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Aamniotico e le basse frequenze vibrano contro i corpuscoli tattili della bocca e delle mani del feto.

Questo risulta particolarmente alla fine della gravidanza, perché quando la madre parla, le basse frequenze e le onde sonore della sua voce, rinforzate dalla cassa di risonanza dell'utero, accarezzano la bocca del feto. L'emozione è così forte che il suo cuore accelera, il feto si stira, gira la testa, succhia il pollice o sgambetta.

Le tracce mnemoniche di esperienze corporee, il ritmico alternarsi fame-sazietà, di vuoto-pieno, freddo-caldo rappresentano gli elementi costitutivi della soggettività. Con il suo movimento il neonato comunica con la madre, conosce esplora il mondo, costruendosi la mappa della realtà e le graduali simbolizzazioni da cui deriveranno linguaggio e pensiero. Questi dati sottolineano, perciò, che lo sviluppo della memoria riguarda un processo non solo mentale, ma anche corporeo; la mente, cioè,

come entità incorporata, si sviluppa e si configura con il movimento, con sensazioni corporee da cui matura e si organizza. I significativi studi sulla memoria, hanno posto in luce che il cervello dispone e matura dati motori, sensoriali e cognitivi in vari circuiti neuronali, entro schemi organizzati fuori dal registro della coscienza: si tratta di aspetti connessi al linguaggio, gestualità, mimica, paure. Le memorie esplicite corrispondono a ciò che definiamo ricordi; mentre il bagaglio arcaico di tipo percettivo, somatico, relazionale ed emotivo, si dispone nei flussi delle memorie implicite. I contenuti che interessano mimica, tono della voce, direzione dello sguardo, cioè aspetti fondanti la personalità, possono affiorare in atteggiamenti, immagini, impulsi ad agire e cambiamenti di umore. Si tratta di memorie che rimandano ad esperienze sensoriali primordiali (fenomeni innati come il sorriso). Nel primo periodo della vita in cui si esperiscono affetti.molto forti, ravvisabili insensazioni di benessere o malessere, si sedimentano memorie più intense, nonostante la noncompleta maturazione del cervello. Queste forme si imprimono nei tracciati della memoria implicita che non accede, tuttavia, al pensiero ed al linguaggio, si avvicina all'inconscio, che custodisce trame fondanti dell'organizzazione della personalità e del carattere dell'individuo. Il processo delle memorie esplicite si organizza nel secondo anno di vita, con la maturazione dell'ippocampo, quando il bambino ha già raggiunto una serie di conoscenze sulla realtà: aspettative e progetti sulle persone che lo circondano, movimenti da compiere per evitare situazioni di pericolo. La caratteristica dei neuroni specchio (mirror neurons) è il loro attivarsi sia durante lo svolgimento di un'azione, sia quando osservata l'azione compiuta da un altro. In questo senso.un'azione compiuta da una persona, ad esempio dalla madre, provocherebbe nel bambino l'attivazione dei neuroni specchio, come un'automatica simulazione, come se fosse lui stesso ad agire. Avverrebbe, dell'azione che ne permetterebbe la comprensione come dall'interno. Come per la conoscenza degli oggetti, anche per la comprensione delle azioni siamo di fronte ad una comprensione del tutto implicita; inscritta e compresa senza che ciò richieda operazioni conoscitive esplicite. L'insula è posta nello spessore della scissura laterale (di Silvio), per cui essa risulta visibile soltanto dopo demolizione di tutti gli opercoli. L'insula è composta da una sola faccia laterale, che si divide in due porzioni dedicate all'elaborazione delle emozioni, ed in particolare alla trasformazione degli input delle mirror neurons.

Nell'osservatore codificano in termini sensoriali in reazioni viscerali, emozionali l'osservazione delle emozioni dell'altro. Questo meccanismo sarebbe alla base dell'empatia e a fondamento dell'instaurarsi e del consolidarsi dei legami interindividuali. Infine del sistema mirror, sono a sostegno dell'ipotesi che nel corso della filogenesi lola sensibilità sviluppo di questo sistema abbia fornito il substrato neurale necessario per la comparsa e l'evoluzione delle prime forme di comunicazione interindividuale, dapprima gestuale e poi verbale; e che nell'ontogenesi (fasi dello sviluppo) i mirror neurons svolgano un ruolo fondamentale nell'acquisizione del linguaggio e dell'intelligenza linguistica, a partire dall'imitazione dei movimenti delle labbra e del volto. L'azione ed il movimento determinano, quindi, la costruzione di uno spazio intersoggettivo in cui si sviluppa il funzionamento della mente del bambino.

