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COMORBILITY IN THE ELDERLY: EPIDEMIOLOGY AND CLINICAL FEATURES

P. ABETE, G. TESTA, et al. G GERONTOL 2004;52:267-272

L'età avanzata, nella maggioranza dei soggetti con più di 65 anni, è caratterizzata dalla coesistenza nello stesso individuo di multiple patologie legate all'invecchiamento, fenomeno legato per di più ad un aumento età correlato delle patologie croniche.

È stato dimostrato, infatti, che la maggioranza delle persone tra 65 e 79 anni presenta 4,9 malattie, mentre per i soggetti con più di 80 anni il numero delle patologie è 5,4.

In particolare l'associazione di particolari malattie croniche nel paziente anziano, quali la cardiopatia organica e l'osteoartrosi aumentano il rischio relativo di disabilità di 13,6 volte, rispetto ad un rischio isolato di 4,4 per l'osteoartrosi e 2,3 per la cardiopatia organica.

Con l'invecchiamento la presenza di comorbilità aumenta in

maniera significativa, in larga parte perché la frequenza delle malattie croniche aumenta con l'età. Per esempio, dopo i 65 anni, in pazienti anziani non istituzionalizzati, l'artrosi presentava una prevalenza del 48%, l'ipertensione del 36%, la cardiopatia organica del 27%, il diabete del 10% e l'incidente cerebro-vascolare del 6,5% con una comorbilità di 2 o più patologie nel 35,3% dei soggetti con età tra 65-79 e del 70,2% in soggetti con più di 80 anni.

LA CRONICITÀ

Il termine cronico (kronos), individua la caratteristica del problema di salute nel suo persistere o nel suo ripresentarsi ripetutamente nel lungo periodo. Esso riflette un concetto temporale e non, di per sé, un esito stabilizzato ed esprime, pertanto, un bisogno di salute e di presa in carico prolungati nel tempo.

In geriatria non esiste nulla di più instabile dal punto di vista clinico di un quadro di definita

cronicità. › I quadri patologici cosiddetti cronici presentano infatti delle importanti fluttuazioni della sintomatologia nel corso del tempo, con fasi di esacerbazione e fasi di remissione.

- L’instabilità caratteristica dei quadri di malattia cronici è frutto della comorbilità e della polifarmacoterapia oltre che della fragilità intrinseca al processo di invecchiamento.

- Per Spivak la cronicità è il risultato di un processo bidirezionale che si sviluppa nel tempo tra il soggetto e l’ambiente (spirale viziosa) e che lo porta alla regressione. Questo processo è influenzato da fattori relazionali, ambientali e strutturali, quindi la cronicità non è una caratteristica intrinseca della patologia ma la risultante di diversi fattori legati:

  • alla persona e alla sua biografia
  • all’assetto emotivo familiare
  • alla malattia propriamente detta
  • alla strutturazione di validi interventi

terapeutici- In una prospettiva psicodinamica un paziente diventa cronico quando chi lo circonda non investe più nulla su di lui (si perdono le speranze).

PDTA VS POLIPATOLOGIA

Cosa sono i PDTA e a cosa servono? (Aggiunto da me)

I Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) rappresentano uno strumento utilizzato in tutto il mondo che ha lo scopo di uniformare l'approccio clinico a determinate categorie di pazienti (da cui il termine anglosassone coniato dalla National Library of Medicine clinical pathway o integrated care pathway).

In realtà la definizione completa di PDTA li descrive come una metodologia mirata alla condivisione dei processi decisionali e dell'organizzazione dell'assistenza per un gruppo specifico di pazienti durante un periodo di tempo ben definito.

I PDTA sono conosciuti anche come percorsi critici, percorsi assistenziali, percorsi di assistenza integrata, piani di gestione dei casi, percorsi clinici o mappe di assistenza.

PDTA sono utilizzati per pianificare e seguire in modo sistematico un programma di assistenza centrato sul paziente.

Un interrogativo che spesso offusca il dibattito sui PDTA è: come gestire la polipatologia del malato? Esiste una ricorrenza nel modello di presa in carico per molte patologie/condizioni di salute perché l'evoluzione della malattia prevede modelli di sviluppo simili.

La risposta (intesa come presa in carico del pz) può essere diversa o concettualmente organizzata in modalità differenti proprio se pensiamo di rivolgere la soluzione definendo cosa, ovvero la patologia, o definendo chi, ovvero la persona.

L'Attività Fisica Adattata (AFA) è una delle tante possibili risposte di prescrizione dell'attività fisica che ha, come la cronicità, contesti di integrazione nei modelli istituzionali e modalità interpretative di processo diverse.

