Ultima modifica 27.02.2020

Generalità

La commozione cerebrale è un'alterazione dello stato di coscienza dovuta ad un trauma al capo. A causa dello scuotimento del cervello, il soggetto colpito entra in uno stato confusionale circoscritto nel tempo, di solito limitato a pochi minuti.

Commozione cerebraleLa commozione cerebrale è il risultato di un'alterazione funzionale delle strutture nervose preposte al controllo dello stato di coscienza dell'individuo (RAS). Gli effetti sono generalmente temporanei e reversibili, ma possono comportare una significativa alterazione delle capacità fisiche, cognitive e psicologiche. Una commozione cerebrale può derivare da un incidente d'auto, un infortunio sportivo o da una caduta apparentemente innocua. Il paziente può riprendersi spontaneamente ed in modo rapido, dopo un periodo di confusione mentale generalizzata: lo stato d'incoscienza può avere una durata variabile, ma non si prolunga mai oltre un'ora. Di solito, l'entità effettiva del danno al cervello è minore ed i pazienti che subiscono una commozione cerebrale non sono in pericolo di vita. Tuttavia, alcuni sintomi possono durare per giorni, settimane o più a lungom e possono essere difficili da risolvere. Per questo motivo, ogni caso di commozione cerebrale nota o sospetta dev'essere valutato da un medico. Il trattamento prevede un attento monitoraggio e il riposo fisico e cognitivo. Commozioni cerebrali ripetute o gravi possono causare problemi di lunga durata e possono richiedere un intervento chirurgico.

Cause

Le tre principali cause di commozione cerebrale sono:

  • Incidente stradale;
  • Caduta accidentale;
  • Infortunio sportivo o durante altre attività ricreative.

Una commozione cerebrale può verificarsi anche quando la testa e la parte superiore del corpo vengono scossi violentemente.

Alla base della condizione c'è un perturbamento funzionale di una parte del cervello, nota come sistema di attivazione reticolare (RAS). RAS è un complesso di cellule cerebrali che appartiene al sistema nervoso centrale e contribuisce a:

  • Regolare il senso di coscienza e consapevolezza;
  • Controllare lo stato di veglia ed il ritmo circadiano.

Il sistema di attivazione reticolare, inoltre, agisce come un filtro: consente di ignorare informazioni irrilevanti, per concentrarsi su dettagli necessari.
Durante un trauma cranico abbastanza grave da provocare una commozione cerebrale, il cervello viene spostato dalla sua normale posizione per un breve periodo di tempo. Questa rotazione interrompe l'attività elettrica dei neuroni che compongono il RAS, il quale, a sua volta, innesca i sintomi associati al trauma, come:

  • Perdita di memoria;
  • Breve periodo d'incoscienza;
  • Confusione mentale.

Chi è a rischio?

Gli studi dimostrano che i bambini e gli adolescenti sono più vulnerabili alle commozioni cerebrali, rispetto ad altri gruppi di età, e necessitano di più tempo per recuperare.

Se un bambino torna a praticare uno sport prima del completo recupero, un secondo trauma alla testa potrebbe avere conseguenze ben più gravi.

Nei pazienti anziani, le cadute accidentali e gli incidenti automobilistici sono le cause più comuni di commozione cerebrale.

Le attività sportive che espongono i soggetti ad un rischio superiore di riportare una commozione cerebrale comprendono: calcio, rugby, ciclismo, boxe e arti marziali, come il karate o il judo.
Un certo numero di fattori rende alcune persone più vulnerabili agli effetti di una lesione alla testa:

Segni e sintomi

Dopo aver subìto una commozione cerebrale, il paziente può manifestare uno o più di questi sintomi:

Sintomi cognitivi

  • Amnesia (perdita di memoria), tale da non essere in grado di ricordare gli eventi che si sono verificati prima (amnesia retrograda) o dopo la commozione cerebrale (amnesia anterograda);
  • Diminuzione dei riflessi;
  • Confusione e difficoltà di concentrazione.

Sintomi fisici

Sintomi psicologici

  • Cambiamenti di personalità o problemi di adattamento psicologico: irritabilità, distrazione, risposte emotive inappropriate (esempio: scoppiare improvvisamente a ridere o piangere);
  • Disturbi dell'umore: nervosismo, ansia o depressione.