Tutto questo materiale mnemonico diprimitive esperienze di relazione e di reazioni favorevoli o difensive, a seconda dei casi, non farà parte del patrimonio della memoria esplicita, ma di una memoria del corpo che fonderà la base per le future costruzioni autobiografiche del bambino: guiderà il suo modo di muoversi nel mondo e di relazionarsi agli altri, la sua vita affettiva, le sue scelte operative, tutto il suo comportamento. Memorie implicite ed esplicite rappresentano, comunque, processi inseparabili, poiché numerose tracce non impresse in ricordi sono assimilate dalla coscienza, anche se la frustrazione o peggio la traumatizzazione di primarie esperienze produce la loro alterazione e deformazione. Se l'oblio dell'evento traumatico è soggetto a vari fattori come la durata e la ripetitività dell'esperienza, pare accertato che il trauma, ripetuto e prolungato, in un'epoca della vita sprovvista della capacità rappresentativa,non si imprimerebbe in maniera unitaria ma con traccea macchie o con nuclei incistati.(66) In altri termini esperienze traumatiche non custodite in ricordi si fisserebbero in tracce cheri-emergono in sensazioni somatico-affettive, in inquietudini emotive o in impulsi ad agire.Il rapporto stress e memoria informa, infatti, che stress troppo alti o troppo bassi portano ad unnumero esiguo o all'assenza di ricordi; mentre stress moderati intensificherebbero la capacità diricordare.Bollas (1987) osserva giustamente che il trauma o ricordato o incistato nel conosciuto nonpensato, altera l'organizzazione psichica sul piano della temporalità.In altri termini, affetti spiacevoli e precoci rimasti sullo sfondo, prima della maturazionedell'ippocampo, possono in certe circostanze riattivarsi per l'iperazione di ormoni specifici chebombardano ed inibiscono l'ippocampo, in immagini, fantasie e sensazioni senza tempo e senzaspazio.Sembra, quindi, che leesperienze traumatiche, sia quelle assunte a livello di ricordo, sia quelle che modificano l'intera organizzazione psichica. Molte memorie, riferite a tempi preverbali, non possono sperare di emergere se non veicolate da operazioni sostitutive, le cosiddette memorie schermo o da rimaneggiamenti successivi. Altre memorie spostate nello spazio o nel tempo appariranno come travestite da false apparenze. Se ci rivolgiamo al versante dell'adozione, gli studi e le ricerche attuali sulla memoria, non sembrano suffragare l'idea piuttosto diffusa che nel bambino adottato da piccolissimo il passato non produca esiti problematici sulla sua evoluzione, essendo il ricordo completamente perduto e privo di risonanza sulle future esperienze di vita. Bauer ed altri (1998) rilevano che nei primi 2 anni di vita i bambini sono in grado di assimilare ricordi di eventi specifici anche a distanza di tempo e che dai 2 anni in poi rievocano fatti.

quotidiani dopo alcuni mesi. La complessità delle tracce mnestiche e la previsione di una loro possibile riattivazione, consentono anche continui rimaneggiamenti e rivisitazioni. Come affermava Socrate: conoscere non è un riconoscere, ma un costruire. Sulla memoria e sulle vicissitudini di questo processo, ci introduce in un'area (70) Il discorso intimamente connessa significativa sul versante adozione: l'area del linguaggio.

Il linguaggio, come la memoria si organizza in un corredo di interazioni tra bambino ed ambiente; prima somatico, motorio, gestuale, mimico, esso si origina in un contesto in cui le stesse operazioni hanno già acquistato valore simbolico; ciò significa che la funzione linguistica si struttura nella mente del bambino molto prima che questi inizi a parlare.

Le ricerche sul campo evidenziano al riguardo che già a 3 mesi il neonato è più attento alla voce della madre che dell'estraneo; anzi il feto percepirebbe la

Voce materna attraverso il liquido amniotico e sarebbe molto sensibile alle sue intonazioni. A pochi giorni dalla nascita il neonato saprebbe distinguere la lingua materna e privilegerebbe la voce materna tra quelli che parlano, se la madre comunica con la stessa solita intonazione; invece, se il tono materno si modifica, il neonato sembrerebbe non mostrare alcuna risposta preferenziale.

Studi recenti rilevano che il neonato è capace di giungere ad una precoce organizzazione del rumore circostante, differenziando le sillabe in base al tempo di attacco verbale. Le ricerche di Spitz (1965) evidenziano al riguardo che se viene a mancare totalmente una figura che crea con il bambino una relazione esclusiva e privilegiata, questi possa addirittura morire.

Nell'adozione internazionale, se riflettiamo al cambiamento di nome delle cose, non possiamo non rilevare la drammaticità di tale operazione: il cambiamento della parola implica il cambiamento dell'oggetto.

nominato.(72) Queste considerazioni assumono particolare significato se le colleghiamo al cambiamentonon infrequente nell'ambito dell'adozionedel nome nel bambino adottato, fenomenointernazionale. Al riguardo, la scrittrice di origine polacca Eva Hoffman che emigrò durantel'adolescenza negli Stati Uniti; ella esprime il senso di profonda confusione quando il primoil nome della sorella ed il suo furono cambiati dall'insegnante.giorno di scuola in AmericaAnche quando non si è più chiamati con il vezzeggiativo del proprio nome dai familiari, si perdeinevitabilmente anche quella parte vezzeggiata di se stessi e, quindi, di una parte del proprio sé.Nel testo citato, gli autori delineano, infatti, il caso di una paziente che racconta il penososentimento di mancanza di una sua parte interna vezzeggiata e prediletta dopo la morte delnonno: unica persona a chiamarla Elka, il corrispettivo in lingua ebraica del suo nome.(73) Sottolineando gli

aspetti specifici di Emozioni, Memoria e Linguaggio ed i numerosi riferimenti di studi e
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
20 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BalboFonseca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della proprietà industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof De Sanctis Ornella.