Come lo yoga cambia la nostra percezione del corpo e del mondo

Lo yoga è una via per conoscere il mondo attraverso l'ascolto del corpo. Nel libro Respirare il mondo. Lo Yoga, il viaggio, il corpo come maestro, l'autrice spiega come adattare la pratica alle proprie esigenze attraverso alcuni pilastri-guida: il respiro, le radici, il rilassamento, il viaggio
Come lo yoga cambia la nostra percezione del corpo e del mondo
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L’arte dello Yoga è una porta per l’arte di vivere, anche oltre il tappetino? A questa domanda risponde il libro Respirare il mondo. Lo Yoga, il viaggio, il corpo come maestro, di Patrizia Foschi, edito da Giunti. Una narrazione che combina con armonia viaggi, esperienze personali e l'approfondimento di alcune tematiche sulla pratica dello yoga.

Respirare il mondo di Patrizia Foschi

Il viaggio nel mondo dello yoga con l'aiuto del respiro, così come lo studia e lo trasmette da oltre 30 anni l'autrice, è una pratica adattabile a se stessi, capace di cambiare la relazione con il proprio corpo e, di conseguenza, con la propria mente. Solo imparando ad ascoltare il nostro corpo, possiamo, infatti, entrare in risonanza con il mondo. Ecco quindi che lo yoga, così inteso, si configura come via di conoscenza prima di se stessi e poi del mondo. Un'arte di vivere, anche fuori dal tappetino. «Lo Yoga usa la fisicità come guida per conoscere se stessi, per osservare ed eventualmente liberarsi dai tanti condizionamenti che rendono il vivere ancora più complesso di quanto non sia. È il corpo che avvisa l'anima. Il corpo può essere usato come strumento per trasformare la coscienza ed entrare in contatto, attraverso la materia organica, con la parte più immateriale di noi stessi», scrive Foschi. 

Una nuova relazione con il corpo

«Si dice che l’anima avvisi il corpo. Ma cosa accadrebbe se pensassimo per un istante che il corpo avvisi l’anima, che l’aiuti ad adattarsi alla vita terrena, che sillabi, che traduca, che le porga il foglio, la penna, l’inchiostro con i quali l’anima può scrivere le nostre vite?». Questa citazione di Elaine Maginn Sonne che apre uno dei primi capitoli del libro, riassume l'idea di corpo che accarezza tutte le pagine. Secondo la visione inclusiva portata avanti dall'autrice: «Lo yoga è un viaggio dentro di sé, che parte dallo studio e dall’ascolto della materia per inoltrarsi in paesaggi nei quali la corporeità è conferma, riverbero, linguaggio, tessuto dello spirito». E ancora: «L'essere fisico si distacca da quelle scuole Yoga in cui esso rappresenta piuttosto qualcosa da domare, manipolare secondo un obiettivo da raggiungere, indipendentemente dalle proprie caratteristiche e peculiarità. Il corpo si configura come strumento per trasformare la coscienza ed entrare in contatto, attraverso la materia organica, con la parte più immateriale di noi stessi».

Secondo Pāṇini, grammatico sanscrito vissuto nel VI secolo A.C., la parola Yoga ha tre diverse radici, dai significati diversi, ma con suoni simili. La più utilizzata, quella che riporta anche Patrizia Foschi nel suo libro, è yug, che significa unire, legare insieme, collegare. «Con lo yoga uniamo le nostre innumerevoli parti, l’apparente separazione tra il corpo e la mente. Noi con ciò che ci circonda, l’ambiente, la comunità umana. Noi e l’infinito, il mistero». Ed ecco che la distinzione mente e corpo diventa solo una questione di forma. 

I pilastri-guida per trasformare lo yoga in un'arte di vivere

Il respiro. Respirare è l'azione fisiologica più ripetuta nel corso della vita. Nello yoga, il respiro è il ponte tra il corpo e la mente, e tra la mente e il corpo. La parte di Yoga denominata pranayama agisce sul respiro attraverso pratiche elaborate al fine di liberarlo dalle tensioni e dai condizionamenti non solo muscolari ma anche mentali. L'obiettivo è imparare le tecniche di pranayama per poi liberarsene, ovvero tornare a respirare spontaneamente, senza lasciare che la qualità del respiro sia condizionata dagli stati emotivi.  

Le radici. Foschi invita a rivalutare l'importanza dei piedi. Quando li poggiamo a terra, infatti, lungo la rete del sistema nervoso autonomo vengono trasmessi segnali che giungono a ogni parte del corpo-mente. I piedi sono uno strumento di consapevolezza, sono l'esperienza corporea del radicamento, un'esplorazione sensoriale che non porta ad appesantirsi, ma essere protesi verso lo spazio e a uno slancio interiore. 

Il rilassamento. Non è una pratica passiva, un semplice collassare fisico, un abbandono. Il rilassamento è attenzione priva di tensione. Un percorso di esplorazione durante il quale rimanere connessi alla percezioni. Una pratica in cui si dà consapevolezza al corpo tenendo la mente libera: la difficile arte di osservare i pensieri senza lasciarsi portare via. 

Il viaggio. Lo yoga è un viaggio dentro al proprio corpo, un'indagine che dal corpo permette di conoscere il mondo. Nel libro, l'autrice insegna che lo yoga è un viaggio non solo metaforico ma anche reale perché attraverso luoghi e culture possiamo scoprire cose di noi sempre nuove. Trovarsi in un posto molto lontano dal microcosmo abituale, costringe a superare paure, stereotipi, a mettersi in ascolto. «Quando si viaggia da soli, prestando attenzione alle proprie reazioni, si può diventare beneficamente porosi, ricettivi e disponibili a imparare», dice Foschi. Come lo Yoga acquieta i vortici della mente, «Paradossalmente, anche il viaggiare, nonostante i suoi stessi vortici, ha la capacità di acquietare la mente. Ci offre la possibilità di ridimensionare le nostre opinioni. Di lasciare il dubbio in sospeso senza dargli subito una risposta. Di veder cadere alcune delle nostre infrastrutture egocentriche». Il viaggio continua anche da fermi, un viaggio in essere, sempre con la stessa mentalità esplorativa e capacità di stupirsi. 

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