Anteprima
Vedrai una selezione di 30 pagine su 145
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 1 Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 2
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 6
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 11
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 16
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 21
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 26
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 31
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 36
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 41
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 46
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 51
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 56
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 61
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 66
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 71
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 76
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 81
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 86
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 91
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 96
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 101
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 106
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 111
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 116
Anteprima di 30 pagg. su 145.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Amore: parola inventata dai poeti per far rima con cuore (Ambrose Bierce) Pag. 121
1 su 145
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Storia

Parigi,1900

l’amore

Il 1900 e

Parigi, 1990

Amore, Bellezza, Verità e Libertà.

Sono queste le parole chiave del

movimento bohémien che travolge la

vita culturale parigina tra la fine del

diciannovesimo e l'inizio del

ventesimo secolo. Sono gli anni della

Belle Epoque della capitale francese,

che si guadagna l'appellativo di Ville

Lumière. Un'epoca bella, appunto,

fatta di innovazioni tecniche, mirabili

scoperte scientifiche, virtuosismi

architettonici. Fatta, soprattutto, di joie

de vivre.

I Bohème attuano uno stile di vita che non fa

preoccupare loro del domani, permette il

perseguimento della musica, del colore e delle

relazioni interpersonali senza l'ausilio del denaro che

odiano. Amano il vagabondaggio e la povertà dai

beni materiali. Si autodefiniscono anime libere

perché non rispecchiano i canoni sociali, le leggi

dettate dall'uomo, dal suo pudore e dalla sua

coscienza. Vivono con vestiti semplici e simili a quelli

della cultura hippie anche se influenzati da una

cultura gitana e di vagabondaggio. L'igiene

personale viene curata il minimo possibile, o, in altri

casi, completamente trascurata. Opinione comune,

tra gli stessi ambiti bohemienne, è che loro i bohéme

amavano la bellezza, l'amore, e scrivevano di quello,

in una società che viveva l'epoca più cruda e cruenta

della storia dell'umanità.

L'inizio del secolo breve. Loro provano a distaccarsi dalla guerra e dalle

armi, dall'odio, e dalla correttezza religiosa per riscoprire il bello di

questo mondo, l'amore che può legare due persone, anche al di fuori

del matrimonio, e la bellezza che può esistere in ogni cosa.

Il trionfo della ricerca del piacere, nelle forme più varie ed

entusiasmanti, porta alla proliferazione dei cafés-concerts. Il quartiere

di Montmartre diventa una vera e propria cittadella del divertimento;

aprono i battenti in questo periodo locali che entreranno nella storia: il

Folies Bergère, il Chat Noir, e il Moulin Rouge. Nelle sale

fumose di questi ritrovi si affolla una clientela inconsueta,

che si ribella all'emarginazione e alla derisione cui la

società borghese l'aveva condannata.

Prostitute, ballerine di cancan, cabarettisti, cantastorie e artisti

bohémiens tirano l'alba tutti i giorni tra musica e assenzio.

È in quest'ambiente che si generano

alcune tra le avanguardie artistiche più

interessanti del Novecento come la

chanson réaliste e il Post-impressionismo

del geniale Henri de Toulouse-Lautrec.

È in questo ambiente che la nostra storia

prende forma. Filosofia

Schopenhauer Freud Nietzsche

Arthur Schopenhauer

Le vicende biografiche

Arthur Schopenhauer nacque a Danzica il 22 febbraio

1788: suo padre era banchiere, sua madre una nota

scrittrice di romanzi. Nella giovinezza viaggio in

Francia e in Inghilterra e, dopo la morte del padre,

frequentò l’Università’ di Gottinga, dove ebbe come

maestro Schulze. Sulla sua formazione influirono le

dottrine di Platone e di Kant. Dopo la laurea visse a

Dresda dove si dedicò alla stesura delle sue opere e

durante il soggiorno a Weimar preparò per la stampa

la sua opera principale, Il mondo come volontà e

rappresentazione, pubblicata nel dicembre 1818. Nel

1820 divenne libero docente presso l’Università’ di

Berlino. Tra il 1822 e il 1825 tornò in Italia. Dopo il

1831 si stabilì a Francoforte sul Meno, dove vi rimase

fino alla morte, avvenuta il 21 settembre 1860.

