Plurali difficili: nomi in -cia e -gia.
I nomi che al singolare finiscono in -cia e -gia hanno il plurale in -cie e -gie se la -cia e -gia sono preceduti da vocale (vocale chiama vocale) o la “i” è accentata:- ciliegia ciliegie
- camicia camicie
- scia scie
- energia energie
- fascia fasce
- coscia cosce
- goccia gocce
- arancia arance
- freccia frecce
- focaccia focacce
- minaccia minacce
- striscia strisce
- roccia rocce
Grafie difficili: -sce- e -scie-
In coscienza e conoscenza -scie- e -sce- si pronunciano esattamente allo stesso modo anche se la grafia è diversa. Il motivo della differenza sta nell’etimologia della parola poiché coscienza deriva dal latino conscientia (che si pronunciava /konskientia/) mentre conoscenza deriva dal verbo cognosco dove la -i- è assente.Il suono -sce- si scrive sempre senza la -i- tranne che nelle parole:
- usciere
- coscienza e i suoi derivati come incosciente, incoscienza, coscienzioso, cosciente
- scienza e i suoi derivati come scienziato, scientifico, fantascienza, onnisciente
Grafie difficili: -gna- -gne- -gno-.
Il grafema -g- seguito da -n- forma un digramma che rappresenta una nasale palatale. È il suono che troviamo nell’italiano “gnomo”. Questo digramma non è mai seguito da -i- tranne che nella parola “compagnia”. Abbiamo dunque:- legno e non legnio
- cognato e non cogniato
- bolognese e non bologniese
- sogno e non sognio
- sogniamo e non sognamo
- bagniamo e non bagnamo
- degniamo e non degnamo
Grafie difficili: -ce- o -cie-
La sequenza -ce- si scrive generalmente senza la -i- fatta eccezione per le parole che si elencano a seguire:- I sostantivi pasticciere e rosticciere (ma il vocabolario registra come corrette anche le forme pasticcere e rosticcere). Pasticceria e rosticceria si scrivono invece senza la -i-.
- I sostantivi superficie, società, specie, arciere, coefficiente, crociere, paciere, panciera.
- Gli aggettivi sufficiente, insufficiente, efficiente e deficiente (e le parole collegate come sufficienza, insufficienza, efficienza, deficienza.
- Il sostantivo cielo (ma non i suoi derivati come celeste e celestiale).
- L’aggettivo cieco (ma non i suoi derivati come cecità e accecare).
Grafie difficili: -qu- -cu- -qqu- cqu-
Non esiste una regola che ci dica quando una parola si scrive con la -q- o con la -c- perché la diversa grafia dipende dalla forma latina da cui il lessema in questione deriva. Si elencano a seguire alcuni punti utili da memorizzare:- La grafia -qqu- con la doppia -q- si trova solo nella parola soqquadro. Negli altri casi la geminata è resa con la grafia -cqu- come in acqua e i suoi composti e derivati, in acquistare, acquisire e nei passati remoti giacque, nocque, nacque, piacque, tacque.
- Si scrivono con -cu-: scuotere, scuola, taccuino, acuire, cuore, cuocere, innocuo, cuoio, proficuo.
Parole da scrivere unite o separate
- Parole o espressioni che devono essere scritte sempre unite: abbastanza, affatto, allora, almeno, altrimenti, appunto, chissà, dopodomani,eppure, finora, infatti, invano, pertanto, piuttosto, talora.
- Parole o espressioni che devono essere scritte sempre separate: a fianco (affianco è la prima persona singolare del presente indicativo del verbo affiancare), di fianco, a proposito, al di là (aldilà è il sostantivo riferito alla vita ultraterrena), al di sopra, al disopra, al di sotto, al disotto, all’inicirca, d’accordo, d’altronde, in quanto, quant’altro, senz’altro, tutt’altro,tutt’e due, tutt’oggi, tutt’uno.
Parole influenzate dalle pronunce dialettali
Alcune parole vengono scritte in maniera errata a causa dell’influenza delle pronunce dialettali. A seguire se ne elencano alcune:- Si scrive accelerare e non accellerare.
- Si scrive ribelle, abile, vagabondo e non ribbelle, abbile, vagabbondo.
- Si scrive polsini, pensilina, borsa e non polzini, penzilina, borza.
Altri errori frequenti
Si elencano di seguito altri errori frequenti sia nell’italiano scritto sia nell’italiano parlato:
- Si dice meteorologico e non meteorologico.
- Si dice aeroporto e non aereoporto.
- Si dice “davanti al” e non “davanti il” (la seconda forma è presente nella lingua letteraria dei secoli scorsi ma l’Accademia della Crusca la sconsiglia nell’uso dell’italiano contemporaneo). Quindi “ti aspetto davanti alla biblioteca” e non “ti aspetto davanti la biblioteca”.