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Perché un tuffo ghiacciato potrebbe essere fatale

Temperature molto alte non comportano che anche l’acqua di fiumi, laghi e corsi idrici sia calda. Ecco quello che navigatori e nuotatori dovrebbero considerare prima di fare un tuffo.

DI LAURA HAUTALA

pubblicato 18-04-2024

Perché un tuffo ghiacciato potrebbe essere fatale

Alcuni tuffatori in fila sulle rocce lungo il fiume Clackamas nel Parco High Rocks Park durante un’ondata di calore a giugno 2021 a Portland, Oregon.

FOTOGRAFIA DI NATHAN HOWARD, GETTY IMAGES

Nelle calde giornate afose non si desidera niente di più che un tuffo nell’acqua ghiacciata. Quando le ondata di calore si fanno sempre più difficili da sopportare, folle di persone cercano refrigerio in fiumi, laghi e altri corsi d’acqua. Ma le basse temperature dell’acqua preoccupano gli esperti di salute pubblica e gli operatori di primo soccorso.

Anche se la colonnina di mercurio supera i 32 °C, la temperatura dei corpi idrici naturali si aggira tra i 4,5 e i 10 gradi. In queste condizioni, anche i nuotatori più abili rischiano l’annegamento. Perché? L’acqua fredda attiva nel corpo riflessi involontari che portano ad affanno, iperventilazione, disorientamento e mancanza di controllo muscolare.

Nelle regioni che presentano corsi d'acqua con acque fredde è possibile che il rischio di morte possa aumentare, associato alla maggiore frequenza e intensità delle ondate di calore causate dal cambiamento climatico.

“Insistiamo molto nel fornire avvertimenti su questo tema”, afferma Carly Kovacik, meteorologa del National Weather Service (il Servizio Meteorologico Nazionale degli Stati Uniti) di Seattle, che lo scorso anno ha pubblicato sui social media il seguente avviso: “Anche se l’aria è molto calda, l’acqua è ancora fredda”.

Perché un tuffo ghiacciato potrebbe essere fatale

Il Lago Crater nell’omonimo parco nazionale nel sud dell’Oregon è il lago più profondo degli Stati Uniti. Non ha fiumi immissari, e viene alimentato dalle precipitazioni e dallo scioglimento delle nevi. Nei mesi invernali la temperatura dell’acqua si aggira intorno ai 3 gradi, e in estate aumenta a soli 15 gradi circa nello strato più superficiale.

FOTOGRAFIA DI PHIL SCHERMEISTER, NAT GEO IMAGE COLLECTION

Per chi ignora le misure di sicurezza – come ad esempio indossare un giubbotto salvagente – un tuffo nell’acqua gelida può provocare shock termico, una reazione che innesca respiro affannoso e iperventilazione, e se in quel momento ci si trova sott’acqua, questo porta all’ingresso dell’acqua nei polmoni. Inoltre si può perdere l’orientamento, non riuscendo a riconoscere quale sia la direzione per risalire in superficie. Dopo circa due minuti, si inizia a perdere il controllo dei muscoli degli arti: tutti effetti che rendono sempre più difficile riuscire a salvarsi.

La più grande minaccia durante un’ondata di calore è il caldo stesso, che può innalzare la temperatura interna del corpo a livelli pericolosi, causando un colpo di calore e la morte. Ma le ondate di calore possono causare un aumento delle vittime anche per cause correlate, che gli epidemiologi chiamano “morti per lesioni”, e includono annegamenti, morti per incidenti stradali, atti di violenza o crisi di salute mentale.

I ricercatori dell’Università del Washington hanno rilevato che durante un evento di calore estremo che ha colpito il Pacifico nord-occidentale e il Canada occidentale nel 2021, si sono verificate 159 morti per lesioni in più rispetto alla media prevista per quel periodo dell’anno a Washington. Almeno quattro decessi in quel periodo sono stati causati da annegamento. Tra questi c’era anche un uomo che si è tuffato nel Lago Washington dopo che sua figlia è caduta in acqua. In un’intervista, un amico lo ha definito un “abilissimo nuotatore”.

Perché un tuffo ghiacciato potrebbe essere fatale

I coniugi Gene e Sandy Ralston, dell’Idaho, partecipano come volontari alle ricerche delle vittime di annegamento fin dai primi anni ‘80. Nel 2019 hanno usato la propria strumentazione GPS e sonar per le ricerche del corpo di una persona annegata nel Lago Billy Chinook, in Oregon. I Ralston hanno dato alla loro barca il nome della giovane donna (Kathy G) di cui hanno recuperato il corpo nel 2007. Alle famiglie delle vittime non addebitano alcun costo per il loro tempo e per l’uso della loro tecnologia, limitandosi a chiedere solo un rimborso per le spese di viaggio.

