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FORME CLINICHE:
Paranoide: deliri, allucinazioni uditive monotematiche, sintomi negativi poco evidenti; inizio tardivo e prognosi più
• favorevole
Disorganizzata: più frequente, insorgenza precoce, eloquio e comportamento disorganizzato, affettività appiattita o
• inadeguata, prognosi negativa
Catatonica: disturbi del comportamento motorio, arresto psicomotorio con catalessia, rigidità, posture bizzarre, mutacismo,
• negativismo, oppure estrema eccitazione afinalistica e non coordinata
Indifferenziata: non soddisfa i criteri per le precedenti categorie
• Residuale: sintomi residui di malattia senza deliri, allucinazioni, disorganizzazione
•
Diagnosi differenziale:
Neoplasie cerebrali, Huntington, epilessia, infezioni del SNC, iper- e ipo-tiroidismo, condizioni metaboliche, malattie
• epatiche o renali, sostanze psicoattive → Escludere cause organiche e osservare se è presente disorientamento temporale e
alterazioni dello stato di coscienza, assenti nella schizofrenia!
Disturbo psicotico breve e disturbo schizofreniforme → Attenzione alla durata!
• Disturbo dell'umore con manifestazioni psicotiche e disturbo schizoaffettivo → sintomi affettivi altalenanti!
• Disturbo delirante → Non ci sono allucinazioni e bizzarrie!
•
Trattamento farmacologico: neurolettici o antipsicotici tipici e atipici (agiscono anche sui sintomi negativi) [Prozapina] (tremore,
irrequietezza), stabilizzatori del tono dell'umore e BZD
Fase acuta: controllo dei sintomi psicotici acuti, dell'agitazione, dell'insonnia, miglioramento del funzionamento sociale
• Fase di stabilizzazione: prevenzione delle ricadute precoci, miglioramento dell'adattamento alla comunità, trattamento
• dell'eventuale depressione post-psicotica
Fase di mantenimento: riduzione delle ricadute, miglioramento del funzionamento
•
Trattamento non farmacologico
T. psicosociale → consapevolezza e riconoscimento della malattia (da parte del paziente), utilizzo delle risorse per
• migliorare rendimento sociale e lavorativo, prevenire ricadute, migliorare la qualità della vita.
Sostegno alla famiglia (individuazione degli eventi familiari stressanti, che possono causare eventi acuti nei pazienti)
• Comunità terapeutiche riabilitative (protetto, non protetto), centri diurni, cooperative, Psicoterapia, Famiglia
(madre-bambino, T del doppio legame, alta emotività espressa → favoriscono schizofrenia, T della deriva sociale) →
programmi psicoeducativi.
DISTURBO SCHIZOFRENIFORME
Disturbi attenuati, rispetto alla schizofrenia. E' caratterizzato da sintomi psicotici relativamente stabili che soddisfano i criteri della
schizofrenia, senza deterioramento, che durano almeno 1 mese e meno di 6 mesi (differenziale con la schizofrenia). L'insorgenza è
rapida e i sintomi sono presenti per la maggior parte del tempo.
Sono da escludere i d. dell'umore, d. organici, uso di sostanze.
6. DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
“Disturbo dell'umore (episodio depressivo o maniacale o misto) nel corso di una situazione clinica caratterizzata dalla presenza dei
sintomi che soddisfano il criterio A della schizofrenia; tali sintomi devono essere manifestati per almeno 2 settimane senza
alterazioni dell'umore.”
I sintomi sono sia di tipo affettivo che schizofrenico.
Epidemiologia
Disturbo più comune tra le donne, prevalenza inferiore a quella della schizofrenia. Nei familiari di soggetti con disturbo
schizoaffettivo, aumenta il rischio di disturbi dell'umore.
Eziopatogenesi: studi insufficienti
Caratteristiche cliniche
La prognosi è migliore di quella della schizofrenia (sintomi residui e negativi meno gravi), ma peggiore della prognosi dei disturbi
dell'umore. Possibile associazione con uso di alcol, sostanze e tentativi di suicidio.
Diagnosi
Differenziale con schizofrenia (è d. schizoaffettivo solo quando la durata dell'alterazione dell'umore è una considerevole parte della
durata totale).
Differenziale con disturbo delirante (alterazioni dell'umore, deliri NON bizzarri)
CRITERI DIAGNOSTICI
A. Un periodo ininterrotto di malattia durante il quale, in qualche momento, si manifesta un Episodio Depressivo Maggiore, un
Episodio Maniacale, oppure un Episodio Misto in concomitanza a sintomi che soddisfano il criterio A per schizofrenia (l' Episodio
Depressivo Maggiore deve includere il criterio “umore depresso”).
B. Durante lo stesso periodo di malattia, si sono manifestati deliri o allucinazioni per almeno 2 settimane in assenza di rilevanti
sintomi dell'umore.
C. I sintomi che soddisfano i criteri per un episodio di alterazione dell'umore sono presenti per una considerevole parte della durata
totale dei periodi attivi e residui della malattia.
D. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.
Sottotipi:
Bipolare (se il disturbo include un Episodio Maniacale o Misto, o un Episodio Maniacale o un Episodio Misto ed Episodi
• Depressivi): più frequente nei giovani adulti, evoluzione più favorevole.
Depressivo (se il disturbo include soltanto Episodi Depressivi Maggiori): più frequente in età avanzata, episodi di durata
• maggiore.
Trattamento
T. farmacologico: stessi farmaci che si usano per la cura della schizofrenia (antipsicotici) e dei disturbi dell'umore (antidepressivi e
stabilizzatori del tono dell'umore).