I segni di una commozione cerebrale possono essere lievi e non immediatamente evidenti. Alcuni individui possono avvertirli dopo giorni o mesi dall'infortunio.

La commozione cerebrale può avvenire con o senza perdita di coscienza.


Segnali di allarme. Quando si manifesta uno qualsiasi dei seguenti segnali di allarme, è particolarmente importante cercare un immediato intervento medico:

  • Il paziente rimane incosciente dopo l'infortunio iniziale;
  • Il paziente manifesta problemi di comprensione e difficoltà a rimanere sveglio;
  • Il paziente è confuso, agitato e manifesta un comportamento insolito.

Altri segni di emergenza includono:

  • Sonnolenza estrema, che persiste da oltre un'ora dall'infortunio;
  • Debolezza muscolare su uno o entrambi i lati del corpo;
  • Problemi di visione persistenti, movimenti oculari insoliti e pupille degli occhi di differenti dimensioni;
  • Perdita di coscienza;
  • Difficoltà a parlare;
  • Vomito o nausea persistente;
  • Convulsioni o crisi epilettiche;
  • Sanguinamento da una o entrambe le orecchie;
  • Sordità improvvisa in una o entrambe le orecchie;
  • Fuoriuscita di liquido dal naso o dalle orecchie (potrebbe essere il liquido cerebrospinale che circonda il cervello);
  • Mal di testa persistente ed intenso;
  • Debolezza, intorpidimento, perdita di equilibrio, difficoltà di coordinamento o problemi di deambulazione;
  • Incoscienza persistente (coma).

Diagnosi e gestione clinica

I medici svolgono un ruolo chiave nell'identificare e gestire le lesioni cerebrali traumatiche. La persona che effettua la diagnosi sottopone il paziente ad un attento esame fisico, per valutare eventuali segni di un danno più grave, come il sanguinamento dalle orecchie o la dispnea. Se il soggetto è cosciente, il medico può porre delle domande, in modo da misurare la capacità di prestare attenzione, l'apprendimento e la memoria. Alcuni test neuropsicologici possono valutare la forza, l'equilibrio, la coordinazione, i riflessi e la percezione delle sensazioni.

L'indagine diagnostica più utilizzata per confermare una sospetta lesione cerebrale è la tomografia computerizzata (TC). Questa consente di valutare l'entità della lesione alla testa e permette di assicurarsi che non siano presenti ematomi o emorragie cerebrali. L'imaging cerebrale non è sempre necessaria dopo una lesione cerebrale traumatica ma, di solito, è consigliata negli adulti che:

  • Hanno perso coscienza;
  • Manifestano problemi persistenti con la memoria a breve termine e presentano difficoltà a parlare o ad aprire i loro occhi;
  • Presentano segni e sintomi che suggeriscono una frattura alla base del cranio, come la fuoriuscita di liquido chiaro dal naso o dalle orecchie o la comparsa di macchie scure sopra e sotto gli occhi ("occhio nero");
  • Sono confusi o manifestano altri sintomi neurologici, come la perdita di sensibilità in alcune parti del corpo, problemi di equilibrio e di deambulazione e cambiamenti persistenti della vista (esempio: visione offuscata o doppia).

In alternativa, il danno può essere valutato con una risonanza magnetica od una radiografia, soprattutto se si ritiene che il paziente possa aver subìto delle lesioni alle ossa del collo.

Trattamento

Dopo una commozione cerebrale, è necessario sottoporre il paziente ad un attento monitoraggio che, a seconda della gravità del trauma cranico, può durare diversi giorni o settimane. I sintomi potrebbero, infatti, essere alla base di una condizione più grave, come nel caso di un ematoma subdurale o di un'emorragia subaracnoidea.
Il riposo è il modo migliore per recuperare da una lieve commozione cerebrale. Inoltre, è possibile utilizzare una serie di misure per alleviare i sintomi:

  • Evitare situazioni stressanti e attività fisicamente o mentalmente impegnative (compresi lavori domestici, esercizio fisico, scuola o utilizzo di computer).
  • Non praticare attività che possono causare un ulteriore trauma cranico;
  • Applicare un impacco di ghiaccio sulla parte colpita, per ridurre il gonfiore;
  • Evitare di bere alcolici o assumere droghe;
  • Evitare l'esposizione a luci e suoni molto intensi;
  • Assumere i farmaci prescritti dal medico per controllare il dolore (esempio: paracetamolo);
  • Non guidare e non praticare sport di contatto, senza prima consultare il medico;
  • Allacciare la cintura di sicurezza quando si guida la macchina e indossare un casco durante ciclismo, sci, snowboard, skateboard, motociclismo o per qualsiasi attività simile.

