Parte del gruppo e

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

Le poche centinaia di esemplari rimasti in natura sono nel mirino dei bracconieri che ne vendono le ossa in Cina.

DI DINA FINE MARON

pubblicato 31-07-2023

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

Le tigri dell’Amur (o tigri siberiane) si trovano principalmente nell’Estremo Oriente russo. L’espansione della rete stradale forestale facilita ai bracconieri la ricerca e l’uccisione di questi felini protetti, le cui parti del corpo sono richieste come ingredienti per i preparati della medicina tradizionale cinese.

FOTOGRAFIA DI EMMANUEL RONDEAU

La tigre era già morta quando l’hanno trovata – hanno detto i cacciatori — loro hanno solo notato un mucchio peloso color ocra spiccare sullo sfondo nevoso di Primorye, una vivace regione a otto fusi orari da Mosca, nell’Estremo Oriente russo.

I sette uomini si sono fatti una foto con la grossa tigre dell’Amur, l’uno con il braccio sulle spalle dell’altro, i fucili dell’epoca sovietica portati a tracolla. Il calore del cadavere aveva già iniziato a sciogliere la neve.

Quattro uomini del gruppo sorridevano, guardando la foto. Ma si sono mostrati esitanti, quando la ricercatrice di crimini contro la fauna selvatica e National Geographic Explorer Allison Skidmore si è avvicinata chiedendo se poteva fotografare l’immagine che li ritraeva con la tigre. Sono quasi 75 anni che è illegale uccidere le tigri nel Paese – le hanno detto – e non volevano che qualcuno pensasse che avessero commesso un reato.

E poi come spiegare i tanti fori di proiettile che mostrava il corpo dell’animale?

“L’attività di bracconaggio dipende dalla probabilità con cui la gente incontra le tigri in natura”, afferma Roman Kozhichev, un ranger che lavora nella parte nord di Primorye. Ma, tutt’altro che casuali, aggiunge Skidmore, questi “incontri” sono spesso il frutto della ricerca dei cacciatori di frodo.

La tigre dell’Amur (o tigre siberiana) è l’unica specie di tigre ad abitare le regioni nordiche. Può superare i 270 kg di peso e i tre metri di lunghezza, dal naso alla punta della coda, il che la rende probabilmente la più grande tra le sei sottospecie di tigre viventi (alcuni esperti sostengono che la tigre del Bengala sia all’incirca delle stesse dimensioni). Arrivano a consumare 27 kg di carne in una sola notte.

Un secolo fa, l’avvistamento di una tigre dell’Amur era un evento raro: la caccia ne aveva ridotto la popolazione stimata a soli 30 esemplari. Le azioni di tutela messe in atto negli ultimi decenni hanno riportato il numero di tigri dell’Amur a circa 600 individui, che si trovano quasi tutti in Russia, di cui quasi due terzi a Primorye.

Ma Skidmore è preoccupata. Negli ultimi anni trovare — e uccidere — queste tigri sta diventando sempre più facile, con l’aumentare della deforestazione illegale e la graduale riduzione del loro habitat.

“La costante espansione della rete stradale aumenta incredibilmente le opportunità e la facilità della caccia di frodo”, specifica nel suo lavoro. Il 52% circa della taiga di Primorye, la foresta boreale che ospita le tigri, è accessibile ai cacciatori, secondo i calcoli che ha pubblicato a giugno 2021 sulla rivista Crime Science.

Per studiare la situazione delle tigri dell’Amur in Russia, Skidmore ha fatto due viaggi a Primorye, nel 2019 e nel 2020, trascorrendoci un totale di cinque mesi. Ha intervistato oltre un centinaio di cacciatori e 12 compratori di parti del corpo delle tigri, organizzando incontri che andavano da una chiacchierata di mezz’ora a “lunghe conversazioni informali spalmate in più giorni”, che hanno avuto luogo pescando sul ghiaccio, cacciando, bevendo o sfogliando album di foto, racconta. Non di rado i bracconieri le hanno presentato altri bracconieri o contrabbandieri. 

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

Se riceve un proiettile da una certa distanza, una tigre raramente muore subito. I bracconieri possono trovarsi a dover seguire le tracce di sangue dell’animale ferito fin nel profondo della foresta. Il cadavere integro di questa tigre nella regione di Primorye indica che l’animale probabilmente è stato ucciso per sport, non per le parti del suo corpo.