FOTOGRAFIA DI LEAH NASH, GUARDIAN/EYEVINE/REDUX

Il giubbotto salvagente può salvare la vita

Gli annegamenti a causa delle basse temperature dell’acqua si verificano già con triste regolarità nella parte occidentale di Washington, quando le prime giornate calde della bella stagione invitano a trascorrere il tempo all’aperto. E quando il caldo estremo attira sempre più persone verso l’acqua, i governi suggeriscono caldamente l’uso di giubbotti salvagente.

I dispositivi di galleggiamento aiutano a tenere la testa fuori dall’acqua, permettendo di superare quel minuto o poco più di respiro affannoso e iperventilazione, e consentono anche di restare a galla, quando gli arti rispondono meno ai comandi, e riducono quindi di molto il rischio di annegamento. Il risultato è che la tentazione di tuffarsi nell’acqua fredda ha conseguenze meno gravi.

“Lo si può fare indossando un giubbotto salvagente”, afferma Kristie Ebi, professoressa presso il Center for Health and the Global Environment dell’Università del Washington, “altrimenti è un’esperienza che può risultare fatale”.

Ebi studia i rischi per la salute associati ai cambiamenti climatici. Portare la gente a prendere sul serio il rischio di annegamento nelle suddette condizioni è difficile, afferma la studiosa, perché la maggior parte delle persone tende a pensare che non succederà nulla di grave, pur sapendo che il pericolo c’è.

Un problema diffuso

Tutte le zone in cui sono presenti corpi idrici con acque fredde – basti pensare a laghi appena scongelati o fiumi alimentati dallo scioglimento delle nevi – presentano il rischio di annegamento per shock termico. Il caldo estremo della primavera inoltrata o della prima estate potrebbe far aumentare il numero delle vittime in Canada e nel nord degli Stati Uniti, così come in Scandinavia e nel resto dell’Europa settentrionale.

Il Regno Unito, che nel 2022 ha registrato un’ondata di calore con temperature record, ha acque costiere che rimangono fredde tutto l’anno. Nel 2020 un corpo dei vigili del fuoco della contea di Lincolnshire, nell’Inghilterra orientale, ha pubblicato un video su YouTube in cui si spiega il rischio di shock termico e si raccomanda alle persone di prestare attenzione nel frequentare il bacino idrico della zona.

“Senza dubbio” i governi di tutte le regioni che hanno corpi idrici con acque fredde si aspettano che il problema peggiori con l’aumentare delle temperature a inizio estate, afferma Ashley Massey, funzionaria del servizio di informazioni al pubblico dell’Oregon State Marine Board.

Nel 2023, l’agenzia per cui lavora Massey ha lanciato una campagna sui social media in occasione della National Safe Boating Week, esortando le persone a indossare i giubbotti di salvataggio.

Perché un tuffo ghiacciato potrebbe essere fatale

28 giugno 2022: foto aerea di un nuotatore che si rinfresca nel lago Carey a Ellensburg, Washington, durante un episodio di ondata di calore. La regione del Pacifico nord-occidentale continua a registrare ondate di calore con temperature record in alcune aree.

FOTOGRAFIA DI DAVID RYDER, GETTY IMAGES

Un annegamento rapido

Perché gli avvertimenti siano efficaci, le agenzie devono sottolineare che i nuotatori sprovveduti possono affogare molto più velocemente per shock termico e perdita del controllo muscolare che di ipotermia, afferma Gordon Giesbrecht, professore di Kinesiologia presso l’Università di Manitoba. L’uso di un dispositivo galleggiante protegge il nuotatore per i 30 minuti che possono essere necessari al corpo per portare la temperatura al di sotto dei 35 gradi.

“Sareste fortunati a vivere abbastanza a lungo da morire di ipotermia”, continua Giesbrecht.

Il fatto che immergersi in acqua fredda rappresenti un rischio non significa che non lo si possa fare – lo assicurano i partecipanti dei polar bear plunge (letteralmente “tuffi dell’orso polare”, ovvero i tuffi nei buchi praticati nel ghiaccio). Ma Giesbrecht raccomanda di immergersi lentamente e di tenere la testa fuori dall’acqua. Evitate di immergervi completamente – continua – soprattutto se lo fate in modo non graduale.

E se scegliete la barca o volete tuffarvi, usate un dispositivo di galleggiamento, consiglia Ebi, l’esperta di salute e di clima dell’Università del Washington: “Buttatevi in acqua, divertitevi, ma indossate un giubbotto salvagente”.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.