Reggio Calabria, la drammatica lettera di un turista costretto a fuggire: “come fate a vivere così?”

Una famiglia, due bambini, le ferie a Reggio Calabria e un appartamento senz'acqua tre giorni su tre: così un turista è stato costretto a fuggire e ha inviato una lettera drammatica a StrettoWeb

StrettoWeb

R. è un affermato dirigente di origini siciliane per molto tempo trapiantato in Calabria. Costretto a trasferirsi al Nord per ragioni lavorative lo scorso anno, quest’estate aveva deciso di trascorrere le ferie con la famiglia a Reggio Calabria, la città che non aveva mai vissuto direttamente in centro ma che pure gli mancava tantissimo: un appartamento in affitto in pieno centro e “tutto sarà bellissimo”. Due bambini piccoli, un grande entusiasmo come solo quello che un cuore meridionale può provare ogni volta che torna a casa, volge lo sguardo al cielo così azzurro, al mare così blu, alle montagne a strapiombo sulla costa senza un metro di pianura.

E invece R. dopo soli tre giorni nel centro storico di Reggio Calabria è stato costretto a rinunciare alle ferie estive e abbandonare i sogni di gloria. E l’appartamento preso in affitto, nonostante fosse regolarmente dotato di autoclave. Ma in centro città non c’è un filo d’acqua, neanche per riempire la cisterna. Il servizio di autobotte del Comune è sospeso da tempo, persino i locali fanno fatica a pulire le stoviglie: nel bar sotto l’appartamento in affitto gli hanno risposto che è sempre così, l’acqua all’improvviso smette di uscire dai rubinetti mentre lavano le stoviglie e non sanno più come fare. “Ma come fate a vivere così?”R., profondamente deluso e colpito, ha scritto una lettera di una drammatica e struggente bellezza che pubblichiamo integralmente:

La città dei bronzi di Riace, della Magna Grecia, del bergamotto e dell’annona e vabbè… anche di tanto altro. Succede che, ammaliato dalle bellezze che Madre natura ha donato a questa città, decidi di trascorrere qui parte delle tue ferie. Organizzi, sistemi le valigie in auto, ti metti in viaggio e tutto procede più o meno bene fino alla meta. Finalmente raggiungi Reggio e riassapori subito quel caloroso disordine a cui ti eri abituato ma che, oggi, vedi da un’altra angolazione e, effettivamente, ti rendi conto che quel caloroso disordine nasconde mille problematiche, ma vabbè, ormai ci sei e ti godrai le agognate ferie. Sarebbe stato troppo bello se fosse stato vero e infatti, già la prima sera, ti rendi conto che questa città, benedetta dal Creatore, è stata vituperata negli anni, complice la politica, le istituzioni e soprattutto i cittadini, succubi e complici allo stesso tempo. L’olezzo della spazzatura non raccolta finanche sul corso principale della città, la sporcizia diffusa, i dissuasori mobili posizionati secondo necessità, i giovanotti che scorrazzano con le loro bici elettriche a velocità supersonica, ti inducono a tornare a casa dopo aver gustato velocemente un buon gelato. Una bella doccia rinfrescante e poi un poco di riposo. Quindi torni a casa, entri in doccia et voilà, manca l’acqua! Alle 22 della sera manca l’acqua, a Reggio Calabria città, in una casa affittata per le vacanze nel pieno centro storico. Sarà stato un caso, pensi da ottimista, e invece no, stanno facendo dei lavori, dicono, e quindi anche il giorno successivo rimani senza doccia e inizi a maleodorare come la munnizza che nel frattempo non è stata raccolta. Conclusione, decidi di lasciare la casa e sprogrammi le ferie che avevi programmato di fare in questa città di questo sud bellissimo e disgraziato. Si potrebbe parlare all’infinito delle bellezze straordinarie del territorio ma non si può non guardare in faccia la triste realtà e chiedersi chi e perché alimenta il pregiudizio senza preoccuparsi di risolvere i problemi “spiccioli” del cittadino. È oggettivamente riscontrata la presenza della criminalità comune e organizzata in questa città, ma è altrettanto oggettivamente riscontrabile che tale endemica presenza criminale stia diventando proprio l’alibi migliore, per molti. Le ferie, nel frattempo, sono finite”.

Una lettera struggente, carica d’amore per questa terra ma anche di consapevolezza. Una lettera che racconta un episodio che dovrebbe vergognare e imbarazzare gli amministratori di Reggio e i suoi cittadini, ormai purtroppo sempre più tristemente rassegnati a questo stato di cose. Indifferenti come se tutto questo fosse normale. In una città che in modo lento e inesorabile sta morendo con la peggiore delle agonie fatta di degrado, incuria e abbandono. Cambierà mai qualcosa? Cosa dovrà succedere ancora per destare i cittadini da questo torpore?

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