FOTOGRAFIA DI GENTILE CONCESSIONE DI ALLISON SKIDMORE

Oltre un terzo delle persone con cui Skidmore ha parlato (erano tutti uomini) hanno ammesso di essere coinvolte nel commercio illegale delle tigri. Hanno spiegato le ragioni per cui cacciano di frodo, hanno descritto i metodi e le modalità con cui le parti vengono poi vendute in Cina. Queste informazioni sono state pubblicate nella sua tesi di dottorato presso l’Università della California a Santa Cruz, la scorsa primavera, e poi in articoli sottoposti a revisione paritaria. 

I bracconieri hanno raccontato a Skidmore che percorrono le strade, di notte, armati di pistole e occhiali a infrarossi per la visione notturna per individuare le tigri. Sparano dai propri veicoli oppure vendono ai contrabbandieri le coordinate GPS degli animali. I bracconieri le hanno rivelato anche le proprie tecniche di contrabbando, come ad esempio la corruzione degli ufficiali di dogana ai valichi di frontiera, il nascondere le parti degli animali nelle spedizioni di legname e il macinare le ossa di tigre per poi nasconderne la polvere nelle borsette delle donne.

Sulla base di quello che Skidmore ha sentito da una decina di compratori di parti di tigre che ha intervistato, nella sua tesi stima che a Primorye vengano cacciate di frodo tra le 49 e le 73 tigri dell’Amur all’anno. “Significa tre o quattro volte di più di quanto riportato dal governo russo” per l’intero Paese, afferma.

Skidmore ha ricavato i numeri da cinque anni di registri di vendite ottenuti dai compratori di tigri. “I compratori sanno da quali regioni provengono le tigri che comprano”, spiega, aggiungendo che i suoi dati coprono un’ampia parte dell’habitat delle tigri dell’Amur. La frequenza delle uccisioni è devastante. “Anche considerando la stima più prudente”, afferma, “questi dati indicano che stiamo andando verso il collasso della popolazione”. Le tigri dell’Amur, spiega, raggiungono relativamente tardi la maturità sessuale, quindi il loro ritmo di riproduzione è lento.

Il numero ufficiale delle tigri uccise dai bracconieri in Russia viene fornito dall’Amur Tiger Center, l’organizzazione russa non profit fondata per volontà del Presidente Vladimir Putin e incaricata delle attività di ricerca e preservazione delle tigri del Paese. Il centro dichiara che nel 2020 in Russia sono state uccise illegalmente da 10 a 15 tigri, numeri stimati in parte calcolando tutti i reati noti a danno delle tigri e le relazioni dei cittadini e delle forze dell’ordine su spedizioni sospette o attività di caccia.

Sergei Aramilev, direttore generale dell’Amur Tiger Center, ha dichiarato a National Geographic che la ricerca sulle tigri pubblicata da Skidmore è “in gran parte inventata” e si basa su “dati e numeri sbagliati”. 

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

A Primorye, la National Geographic Explorer Allison Skidmore ha fotografato i resti di una tigre che i bracconieri hanno privato delle parti. Ha usato il cellulare per fare una foto della schermata della fotocamera e l’ha caricata sul cloud per precauzione, nel caso in cui le autorità russe le avessero sequestrato la fotocamera e il cellulare, cosa che poi hanno fatto.

FOTOGRAFIA DI GENTILE CONCESSIONE DI ALLISON SKIDMORE
Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

Le ossa di tigre vengono spesso usate per fare una sorta di vino e per una pasta, entrambi a uso medicinale. I canini a volte vengono usati per fare gioielli.

FOTOGRAFIA DI GENTILE CONCESSIONE DI ALLISON SKIDMORE

Il biologo Marshall Jones, consulente senior per la conservazione presso lo Smithsonian Institution, non è d’accordo. Afferma che quanto rilevato da Skidmore rappresenta “il migliore set di dati degli ultimi anni” sullo status e i metodi del bracconaggio delle tigri in Russia. Se le sue stime sono corrette, la situazione delle tigri è “terribile”, afferma Jones, che in precedenza ha gestito sovvenzioni per la ricerca e la conservazione delle tigri presso lo U.S. Fish and Wildlife Service e ha fornito la propria consulenza per programmi globali di addestramento dei ranger e degli operatori che si occupano dell’habitat delle tigri. “Dopo l’India, questa è la più grande popolazione di tigri al mondo”.

