Gatto Bengala: tutto quello che vorreste sapere sul gatto più leopardato che ci sia

Molto costoso, ma amatissimo e super ricercato: il Bengala è figlio del mix fra gatto comune e Gatto Leopardo. Bellissimo, morbido e con la caratteristica pelliccia a macchie che ricorda il felino asiatico (con cui non è imparentato!). Ecco com'è il gatto che tutti vogliono
Adorable Bengal Cat Sitting on Isolated Black Background side view
Adorable Bengal Cat Sitting on Isolated Black Background, side viewSeregraff

Chiudete bene gli acquari e mettete sotto chiave i criceti. Il vostro Gatto di Bengala, bellissimo e affascinante come uno splendido leopardo, non li perdonerebbe. Troppa la sua esuberanza e l’innata passione per la caccia: pesci, uccellini, piccoli topi e anche le lucertole non riuscirebbero a sfuggire alla sua inguaribile ricerca della preda e alla sua inesauribile energia. A parte ciò il vostro meraviglioso esemplare nato, almeno sei generazioni fa, dall’unione di un gatto domestico e di Gatto Leopardo (Prionailurus bengalensis) ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo incontrastato divo della casa. Troppo bello quel manto leopardato, dalla pelliccia fitta, sontuosa, eccezionalmente morbida al tocco e così lucida da sembrare splendente. Troppo elegante il corpo, slanciato, muscoloso e sinuoso come in perenne attesa di un balco in avanti. Troppo languido quello sguardo, occhi ovali che virano leggermente nella mandorla, magnetici e selvaggi. Metteteci anche un’indole giocherellona, una propensione alle coccole, un forte attaccamento all’acqua e a tutti i possibili giochi “umidi”, ed ecco che il vostro Gatto Bengala è pronto per diventare il padrone indiscusso del sofà casalingo.

GlobalP

L'esperto: «temperamento esuberante, cacciatore nato e grande amante dell'acqua»

«Parliamo di un gatto dal temperamento esuberante, con un istinto alla caccia molto sviluppato, che ha ereditato alcune caratteristiche comportamentali dal suo “avo”, il Gatto Leopardo, da cui è stato ibridato grazie all’accoppiamento con un gatto domestico – spiega Marco Antonelli etologo del WWF. – All’inizio degli anni ’90 è stato riconosciuto come Gatto Bengala e da allora sono nati i primi allevamenti. Un po’ come quello che è successo per il Lupo Cecosclovacco, il desiderio delle persone di possedere tutto ciò che è bello e selvatico ha creato una moda e ora il Gatto Bengala è ricercatissimo proprio per la bellezza che gli deriva dallo splendido mantello che ricorda quello del Leopardo anche se, va sottolineato, non ha nulla a che fare con questo felino, classificato come Panthera».

Bengal cat running on an exercise wheel at its home in the North East of England.SolStock

In origine era selvatico, ora è domestico. Ma, per comprarli, il pedigree e il libretto sanitario sono fondamentali

Dopo l’ibridazione iniziale e con le successive generazioni il gatto Bengala ha perso sempre più le sue caratteristiche “selvatiche” che gli derivavano dal Gatto Leopardo e si è maggiormente “addomesticato”. Dai primi incroci con il felino asiatico, infatti, erano nati i primi Bengala di prima generazione. La successiva generazione era ancora semi-selvatica. Solo dopo la sesta generazione i Gatti Bengala possono essere definiti gatti domestici. Oggi, infatti, si considera puro ogni esemplare che, almeno per sei generazioni, sia il frutto di accoppiamenti esclusivamente fra Bengala e che non sia stato di nuovo “inselvatichito” con l’accoppiamento con un selvatico. «È una pratica assolutamente fuorilegge che a volte è stata riscontrata e sanzionata in allevamenti molto poco etici. L’obiettivo è quello di far emergere tratti più selvatici e rendere il gatto più “attraente” per il compratore, ma è vietato dalla legge». Per chi ne vuole uno l’unica strada è affidarsi ad un allevatore serio che, per esserlo, non esiterà a fornirvi, al momento dell’acquisto, il suo pedigree accompagnato da libretto sanitario, a conferma delle vaccinazioni obbligatorie e dello stato di salute generale. Diffidare da chi alza il prezzo per fornire il pedigree, come quello prodotto da ENFI, l’Ente Nazionale Felinotecnica Italiana: non è un accessorio ma un elemento fondamentale per definire la provenienza dell’animale.

A bengal cat stares at 3 goldfish in swimming in a fish bowl while he drops a gold hook down to catch them.A very funny conceptual image.Photo by marianna armata

Fedele e curioso, intraprendente e atletico: ma attenti agli altri piccoli animali di famiglia!

Il Bengala, a differenza del Gatto Leopardo che vive in tutto il sud est asiatico ma anche in Corea, India e Pakistan, è invece a tutti gli effetti un gatto domestico: sei sette chilogrammi al massimo per i maschi, fino a sei per le femmine. Un’aspettativa di vita che arriva fino ai 15/16 anni e una grandissima predisposizione alla vita familiare. Non è un gatto da poltrona, è un gatto attivo che ama correre, saltare, dominare la casa. Va d’accordo come i cani e come i cani è molto legato al suo umano, con tutte le attenzioni in più di cui ha bisogno proprio per questo motivo. Spesso, poi, con i cani fa amicizia e ama giocare: questo lo rende perfetto per le case, e le famiglie, in cui sono presenti più animali: impareranno a interagire con grande soddisfazione di tutti. È un gatto fedele, intelligente, curioso e intraprendente. Esplorazione, gioco, scoperta e caccia non devo mai mancare tra i suoi passatempi quotidiani, ma attenzione alle possibili piccole prede: bisogna evitare che i pesci rossi diventino il suo obiettivo!

Patrick Scheck / 500px

Molto costoso: fra i mille e i duemila euro è il prezzo più frequente

La nota dolente è il prezzo: tra i mille e i duemila euro è il prezzo con cui viene venduto più frequentemente. In Italia esistono una sessantina di allevamenti distribuiti su tutto il territorio nazionale, isole incluse. Spesso di tratta di allevamenti amatoriali: quello che fa veramente la differenza è la possibilità di fornire il pedigree dell’animale per essere sicuri che non provenga da allevamenti illegali, magari dall’est come spesso accade, dove vengono fatti nascere e crescere senza controlli sanitari e a rischio di malattie genetiche, oltre che di sofferenza.