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L'Ue cerca una linea comune sugli arrivi dalla Cina. Xi: "Nuova fase"

Alle 15 si riunisce l'Ipcr: "Serve un’azione europea congiunta per evitare una nuova ondata pandemica". Si discuterà anche dell'obbligo di test per i viaggiatori cinesi

L'Ue cerca una linea comune sugli arrivi dalla Cina. Xi: "Nuova fase"
Ap
Viaggiatori arrivati dalla Cina in fila per il test all'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi

Gli Stati membri dell'Unione Europea si incontrano oggi per discutere una linea comune nei confronti dei viaggiatori provenienti dalla Cina, dopo l'esplosione dei contagi Covid nel paese, che ha allentato le restrizioni dopo aver perseguito una politica di “tolleranza zero” fondata su lockdown e tamponi di massa e che ha riaperto i confini dopo tre anni di chiusura.

Quella di convocare una riunione del meccanismo integrato di risposta politica alle crisi (Ipcr) è stata una delle prime decisioni di Stoccolma, che ha assunto la presidenza di turno dell'Unione dal primo gennaio: “La Svezia sta cercando di organizzare una risposta comune per tutta la Ue per possibili restrizioni all'ingresso nelle nostre regioni. È importante mettere in atto rapidamente tutte le misure necessarie”.

Il primo ministro svedese e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Ulf Kristersson ha inoltre dichiarato: “L’abolizione delle restrizioni alle partenze dalla Cina, in combinazione con la crescente diffusione del Covid-19 nel Paese, ha reso concreta la necessità di un’azione europea congiunta”.

La riunione si terrà alle 15, è a livello tecnico e non è prevista la presenza di ministri. Al termine, previsto attorno alle 18,30, non ci sarà una conferenza stampa ma la diffusione di informazioni dalla presidenza.

L’obiettivo è quello di evitare una nuova ondata pandemica ma anche la divisione dei Ventisette nelle misure adottate. L'Europa si è finora mossa in ordine sparso sui controlli negli aeroporti con Italia, Francia e Spagna che richiedono un tampone negativo per chiunque arrivi dagli scali cinesi, mentre la Germania non ha ancora imposto l'obbligo di tampone.

Pechino: “Lotta comune contro il virus”

Il presidente cinese Xi Jinping nel discorso in tv per il nuovo anno ha detto che nella lotta al Coronavirus la Cina è "ancora in un momento difficile. La prevenzione e il controllo dell'epidemia sono entrati in una nuova fase, ma la luce della speranza è davanti a noi". 

Oggi la portavoce del ministero degli esteri cinese Mao Ning ha detto che la Cina spera che i diversi Paesi del mondo si concentrino sulla lotta contro la pandemia di Covid-19 piuttosto che sulla sua politicizzazione.

"Speriamo sinceramente che tutte le parti si concentrino sulla lotta stessa, evitino qualsiasi parola o azione che politicizzi l'epidemia, rafforzino l'unità e lavorino insieme per sconfiggere l'epidemia il prima possibile".

Secondo la diplomatica, fin dallo scoppio del Covid-19, la Cina ha messo al primo posto la vita e la salute delle persone e ha attuato efficacemente misure di prevenzione e controllo tenendo conto dello sviluppo socioeconomico del Paese.

A dicembre, la Cina ha annunciato l'abbandono della sua politica di tolleranza zero per il Covid-19 e si è preparata per la riapertura dei suoi confini l'8 gennaio, ma molti paesi della comunità internazionale temono che la fine di quasi tre anni di misure rigorose in questo Stato di 1,4 miliardi di persone possa portare a una massiccia diffusione della malattia in tutto il mondo. Per questo si allunga ogni giorno la lista dei Paesi che hanno scelto di adottare restrizioni all'ingresso di viaggiatori provenienti dalla Cina.

Iata contro i test Covid ai passeggeri

Contraria all'imposizione di test Covid ai viaggiatori provenienti dalla Cina è Iata, rappresentante delle compagnie aeree mondiali, pari all'83% del traffico aereo globale, che giudica la misura una risposta "impulsiva" e "inefficace". 

Willie Walsh, direttore generale della Iata, sostiene che gli studi hanno dimostrato che "l'instaurazione di ostacoli agli spostamenti non cambia nulla al culmine della diffusione dei contagi. Al massimo, le restrizioni hanno ritardato questo picco di qualche giorno". A tre anni dall'inizio della pandemia, il settore dell'aviazione dispone, secondo l'organizzazione, degli "strumenti necessari" per affrontare il virus "senza ricorrere a misure inefficaci che interrompono i viaggi internazionali, danneggiano le economie e distruggono posti di lavoro".

Corsa ai vaccini

Ufficialmente, la Cina ha registrato poco più di 5.200 morti per Covid, ma c'è un enorme divario tra il quadro presentato dalle autorità e la realtà che emerge dai post sui social. Oltre che dai numeri dei reparti di pronto soccorso degli ospedali. La scorsa settimana, la polizia ha stretto un cordone di sicurezza intorno a un crematorio di Pechino dove sono state viste lunghe code di carri funebri.

Secondo la società britannica di analisi della salute Airfinity una prima ondata di contagi nelle aree urbane dovrebbe raggiungere il picco a gennaio. Ma una seconda ondata più grande riguarderà a febbraio le aree rurali, dove i sistemi sanitari sono più deboli. Il quotidiano Global Times ha scritto che il gruppo dirigente per gli affari rurali ha pubblicato un piano sottolineando l'urgenza di rafforzare il sistema di prevenzione e controllo dell'epidemia, incoraggiando la vaccinazione e l'autoisolamento.

In tanti però non si fidano più dei farmaci made in China: chi può corre in cerca di vaccini mRna. E' il caso della piccola regione amministrativa speciale di Macao presa d'assalto dai turisti della Cina continentale per assicurarsi un posto in lista nell'unico ospedale che offre vaccinazioni con Pfizer e Moderna.

Un'offerta di vaccini dall'Unione europea è stata rispedita al mittente. "La Cina ha stabilito le più grandi linee di produzione al mondo di vaccini Covid con una capacità di produzione annuale di oltre 7 miliardi di dosi e una produzione annua di oltre 5,5 miliardi di dosi, che soddisfano le esigenze di garantire che tutte le persone idonee alla vaccinazione abbiano accesso ai vaccini Covid", ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning che ha aggiunto: “La situazione Covid in Cina è prevedibile e sotto controllo”.