20 Nov 2019

Il gruppo dei pari e gli adolescenti

Il gruppo dei pari e gli adolescenti

L’adolescenza rappresenta un periodo cruciale della vita in cui cambia in maniera radicale e tumultuosa il modo di sentire e di vedere il mondo, un periodo di transito dove il bambino inizia a divenire uomo ma ancora non si può dire tale. Questo momento di crescita è caratterizzato dalla rottura con il passato: il ragazzo deve dire addio al bambino e guardare avanti per capire che adulto potrebbe essere.

L’allontanamento dai genitori è fondamentale per cominciare a sperimentarsi con il mondo, ma non da soli, sono ancora troppo deboli. Il gruppo dei pari nell’adolescenza diventa più importante perché supporta, guida e protegge nel bene e nel male. L’instabilità degli adolescenti si esprime nell’oscillare e nel sovrapporsi di due bisogni opposti: quello di cercare una propria indipendenza e una propria progettualità e quello, ugualmente pressante, di sentirsi confermati e condivisi in questo cammino da parte degli altri. Il compito fondamentale dell’adolescenza è la definizione della propria identità, questo processo di crescita prevede una presa di distanza e differenziazione dalla famiglia che perde di centralità per cercare una propria dimensione più autonoma. In questa fase vi è un aumento dell’importanza attribuita ai rapporti sentimentali e amicali verso i pari; nei rapporti affettivi con i coetanei, l’adolescente cerca conferma al proprio senso d’identità personale che prima trovava nel rapporto con i genitori. Il ragazzo oscilla continuamente tra la condizione di bambino attaccato ai genitori e quella di adulto indipendente e il gruppo funge da stabilizzante in questo periodo di transito. L’altro diventa uno specchio in cui rivedere le proprie perplessità, i dubbi e le paure. Al gioco si sostituiscono nuove esperienze e nuove forme di apprendimento. In realtà anche questi sono nuovi giochi, ma gli adolescenti non mettono alla prova il loro corpo, la percezione e la loro forza come da piccoli, bensì si sperimentano in abilità e relazioni.

PARTECIPARE AL GRUPPO PER SODDISFARE I PROPRI BISOGNI

Ogni adolescente partecipa al gruppo con aspettative e desideri personali. Alcune attese sono legate a particolari bisogni, che possono trovare soddisfazione nella partecipazione a un gruppo. Nello specifico, i bisogni psicologici che il gruppo assolve durante l’adolescenza sono:

  • bisogno di influenzare gli altri per affermare la propria individualità. I ragazzi sentono il bisogno di esercitare un certo potere o autorità;

  • bisogno di inclusione in un nuovo gruppo che lo riconosca. I ragazzi hanno bisogno di essere riconosciuti e presi in considerazione, soprattutto dai coetanei. Essere parte di un gruppo è uno dei modi più efficaci per ottenere questo riconoscimento;

  • bisogno di affetto: l’amicizia e l’affetto tra i coetanei, il sostegno reciproco, la possibilità di relazioni vissute come positive rappresentano degli antidoti contro l’insicurezza che ogni ragazzo può affrontare nella sua fase di crescita.

IL GRUPPO DEI PARI E IL CONFORMISMO

Il conformismo è una caratteristica principale del gruppo dei pari: si tratta della tendenza ad assumere comportamenti simili a quelli riscontrati negli altri; in genere ci si sente spinti a farlo. La pressione può essere interna od esterna, reale o immaginaria. Il conformismo non è necessariamente un male e agisce in entrambe le direzioni: i pari possono spingere a comportamenti pro-sociali, così come facilitare azioni disadattive. Non tutti gli adolescenti ne risentono allo stesso modo; esistono in letteratura delle variabili che sembrano incidere sulla influenzabilità, anche se non devono essere considerate come dei meccanismi certi: genitori troppo permissivi o assenti, comportamenti anti- sociali nella famiglia, bassa autostima e famiglia monoparentale con un solo genitore nella vita dell’adolescente. Il tipico conformismo adolescenziale consente al ragazzo di “uscire fuori”, scoprendo in maniera graduale la propria identità, attraverso il rapporto e il confronto con i suoi coetanei.

Nel momento in cui inizia a definire un proprio essere, l’adolescente incomincia a prendere le distanze dalla famiglia e a mettere in discussione i valori imposti, tutto viene rianalizzato in base alla nuova personalità che si viene pian piano strutturando nella ricerca di un proprio io e una propria individualità autonoma e distinta. In questo senso il gruppo è un ambiente aperto, in cui è più facile esprimersi e trovare le forme per sperimentare la propria personalità anche contestando il mondo degli adulti.

Dal momento che il gruppo rappresenta un elemento così importante nella vita di un giovane, davanti ad un rifiuto subito, a volte il ragazzo non si sente ben inserito o accettato all’interno del gruppo di pari e in questi casi possono svilupparsi disagi e disturbi più o meno seri che potrebbero portare a stati d’ ansia specifici come l’ansia sociale o stati depressivi.

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RAPPORTO TRA GENITORI E ADOLESCENTI

L’ adolescenza è caratterizzata da continua ricerca, formazione e sperimentazione dei propri valori. Il tutto è affiancato da un progressiva emancipazione dal controllo dei genitori che dovranno assumere una funzione vigilante ma non oppressiva, tutelando comunque il rispetto delle regole familiari seppur adattate al momento di transizione dei propri figli. Una famiglia che ha puntato sulla concessione progressiva di un certo grado di autonomia avrà probabilmente formato un ragazzo che ha fiducia in sé e che non si bloccherà nelle scelte. L’autoritarismo porta più facilmente a un’adolescenza improntata sulla ribellione aperta (poiché il controllo non si ammorbidisce nel tempo), più frequente nei ragazzi che nelle ragazze. Specialmente in quest’ultimo caso tanto per i genitori, quanto per i figli, non è semplice riuscire a comunicare e, molto frequentemente, il clima familiare è saturo di tensione e conflittualità da cui sembra difficile uscire. Soprattutto se sono presenti dei comportamenti che destano preoccupazione, richiedere una consulenza o supporto psicologico, potrebbe risultare molto vantaggioso per arrivare a soluzioni che ripristinino l’equilibrio familiare.

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