Il bracconaggio delle tigri è difficile da studiare, e ottenere dichiarazioni direttamente dai bracconieri e dai compratori è estremamente raro, afferma Masha Vorontsova, direttrice della sede russa dell’International Fund for Animal Welfare dal 1994 al 2018. “Credo sia importante portare alla luce la verità e raccontare ciò che accade”, ha detto al telefono da Mosca, esprimendo ammirazione per il coraggio di Skidmore — è pericoloso investigare sul bracconaggio delle tigri, spiega — e per i suoi “fantastici” risultati.

Contare le tigri

La caccia alle tigri e la perdita di habitat sono le cause principali della riduzione globale del numero di tigri selvatiche da un totale stimato di 100.000 esemplari un secolo fa a circa 5.000 dei giorni nostri. A parte le tigri dell’Amur, tutte le altre sottospecie viventi si trovano in foreste tropicali, paludi di mangrovie e savane.

Uno degli ultimi censimenti ufficiali delle tigri dell’Amur presenti in Russia, condotto nel 2015, ha stimato una popolazione di 532 individui, 67 in più rispetto al decennio precedente. Circa 50 esemplari si trovano nell’estremo nord della Cina, vicino al confine con la Russia, e un altro piccolo gruppo potrebbe trovarsi nella Corea del Nord o in altri Paesi asiatici, in cui però non risultano avvistamenti.

I calcoli che stanno alla base delle stime delle popolazioni delle tigri non sono calcoli esatti. I metodi più affidabili, come ad esempio le ricerche aeree e il monitoraggio mediante fotocamere nascoste sono troppo costosi. Le squadre russe invece – secondo l’autorità che ha eseguito il censimento ufficiale delle tigri in Russia – si affidano principalmente al conteggio delle impronte trovate nella neve e al confronto delle relative dimensioni; un metodo che restituisce informazioni a carattere locale e potenzialmente imprecise e incomplete.

Nel 1947 l’Unione Sovietica è stato il primo Paese a rendere l’uccisione delle tigri un reato federale. Nel 2013 la Russia ha reso illegale il possesso di parti di tigre, e oggi le aree rimaste dell’habitat delle tigri, inclusi circa 57.000 km quadrati all’interno del Paese (oltre 41.000 km quadrati a Primorye), sono designate come aree naturali protette, secondo l’Amur Tiger Center.

Queste azioni hanno aiutato le tigri dell’Amur a riprendersi, in un periodo in cui altrove le tigri sono scomparse. In Kazakistan ad esempio le tigri del Caspio sono state avvistate l’ultima volta nel 1948, e ora si spera di introdurvi delle tigri dell’Amur nel 2025 per ricreare una popolazione.

Ma la ripresa delle tigri dell’Amur a Primorye è precaria. I cervi e i cinghiali di cui si cibano le tigri sono sempre più difficili da trovare a causa della deforestazione che distrugge le foreste di pini e meno pini significa meno pinoli, una risorsa alimentare fondamentale per molti animali da preda. Inoltre, un’epidemia globale di peste suina africana - che dapprima ha colpito alcune specie suine nell’Africa subsahariana e poi si è diffusa in Asia sud-orientale, Mongolia, Europa e non solo - ha spazzato via almeno la metà dei cinghiali della regione, secondo la divisione russa dell’organizzazione ambientale WWF. Di conseguenza, le tigri affamate a volte si avvicinano alle comunità e attaccano cani e bestiame.

Più raramente, avviene che le tigri attacchino l’uomo. La maggior parte di questi attacchi, dichiara l’Amur Tiger Center, avvengono nel territorio di Chabarovsk, a nord di Primorye, nella parte più settentrionale dell’habitat russo delle tigri. Qui è avvenuto un incidente fatale ad agosto 2021, quando un taglialegna si è allontanato dalla propria postazione di lavoro ed è stato attaccato. Il suo corpo è stato trascinato nel bosco e parzialmente mangiato. Prima di allora, a gennaio 2021, un altro uomo nella stessa zona è stato ucciso e mangiato, sempre secondo l’Amur Tiger Center. I ranger hanno rintracciato e ucciso entrambe le tigri. 