7. PSICOSI ACUTE BREVI
“Serie di disturbi che, pur essendo difficile attribuire un'identità sindromica, hanno delle caratteristiche comuni che riguardano la
modalità di insorgenza (acuta e spesso in relazione ad eventi), aspetti psicopatologici (deliri, allucinazioni, rottura del rapporto con
la realtà) e decorso (rapido e favorevole), tali da poterli descrivere in un unico quadro clinico.
Epidemiologia
Insorgenza in età giovane adulta, non frequenti, ma rappresentano il 3-5% delle persone ricoverate d'urgenza nei servizi psichiatrici.
Quadro clinico
Fase prodromica: stato di ansia intensa; sensazione di cambiamento indefinibile e inesprimibile, riguardo alla propria
• identità e al mondo circostante, che diventa ostile e minaccioso; sensazione di estraneità del proprio corpo, vissuti di
depersonalizzazione, atmosfera dell'ambiente persecutoria, stato di perplessità (mimica facciale), disforia, insonnia.
Fase di stato:
• Deliri (persecutori, mistici, di grandezza: tutti variabili e intrecciati, senza continuità)
◦ Allucinazioni uditive
◦ Disorganizzazione del pensiero: eloquio alterato (logorrea → blocco), sconnesso, incoerente, subisce arresti, deraglia.
◦ Stato di coscienza: consapevolezza di sé e dell'ambiente, ma presenza di uno stato sognante (oniroide, crepuscolare); il
◦ soggetto ricorda questi momenti.
Disorganizzazione del comportamento: agitazione, incoerenza senza finalità, rallentamento, arresto catatonico, atti
◦ talvolta aggressivi.
Turbe del sonno (insonnia)
◦ Compromissione dell'umore: manifestazioni ora euforiche ora depressive.
◦
Decorso e prognosi
Durata variabile, da qualche ora a non più di 30 gg, risoluzione progressiva o critica, possibilità d recidive.
Prognosi favorevole: alto equilibrio e adattamento premorboso, assenza di tratti schizoidi e schizotipici, mancanza di una generica
predisposizione autistica, mancanza di familiarità schizofrenica, bassa rilevanza dell'evento scatenante.
Diagnosi (più precoce è, meglio è!)
Esclusione di schizofrenia (brevità del decorso, assenza di s. negativi), disturbi dell'umore (assenza di familiarità, assenza di
disturbo bipolare), cause organiche specifiche (tossiche, astinenza da alcool o sostanze → delirium), epilessia, condizioni mediche
generali.
Terapia: Ricovero in reparto psichiatrico.
T. farmacologico: sedazione rapida per agitazione, ansia e sofferenza, e ripristino del sonno (riequilibrio) → BZD (diapezam e
lorazepam) associate a neurolettici sedativi (clorpromazina, aloperidolo).
Curare la relazione con il gruppo curante, promuovere il dialogo, trattamento psicoterapeutico (con motivazione adeguata), quando
il paziente ha superato l'episodio acuto.
Psicosi post-partum
Deliri e depressione, pensieri negativi verso sé e verso il neonato.
Epidemiologia: 1 caso / 100 parti
Eziologia: cambiamento critico dei livelli ormonali, espressione di personalità patologica o disturbo mentale.
Differenziale con depressione post-partum (si risolve spontaneamente), disturbi secondari a trattamenti, infezioni, etc.
Decorso: prognosi buona, ma elevato rischio di infanticidio, se non trattato adeguatamente.
Trattamento: sospensione dell'allattamento, intervento immediato di tipo sedativo e anti-depressivo, antipsicotico (se serve),
integrato con psicoterapia.
8. DISTURBO DELIRANTE PERSISTENTE (PARANOIA)
“Singolo delirio o serie di deliri intricati, persistente, monotematico (spesso persecutorio), sistematizzato, stabile, non bizzarro,
circoscritto prevalentemente attorno ad un tema con una coerenza e una logica interna (personalità intatta: diagnosi differenziale con
schizofrenia)”.
Epidemiologia: disturbo raro, esordio tardivo (40-50 anni), prevalenza nelle F.
Eziologia: importanza del fattore genetico (presenza di schizofrenici in famiglia); gangli della base e sistema limbico.
Clinica: durata superiore a 30 gg; esordio preceduto da personalità rigida e sospettosa; soggetto adeguato, pensiero coerente, idee
chiare e ordinate; contenuto ristretto, monotematico, alterato in senso delirante (deliri di persecuzione+allucinazioni uditive, gelosia,
erotomania, grandezza, somatico; Sindrome di Capgras, Fregoli, Kretschmer, Cotard); tono dell'umore relativamente normale;
Non vi è consapevolezza di malattia e il delirio può sfociare in aggressività e comportamenti lesivi.
CRITERI DIAGNOSTICI
A. Deliri non bizzarri (situazioni che ricorrono nella vita reale), che durano almeno un mese.
B. Il criterio A per la schizofrenia non è risultato soddisfatto.
C. Il funzionamento, eccetto per il delirio, non risulta relativamente compromesso, e il comportamento non è eccessivamente
stravagante o bizzarro.
D. Se gli episodi di alterazione dell'umore si sono verificati in concomitanza ai deliri, la loro durata totale è stata breve relativamente
alla durata dei periodi deliranti.
E. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.
Diagnosi differenziale con schizofrenia, disturbo paranoide di personalità, disturbo dell'umore e demenza iniziale.
Decorso: disturbo stabile, con decorso lento e progressivo. Evoluzione favorevole con esordio acuto e sesso F.
Terapia: è difficile a causa dell'anosognosia, bisogna cercare di stabilire un rap