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Fábio Simplício: "Mourinho allenatore top ma la Roma non ha campioni. Luis Enrique il migliore"

Fábio Simplício, l’ex centrocampista brasiliano che ha giocato due stagioni con la Roma collezionando 53 presenze e 9 gol in giallorosso. Con noi ha parlato della sua Roma dall'Infernetto alle domeniche a San Pietro ad ascoltare il Papa

“La Roma non ha campioni e non è pronta per lo scudetto”. Parla così Fábio Simplício ex calciatore giallorosso che dal Brasile segue la squadra di Mourinho. Simplício alla Roma ha vissuto due stagioni (2010/2011 e 2011/2012) non semplici, ma nonostante il breve periodo è rimasto affezionato alla città e al club con cui ha vissuto momenti irripetibili come i gol e le vittorie nei Derby. Le emozioni però non sono arrivate soltanto sul campo ma anche dalla vita di tutti i giorni all'Infernetto o dalle domeniche a San Pietro per le messe del Papa. Adesso vive in Brasile dove si divide fra calcio, fa il procuratore e nella sua scuderia conta il giallorosso Fuzato e l’imprenditore.

Una vita fra Italia e Brasile, dove ti trovi adesso?

Sono tornato a San Paolo in Brasile la mia città di origine. Vivo qui faccio il procuratore e l’imprenditore.

Qualche consiglio a Tiago Pinto allora?

No no, c’è già Fuzato.

Fuzato…Ibanez e basta. Pochi brasiliani in squadra...

Sì è un peccato. A questa squadra manca un po' di magia e allegria brasiliana.

Cosa pensi di questa Roma?

La Roma è una bella squadra, ma è in difficoltà e non è pronta per vincere lo scudetto.

Cosa le manca?

I veri campioni, gente con più personalità.

Campioni come Totti e De Rossi con cui ha condiviso lo spogliatoio…

Sì, Francesco e Daniele sono stati i migliori giocatori con cui ho giocato. Sono onorato di aver passato momenti della mia vita con dei campioni come loro.

Qual è la tua opinione su Mourinho?

Mourinho per me è uno dei migliori allenatori al mondo però per certi obiettivi deve avere la squadra giusta in mano.

Passando alla tua esperienza in giallorosso, che cosa ha significato per te giocare nella Roma?

Indossare la maglia della Roma per me ha significato arrivare nel top del calcio, in una big conosciuta in tutto il mondo.

Il momento più bello in giallorosso?

Senza dubbio segnare nel derby (ottavi di Coppa Italia 2010/2011, ndr) e andare ad esultare sotto la Curva Sud. È stato magico

Al tuo secondo anno trovasti Luis Enrique allenatore. Cosa non ha funzionato?

Luis Enrique è stato il miglior allenatore che ho avuto, però non si è capito con la squadra.

La tua avventura alla Roma è durata soltanto due stagioni. Qualche rimpianto?

Nessun rimpianto ma solo gratitudine verso i miei collaboratori e Pradè che mi ha voluto a Roma. 

Sei arrivato a Roma dopo altre esperienze in Italia a Parma e a Palermo. Che impatto hai avuto con la Capitale?

Roma è una città magica, affascinante dove si respira la storia. Ho sempre sognato di viverci. Ad ogni sosta con la mia famiglia andavo a San Pietro per vedere il Papa la domenica.

In che quartiere vivevi?

Vivevo all’Infernetto vicino al mare e ai parchi dove i miei figli potevano giocare tranquillamente. Mi piaceva stare lì insieme ai miei amici brasiliani in spiaggia, a pranzo e a cena.

Piatto preferito della cucina romana?

Non si può scegliere. Ho tanta nostalgia della cucina italiana per questo qui in Brasile vado spesso nei ristoranti italiani.

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