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"Stan? Grassottello e antipatico..."
"Stan? Grassottello e antipatico..."
"Stan? Grassottello e antipatico..."
Redazione
8 anni fa
Dopo il trionfo agli US Open, un giornalista ha scritto "un elogio da chi non lo ama": "Sei un campione!"

Distratti tra i mille elogi e commenti alla vittoria di Stan Wawrinka che si sono moltiplicati sui media di tutto il mondo negli ultimi giorni, ne è passato inosservato uno decisamente originale, a opera di una penna prestigiosa del vicino Belpaese.

"Sei brutto che non ti si guarda proprio. Soprattutto quando urli. E urli quasi sempre. Butterato neanche ti avessero bombardato sulla faccia da piccolo. Grassottello. Antipatico come nessuno, soprattutto a inizio carriera, quando per esempio un ragazzo tranquillissimo come Flavio Cipolla – adorabile intortatore di traiettorie – ripeteva che odiosi come te nel circuito ce n’erano pochi. Poi nel tempo migliori, per carattere (peggio era difficile) e soprattutto come giocatore. Eri l’eterno secondo dietro Federer, uno buono al massimo per l’oro in doppio alle Olimpiadi col Re."

Inizia così, con uno stile che definire senza peli sulla lingua sarebbe alquanto riduttivo, il commento redatto da Andrea Scanzi sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, dal titolo "Us Open, elogio breve di Wawrinka (scritto da chi non lo ama)". L'autore è un giornalista e scrittore toscano artefice di diverse biografie e saggi, oltre che vincitore del Premio Nazionale Paolo Borsellino e del Premio Lunezia.

"Arrivi a 28 anni che non hai fatto una finale Slam - scrive ancora Scanzi - Sembra finita lì. Poi invece ne fai 3 e le vinci tutte. Giocando da Dio, soprattutto le ultime due col Dittatore Sadico. Nel 2015 gli togli un Grande Slam già vinto, guadagnandoti la gratitudine eterna – e un posto in prima fila nel proscenio della Storia – come la Vinci con Serena Williams. Poi, con quel rovescio che ha una grazia che nulla c’entra con le tue urla e la tua bruttezza, arrivi a New York. Sembri in calo, soffri a ogni turno, rischi di perdere un set con Giannessi (non proprio Borg), annulli un match point a Evans (non proprio McEnroe). Quindi sali di livello ed estrometti il mio Del Potro. In semi disponi con relativo agio di Nishikori, che ti ha tolto di mezzo l’Hooligan Carnivoro Scozzese, per tutti vincitore in pectore. E all’ultimo atto incroci ancora il Dittatore Sadico, arrivato in finale giocando poco e sempre da solo. Neanche lui è al meglio, ma il favorito è lui."

Il tennista vodese sovverte però i pronostici, scrivendo la storia vincendo lo US Open 2016 ed entrando così nel ristretto novero dei tennisti capaci di imporsi in tre differenti tornei del Grande Slam. Un risultato che non può che raccogliere il consenso anche dei suoi detrattori: "Non tiferò mai per te, caro Stan The Man, e quel rovescio è proprio fuori luogo nella tua carrozzeria. Quella è roba da angeli tristi, da esteti malinconici: è roba da Edberg, ecco. Non sarò mai un tuo fan. Ma hai due p**** così. Hai talento, hai forza, hai abnegazione. Sei, eccome se lo sei, un Campione. E in tanti ti saremo sempre debitori per aver fatto piangere, due volte e nei prosceni a lui più cari, il Robot convinto di essere imbattibile. Quando imbattibile non era. C’mon."

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