La carta due di picche
Le carte francesi, escludendo i due jolly, sono in genere in numero di 52 e sono suddivise in quattro semi:- Semi rossi: cuori e quadri.
- Semi neri: picche e fiori.
- Dieci sono numerali e vanno dall’asso al dieci.
- Tre sono figure e sono il fante, la regina e il re.
Per quanto riguarda il valore dei quattro semi questa è la gerarchia dal più alto al più basso:
- Cuori
- Quadri
- Fiori
- Picche
Le espressioni che contengono il sintagma “due di picche”
Dal fatto concreto che il due di picche nel gioco del bridge abbia un’importanza infima derivano alcune espressioni usate correntemente nella lingua italiana:- Ricevere il due di picche: questa espressione si usa quando si riceve un rifiuto. In genere il contesto è di tipo sentimentale. Potremmo quindi trovare una frase quale: “Marco si è dichiarato a Giulia ma ha ricevuto il due di picche”. L’enciclopedia Treccani mette in relazione questa espressione con il neologismo friendzonare anche se chiarisce che quest’ultimo è più specifico perché indica il rifiuto da parte dell’amato o dell’amata che declassa il malcapitato alla categoria di “semplice amico”.
- Dare il due picche: questa espressione è speculare alla prima e si riferisce a chi rifiuta le richieste di qualcuno. Anche in questo caso il contesto è in genere di tipo sentimentale. Potremmo dunque dire: “Giulia ha dato il due di picche a Marco dopo che le si è dichiarato”.
- Valere un due di picche: questa espressione si riferisce alla situazione di una cosa o di una persona che non rivestono alcuna importanza in un dato contesto. Potremmo dunque sentire: “Il ragionier Fantozzi in ambito lavorativo vale un due di picche”. Talvolta l’espressione può trovarsi rafforzata nell’enunciato: “valere meno del due di picche”.
Che cosa vuol dire picche?
Dopo aver parlato tanto di picche, può essere utile o quantomeno interessante chiarire che cosa significa questa parola. “Picche” è il plurale di “picca” che il vocabolario etimologico di Alberto Nocentini definisce “arma bianca costituita da una lunga asta di legno con una punta di ferro”. Non si tratta di una parola di origine latina ma un prestito derivato dalle lingue germaniche (medio olandese pike, inglese pike, antico inglese pic), in cui il termine significa “punta”, attraverso il francese pique che si riferisce all’arma della fanteria dal secolo XIV al secolo XVIII. La prima attestazione di “picca” in italiano risale al 1520. Da picca deriva il verbo italiano “piccare” (fonte: L’etimologico, Alberto Nocentini, Le Monnier 2010). Il seme delle carte francesi rappresenta dunque questa antica arma dell’esercito a piedi.Per approfondimenti sulla Storia della Lingua Italiana vedi anche qui