di Salmonella, Escherichia Coli, e altri batteri causa di malattie di origine alimentare. Vanno, perciò, consumati o congelati prima della scadenza.
  4. succhi di frutta: se sono scaduti possono contenere anche batteri
  5. fragole, lamponi, mirtilli: sono alimenti ricchi di fibre e antiossidanti, ma vanno mangiati entro la data di scadenza perché potrebbero sviluppare il cyclospora, un parassita che provoca intossicazione che si manifesta con diarreavomitogonfiore addominale e sintomi influenzali;
  6. germogli: mai consumare i germogli oltre la data di scadenza perchè spesso, per via di temperature non idonee e dell' umidità, sono inclini alla contaminazione e alla crescita di batteri, come la Salmonella. Bambini, anziani e donne incinta non dovrebbero consumarli;
  7. verdure a foglia verde: anche se lavate più volte, hanno la tendenza a trasportare batteri come l'Escherichia Coli. Consumare solo se perfettamente integri nel gambo e nelle foglie, considerando che spesso vengono vendute senza la data di scadenza, trattandosi di prodotti freschi. 

 

Attenzione alle infezioni da cibi contaminati.

Ecco perché è meglio non mettere cibi caldi in frigo.

Alimenti che "possono superare" la data di scadenza

 Determinati alimenti, a seconda della conservazione, possono "superare" la data di scadenza per un consumo sicuro ed ottimale anche dal punto di vista qualitativo. I cibi secchi e senza acqua o a lunga conservazione, ad esempio, sono quelli che meno si deteriorano, e quindi quelli che possono essere consumati anche dopo un mese dalla scadenza.  Essi includono: biscotti, pasta, riso, i cereali e i prodotti in scatola. Le confezioni dovranno comunque essere integre, non aver subito ammaccature o fori, ed esser stati riposti in luoghi asciutti e freschi. 

Tra gli alimenti che possono essere consumati anche dopo la data di scadenza troviamo:

  • Il latte, ad esempio, può essere consumato anche dopo 4 giorni dall'apertura, purchè conservato in frigorifero nella parte posteriore, in cui la temperatura è generalmente più fredda;
  • Le uova sono buone per 3-5 giorni dopo la data di scadenza;
  • Il riso o la pasta sono commestibili anche sino ad un anno in dispensa. Una volta cotti e conditi (pasta o risotto) possono essere conservati in un contentore ermetico per 3 giorni in frigorifero.
  • Frutta e legumi in scatola, una volta aperti, vanno consumati entro massimo 4 giorni, se conservati in frigorifero.

Interpretare l'etichetta

Quando vogliamo essere sicuri di ciò che stiamo per consumare o cucinare, dobbiamo leggere attentamente l'etichetta. Le diciture ci dicono "quanta vita ha ancora un alimento" per essere buono e sicuro. Alcuni alimenti riportano infatti la dicitura: "da consumare entro", mentre altri "da consumarsi preferibilmente entro". La prima dà al consumatore un'indicazione più precisa. Alimenti che riportano la seconda dicitura danno al consumatore un margine di tempo più ampio, oltre il quale, magari, il cibo è ancora considerato sicuro per l'organismo ma potrebbe aver perso un po' di freschezza (meno fragrante, molle, di consistenza diversa) o il suo sapore essere meno gustoso (insapore, insipido).