Nessun trattamento farmacologico, chirurgico o riabilitativo

aiuta il pz tanto quanto l'eseguire una attività fisica moderata in modo regolare. OMS: FALSE CONVINZIONI SULL'ATTIVITÀ FISICA Sono di seguito riportate alcune delle false convinzioni (e scuse) più diffuse sulla pratica dell'attività fisica. - Praticare un'attività fisica è troppo costoso. Richiede equipaggiamento, scarpe e abbigliamento particolari ed è necessario pagare molto per utilizzare le strutture sportive. -> L'attività fisica può essere svolta praticamente ovunque e non richiede necessariamente un equipaggiamento particolare! - Sono molto impegnato. L'attività fisica richiede troppo tempo! -> Bastano 30 minuti di attività fisica di moderata intensità per cinque giorni a settimana per migliorare e mantenere buono il proprio stato di salute. - L'attività fisica è per le persone "nel fiore degli anni". Alla mia età,non ho bisogno di preoccuparmene... è stato dimostrato che un'attività fisica regolare migliora lo stato funzionale e la qualità di vita degli anziani. Per gli adulti di 65 anni e più, è consigliabile svolgere, nel corso della settimana, almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di moderata intensità, oppure 75 minuti di attività fisica aerobica di alta intensità, oppure un'equivalente combinazione di attività intensa e moderata. L'attività fisica è necessaria solo nei Paesi industrializzati. I Paesi in via di sviluppo hanno altri problemi. L'inattività fisica è attualmente considerata il quarto più importante fattore di rischio per la mortalità a livello globale. RACCOMANDAZIONI OMS - Le raccomandazioni seguenti si riferiscono a soggetti di età superiore a 65 anni. - Per gli adulti dai 65 anni in poi,

L'attività fisica include quella praticata durante il tempo libero, gli spostamenti (ad esempio a piedi o in bicicletta), le attività lavorative (per gli individui ancora in servizio), il gioco, i lavori domestici, lo sport e altri esercizi di tipo programmato, nel contesto dell'attività quotidiana, familiare e della comunità.

Per migliorare la salute cardiorespiratoria, il tono muscolare e la salute funzionale e ossea, e per ridurre il rischio di malattie non trasmissibili, di depressione e di declino delle funzioni cognitive, le raccomandazioni sono:

  • Gli adulti dai 65 anni in poi dovrebbero praticare almeno 150 minuti di attività fisica di tipo aerobico di moderata intensità nel corso della settimana, oppure praticare almeno 75 minuti di attività fisica di tipo aerobico di intensità elevata nel corso della settimana, oppure una combinazione equivalente di attività di intensità moderata ed elevata.

L'attività di tipo aerobico dovrebbe essere praticata per periodi continuativi della durata di almeno 10 minuti.

Per ottenere benefici aggiuntivi per la salute, gli adulti appartenenti a questa fascia di età dovrebbero aumentare l'attività fisica di tipo aerobico di intensità moderata fino a 300 minuti a settimana, oppure praticare 150 minuti di attività fisica di tipo aerobico di intensità elevata a settimana, oppure una combinazione equivalente di attività di intensità moderata ed elevata.

Gli adulti dai 65 anni in poi con scarsa mobilità dovrebbero praticare un'attività fisica per il miglioramento dell'equilibrio e la prevenzione delle cadute almeno tre volte a settimana.

Bisognerebbe praticare attività che rafforzino i principali gruppi muscolari almeno due giorni a settimana.

Gli adulti appartenenti a questa fascia di età che non possono svolgere la

quantità raccomandata di attività fisica a causa delle loro condizioni di salute dovrebbero comunque mantenersi fisicamente attivi al massimo livello consentito dalle loro capacità e condizioni.

Nel corso degli anni a livello regionale sono state avviate diverse iniziative finalizzate alla promozione dell'attività fisica. In Emilia Romagna si parla ad esempio di Esercizio Fisico Adattato in caso di:

  • persone con esiti stabilizzati post-sindrome coronarica acuta
  • diagnosi di diabete mellito di tipo 2
  • obesità/sindrome metabolica

L'AFA andrebbe rivolta a persone con esiti stabilizzati di patologie neurologiche, del sistema muscoloscheletrico e osteoarticolare (lombalgia cronica, Morbo di Parkinson, esiti di impianto di artroprotesi dell'anca, fibromialgia primaria).

Il riferimento è alla cronicizzazione della patologia ma non alla cronicizzazione della persona o della funzione.

MINISTERO DELLA SALUTE: PIANO DI

INDIRIZZO PER LA RIABILITAZIONE- L'AFA non è attività riabilitativa ma di mantenimento e prevenzione, finalizzata a facilitare l'acquisizione di stili di vita utili a mantenere la migliore autonomia e qualità di vita possibile.

- Benefici: miglioramento del cammino, della resistenza allo sforzo, minori difficoltà a compiere le attività della vita quotidiana necessarie per l'autonomia in ambito domestico e fuori casa; essa, inoltre, favorisce ed incentiva la socializzazione, migliorando il tono dell'umore, la motivazione, le relazioni sociali e familiari.

- Gli operatori che presiedono a queste attività non sono per forza professionisti della sanità (anche se ovviamente ciò rappresenta un valore aggiunto). Per tutti questi operatori è indispensabile un'opportuna formazione specifica sulle tematiche della disabilità motoria.

- Poiché i programmi AFA non rientrano nelle prestazioni sanitarie

Riconosciute dal DPCM 29 novembre 2001, il costo non è attribuibile al SSN.- Le AFA si configurano sostanzialmente come attività motorie di gruppo; ta

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
36 pagine
SSD Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrecarbo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della proprietà industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Parravicini Luca.