Medusa, un mostro dal fascino mortifero

La terrificante creatura che con lo sguardo pietrifica gli esseri umani è per alcuni una bellissima fanciulla, violata da Poseidone e punita da Atene. Oggetto di timore o di pietà, Medusa diventa infine una giovane sorridente e libera

Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso; / ché se ’l Gorgón si mostra e tu ’l vedessi, / nulla sarebbe di tornar mai suso». Nel nono canto dell’Inferno Virgilio e Dante hanno quasi raggiunto la città di Dite quando le tre Furie, mostri infernali, scagliano contro di loro la minaccia di Medusa, la Gorgone in grado di pietrificare all’istante chi la guarda. L’invocano perché fermi e uccida Dante e per questo la sua guida, Virgilio, gli intima di voltarsi indietro e di chiudere gli occhi, come aveva fatto l’eroe greco Perseo. Altrimenti Dante non riuscirebbe a compiere il viaggio iniziatico e a tornare indietro sulla Terra. Virgilio si premura perfino di proteggere il "sommo poeta" coprendogli gli occhi con le proprie mani purché si salvi dallo sguardo della terribile creatura. Poco dopo è lo stesso autore della Commedia a rivolgersi ai lettori, invitandoli a scorgere dietro quei «versi strani», e quindi dietro quella misteriosa figura, una «dottrina», cioè un insegnamento e un significato allegorico.

'Scudo con testa di Medusa'. Michelangelo Merisi da Caravaggio. 1598 circa. Galleria degli Uffizi, Firenze

'Scudo con testa di Medusa'. Michelangelo Merisi da Caravaggio. 1598 circa. Galleria degli Uffizi, Firenze

Foto: Pubblico Dominio

Simbolo di morte?

Per secoli studiosi hanno fornito molteplici spiegazioni alla Medusa dantesca: alcuni vi hanno intravisto il terrore, l’oblio degli obblighi cristiani, il demone dell’eresia, l’ostinazione... Al di là del significato che Medusa riveste per Dante – un mistero di cui non si verrà forse mai a capo –, è indicativa la presenza della donna dalla capigliatura di serpenti quale intimidazione letale e terrificante. E in effetti Medusa, una delle tre Gorgoni, è stata spesso associata alla morte e alla paura. Ma è sempre stato così?

Come altri mostri greci e come altre donne del mito, Medusa è contradditoria, sfuggente, temibile e affascinante. Di certo in molti la ricordano per la testa anguicrinita, ovvero con la chioma di serpenti, riprodotto da pittori del calibro di Rubens e Caravaggio, ma probabilmente in pochi sanno che Medusa è stata sia un simbolo infernale sia un’effigie protettiva.

Di lei si possono ricostruire testimonianze dal periodo arcaico, forse addirittura dal Neolitico: i serpenti la collegano a numerosi miti primitivi. Esiodo, nella sua Teogonia, illustra la genealogia di Medusa, che nasce da Ceto e Forco, due divinità dei mari. Con le sue due sorelle, Euriale e Steno – loro immortali, lei mortale –, vive ai confini del globo, nell’oceano delle Esperidi, ai limiti del mondo occidentale allora conosciuto. Poiché il mare rappresenta per i greci il mistero e la morte, Medusa diviene una delle personificazioni dei vari ostacoli che possono “pietrificare” e far perdere la vita ai naviganti. Non a caso Omero, nell’Odissea, la colloca nell’Ade, dove Odisseo ha paura che Proserpina, dea degl’inferi, gliela possa gettare addosso.

'La Medusa'. Pieter Paul Rubens. 1618. Kunsthistorisches, Vienna

'La Medusa'. Pieter Paul Rubens. 1618. Kunsthistorisches, Vienna

Foto: Pubblico dominio

Nell’altro capolavoro omerico, l’Iliade, s’insinua un’interpretazione diversa di Medusa, quando compare raffigurata sullo scudo della dea Atena. Medusa è anche una protezione per chi l’indossa. E in tale veste si mostra spesso nei gorgoneia, riproduzioni apotropaiche poste in tempi antichi sulle soglie delle case, nel vasellame, sugli scudi. Medusa ferisce, Medusa protegge.

L'avvento di Perseo

Eppure è ancora sola, senza l’eroe che ne esalta o mortifica le gesta. Al pari di altri miti greci, nel periodo classico le viene quindi affiancato un prode guerriero: Perseo, il figlio di Danae, che fu messa incinta da Zeus sottoforma di pioggia d’oro.