Le influenze

La filosofia di Schopenhauer risulta essere il punto d’incontro tra:

• filosofia platonica, della quale lo attrae la teoria delle idee;

• filosofia kantiana, dalla quale riprende l’impostazione soggettivistica

della gnoseologia;

• Romanticismo, dal quale prende l’irrazionalismo, il tema dell’infinito,

l’importanza dell’arte e della musica;

• Illuminismo, del quale gli interessa il filone materialistico e

ideologico

• Idealismo

• filosofie orientali. Il pensiero

Punto di partenza della sua filosofia e’ la distinzione kantiana tra:

fenomeno per Schopenhauer e’ un’illusione,

un sogno, cio’ che

per Kant e’ la realta’ cosi come ci appare nella sapienza indiana e’ detto “Velo di Maya”

E’ rappresentazione ed esiste solo dentro la

coscienza

noumeno per Schopenhauer e’ quella realta’

per Kant e’ un concetto che si nasconde dietro il fenomeno e che in

limite, ossia la “cosa in se’” Filosofia ha il compito di “s-coprire”

Quindi secondo Schopenhauer se noi

fossimo solo coscienza e

rappresentazione vivremo soltanto nel

mondo fenomenico, ma siccome siamo

anche corpo noi viviamo sia dentro sia

fuori dal mondo fenomenico, e quindi

possiamo scoprire la cosa in sè, ossia la

volontà di vivere.

E’ un impulso che ci spinge

ad agire e ad esistere

Quando e’ inconsapevole

si manifesta in un E’ l’essenza segreta

mondo a spaziale di tutte le cose

e a temporale La volonta’ di

vivere

Quando e’ consapevole si E’ eterna e indistruttibile,

manifesta in un mondo quindi un principio senza inizio

naturale spaziale e senza fine

e temporale E’ forza libera e cieca

non ha meta oltre se’ stessa

Visione dell’amore

Secondo l’autore, basilare per ogni

individuo e’ l’amore, di cui la filosofia

deve occuparsi.

L’amore e’ uno dei più forti stimoli

dell’esistenza.

“L’amore scioglie i vincoli più stretti, porta a

sacrificare la vita o la salute, la ricchezza e la

felicita’, priva di coscienza l’onesto e rende traditore

il fedele”

(Supplementi al “Mondo come volontà

e rappresentazione”, cap. XLIV)

Se l’amore e’ così forte da far di Cupido “il signore degli

dei e degli uomini” e’ perchè dietro si cela il “Genio della

specie”, che mira alla perpetuazione della vita. In altre

parole, il fine dell’amore e’ solo l’accoppiamento. Ma se

dietro il fascino di un bel viso c’e’ nascosto il desiderio

sessuale, che con l’innamoramento da avvio al ciclo

accoppiamento - procreazione, vuol dire che l’individuo

diviene lo zimbello della natura proprio quando crede di

aver realizzato il suo piacere.

Manifestazione di tale “essenza biologica”

dell’amore si può ritrovare nella natura nel

caso della mantide femmina che, dopo

l’unione sessuale, divora il maschio, e

della donna che, dopo la procreazione e

l’allevamento dei figli, perde la bellezza.

Se l’amore e’ lo strumento che serve

per perpetuare la vita della specie,

vuol dire che non esiste amore senza

sessualità.

“Ogni innamoramento affonda le sue radici nell’istinto

sessuale”

E’ proprio per queste varie ragioni che

l’amore procreativo viene visto come

peccato e vergogna, e quindi l’amore e’:

“due infelicità che si incontrano generano una terza infelicità”

Per tanto l’unico amore che può essere elogiato non e’ l’eros

ma la pietà. Una volonta’ positiva

La pieta’ e’

La compassione che si avverte Sinonimo di carita’

guardando le sofferenze altrui

Freud

Nato in Moravia nel 1856 da

genitori ebrei, laureatosi in

medicina, per poi dedicarsi agli

studi di anatomia del sistema

nervoso, Sigmund Freud tratto’

di amore, distinguendo l’amore

oggettuale (contrapposto ad

“amore narcisistico”) dall’oggetto

d’amore (riferito alla persona che

si ama).

L’amore è energia sessuale rivolta a un oggetto;

non è altro che istinto fisiologicamente radicato

indirizzato verso un oggetto; è, per cosí dire, un

prodotto di scarto della necessità biologica per

la sopravvivenza della razza. Negli uomini,

l’“amore” è per lo piú del genere “attaccamento”,

precisamente alle persone che sono divenute

preziose grazie al soddisfacimento di altre

necessità vitali (il bere e il mangiare). Cioè

l’amore dell’adulto non differisce da quello del

bambino, poiché entrambi amano chi li nutre.

“L’amore in se stesso, in quanto desiderio e privazione,

abbassa il rispetto di sé, laddove essere amati, vedere

ricambiato il proprio amore e possedere l’oggetto

d’amore, lo esalta vieppiú”. (S. Freud, 1944 c, pag. 99. Il

corsivo è mio.)

