Nome
Sant' Arsenio il Grande
Titolo
Eremita
Nascita
350 circa - Roma
Morte
450 - Scete, Egitto
Ricorrenza
Patrono di
In breve

Sant' Arsenio il Grande, nato intorno al 354, è stato un asceta ed eremita cristiano, noto per la sua vita di preghiera e penitenza nel deserto egiziano. Originario di Roma, Arsenio ricevette un'educazione raffinata e divenne insegnante dei figli dell'imperatore Teodosio I. Tuttavia, sentendo il richiamo alla vita contemplativa, lasciò la corte imperiale per ritirarsi nel deserto di Scete. Qui visse in estrema semplicità, dedicando il suo tempo alla preghiera e alla meditazione. La sua saggezza e santità attirarono molti discepoli, ma Arsenio preferì la solitudine, vivendo in una cella isolata fino alla sua morte, avvenuta attorno al 445. La sua festa liturgica viene celebrata il 19 luglio. Sant' Arsenio è ricordato soprattutto per la sua dottrina spirituale incentrata sull'umiltà, il silenzio e la preghiera del cuore, elementi che lo rendono una figura emblematica per la spiritualità monastica cristiana.

Arsenio (talvolta chiamato il Grande, o il Romano, o il Diacono) nacque a Roma nel 350 circa, da una famiglia senatoriale ed era ben istruito; secondo la tradizione, quando l’imperatore Teodosio I chiese a papa Damaso I (366-384) di suggerirgli un tutore adatto ai suoi figli, gli fu raccomandato Arsenio. Quest’ultimo trascorse i successivi dieci anni circa alla corte imperiale di Costantinopoli, senza ottenere grandi risultati nell’istruire ed educare i giovani principi, Arcadio e Onorio, a una visione cristiana della vita o ad assumere un atteggiamento responsabile verso la loro vocazione.

Questo racconto tradizionale, tuttavia, è abbastanza dubbio, e forse Arsenio fu solo un ufficiale di corte; in ogni caso, si ritirò ad Alessandria nel 394 per diventare monaco, sotto la guida di S. Giovanni Colobo (17 ott.) a Sceti nel Basso Egitto. La sua erudizione e le sue origini non lo resero gradito agli altri monaci, e, inizialmente, neanche a S. Giovanni, ma Arsenio superò una serie di prove e fu alla fine accettato, poiché aveva una vocazione genuina per l’eremitaggio. Visse da eremita vicino a Petra, a una cinquantina di chilometri dalla sede principale, attirando attorno a sé pochissimi discepoli e diventando famoso per l’austerità e il silenzio. Alla domanda sul motivo per cui evitava gli altri monaci, rispose: «Dio sa che vi amo. Ma non posso essere contemporaneamente con Dio e con gli uomini. Le schiere celesti, che sono migliaia, hanno un’unica volontà, mentre gli uomini ne hanno tante. Perciò non posso lasciare Dio per venire dagli uomini».

A quanto pare, aveva persino l’abitudine di restare in piedi dietro una colonna, quando si trovava in chiesa, per evitare di attrarre l’attenzione. Dopo quasi quarant'anni, l’insediamento di Sceti fu distrutto per la seconda volta dalle incursioni barbariche, perciò Arsenio si trasferì sulla montagna di Troé (la moderna Turah), a circa dieci miglia a sud est del Cairo) e poi nell’isola di Canopus, vicino ad Alessandria. Accorgendosi che era troppo vicino alla città e alle sue distrazioni, ritornò a Troé, dove morì tra il 440 e il 450. È nominato nel canone della Messa armena, molto stimato nella Chiesa copta, e altrettanto venerato in quella greca.

Sono stati tramandate alcune opere a lui attribuite, inclusa una lettera in lingua georgiana che quasi certamente è autentica, e questo indica che la sua spiritualità fu fortemente legata alla Scrittura; per ciò che riguarda l’essere monaco, l’autore pone in rilievo l’attaccamento alla sua cella, la perseveranza, l’astinenza dal sonno e dal cibo, e la preghiera costante.