Extrapolations – Oltre il limite: il futuro dietro l’angolo

 
 

Da una filmografia come quella del regista e sceneggiatore americano Scott Z. Burns non sorprende il suo prodotto più recente: Extrapolations – Oltre il limite (Apple TV+), una serie antologica volta a parlare delle conseguenze della crisi climatica in un futuro spaventosamente prossimo.

La recente piattaforma Apple TV+ si era dimostrata da tempo interessata a una produzione originale su questa tematica e Burns si presentava come un ottimo candidato. Sceneggiatore di Contagion (2011), film definito da alcuni “profetico” poiché sulla diffusione di una pandemia che si origina in Cina a cui una troupe di medici cercano di trovare un vaccino, Burns è stato anche il produttore di Una scomoda verità (2006), documentario premio Oscar avente come protagonista l’ex vicepresidente degli USA Al Gore che parla del problema mondiale del riscaldamento globale. Da Contagion Burns riprende la struttura narrativa: il film segue diversi personaggi in vari luoghi del mondo le cui azioni e le cui vite si intrecciano in qualche modo con quelle degli altri. In Extrapolations il salto non è soltanto spaziale, ma anche temporale. Gli otto episodi si distribuiscono su un arco di poco più di trent’anni, si inizia nel 2037 e si finisce nel 2070. 

Si scopre che l’Accordo di Parigi del 2015, che aveva come obiettivo principale quello di mantenere al di sotto di 1,5 gradi centigradi la crescita della temperatura media globale, è venuto meno. Ma “non è colpa di nessuno, vero”? Come per le odierne manifestazioni di Fridays for Future, la popolazione scende in piazza a protestare mentre a decidere le sorti dell'umanità e del mondo intero sono le delegazioni dei vari stati in quella che è ora la COP42. A trarre profitto da questa situazione sono ricchi miliardari e imprenditori, perché “l’uomo la cui casa è a fuoco è terribilmente facile da manipolare”. 

Come si deduce dal titolo, la serie è basata su modelli scientifici e ciò che mostra sono estrapolazioni, ovvero quello che si stima possa succedere supponendo che le tendenze esistenti continueranno ad andare nella stessa direzione. Infatti, i cataclismi mostrati nella serie sono semplicemente ingrandimenti di quello che già in questi anni sta succedendo in tutto il mondo: inondazioni, temperature alte, siccità. Al creatore, sceneggiatore e (per gran parte degli episodi) regista Burns è da stimare la dedizione e la volontà di portare alla luce temi terribilmente attuali come questo.

La linea narrativa è efficace ma perde talvolta dei colpi, soprattutto quando cerca di incastrare troppe nozioni e vicende in poco tempo. Avrebbe forse funzionato meglio se si fosse focalizzato su meno, ma con più calma, lasciando allo spettatore il momento per capire e, infine, riflettere. Nonostante il cast stellare (tra cui Marion Cottilard, Tobey Maguire, Edward Norton, Meryl Streep, Indira Varma e tanti altri), anche i personaggi risentono di ciò e come conseguenza viene loro a mancare credibilità, diventando ogni tanto persino caricaturali.

Il messaggio che ne esce fuori è comunque molto chiaro dall’inizio alla fine. Magari in futuro le guerre finiranno, l’uomo metterà piede su Marte, si sconfiggerà il cancro, ma a cosa vale tutto questo se poi l’uomo non avrà più un luogo in cui vivere? Illudersi di potersi svegliare magicamente in un mondo migliore non è più possibile e non ci si può arrendere e andare a casa perché questa è la nostra casa. Il futuro è ora.

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