Tale affermazione è una chiave per la

comprensione del concetto freudiano di

amore. L’amore, che implica desiderio e

privazione, abbassa l’autorispetto.

“Amare vi rende deboli; ciò che vi rende felici è essere amati. E che

significa essere amati? È possedere l’oggetto amato!”

È questa una classica definizione di amore

borghese: il possesso e il controllo fanno

la felicità. L’amore comincia come risultato

del fatto che il figlio è nutrito dalla madre, e

si conclude nel possesso da parte del

maschio della femmina, che deve ancora

nutrirlo di affetto, piacere sessuale e cibo.

Quindi, in conclusione si puo’ dire che

come Schopenahuer, anche Freud

considera l'amore più un impulso

sessuale, eros, amore carnale. Ma a

differenza dello stesso, Freud riuscì a

dimostrare che l'amore non ha soltanto

uno scopo procreativo, ma serve anche

per provare piacere. Inoltre fece cadere

l'immagine falsa del bambino inteso

come un "angelo asessuato", infatti,

sosteneva che il bambino, come l'uomo,

è polimorfo e perverso: polimorfo

perchè si provoca piacere stimolando

diverse parti del corpo; perverso, perchè

il suo scopo non dipende da quello

procreativo.

Nietzsche

Friedrich Wilhelmen Nietzsche nacque presso Lipsia nel

1844. Alla morte del padre si trasferì con la madre e la

sorella a Naumburg, dove all’eta’ di dodici anni inizio’ a

comporre poesia e musica.

Ritornato a Lipsia, nell’inverno 1865-1866 lesse per la

prima volta l’opera di Schopenhauer, “Il mondo come

volontà e rappresentazione”, rimanendone conquistato.

A differenza di Freud e di Schopenhauer, per lui l’amore e’

l’ebbrezza che giustifica la vita, e l’arte senza amore, quindi senza

ebbrezza, e’ inutile.

L’argomento piu’ esclusivo di Nietsche lo si

ritrova nell’opera Cosi parlo’ Zarathustra, ed e’

l’amore del prossimo, in cui si annidano troppe

volte alibi, scuse, pretesti, rinunce, vilta’, inganni

di se’ e degli altri. Contro tutto cio’ lui predicherà

la santificazione dell’Io, l’amore del remoto e

“l’amore delle cose e dei fantasmi” al di sopra

dell’amore degli uomini.

“Voi non sopportate voi stessi e non vi amate abbastanza: e perciò volete indurre

il prossimo ad amarvi ed indorarvi col suo errore”

“Amici, non l'amore del prossimo (cioè di colui che è vicino) vi consiglio:io vi

consiglio l’amore del remoto (cioè di colui che è lontano)”

Non il prossimo bisogna cercare bensi’

l’amico, l’“amico e il suo cuore

traboccante” . L’amore del prossimo e’

pagato dal remoto. Per Nietzsche accanto

al falso amore del prossimo vi e’ il vero

amore del prossimo, quello che si puo’

sentire come pieta’ di se’ e degli altri,

come comunanza di destino e di natura

essenziale.

L' amore per il prossimo secondo

Nietzsche non è altro che una

mascheratura del proprio non amare e non

accettare se stessi: le persone mediocri

amano stare con i più deboli ed aiutarli

perchè stando in mezzo a loro sono in una

posizione predominante, in una posizione di

forza, e sentirsi indispensabile per essi le

gratifica. L' uomo forte invece può decidere

di aiutare il debole se vuole, ma lo fa

"perchè gli va", perchè è consapevole della

propria superiorità e vuole aiutare chi è

meno fortunato, e non per un

comandamento o per auto-gratificarsi.

Greco

Tragedia Euripide Menandro Teocrito

Seneca Apollonio Rodio

La tragedia

La questione sull’origine della tragedia si apre nel

1871, quando Nietzsche pubblicò la sua opera

“Sull’origine della tragedia”.

Secondo lui la tragedia sarebbe nata dalla fusione di

due principi di natura opposti: dionisiaco (annullamento

di individualità) e apollineo (realizzazione

dell’individualità’)

Individua in Omero il poeta apollineo. Ma dopo questo visse

Archiloco, poeta dionisiaco, che preparò il ditirambo, e dal

ditirambo, come poi confermerà Aristotele nel V capitolo della



Poetica (dal coro che

intonava il ditirambo) , nacque la tragedia.

• Secondo gli antichi, il termine tragwdia



deriva da due parole: (capro) e

 (canto).

• In eta’ ellenistica l’interpretazione piu’

Dettagli
145 pagine
1411 download