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

Alcuni ranger esaminano delle impronte di tigre su una strada nella Riserva naturale di Ussurisky, a Primorye.

FOTOGRAFIA DI EMMANUEL RONDEAU

“Le formiche possono aspettare!”  

Qualche ora dopo la scena della foto con la tigre morta nella neve, Allison Skidmore sedeva insieme ai cacciatori, accanto al fuoco scoppiettante a casa di uno di loro. Mentre le bottiglie di vodka si vuotavano, le lingue si scioglievano – racconta – e la loro storia ha cominciato a cambiare. 

Uno degli uomini ha detto che erano stati loro a uccidere la tigre e che si erano divisi i 4.500 dollari (poco più di 4.000 euro) della vendita.

Trovare un compratore non era stato difficile, continuava l’uomo. Nella vicina Cina, i peni, le ossa e altre parti del corpo delle tigri sono molto richiesti come ingredienti dei preparati della medicina tradizionale. Altri membri del gruppo hanno confermato questa versione degli eventi, racconta Skidmore. Gli uomini “erano molto sulla difensiva, ci tenevano a precisare che non erano venuti nella taiga in cerca di tigri”, ma hanno aggiunto che “chiunque spara, se vede una tigre. Si tratta di trovarsi nella circostanza”. 

Skidmore si è vantata della propria abilità nell’uso della pistola e della sua passione per pescare sul ghiaccio a ‑30 °C, per ingraziarsi i cacciatori russi. Ritiene che, in quanto donna americana, probabilmente la vedevano come una novità e per questo erano ben disposti a parlarle liberamente delle proprie esperienze, citando senza problemi anche i nomi di altri cacciatori e di compratori.

Skidmore ha iniziato la sua carriera in biologia della conservazione oltre dieci anni fa, studiando le termiti in Zimbabwe. Una sera, mentre si trovava ammassata in una tenda insieme ad altri colleghi, ha sentito degli spari. Il giorno successivo, guidati dal volo circolare degli avvoltoi, i ricercatori hanno trovato tre elefanti morti a cui erano state rimosse le zanne. Skidmore racconta che è stato in quel momento che è nata la sua passione per combattere i reati contro la fauna selvatica. “Ho avvertito un pensiero del tipo ‘hey, qui succedono cose più importanti, le formiche possono aspettare!’”, racconta.

Si è trasferita in Sudafrica ed è diventata un ranger del Parco nazionale Kruger. Successivamente, ha focalizzato il suo interesse sulle tigri. Racconta che il suo obiettivo era fornire “la prima prova empirica del bracconaggio delle tigri in Russia”.

La maggior parte dei bracconieri di tigri con cui ha parlato le hanno detto che fanno quello che fanno per i soldi, per sopravvivere. Con il calo della domanda internazionale di pellicce, gli zibellini (animali simili ai furetti a lungo apprezzati per la loro setosa pelliccia) che prima cacciavano legalmente non bastano più a pagare le bollette, così sono passati al contrabbando di tigri. Una piccola parte degli uomini ha dichiarato di uccidere solo le tigri che minacciavano il proprio bestiame e animali domestici, altri che uccidevano solo per divertimento.

Skidmore descrive in un articolo accademico, condiviso con National Geographic, che un uomo le ha raccontato di aver ucciso 10 tigri, dicendo: “Ho due figli nell’FSB (il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa), quindi, chi mi può fermare?”

Skidmore racconta che bracconieri e compratori le hanno detto che i loro traffici sono possibili grazie alla corruzione degli ufficiali governativi. “I soldi arrivano a quelli in alto. Se non avessi contatti tra i responsabili delle autorità, non riuscirei a fare quello che faccio”, le ha detto un compratore.

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

Tra cibo, vodka e chiacchierate con i cacciatori a Primorye, Allison Skidmore ha raccolto informazioni sul bracconaggio delle tigri.

FOTOGRAFIA DI GENTILE CONCESSIONE DI ALLISON SKIDMORE

Lungo il confine russo con la Cina, cinque punti di attraversamento, tra cui più d’uno a Primorye, sono le principali rotte del contrabbando, secondo Skidmore. I compratori le hanno detto che alcuni ufficiali di dogana ricevono piccole somme, di 50 o 60 dollari (45-55 euro), per ogni spedizione illegale di parti di tigri. 

