Riflessi tra letteratura e musica

Haruki Murakami ed Eiko Ishibashi: mondi a un passo dal reale

Haruki Murakami - L'uccello che girava le viti del mondo (Pubblicato in Giappone nel 1995, ultima edizione italiana: Einaudi, 2007)

Nel suo ottavo romanzo Haruki Murakami espande ulteriormente la capacità visionaria, l'amore per le atmosfere colme di mistero e il simbolismo. Il tutto con l'ausilio di una scrittura piana, limpida; zen, verrebbe da dire. Dando la sensazione di narrare vicende inconsuete come fossero le più normali. Con un protagonista, Toru Okada, a incarnare il tipico personaggio murakamiano: uno dei tanti medioman che affollano i suoi romanzi, capaci di compiere atti più che bizzarri, pur mantenendo un'apparente imperturbabilità.
La storia è ambientata a Tokyo, dove Toru vive con la moglie Kumiko. La loro vita tranquilla viene sconvolta dalla scomparsa del gatto, che porta il particolare nome di Noboru Wataya. Durante la ricerca del felino Toru, si trova coinvolto in una serie di situazioni paradossali e incontri con personaggi eccentrici. Tra questi spiccano May Kasahara, giovane donna dal carattere spigoloso con cui Toru inizia una relazione, e Malta Kano, medium che afferma di poterlo aiutare a ritrovare il gatto. Attraverso queste interazioni emergeranno elementi del passato di Toru, costringendolo a confrontarsi con la propria identità e le relazioni personali, incluso il suo legame con Kumiko, che nel frattempo trascorre sempre più tempo lontano da casa, fino a scomparire anch'essa, lasciando Toru in uno stato di vuoto emotivo, alle prese con eventi sempre più enigmatici.

Lo sviluppo del romanzo si snoda in una serie di episodi in cui il passato e il presente si intrecciano in una narrazione non-lineare, culminando in rivelazioni che cambieranno profondamente la percezione di sé del protagonista. I momenti più affascinanti includono la presenza di un mondo sotterraneo e misterioso, popolato da figure bizzarre e creature mitologiche. Tale realtà offre una cornice perfetta per sondare le profondità della psiche (tradotte nei recessi di un pozzo nel quale il protagonista ama rifugiarsi) e riflettere sulle sfumature più oscure dell'esistenza, temi da sempre cari a Murakami.
Quella di “L'uccello che girava le viti del mondo” è una vicenda che esplora temi universali quali l'amore, la perdita di identità e la ricerca di un significato nella vita. In tal contesto Murakami mescola abilmente elementi di realismo magico con la narrazione tradizionale, creando un'atmosfera familiare e surreale al tempo stesso.

Colonna sonora: Eiko Ishibashi - The Dream My Bones Dream (Drag City, 1998)

Anche Eiko Ishibashi è in grado di mettere in contatto con altri mondi. Nota per la versatilità e l'eclettismo, la compositrice giapponese ha pubblicato una serie di album che spaziano attraverso una varietà di generi tra cui jazz, folk, elettronica e sperimentazione. La sua musica è spesso caratterizzata da composizioni variegate, testi poetici e una voce dalle caratteristiche eteree che cattura immediatamente l'attenzione, ispirando l'immaginazione dell'ascoltatore.
The Dreams My Bones Dream” si presenta come un viaggio musicale attraverso la storia degli antenati dell'artista, con Ishibashi a creare dagherrotipi sonori popolati da fantasmi.

Già dalle prime si può capire quanto ampio sia lo spettro stilistico sia ampio, passando dai droni in libertà di “Prologue: Hand On The Mouth” allo shuffle art-pop di “Agloe” e al groove motorik di “Iron Veil”.
Nella parte centrale dell'album, poi, diversi momenti strumentali si distinguono per il loro astrattismo, fino a giungere alla semplicità minimal di “Silent Scrapbook”, e ai ritmi più movimentati che condiscono la melodia vagante di “A Ghost In A Train, Thinking”.
All'avvicinarsi della conclusione il disco assume toni più riflessivi; “To The East” è un jazz-pop con armonie ricche, mentre “Epilogue: Innisfree”, la traccia finale, utilizza densi gruppi di archi per sostenere un canto in sospensione, evocando un pozzo profondo che sembra tornare al luogo nel quale Toru Okada si rifugia.

È in questo estremo tentativo di interfacciarsi con ciò che sta a un passo dal reale che convivono i mondi di Haruki Murakami e di Eiko Ishibashi.