Guida e consigli per Alghero nel nord-ovest della Sardegna

Alghero, nel nord-ovest della Sardegna, con i suoi 40.000 abitanti circa è la quinta cittadina dell’isola per numero di abitanti. Il borgo nella quale sorge la cittadina moderna, venne fondato intorno al 1100 per volere della nobile famiglia genovese dei Doria che decisero di fortificare il proprio feudo adibendo questo luogo a roccaforte. In seguito divenne continuo oggetto di contesa tra i Doria e gli aragonesi che arrivarono qui nel XIV secolo, nel pieno della loro espansione nel Mediterraneo.

Nel 1354 Alghero diventa dominio aragonese e in città si insediarono numerosi catalani e aragonesi che diedero alla città un’impronta ancora oggi ben visibile: un grandioso sistema di fortificazioni composto da mura, torri, bastioni e le porte d’ingresso alla città sono infatti opera degli aragonesi. Di quell’epoca abbiamo tracce anche nel dialetto locale, una sorta di catalano arcaico tutt’ora parlato dagli abitanti di Alghero e riconosciuto dallo Stato come lingua minoritaria.

Particolarmente suggestivi ad Alghero, i riti della Settimana Santa: processione per le vie del centro storico e rappresentazioni Sacre derivanti dalla tradizione catalana.

La Grotta di Nettuno ad Alghero

La Grotta di Nettuno si trova nella parte occidentale di Capo Caccia ed è raggiungibile dalla spettacolare “Escala del Cabriol”, ovvero “Scala del Capriolo”, che con i suoi 656 gradini percorre un bellissimo sentiero lungo il mare, oppure si può raggiungere via mare, per mezzo delle moto navi che partono da Alghero.

Una volta giunti a destinazione si può subito intravedere il lago Lamarmora, uno specchio di acqua salata all’interno della grotta, lungo 130 metri e costeggiato da un sentiero dalla quale si può ammirare il fantastico colonnato. Il percorso all’interno della grotta è di circa 580 metri e attraversa le diverse sale caratterizzate dal soffitto tappezzato da piccole stalattiti e il pavimento stalagmitico dove s’innalzano imponenti le bizzarre colonne calcistiche e scendono splendide colate a canne d’organo.

La strada costiera da Alghero a Bosa

Percorrendo per circa 30 km la strada costiera in direzione sud, strada selvaggiamente romantica ma non priva di curve, si arriva a Bosa. Questa cittadina si trova alla foce del fiume Temo ed è dominata dalle rovine di un castello, edificato nel XII secolo dai Malaspina, una famiglia di marchesi lunigiani giunti in Sardegna con le spedizioni organizzate dalle repubbliche marinare di Pisa e Genova per liberare l’isola dalle invasioni degli arabi.

Nuraghi e altre attrazioni

Coloro che visitano l’isola e hanno la possibilità di esplorarla in auto o in pullman, lungo il suo percorso incontrerà sicuramente uno o più nuraghi. I nuraghi sono grandi torri di forma tronco conica, composte da grossi blocchi litici sovrapposti con la tecnica a secco. Questi edifici sono ampiamente diffusi in tutto il territorio dell’isola e rappresentano la più grande testimonianza di una grande civiltà, quella nuragica appunto,che abbraccia un periodo di tempo che va dalla prima età del Bronzo (dal 1.700 a.C.) al II secolo d.C.
Nelle vicinanze di Alghero si trova il sito nuragico di Palmavera. Ma vale la pena dedicare anche una visita alla necropoli di Anghelu Ruju e Santu Pedri.

Visita alla cantina Sella & Mosca

La cantina Sella & Mosca, una delle più grandi della Sardegna con una produzione annuale che arriva fino a un massimo di 4,5 milioni di bottiglie, si trova a nord di Alghero. La cantina conosciuta a livello internazionale per la sua produzione di pregiati vini rossi, dal Cannonau al Cabernet Sauvignon, è composta da diversi edifici aziendali e una nuova cantina, visitabile al pubblico, dove invecchiano vini di qualità all’interno delle cosiddette botti “barrique”, provenienti da una costante e accurata selezione dei vitigni e delle uve e da una vendemmia svolta tuttora a mano.

Parco Nazionale dell’Asinara

Nel nord-ovest, a circa 50 km da Alghero, si trova l’isola dell’Asinara che fino al 1997 ospitava carcere di sicurezza, nato alla fine dell’800 come colonia penale agricola. Negli anni ’70 sbarcano nell’Asinara 15 presunti mafiosi pronti a scontare la loro pena. L’isola era abitata solo nella zona attorno al carcere, dove gravitava una piccola cittadina. Nel 1997 il carcere viene chiuso e l’Asinara è proclamata ufficialmente Parco Naturale. Negli ultimi decenni la fauna ha subito nell’isola profonde modificazioni e il parco ha la funzione di salvaguardare le specie animali rimaste nell’isola, prima fra tutti quella dei famosi asinelli albini dell’Asinara, caratterizzata dalle dimensioni ridotte e dal tipico manto bianco.