“Sono convinto che [le autorità russe] abbiano almeno una vaga idea di quello che succede”, afferma Jones dello Smithsonian Institution, “anche se si dichiarano in disaccordo con Allison”.

Durante la conversazione ormai amicale che Skidmore ha avuto una sera con quattro dei cacciatori della foto con la tigre, era ormai mezzanotte quando uno di loro ha preso da parte l’interprete e le ha chiesto se era interessata a incontrare il loro compratore che abitava nelle vicinanze. Sì certo, ha detto l’interprete, e il cacciatore ha fatto una breve telefonata.

Il compratore si è meso volentieri in macchina per raggiungerli subito e parlare della sua attività, a condizione che Skidmore non svelasse il suo nome. Lo stretto rapporto che aveva con gli ufficiali locali e con la polizia, ha detto, era fondamentale per poter svolgere il suo lavoro illegale.

Un altro compratore di Primorye ha acconsentito a parlare con National Geographic per telefono a giugno 2021, anche lui a condizione di rimanere anonimo. Sembrava nervoso, ha ripetuto più volte che temeva che l’FSB ascoltasse la conversazione. In piccole comunità come la sua, ha spiegato, i bracconieri sanno che lui compra le tigri, oltre ad altre merci legali, e sanno come trovarlo. Generalmente, ha spiegato, i compratori vendono le tigri o le loro parti a un intermediario che organizza il trasporto oltre confine fino in Cina.

Ha raccontato di essere stato arrestato meno di dieci anni fa per commercio illegale di parti di tigre, e allora il cadavere che aveva con sé gli è stato sequestrato (sospetta che sia stato un altro compratore concorrente a consegnarlo alla polizia). Al tempo ha temuto di dover fare un anno di carcere o pagare una grossa multa, ma dice che, per lungo tempo, non ha ricevuto neanche la convocazione per il processo. “Sono stato preoccupato per i primi dieci giorni”, racconta, “ma poi non lo sono stato più” (Masha Vorontsova, che in passato ha lavorato presso l’International Fund for Animal Welfare, afferma che i ritardi nel fissare le udienze sono normali).

La politica della conservazione delle tigri

I dati rilevati da Skidmore arrivano in un momento delicato: nell’estate 2022 la Russia ha ospitato il secondo International Tiger Forum, un summit globale sulla tutela di questa specie. Putin, amante delle tigri, ha tenuto un discorso appassionato in occasione del precedente forum, organizzato a San Pietroburgo nel 2015, quando ha dichiarato di supportare un programma di azioni mirate a contrastare il bracconaggio e a raddoppiare il numero delle tigri nei 13 Paesi che compongono il loro areale.

La risposta ufficiale della Russia ai dati rilevati da Skidmore è stata glaciale. Aramilev, direttore generale dell’Amur Tiger Center, ha dichiarato che quei dati non sono corretti e che il numero delle tigri dell’Amur che vivono nelle aree protette dell’Estremo Oriente russo è maggiore (il 20%) rispetto alla vecchia cifra sottoposta a revisione paritaria del 3-4% che cita nel suo lavoro pubblicato.  

Nel marzo 2020, mentre Skidmore stava eseguendo delle ricerche a Primorye con un visto per attività di ricerca scientifica, il suo soggiorno nel Paese è stato accorciato. Dai cacciatori con cui ha parlato ha saputo che gli agenti dell’FSB che la stavano seguendo si erano presentati a casa loro e avevano fatto domande su di lei. “Ho capito che non sarebbe finita lì”, afferma.

Gli ufficiali russi alla fine l’hanno affrontata all’aeroporto di Vladivostok. Avrebbe dovuto prendere un volo interno per Chabarovsk, a circa 800 km di distanza, nella Russia sudorientale. “Ero terrorizzata”, racconta “temevo che sarei finita in prigione”; le hanno sequestrato il computer, il cellulare e altri effetti personali: “Si sono presi tutto”.

Ma non hanno trovato i suoi appunti scritti a mano sulle interviste con i bracconieri e i compratori, che aveva distrutto la notte prima dopo aver caricato le informazioni e le foto nel cloud: una misura precauzionale che aveva preso per il caso in cui “qualcosa fosse andato storto”.

