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Perché l'ultima eruzione in Islanda potrebbe essere la più pericolosa della storia recente?

Il 18 dicembre è stata emessa una quantità di lava al secondo 10 volte superiore a quella sprigionata dalle esplosioni al loro picco degli ultimi tre anni. Ecco cosa accadrà nei prossimi giorni.

DI ROBIN GEORGE ANDREWS

pubblicato 20-12-2023

Perché l'ultima eruzione in Islanda potrebbe essere la più pericolosa della storia recente

Il 18 dicembre la penisola islandese di Reykjanes è stata scossa da una serie di eruzioni vulcaniche, che hanno creato una fessura lunga 4 chilometri, il cui segmento meridionale è visibile qui nei pressi della città costiera di Grindavik.

FOTOGRAFIA DI MARCO DI MARCO, AP PHOTO

Era forse solo una questione di tempo prima che la penisola di Reykjanes in Islanda esaurisse la sua fortuna.

Nella notte del 18 dicembre, la penisola è stata sconvolta da un'eruzione vulcanica, la quarta in meno di tre anni, aggiungendo un capitolo decisamente pericoloso alla saga vulcanica della nazione.

Appena due ore dopo che uno sciame sismico aveva avvertito dell'imminente eruzione, si è sprigionata una quantità di lava al secondo 10 volte superiore a quella di tutte le altre tre precedenti eruzioni, mentre la fessura stessa si espandeva in pochi minuti fino a raggiungere la sorprendente lunghezza di 4 chilometri.

Dopo quasi un millennio di quiescenza, questa striscia di terra nella parte sudoccidentale del paese è entrata in una nuova fase vulcanica nel marzo del 2021. Le ultime tre eruzioni - nel 2021, nel 2022 e all'inizio di quest'estate - sono state uno spettacolo scientifico unico. L'ultima volta che la penisola ha avuto un periodo di eruzioni multiple è stato all'inizio del XIII secolo. Il fatto che stia vivendo un altro periodo simile di eruzioni laviche è uno dei motivi per cui il mondo è così interessato a questi eventi.

Questa quarta eruzione ha attirato però l'attenzione dei media internazionali per altri tre motivi: la fase di avvicinamento all'evento principale è stata insolita rispetto alle ultime tre; il luogo, combinato con la vigorosa scarica iniziale di roccia fusa, minaccia di distruggere una città; il suo comportamento complessivo ha creato inoltre un’inquietante incertezza su ciò che potrebbe accadere prossimamente.

Perché l'ultima eruzione in Islanda potrebbe essere la più pericolosa della storia recente?

La città islandese di Grindavik, evacuata, mentre il fumo si espande e la lava viene lanciata in aria da una fessura durante un'eruzione vulcanica nella penisola di Reykjanes il 19 dicembre. L'eruzione è iniziata lunedì sera a seguito di uno sciame sismico.

FOTOGRAFIA DI VIKEN KANTARCI, AFP/GETTY IMAGES

"Rispetto a quanto accaduto negli ultimi tre anni sulla penisola di Reykjanes, è piuttosto sconvolgente", afferma Tom Winder, sismologo vulcanico dell'Università d'Islanda.

Nel pomeriggio del 19 dicembre, solo un terzo della fessura era ancora attivo e l’intensità dell'eruzione è notevolmente diminuita. Le cose potrebbero ancora cambiare in peggio, ma si spera che continui a diminuire.

Ad ogni modo, questo evento vulcanico si è già affermato come una delle eruzioni islandesi più importanti e scientificamente affascinanti degli ultimi decenni ed è per questo che gli studiosi di tutto il mondo stanno raccogliendo indizi sulle sue origini.

Un preludio caotico

Anche se la maggior parte delle persone pensa comprensibilmente che le eruzioni vulcaniche provengano da un vulcano, tutte le quattro più recenti sono state in realtà di tipo fessurale. La lava si fa strada dalla crosta terrestre attraverso uno stretto crepaccio appena formatosi, spesso in un luogo che non può essere identificato prima del parossismo. Le imprevedibili eruzioni fessurali avvengono in tutto il mondo, ma non sono così conosciute.

Ma quest'ultima eruzione è particolarmente degna di nota perché è accaduto qualcosa che non era successo nel 2021, 2022 e a metà del 2023. Anziché materializzarsi ancora una volta in un luogo isolato vicino alla montagna vulcanica di Fagradalsfjall, il magma si è diretto nel sottosuolo di Svartsengi, dove si trovano una centrale geotermica fondamentale per la regione, l’importante località turistica termale della Laguna Blu e dove vivono i 3.500 abitanti della città costiera di Grindavík.

La sua entrata in scena è stata spettacolare: il 10 novembre, il magma è salito improvvisamente a poche centinaia di metri dalla superficie, prima di fermarsi - il tutto accompagnato da una cacofonia di scosse sismiche.

"Questo cambiamento nella riapertura del sistema è stato onestamente abbastanza sorprendente. Ma è stata l'entità dell'attività sismica a cogliere di sorpresa la maggior parte delle persone", afferma Samuel Mitchell, vulcanologo dell'Università di Bristol. Una pausa tra la risalita del magma e l'inizio dell'eruzione non è rara per gli eventi di fessurazione, ma il preludio di questa eruzione è stato particolarmente intenso e precipitoso.

