Corriere di Verona

Uno tsunami di decibel Metallica, i re dell’heavy

Scenografi­a semplice ma imponente per Hetfield e compagni

- di Francesco Verni

Il mitico concerto della band a Udine incentrato sul «Black album»

Per valutare l’importanza di un disco nella storia della musica basta capire se la segna, indelebilm­ente, creando un prima e un dopo. Un grande album è uno spartiacqu­e; per un genere, una band, un pubblico. E così è stato per il «Black album» dei Metallica, pietra miliare del thrash metal e, più in generale, del rock, pubblicato il 12 agosto del 1991. Un album che ha cambiato, musicalmen­te e in termini di fama, la band di Los Angeles. Un album capace di vendere qualcosa come 30 milioni del mondo, 16 dei quali solo negli Stati Uniti. James Hetfield e soci, in un periodo di confusione progettual­e (hanno appena pubblicato il grottesco «Lulu» con Lou Reed) decidono di riportare dal vivo la loro amata e odiata creatura: amata per il successo, odiata perché un disco così non l’hanno più registrato.

Sono passati 20 anni. L’appuntamen­to unico in Italia dell’European Black Album Tour è il 13 maggio 2012 allo stadio Friuli di Udine dell’European Black Album Tour. In quel giorno, in quello stadio, per due ore i Four Horsemen tornano all’altezza della propria leggenda. Sono le 21 in punto. James Hetfield, voce e chitarra, Lars Ulrich, batteria, Kirk Hammett, chitarra solista, e Robert Trujillo, basso dal 2003, aspettano di entrare sul palco.

Le luci si spengono, la scenografi­a è granitica ma essenziale: un palco a due livelli con una pedana circolare che si fa largo tra il pubblico. I megascherm­i laterali proiettano la scena de Il buono, il brutto e il

cattivo di Sergio Leone, in sottofondo l’Estasi dell’oro di Ennio Morricone, è fatta; si inizia.La prima parte e i bis raccontano la gloriosa storia della band pescando soprattutt­o dai primi, durissimi, album: i Metallica, in total black, sono tornati beatamente cattivi. Un muro di Marshall assicura uno tsunami di decibel mentre Ulrich tira fuori la lingua per darsi la carica e batte i tamburi alzandosi in piedi. Trujillo, pantaloni a tre quarti e quattro trecce a fermare i capelli, e il perfetto Hammett corrono come forsennati in pedana. È il momento di dare un senso alla serata: tocca all’album più nero della storia. Un video riporta tutti al 1991 e all’uscita del «Black album», 300 date di tour per 6milioni di spettatori, ricorda la clip. Un disco che rappresent­a la grande svolta dei Metallica: dal puro thrash metal a sonorità più dirette e commercial­i.

I Metallica suonano l’album per intero ma lo fanno, quasi con intento alchemico, al contrario: partendo dall’ultima e arrivando alla prima canzone. The struggle within, My friend of misery con mitragliat­e di batteria, ancora The God that failed e Of wolf and man. Tante storie su quell’album. Tanti racconti sulla registrazi­one. Le canzoni sono pervase da un senso di rabbia, cupezza e malinconia dovuto alla situazione emotiva di Ulrich, Hammett e Newsted nell’affrontare il proprio divorzio. Nothing else matters è cantata a una sola voce dai 40mila presenti. E pensare che non sarebbe dovuta finire nel disco, considerat­a dagli autori una ballata troppo melensa. I brani passano tutti, uno dopo l’altro. Da Through the never a The Unforgiven: Hetfield compare sul secondo livello con a tracolla la chitarra elettrica e l’acustica, quasi per bilanciare i due pesi dell’anima. Il finale con l’immensa Enter Sandman, salutata con i fuochi artificial­i. Estasi del metallo.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy