Consapevolezza dei Diritti e dei Doveri

“Attua il progetto di porre un tetto ai desideri compiendo con coscienza e costanza ogni sforzo per eliminare la tendenza a sprecare tempo, denaro, cibo ed energie e utilizza i risparmi a servizio dell’umanità.” (1)

Se volessimo usare pochi termini per sintetizzare il nostro tempo potremmo identificarlo in Comunità, Comunicazione, Consumo.

L’espressione “Villaggio globale” di Marshall McLuhan ha avuto giustamente negli anni un favore positivo per indicare il mondo, nel quale i mezzi di comunicazione di massa mettono in contatto paesi e persone, in modo consapevole, ma anche inconsapevole.

É tanto grande la trasformazione che la realtà quotidiana ha avuto, che solo considerando la storia degli ultimi cento anni possiamo comprenderne l’eccezionale corsa del cambiamento. Dalle carrozze ai treni, alle auto, agli aerei, alle navi grandi come villaggi e città sull’acqua… ai viaggi interspaziali.

Un cambiamento che ci fa inneggiare al progresso veloce e inarrestabile che le generazioni precedenti non hanno visto e su cui scrittori “visionari” si erano fantascientificamente intrattenuti nei loro libri.

Ma la scoperta veramente straordinaria è quella antica dell’uomo, così come lo avevano interpretato i grandi filosofi: con la sua dignità, con le sue virtù, con i suoi sentimenti di umanità, per dire in breve.

Allora può essere evidente che la Comunità umana si esprime con una Comunicazione improntata alla verità, alla rettitudine di una pratica di giustizia e di rispetto reciproco, come minimo; non solo, ma non contiene fanatismi né ideologici, né religiosi, né di colore della pelle.

È una comunicazione viziata quella in cui la quantità sopravanza di gran lunga la qualità, mettendo a tappeto la logica dell’intelletto e del cuore, proponendo esempi di vita svuotati di senso valoriale ai giovani che non hanno ancora maturato gli strumenti critici o di discernimento per orientarsi in ciò che ascoltano e vedono: è una sorta di violenza palese per molti, ma non per tutti.

La comunicazione è consumare insieme cioè il messaggio che passa è Molto = Meglio, purtroppo non è così. Per nostra buona sorte l’umanità offre delle vette di pensiero altruistico, che partendo dall’esperienza dell’insensatezza diffusa, della menzogna carrieristica, del proprio dolore, è in grado di vedere un mondo migliore per sé e le future generazioni.

La presenza di persone che sanno vedere e credere in una comunità mondiale dove le differenze si possono comporre, dove gli stessi bisogni trovano risposta superando le barriere tra i pochi che hanno troppo del superfluo, mentre i molti sono al di sotto del minimo per la sopravvivenza. Ecco il significato alto di una AGENDA 2030.

Un lungo e complesso lavoro di ricerca partito da una commissione ONU nel 2015 ha evidenziato l’urgenza di raggiungere entro il 2030 una serie di obiettivi espressi in 17 articoli. Sorprende la concisione dell’Agenda a fronte di fiumi di parole per difendere una situazione insostenibile ulteriormente. Non c’è più tempo!

Le parole si sono logorate: parole che si trovano in tutte le lingue del mondo, ma che hanno ben poco significato, perché corrispondono solo alle azioni di pochi uomini di buona volontà! La comunicazione concisa, senza orpelli e sbavature, significa che da troppo tempo coloro che hanno responsabilità abbagliano con le parole tutti coloro che vedono negati i diritti umani. Alle parole non corrispondono i fatti! È la tragedia a cui assistiamo quotidianamente, paghi della comunicazione di stampa, tv, internet.

L’AGENDA 2030 impone per lo sviluppo sostenibile ed una vita significativa e di valore per tutti: Zero povertà. Zero fame. Salute e benessere. Educazione e Istruzione di qualità. Uguaglianza di genere. Acqua pulita e igiene. Energia pulita e rinnovabile. Lavoro dignitoso e crescita economica. Industria, innovazione e infrastrutture. Ridurre le disuguaglianze. Città e comunità sostenibili. Consumo e produzione responsabili. Agire per il clima. Proteggere la vita nei mari e negli oceani. Proteggere la vita sulla terra, piante comprese. Pace, giustizia e istituzioni forti. Partnership per gli obiettivi.

La sfida che ci impone di affrontare con le nostre azioni quotidiane, non soltanto con le parole, è stringente. È una sfida comune, in cui è evidente che siamo un’unica comunità e se vogliamo un mondo migliore dobbiamo incominciare a mettere un tetto ai nostri desideri e mettere in pratica quello che dice il Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”


Ester Campoli
Prof.ssa Filosofia e Educatrice ai Valori Umani

(1) Sathya Sai

Ester Campoli

Insegnante

Sito web: www.saivivere.it