Running: cos’è la sindrome del perfezionista e come combatterla

Running: cos’è la sindrome del perfezionista e come combatterla
Ultima modifica 27.01.2023
INDICE
  1. Cos’è la sindrome del perfezionista
  2. Cosa la determina
  3. Errori comuni di chi ha la sindrome del perfezionista
  4. Come rimediare

Chi corre con regolarità e si cimenta anche in gare nel corso dell'anno si trova spesso a dover gestire problemi di diversa natura, alcuni di origine fisica e altri di matrice psicologica.

Molto spesso queste due componenti tuttavia si fondono peggiorando le performance.

Una delle manifestazioni più evidenti di questo meccanismo è la così detta sindrome del perfezionista, che colpisce un numero di runner piuttosto elevato.

Cos’è la sindrome del perfezionista

La sindrome del professionista non è altro che l'eccessivo impegno in fase di allenamento, che però non si traduce necessariamente, anzi quasi mai, in successi in gara.

Molte persone infatti danno tutto in fase di preparazione, sottoponendosi ad allenamenti intensissimi e molto impegnativi, portando al massimo il proprio fisico, salvo poi incappare durante le competizioni in infortuni più o meno gravi e inattesi, malesseri generici o semplicemente cali energetici che rendono la gara il più delle volte deludente.

Un problema fisico in gara può ovviamente capitare ma se allenamenti perfetti e gare sotto tono non sono sporadici ma si presentano con una certa regolarità non è possibile parlare di casualità.

Le persone alle quali capita solitamente sono molto attente in fase di preparazione di una gara e hanno un forte autocontrollo e appunto una tendenza al perfezionismo che li porta a svolgere ogni compito, anche sportivo, in quello che credono essere il migliore dei modi, anche se così non è.

Cosa la determina

La sindrome del perfezionista si manifesta in ogni ambito della vita ed è parte integrante del caratteri di molte persone che tendono a voler fare ogni cosa, anche quelle di minor importanza, al massimo, anche a fronte di uno sforzo eccessivo e non richiesto dalla situazione.

Se in diversi frangenti questo atteggiamento comporta solo molta fatica extra da parte chi lo porta avanti ma non crea altri problemi, quando si parla di sport, e in particolare di corsa, le cose cambiano e i runner lo sanno bene.

Ossessionarsi per compiere l'allenamento perfetto infatti porta a diverse conseguenze negative a livello fisico e psicologico che alla fine si traducono in una prestazione sportiva in gara decisamente inferiore rispetto a quella che si era ipotizzata, o addirittura all'abbandono della competizione.

Errori comuni di chi ha la sindrome del perfezionista

Uno degli errori più comuni compiuti dai runner che incarnano il perfezionismo maniacale è il fatto di velocizzare l'allenamento, anche venendo meno alle regole scritte da un personal trainer che ne ha valutato ogni aspetto.

Accelerare i tempi però non sempre è un vantaggio, anzi non lo è quasi mai. In particolare quando si parla di lavori di resistenza, le tempistiche non sono infatti casuali ma stabilite con criteri precisi che evitano gli infortuni e aiutano a migliorare le zone medie, utilissime se si ha in previsione di correre una maratona o una gara lunga.

Se si esagera non solo con il passare del tempo potrebbe venire a mancare la motivazione, ma si corre il rischio di caricare i muscoli di acido lattico o di mandare il sistema in sovraccarico.

Un altro errore piuttosto comune si verifica durante il periodo di avvicinamento alla gara, in particolare la settimana prima.

In questa fase si dovrebbero inserire nella propria routine lavori di rifinitura a ritmo gara, essenziali per far lavorare le gambe allo stesso ritmo che si prevede di tenere nella competizione che si sta per affrontare, così da abituarle a quella condizione.

I runner che subiscono la sindrome del perfezionista invece, a volte cedono alla tentazione di fare questi allenamenti non tenendo conto della competizione che verrà ma spingendoli a una velocità superiore.

L'idea alla base di questo errore è di pensare che accelerare significhi fare di più e di conseguenza rendere l'allenamento migliore e più efficace.

In realtà però non è affatto così e i motivi sono due: forzare questa fase porta a saltare il lavoro di rifinitura indispensabile per la performance e ad arrivare alla gara stanchi, rendendo così vano il lavoro fatto con tanto impegno.

Non è un caso che i runner vittime della sindrome del perfezionista accusino durante la manifestazione sportiva affaticamenti o cali di energia.

Guarda il video

Come rimediare

Fare più del dovuto o sforzarsi di compiere qualunque cosa in qualche modo meglio di quanto previsto è parte dell'indole di molte persone ma nello sport non porta ad alcun risultato, anzi molto spesso per migliorare le proprie prestazioni bisogna paradossalmente fare meno, concedendosi un po' di riposo quando serve ed evitando di spingere sempre i propri allenamenti e il fisico al massimo.

Inoltre, l'ossessione per il perfezionismo rientra a pieno titolo nella categoria delle manie di controllo e può essere fonte di ansia da prestazione, una delle nemiche numero uno dei runner.

Arrivare a una competizione stanchi da allenamenti troppo intensi e tesi non può che portare a risultati disastrosi, quindi meglio non esagerare ma procedere per step e arrivare alla gare al meglio delle proprie opportunità.

Estremamente benefico il Mindful running.