Recupero

La commozione cerebrale può causare una vasta gamma di complicazioni a breve o a lungo termine, che colpiscono il pensiero, le sensazioni, il linguaggio o le emozioni. Questi cambiamenti possono portare problemi di memoria, comunicazione e personalità, così come depressione, deterioramento cognitivo lieve (MCI) ed insorgenza precoce di demenza.
Di seguito, sono riportate altre potenziali complicazioni di una commozione cerebrale:

  • Sindrome post-commozione cerebrale: è una condizione poco conosciuta, in cui i sintomi della commozione cerebrale sono persistenti e possono durare per settimane o mesi dopo l'infortunio.
  • Convulsioni post-traumatiche: si verificano giorni o mesi dopo la commozione cerebrale e possono richiedere la gestione delle crisi con una terapia anticonvulsivante.
  • Epilessia: il rischio di sviluppare epilessia raddoppia entro i primi cinque anni dopo la commozione cerebrale.
  • Sindrome di secondo impatto: si può verificare quando un soggetto è ancora sintomatico e, prima del recupero completo dalla commozione cerebrale, subisce un altro infortunio alla testa. Una seconda lesione cerebrale (o traumi cumulativi) può essere più pericolosa della precedente. La congestione vascolare, infatti, porta ad un improvviso e massiccio incremento della pressione intracranica, che può essere difficile da controllare e può causare gravi danni cerebrali o la morte.
  • Encefalopatia traumatica cronica (CTE): è un esempio del danno cumulativo. L'encefalopatia traumatica cronica, chiamata anche encefalopatia del pugile, è una malattia neurodegenerativa progressiva, causata da ripetuti episodi di commozione cerebrale. Segni e sintomi tipici includono un calo di memoria, deficit cognitivi e fisici e disturbi comportamentali (soprattutto depressione, impulsività, aggressività, rabbia, irritabilità e comportamento suicida).
  • Encefalomiopatia traumatica cronica (CTEM): un piccolo sottogruppo d'individui con CTE sviluppa una malattia progressiva caratterizzata da profonda debolezza, atrofia e spasticità, simile alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

La sindrome post-commozione cerebrale

La sindrome post-commozione cerebrale (PCS) è il termine usato per descrivere un insieme di sintomi che possono persistere per settimane o mesi dopo la commozione cerebrale. Questi includono:

  • Cambiamenti nella capacità di pensare, concentrarsi o ricordare;
  • Sbalzi d'umore e cambiamenti di personalità;
  • Cefalee ed emicranie (dolore lancinante su un lato o sulla parte anteriore della testa);
  • Stanchezza;
  • Vertigini;
  • Sensibilità alle luci e ai rumori forti;
  • Disturbi del sonno.

La causa esatta della PCS non è ancora chiara. Una teoria ipotizza che la sindrome post-commozione cerebrale rappresenti il risultato di uno squilibrio chimico nel cervello, innescato dal danno iniziale. Un'altra teoria suggerisce che possa essere una risposta emotiva e psicologica alla commozione cerebrale, forse una forma più lieve di disturbo da stress post-traumatico (DPTS).

Non esiste un trattamento specifico per i sintomi della sindrome post-commozione cerebrale, anche se molti farmaci usati per trattare le emicranie si sono dimostrati efficaci anche nel trattamento del dolore alla testa. Gli antidepressivi e la psicoterapia possono aiutare a controllare i sintomi psicologici, come la depressione e l'ansia. La maggior parte dei casi di sindrome post-commozione cerebrale tende a risolversi entro 3-6 mesi e solo una persona su 10 presenterà ancora sintomi dopo un anno.


Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici