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IPPONATTE - Dati biografici

Breve parentesi introduttiva: è un poeta piuttosto differente da Archiloco, dal momento che le loro diverse esperienze culturali e sociali si riflettono in due concezioni di poesia che presentano, senza dubbio, delle discrepanze. Le sue poesie, giunteci in forma frammentaria, si presentano come brevi, ma al contempo di difficile decifrazione a causa della forma e del contenuto.

Poeta giambico vissuto sullo scorcio del VI secolo a.C., natio di Èfeso (Asia Minore). Era probabilmente di origini aristocratiche: sembrano dare conferma di ciò: 1) il nome ánax híppoi composto da ("signore"), unitamente al riferimento ai costosi e nobili (status symbol dell'aristocrazia greca); 2) il fatto che il lessico Suda precisi i nomi di entrambi i genitori; 3) nonché il contrasto con i tiranni Atenàgora e Coma, che lo costrinsero ad abbandonare la patria e a rifugiarsi a Clazòmene (quindi operò).

In ambito ionico). [Ciò detto, fino a pochi decenni fa si pensava che la figura di questo poeta fosse stata contraddistinta da una umile estrazione sociale e dalla frequentazione di luoghi beceri: in realtà, proprio come nel caso di Archiloco, si trattava di un uomo di una classe sociale influente, partecipe alla vita politica e alle vicende belliche]. Nota, peraltro, agli antichi era la contesa tra Ipponatte e gli scultori Bùpalo e Atènide di Chio che portò i due artisti, secondo la tradizione, al suicidio. Alle origini di tale lite, più che un ritratto caricaturale del poeta scolpito dai due, sembra plausibile porre una rivalità amorosa o più probabilmente un conflitto di natura politica. (parte delle informazioni fino ad ora citate sono state tratte da Suda, s.v. ι 588 Adler):“ Ἱππώναξ, Πύθεω καὶ μήτρος Πρωτίδος,

Ἐφέσιος, ἰαμβογράφος. ᾤκησε δὲΚλαζομενὰς ὑπὸ τῶν τυράννων Ἀθ&η;ναγόρα καὶ Κωμᾶ ἐξελαθείς. γράφει δὲ πρὸςΒούπαλον καὶ Ἄθ&η;νιν ἀγαλματοποιούς, ὅτι αὐτοῦ εἰκόνας πρὸς ὕβριν εἰργάσαντο”.“Ipponatte, figlio di Pythes e di Protide (sua madre), di Efeso, autore di giambi. Visse aClazomene, dopo essere

stato scacciato [da Efeso?] dai tiranni Atenagora e Komas. Scrive contro Bupalo e Atenide, scultori, poiché crearono immagini di lui con scopioltraggiosi”. Il riferimento ai due tiranni, Atenagora e Komas, sembrerebbe alludere alla presa di Sardi, capitale della Lidia, da parte dei Persiani, che dunque avevano promosso l’ascesa di tiranni filopersiani in determinate città, in modo tale da poter favorire il controllo e la sottomissione su queste e sulle aree limitrofe. La cacciata di Ipponatte e della sua famiglia (“ἐξελαθείς”) sarebbe, pertanto, da ricondurre a queste vicende: probabilmente non avevano accettato la tirannide imposta. Altre informazioni sull’autore sono state desunte da Plin. N.H. XXXVI 12: “Hipponactinotabilis foeditas vultus erat; quamobrem imaginem eius lascivia iocosam hiproposuere ridentium circulis; quod Hipponax indignatus destrinxit amaritudinem1 Probabilmente si trattadalle opere degli scultori.

Per le opere dei figli di Archermo". Plinio, soffermandosi sulla bruttezza dell'uomo dice che gli scultori Bupalo e Atenide offrirono la sua turpe immagine a dei "circulis ridentium". Quest'espressione potrebbe alludere ai circoli simposiali, che bene avrebbero potuto confarsi ad una rappresentazione del poeta in chiave ridicola. È, infatti, interessante perché accosta un'immagine derisoria ad un contesto tanto caro al poeta giambico, il simposio. Non abbiamo ben chiare le dinamiche del litigio presunto fra le due parti e poi è molto improbabile che i due artisti si siano impiccati: nell'antichità c'era l'usanza di accrescere una notizia, un dato elemento riguardo ad una persona nota, in modo da dare adito ad altri scritti, ad altri tasselli che arricchivano la questione con dettagli spesso fittizi (un po' come era avvenuto con molte delle vicende tra Archiloco e Licambe). Un esempio di questa pratica è schol.

in Hor. Ep. 6, 14 (Acron), che mostra perl'appunto la persistenza sull'attacco di Ipponatte a Bupalo, in risposta alla sua azione, ma qui la questione viene arricchita del dettaglio surreale del matrimonio con la figlia dell'artista: Hipponactem significat qui Bupali filiam nuptum petiit et pro deformitate contemptus est. [...] [Bupalus] Hipponactem quendam poetam deformem pro risupinxit; quo ille furore commotus tali eum carmine perculit ut se laqueo suspenderet. [Orazio] fa allusione a Ipponatte, che chiese in moglie la figlia di Bupalo e fu deriso per la sua bruttezza. [...] Costui [= Bupalo] per scherzo rappresentò in modo brutto Ipponatte, un certo poeta; e perciò quello [= Ipponatte], spinto dalla rabbia, lo [= Bupalo] attaccò con una tale poesia che egli si impiccò. Orazio nell'epodo VI parlerà di Ipponatte e anche di Archiloco, citandoli come due esempi di invettiva, di aggressività verbale. O ancora Eliano

riporterà alcune informazioni su Ipponatte, concentrandosi anche molto sul dato fisico, lo descrive come "basso di statura e brutto, ma pure magro". Aeliani V.H. X 6 [trad. C. Bevegni, Milano 1996] Ἐκωμῳδοῦντες ἐστι λεπτότηταΣαννυρίων ὁ κωμῳδίασκος ποιητὴς καὶ Μέλητος ὁ τραγῳδίασκος ποιητὴς καὶ Κινησίασκυκλίων χωρῶν καὶ Φιλητᾶσποιητὴς ἑξαμέτρων. Ἀρχέστρατος δὲ ὁIl testo formattato con i tag HTML è il seguente: μάντις ὑπὸπολεμίων ἁλοὺς καὶ ἐπὶ ζυγὸν ἀναβληθεὶς ὀβολοῦ ὁλκὴν εὑρέθη ἔχων, ὥς φασι. καὶΠανάρετος δὲ λεπτότατος ἦν· διετέλεσε μέντοι ἄνοσος. λέγουσι δὲ καὶ Ἱππώνακτατὸν ποιητὴν οὐ μόνον γενέσθαι μικρὸν τὸ

σῶμα ἀλλὰ καὶ λεπτόν. ἀλλὰ καὶ Φιλιππίδης,καθ’ οὗ λόγος ἐστὶν Ὑπερίδῃ, λεπτότατος ἦν. ὅθεν καὶ τὸ πάνυ κατισχνῶσθαι τὸ σῶμαπεφιλιππιδῶσθαί φασιν ἔλεγον. μάρτυς Ἄλεξις.

L'indovino Archestrato, quando fu catturato dai nemici, venne gettato su una bilancia e si scoprì che pesava un obolo: così si narra. Anche Panareto era molto magro: eppure, per tutta la sua vita non si ammalò mai. Si racconta inoltre che il poeta Ipponatte fosse non solo basso di statura e brutto, ma pure magro. Anche Filippide (contro il quale esiste un'orazione di Iperide) era magrissimo; perciò dicono che l'espressione "essere un Filippide" veniva usata nel senso di "essere ridotto a pelle e ossa": lo attesta Alessi.

Aristofane, Lisistrata, vv. 355-360: "Per Zeus, se queste avessero preso due o tre pugnialle mascelle, come Bupalo, non avrebbero più voce".

A causa delle immagini, dalle situazioni e dei luoghi bigotti che vengono evocati dalla poesia di Ipponatte, insieme al fatto che le sue manifestazioni poetiche furono sempre contraddistinte da un uno stile e da un linguaggio spesso basso e scurrile.

Fin dai tempi più remoti, gli antichi esegeti lo considerarono, in un certo senso, un poeta maledetto ante litteram. Così Ipponatte sarebbe stato una figura dal carattere bilioso, irascibile e violento, sboccato, una vespa protagonista di sordide avventure da bassifondi narrate nei suoi giambi. Tuttavia

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Publisher
A.A. 2020-2021
34 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/02 Lingua e letteratura greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Appuntomaster di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della proprietà industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ornaghi Massimiliano.