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Predappio, simbolo della memoria divisa

Cent'anni dalla marcia su Roma: l’Italia non ha mai fatto i conti con il Ventennio fascista e la terra natia di Mussolini, con i suoi raduni, assurge a simbolo di quel passato che non passa

  • 28 ottobre 2022, 07:08
  • 24 giugno 2023, 00:56

A 100 anni dalla Marcia su Roma: reportage da Predappio

SEIDISERA 27.10.2022, 20:40

  • Keystone
Di: Anna Valenti

Il rituale si ripete identico ogni anno. Appuntamento in piazza, tra la chiesa e quella che un tempo fu la Casa del fascio di Predappio. La maggior parte di loro indossa camicia nera e fez, tipico copricapo fascista. Altri, testa rasata e maglietta nera su cui campeggia la scritta “Io non ho tradito. Onore al Duce”. Tanti altri vestono abiti normali. Nelle mani, bandiere tricolori e stendardi neri, e poi via in marcia fino al cimitero di San Cassiano, dove si trova la cripta che conserva le spoglie di Benito Mussolini e dei suoi famigliari, sciorinando tutto il nostalgico repertorio fascista dal canto di guerra Eja Eja Alalà, a Faccetta nera, condito da braccia tese al momento de “Camerata Mussolini: Presente!” ripetuto tre volte. Gli appuntamenti clou sono il 29 luglio, compleanno del Duce, e il 28 ottobre anniversario della marcia su Roma, manifestazione armata, violenta, eversiva che segna la presa del potere di Benito Mussolini e l’inizio del Fascismo.

Quest’anno cade il centenario; a Predappio rischiano di riversarsi migliaia di nostalgici e neofascisti.

Un dettaglio di un busto stilizzato del Duce

Un dettaglio di un busto stilizzato del Duce

  • RSI/Anna Valenti

Nato a Dovìa, frazione di Predappio, salito al potere Benito Mussolini diede vita a Predappio Nuova, pensata per celebrare il suo culto. Meta di pellegrinaggio già durante il Ventennio, la tradizione riprese con forza dal 1957, quando il Presidente del Consiglio Zoli, antifascista predappiese, diede il permesso – su richiesta di Donna Rachele - di spostare le spoglie di Mussolini nella cripta di famiglia. Ancora oggi, meta di molti visitatori. Tutti appassionati di storia, ci dicono quando li incrociamo, non neofascisti. “Però va riconosciuto: il Duce ha fatto degli errori, imperdonabili, tante cose brutte, ma alla fine ha dato anche molto agli italiani". Questo più o meno il leitmotiv.

All’entrata della cripta stazionano due volontari, un uomo e una donna, che controllano chi entra. “Siamo tanti” ci dicono, ci alterniamo ogni giorno. Lui è pugliese, lei romana, ma oramai trapiantata a Predappio. L’uomo scende con noi nella cripta. Al centro della cripta la tomba del Duce, adornata da fascia tricolore, fiori freschi e corone. Sopra il sarcofago svetta il suo busto volitivo, bianco, affiancato dai fasci littori.

Il cimitero di San Cassiano a Predappio: sullo sfondo, la cripta Mussolini

Il cimitero di San Cassiano a Predappio: sullo sfondo, la cripta Mussolini

  • RSI/Anna Valenti

L’occhio cade sul libro delle condoglianze; approfittando di una momentanea distrazione del volontario, sbirciamo. Lo sguardo si posa sui saluti affettuosi da San Gallo e su un’altra scritta di qualche settimana fa, che recita. “Duce cento anni fa ci hai avviati a un’epoca gloriosa, da oggi possiamo finalmente liberamente ricordarlo.”

Secondo i volontari sono 70mila i visitatori che vengono ogni anno. Nostalgico o no, Predappio vive anche di questa forma di turismo, che genera un indotto, come conferma Roberto Canali, primo sindaco di centro destra di Predappio, che parla però di numeri in diminuzione per quanto riguarda i veri nostalgici.

Articoli per nostalgici in esposizione

Articoli per nostalgici in esposizione

  • RSI/Anna Valenti

Un indotto probabilmente di cui beneficia anche il negozio di souvenir sulla strada principale. Vende magliette "boia chi molla" e altri arditi slogan, busti di Mussolini e Hitler di ogni misura e per ogni tasca, e un repertorio amplissimo di gadget. Se ve lo state chiedendo, è tutto legale. O meglio non chiaramente illegale. Così come le adunate. Alle quali quest’anno potrebbero prendere parte più visitatori.

Ma a sfilare e per le strade di Predappio il 28 ottobre 2022, non ci sarà solo il tricolore tenuto in mano e sventolato da nostalgici neofascisti, ma anche il tricolore stretto al collo da chi difende l’eredità antifascista ancora forte di questa terra e la memoria, i valori di quegli uomini e di quelle donne che combatterono per restituire la libertà agli italiani. Perché ironia della sorte, il 28 ottobre è anche il giorno in cui Predappio fu liberata dal nazifascismo, nel 1944. Vico Zanetti, segretario provinciale dell’Associazione nazionale partigiani di Forlì sarà lì, andrà forse anche al cimitero, ma a salutare Giuseppe Ferlini, partigiano predappiese, la cui tomba è proprio di fronte all’entrata della cripta, “a vigilare che non torni e non faccia danni”, ci dice Zanetti.

Predappio dunque non solo terra natia di Mussolini, ma anche terra di partigiani. Da qui la proposta di alcuni storici di dare vita nell’ex-casa del fascio (in ristrutturazione) una casa della memoria, dove si possa parlare del Fascismo in tutte le sue sfaccettature. Impossibile per il sindaco Canali “è un tema ancora troppo divisivo, troppo sensibile. I nodi sono ancora stretti”. Ma dopo 100 anni – chiediamo- non è il caso che Predappio vada a fondo di questa ferita e la affronti? “Non è solo Predappio, questa memoria divisa e inconciliabile riguarda tutta l’Italia”.

100 anni fa la marcia su Roma

Telegiornale 27.10.2022, 22:00

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