Gli ufficiali hanno trattenuto Skidmore per ore, poi l’hanno messa su un volo commerciale senza dirle dove fosse diretto né restituirle le sue cose. Una volta che l’aeroplano è atterrato — a Tokyo — è corsa a chiamare i suoi genitori da un telefono pubblico e gli ha chiesto di comprarle un biglietto per tornare a casa.

“Sapevo che questo non sarebbe stato un lavoro facile”, afferma.

Poco dopo il suo ritorno a casa, sui social media sono stati pubblicati con il suo nome commenti razzisti e violenti sul popolo cinese. Ha detto che i suoi account sono stati hackerati e che pensa che quei post avessero l’obiettivo di screditare lei e il suo lavoro facendola apparire una “razzista e genocida”.

Le tigri siberiane sono in pericolo: i bracconieri le cacciano di notte per venderne parti del corpo

I cacciatori hanno raccontato a Skidmore che le tecniche del contrabbando includono la corruzione degli ufficiali di dogana in servizio presso i valichi di confine verso la Cina, il nascondere le parti dei corpi delle tigri nelle spedizioni di legname e la macinatura delle ossa di tigre per poi nascondere la polvere nelle borsette delle donne. “Credo sia importante portare alla luce la verità e raccontare quello che sta accadendo”, afferma Masha Vorontsova, ex direttrice della sede russa dell’International Fund for Animal Welfare.

FOTOGRAFIA DI EMMANUEL RONDEAU

“Un lavoro molto impegnativo, difficile e pericoloso” 

Pavel Fomenko, esperto di tigri dell’Amur per il Programma di conservazione delle specie rare della sede dell’Amur di WWF Russia, loda Skidmore per aver svolto “un lavoro molto impegnativo, difficile e pericoloso” e afferma che la sua analisi del modus operandi delle persone coinvolte nel traffico illegale delle tigri è corretta. Specifica che ha condiviso i dati sottoposti a revisione di Skidmore con i funzionari regionali russi responsabili della gestione della fauna selvatica ma non ha avuto alcuna risposta.

Per contribuire a combattere il traffico di tigri, Skidmore suggerisce di aumentare la paga ai funzionari di dogana e far ruotare il personale, per ridurre le probabilità che chi ha accettato una tangente sia in servizio quando il bracconiere che l’ha pagato si trova ad attraversare il confine verso la Cina.

Anche monitorare più rigorosamente le importazioni di armi e occhiali a infrarossi potrebbe aiutare e una migliore regolamentazione dei permessi di caccia ridurrebbe il numero di cacciatori e quindi le probabilità degli “incontri” con le tigri in natura.  

Skidmore suggerisce anche l’istituzione di linee per la segnalazione anonima con previsione di ricompense in caso di informazioni utili sui reati a danno delle tigri. Invita il governo russo a pagare i cacciatori per ripiantare alberi sulle vecchie strade forestali e a usare fotocamere nascoste per avere prove affidabili della presenza delle tigri. L’Amur Tiger Center afferma che le linee per le segnalazioni esistono già e sono previste ricompense “se le informazioni sono credibili” e che lungo le strade in disuso la ricrescita naturale degli alberi è piuttosto veloce.  

Senza la vendita delle tigri, il compratore con cui ha parlato National Geographic afferma che non riuscirebbe a sostentare la propria famiglia. Negli anni ha provato a cercare altre occupazioni e a lavorare come elettricista, ma il salario è di soli 300 dollari (quasi 270 euro) al mese. “I lavori a basso reddito si trovano, ma non sono sufficienti per sopravvivere”, spiega; i soldi che si possono fare con le tigri sono troppo difficili da rifiutare.

La National Geographic Society, impegnata a mettere in luce e proteggere le meraviglie del nostro mondo, ha finanziato il lavoro dell’Explorer Allison Skidmore. Scopri di più sul supporto della National Geographic Society agli Explorer che lavorano per dare visibilità e proteggere le specie in pericolo. 

Wildlife Watch è un progetto di reporting investigativo della National Geographic Society insieme a National Geographic Partners che si occupa principalmente di criminalità e sfruttamento nei confronti della fauna selvatica. Leggi di più sulle storie di Wildlife Watch qui. Invia suggerimenti, feedback e idee per nuovi articoli a NGP.WildlifeWatch@natgeo.com.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.