A metà novembre sembrava molto probabile che nei giorni o settimane successive si sarebbe verificata un'eruzione lungo un "corridoio" di 16 km che comprende Grindavík.

Perché l'ultima eruzione in Islanda potrebbe essere la più pericolosa della storia recente

Gli abitanti del posto osservano il fumo alimentato dalla lava che colora di arancione il cielo notturno. Il fenomeno eruttivo è già considerato tra le eruzioni islandesi più importanti e scientificamente affascinanti degli ultimi decenni.

FOTOGRAFIA DI KRISTIN ELISABET GUNNARSDOTTIR, AFP/GETTY IMAGES

Posizione, posizione, posizione

Per gli osservatori internazionali dell'eruzione, il pensiero di un'altra colossale e persistente nube di cenere, che potrebbe bloccare il traffico aereo come accadde durante l'eruzione dell'Eyjafjallajökull in Islanda nel 2010, ha destato preoccupazione. Fortunatamente, poiché questa volta il magma non viene iniettato direttamente nel ventre di una calotta di ghiaccio, è estremamente improbabile che avvenga un’attività capace di generare grandi quantità di cenere.

Ma la sua posizione indica che, a differenza degli ultimi tre eventi, questa eruzione potrebbe causare gravi danni.

È stato un bene che il preludio dell’eruzione in sé non sia stato impercettibile: ha convinto le autorità a evacuare rapidamente Grindavík quello stesso giorno di novembre, tenendo i residenti lontani da ogni potenziale minaccia e dando loro il tempo di erigere argini di protezione dalla lava intorno alla centrale.

L'eruzione ha comunque avuto un elemento di sorpresa: la lava ha iniziato a fuoriuscire solo due ore dopo che uno sciame sismico a nord della città aveva segnalato l'imminente eruzione: un intervallo sorprendentemente breve. Questo "sottolinea quanto fossimo vicini a un'eruzione subito dopo le evacuazioni iniziali del mese scorso e il motivo per cui erano essenziali per garantire la sicurezza delle persone", dice Winder.

Il fatto che il magma alla fine abbia trovato un’apertura vicino a una serie di antichi crateri, un paio di chilometri a nord-est della città, è stato un breve sollievo. L'intensità dell'eruzione e la sconvolgente crescita della fessura hanno rapidamente chiarito che l’abitato a sud e la centrale elettrica a ovest erano in pericolo.

Per ora, tuttavia, la più temuta delle eventualità potrebbe essere stata evitata, grazie a un misto di fortuna e capacità di prevenzione islandese.

Perché l'ultima eruzione in Islanda potrebbe essere la più pericolosa della storia recente

La polizia ha chiuso il raccordo verso la città di Grindavík, che era stata evacuata a novembre per l'incombere della minaccia dell'attività vulcanica. Secondo gli esperti, l'eruzione rapida e intensa sottolinea quanto fossero essenziali quei provvedimenti per garantire la sicurezza dei residenti.

FOTOGRAFIA DI KARIM ILIYA

Un futuro incerto

Anche il fatto che si sappia ben poco di certo sull'eruzione ne rafforza l'interesse.

Dopo appena un giorno di parossismo, l'eruzione si è notevolmente calmata e sembra possibile che si concluda nel giro di pochi giorni. In alternativa, secondo gli esperti, questo comportamento potrebbe indicare che continuerà a pompare lava a questo ritmo modesto per mesi.

"Se il magma immagazzinato a Svartsengi viene ancora rinnovato dalla profondità, allora l'eruzione potrebbe raggiungere l'equilibrio a un'intensità inferiore e continuare per un bel po' di tempo", dice Winder. "Sembra che il rifornimento di magma sia stato quasi continuo dalla fine di ottobre, quindi è certamente realistico pensare che possa continuare per altri due mesi".

Il fatto che il sistema vulcanico sotterraneo della regione sia un enigma in gran parte irrisolto non fa che aggravare l'incertezza di questa crisi. In particolare non è chiaro perché Svartsengi sia stato il bersaglio del magma questa volta. È migrato da Fagradalsfjall o è arrivato da un’altra camera magmatica nel sottosuolo? E perché in passato il terreno intorno a Svartsengi si è gonfiato senza produrre un'eruzione, mentre questa volta è accaduto?

In meno di 24 ore dal suo inizio, i ricercatori sono riusciti a campionare parte della lava della nuova eruzione e a confrontarla con le tre precedenti avvenute nella penisola. Secondo Ed Marshall, geoscienziato dell'Università d'Islanda, tutte le lave hanno una chimica sostanzialmente simile. Ciò implica che esiste una sorta di connessione magmatica tra Svartsengi e Fagradalsfjall, ma la natura di tale connessione è al momento molto confusa.

Quello che i vulcanologi vogliono sapere, soprattutto, è cosa è successo tra gli eventi sismici di inizio novembre e l'eruzione di questa settimana. Con i dati ottenuti nelle settimane precedenti l'eruzione, avrebbero potuto prevedere esattamente quando e dove il magma sarebbe arrivato in superficie? "Si tratta di una domanda molto interessante, che è al centro di ciò che molti studieranno nei prossimi mesi", afferma Mike Burton, vulcanologo dell'Università di Manchester.

Per ora, tutto ciò che gli scienziati possono fare è monitorare il processo e sperare che le loro osservazioni possano, alla fine, rivelare i segreti di questo inedito spettacolo della forza vulcanica.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.