Secondo le versioni di tale periodo, Medusa è ora sia la nemica sia lo strumento di Perseo, che vorrebbe offrire un regalo nuziale al padre adottivo, il tiranno Polidette. Pur di eliminarlo per dedicarsi indisturbato alla madre di lui, Danae, Polidette chiede al giovane la testa della Medusa. Quale migliore omaggio quello di una donna letale, del resto? Aiutato da Atena, Perseo si procura dalle tre Grazie i calzari alati, un elmo che rende invisibili e un sacco dove riporre il trofeo. Lungo il cammino s’imbatte pure in Ermes che, in certe versioni, gli porge il falcetto con cui eliminare il mostro. Perseo va perciò alla conquista della Medusa, che nel frattempo se ne sta per conto suo in riva all’oceano, ignara. L’eroe l’uccide, la decapita, e dal collo reciso della Gorgone nascono Pegaso, il cavallo alato, e l’eroe Crisone, o Crisaore. Le sorelle di Medusa, Steno ed Euriale, si accorgono del misfatto e inseguono Perseo che, proprio durante la fuga, scorge una bellissima fanciulla incatenata a una roccia e minacciata da un drago marino. Ecco che, sempre secondo alcune varianti, tira fuori dal sacco la testa della Gorgone e pietrifica il drago, guadagnandosi i favori e l’amore della ragazza, Andromeda.

'Perseo, sotto la protezione di Minerva, trasforma Phineus in pietra brandendo la testa di Medusa'. Jean Marc Nattier. Musee des Beaux-Arts, Tours, France

'Perseo, sotto la protezione di Minerva, trasforma Phineus in pietra brandendo la testa di Medusa'. Jean Marc Nattier. Musee des Beaux-Arts, Tours, France

Foto: Pubblico dominio

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Orripilante e terribile

Inesorabilmente incastonata nel mito di Perseo, viene da chiedersi se Medusa sarà davvero nata con quella capigliatura di serpenti e lo sguardo che uccide. Racconta Ovidio nelle Metamorfosi che «Medusa era di una bellezza meravigliosa, e fu desiderata e contesa da molti pretendenti, e in tutta la sua persona nulla era più splendido dei capelli [...] Si dice che il signore del mare la violò in un tempio di Minerva: la figlia di Giove [...] trasformò i capelli della Gorgone in schifosi serpenti». Medusa violata, quindi, e punita per l’oltraggio da Atena, che ne porta i serpenti sull’egida o sul petto. In alcune tombe di epoca ellenistica invece diviene addirittura simbolo di fertilità e prosperità.

'The Baleful Head'. Edward Burne-Jones. Perseo permette ad Andromeda di osservare il riflesso della testa di Medusa. 1885. Staatsgalerie Stuttgart, Germania

'The Baleful Head'. Edward Burne-Jones. Perseo permette ad Andromeda di osservare il riflesso della testa di Medusa. 1885. Staatsgalerie Stuttgart, Germania

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Il destino per lei sembra mutare, ma nella storia irrompe il Medioevo, che la relega ancora nel terrore e nel mostruoso, quale donna tentatrice e portatrice di vizi – Dante ne offre un valido esempio. Solo nel Rinascimento la Gorgone torna a essere seducente e a decorare armi e scudi, come quelli dei Medici. Rimane comunque sospesa tra fascino e orrore, tra ammirazione e repulsione. Nei ritratti che di lei fanno Caravaggio o Rubens, e molto più tardi lo svizzero Böcklin, si legge il raccapriccio, sì, ma anche un incanto mortale, se non persino una certa pietà per quel corpo sfregiato, quello sguardo incredulo, che non ancora non si capacita dell’azione a tradimento di Perseo. Medusa è pur sempre una ragazza violata, o una creatura malvagia che al momento dell’uccisione da parte dell’eroe non costituisce certo una minaccia.

Malgrado ciò, assumerà di nuovo i panni dell’essere pauroso e selvaggio nel Fregio di Beethoven di Klimt (1902) in cui, assieme alle sorelle e al mostro Tifone, incarna quelle forze simboliche ostili al percorso iniziatico del pittore/cavaliere, che deve lottare per affermare il trionfo universale dell’arte. Antitesi delle tre Grazie, Medusa, Steno ed Euriale sono la morte, la malattia e la follia. E così, con il suo sguardo ambiguo e la maledizione che l’ha contraddistinta per secoli, rimane la "Medusa funesta" finché una scrittrice, Hélène Cixous, la riabilita in uno scritto fondamentale per l’ondata di rivendicazioni femministe degli anni settanta. Il saggio s’intitola, non a caso, Il riso della Medusa (1975), ed è un richiamo per le donne a riappropriarsi del proprio corpo e di un nuovo linguaggio. Perché Medusa, in realtà, non è altro che una bellissima ragazza, e ride felice.

Particolare del 'Fregio di Beethoven' in cui si possono ammirare le tre gorgonie. Gustav Klimt. 1902. Österreichische Galerie Belvedere, Vienna

Particolare del 'Fregio di Beethoven' in cui si possono ammirare le tre gorgonie. Gustav Klimt. 1902. Österreichische Galerie Belvedere, Vienna

Foto: Pubblico dominio

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