Rosanna A.
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Questo appunto di Psicologia presenta il tema della percezione, proponendone una trattazione completa, che presenta riferimenti alle varie correnti di pensiero psicologico e alle teorizzazioni proposte sul tema dagli studiosi.

Lo studio della percezione secondo la psicologia della Gestalt

Secondo la Gestalt, una corrente di pensiero psicologico nata in Germania ad inizio 1900, quando l’individuo entra in contatto con qualcosa ne coglie la sua totalità, percependo l’unità con cui entra in contatto come un tutto, un insieme.
È da precisare che La Gestalt focalizza tutti i suoi studi sul tema della percezione e sull’esperienza che da questa deriva, motivo per cui la Gestalt rappresenta la corrente psicologica più rappresentativa quando si parla di percezione.
Il tema della percezione risulta essere un argomento largamente trattato in psicologia, e nello specifico, volendo fornirne una definizione, essa è il processo attraverso cui l’individuo entra in contatto con il mondo esterno, acquisendo informazioni sia sulla realtà al di fuori di sé stesso, sia sul suo stesso organismo. In quanto soggetto dotato di un sistema sensoriale, l’individuo, attraverso gli organi di senso riceve una moltitudine stimoli durante il corso della vita, e questi stimoli sono sia esterni che interni. Quindi, volendo considerare la percezione in termini strettamente psicologici, essa è definibile come un processo attivo di organizzazione delle informazioni sensoriali mediante il quale è possibile creare una conoscenza.
In merito alla percezione, gli psicologi della Gestalt affermano che il tutto è diverso dalla semplice somma delle parti, infatti parlando di leggi della percezione visiva, questo gruppo di psicologi afferma che non può esserci figura senza uno sfondo, e che quindi qualsiasi cosa l’individuo percepisce, viene percepita con uno sfondo, il quale inevitabilmente condiziona il momento della percezione.

I principi dell'organizzazione percettiva secondo la Gestalt

Secondo la teoria della Gestalt, le proprietà che si attribuiscono alle forme, nel momento della percezione, non dipendono dalle caratteristiche dei singoli elementi, ma piuttosto dalla loro posizione in relazione a ciò che sta al loro interno. Partendo da questo presupposto il gruppo di psicologi della Gestalt elabora alcuni principi, detti Principi dell’organizzazione percettiva, che sono: vicinanza o prossimità, somiglianza, chiusura, continuità di direzione, buona forma.
  • Principio della vicinanza o della prossimità: Tendiamo a percepire come unica figura gli elementi che sono vicini, mentre percepiamo come costituenti gli oggetti o gli elementi che sono distanti spazialmente.
  • Principio della somiglianza: Tendiamo a raggruppare elementi che si assomigliano, distinguendoli da quelli che hanno caratteristiche diverse. Gli elementi che presentano caratteristiche simili (forma, colore) vengono considerati come un'unica forma.
  • Principio della chiusura: Le forme familiari vengono percepite in modo tale da formare configurazioni chiuse e complete, anche quando sono figure incomplete.
  • Principio della continuità di direzione: Nella nostra interazione con il mondo esterno tendiamo a raggruppare gli elementi per continuità, piuttosto che per interruzione e per contrasto.
  • Principio della buona forma e della pregnanza: Tendiamo a percepire con maggiore facilità le figure semplici, regolari, simmetriche e stabili, piuttosto che quelle in movimento o dai contorni poco definiti.
A questi principi, lo studioso Wertheimer aggiunse un ulteriore criterio, il principio dell'esperienza passata, secondo cui i meccanismi innati della percezione prevalgono sia sull'apprendimento che sull'esperienza vissuta.

La percezione come fenomeno complesso

Gli stimoli che l’individuo riceve, per quanto chiari e apparentemente completi, in realtà sono parziali: è la mente che li interpreta e completa le informazioni. Il cervello umano, infatti, integra i dati che riceve, interpretando i segni percepiti e attribuendo loro un significato. Tra gli studi cognitivisti sulla percezione, sono interessanti quelli di Ulric Neisser, che studiò la mente umana paragonandola ad un computer; in questo studio la percezione fu trattata come processo di elaborazione delle informazioni ricevute attraverso i differenti canali sensoriali.
Nel caso della cognizione visiva, il primo stadio è rappresentato dall'icona. Nel caso delle icone, si trova di volta in volta un significato, a seconda del contesto associato all’esperienza. Neisser definì questo processo cognitivo come riconoscimento di Pattern. Quando si vede un oggetto è possibile notare come esso venga elaborato, ovvero viene lasciata una traccia all'interno della memoria. In presenza di uno stimolo visivo già incontrato altre volte, il processo di riconoscimento si verificherà quando le caratteristiche dello stimolo saranno tali da richiamare la traccia di memoria depositata nella nostra mente la prima volta in cui abbiamo ricevuto lo stimolo stesso.
Partendo da queste osservazioni Neisser ha avanzato l'ipotesi di due teorie secondo le quali il meccanismo si attuerebbe: il confronto fra sagome e l'analisi delle caratteristiche.
Secondo la teoria del confronto fra sagome, l'individuo ha nella propria mente una "sagoma" corrispondente agli oggetti con cui si fa esperienza quotidianamente. La sagoma è costituita dai tratti tipici che distinguono un oggetto degli altri.
La seconda ipotesi di riconoscimento, ovvero l'analisi delle caratteristiche, si focalizza sull'esistenza di caratteristiche e attributi posseduta da ogni oggetto. Secondo questa impostazione, noi riconosceremmo una sedia perché ha quattro gambe, una base dove sedersi, una spalliera e così via. La distinguiamo da un altro oggetto perché possiede caratteristiche differenti.

La differenza fra percezione e sensazione

Come già ribadito, per gli psicologi della Gestalt la percezione riveste un’importanza basilare, mentre, volendo adottare una prospettiva Olistica, o globale, si andrà a considerare l’insieme delle cose, non solo il momento specifico della percezione. Parlando di percezione, occorre fare una distinzione fondamentale fra la percezione e la sensazione, anche se questi, pur essendo due processi separati sono strettamente interrelati fra loro.
  • Sensazioni: le sensazioni sono degli input che provengono dall’ambiente circostante, che “arrivano all’individuo” mediante i cinque sensi, e nello specifico mediante i recettori sensoriali, dei neuroni specializzati che trasmettono quanto recepito al sistema nervoso centrale. Per cui, le sensazioni, essendo degli input recepiti, non sono elaborate dal sistema psichico dell’individuo.
  • Percezioni: le percezioni sono delle elaborazioni cognitive che rappresentano tutto il percorso mediante il quale partendo da un input il sistema nervoso centrale seleziona, elabora ed organizza tutti gli input che derivano dai segnali che abbiamo recepito, mediante le sensazioni, dal mondo esterno.

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