Lavoro, come sfruttare bene il tempo con il principio di Laborit

Come impiegare nel modo migliore il tempo dedicato al lavoro (o allo studio) per produrre di più e godersi il tempo libero
Businesswoman holding a clock against wall.
Businesswoman holding a clock against wall.baona

Lavorare meglio significa, anzitutto, gestire gli impegni in modo organizzato, entro l'orario dedicato alla professione, per potersi dedicare infine al resto senza sensi di colpa e ansie supplementari. Un tema sentito soprattutto dalle donne, a cui - nonostante i forti cambiamenti in atto - oltre al lavoro retribuito ancora spetta gran parte del carico familiare, senza alcun tipo di riconoscimento o di agevolazione. E alle quali il cosiddetto smart working (fin qui si è trattato, va detto, di semplice home working tutt'altro che regolamentato) - tra figli in DaD e richieste professionali senza orario - non ha certo giovato. Ma ora che la pandemia imbocca una curva discendente, e che le aziende si sono organizzate per gestire le nuove complessità senza più considerarle emergenza, è il momento di impostare nuovi ritmi e di lavorare in modo più sensato. Specie per chi ancora lo fa da casa, in parte o del tutto. 

Gli studi internazionali Cegos, uno dei principali player internazionali nel Learning & Development presente in 50 Paesi, hanno individuato 8 pratiche con relative competenze da sviluppare, adatte sia a manager che dipendenti, per vivere al meglio il nuovo contesto ibrido. E cioè: Working from anywhere. Crea la tua working area (fondamentale la sedia ergonomica); Proximity. Resta connesso (incontrare i colleghi periodicamente, di persona o a distanza, è fondamentale); Time management. Pianifica in anticipo le attività principali; Workload Management. Concentrati per gestire al meglio il lavoro; Positive thinking. Attiva un atteggiamento positivo; Become influencer. Fai crescere la tua area di influenza; Free Thinking. Potenzia la tua creatività; Get fit. Mantieni in forma corpo e mente. 


Tra i suggerimenti fondamentali per gestire al meglio il proprio tempo sul lavoro, gli esperti di Cegos segnalano in particolare il principio di Laborit, che, basandosi sul fatto che le ore del giorno non sono equivalenti fra loro, suggerisce di dedicare la mattina alle attività più strategiche e il pomeriggio a quelle di routine. Abbiano deciso di approfondire il tema con con Alessandro Reati, HR Business Practice Leader di Cegos Italia.

Cos'è esattamente il principio di Laborit?
«Lo ha elaborato il medico francese Henri Laborit dopo aver condotto studi psicologici, psichiatrici e farmacologici, concentrandosi sugli aspetti comportamentali dei lavoratori. In sintesi: la maggior parte delle persone tende a iniziare la giornata dedicandosi alle attività preferite, più rapide da svolgere e che conoscono meglio. Istintivamente insomma si tende a lasciare sullo sfondo i compiti impegnativi e che richiedono più tempo. Invece, occorrerebbe programmare al meglio la giornata fin da subito, in base ai propri ritmi. È un consiglio che vale anche per gli studenti, visto che spesso tendono ad affrontare lo studio partendo dagli argomenti che risultano più semplici, con il rischio di ridursi a una faticosa corsa finale prima degli esami».

C'è però a chi risulta più produttivo il pomeriggio, e viceversa…
«Sì, i cosiddetti gufi e allodole. Oggi, però, in genere gli studi confermano una maggior presenza di persone in fascia intermedia, che cioè “funzionano” al meglio tra le 11 e le 14. È interessante perché, di conseguenza, alcuni ritengono utile concentrare le attività più sociali come le riunioni nella seconda parte della mattinata, dove per altro l'eventuale gufo semiaddormentato inizia a svegliarsi, a l'allodola non è ancora entrata nella fase discendente dell'energia». 

Consigli per approfondire il tema e organizzarsi al massimo in base alla propria tipologia?
«Tra le app, le  “to do list” consentono di esercitare un controllo molto stretto sulla propria attività e di guidare la produttività della giornata. Possono essere molto utili, ma vanno usate con attenzione: molti infatti continuano ad aggiungervi impegni, e per quanto poi ne spuntino nell'arco delle ore l'elenco dei compiti da affrontare non si esaurisce mai. Può diventare ansiogeno e frustrante. Tra i libri, invece, consiglierei  Smart working & smart worker di Tiziano Botteri e Guido Cremonesi, che permette di riflettere sul cambiamento del lavoro, anche dal punto di vista generazionale: è stato scritto prima della pandemia, quindi non entra nella polemica fra i pro e i contro ma va dritto al punto. Sempre Tiziano Botteri, con Annalisa Costa, ha scritto Il principe del tempo, di nuovo per Franco Angeli, dove racconta piccoli trucchi fondamentali per gestire, appunto, il proprio tempo in modo ottimale». 

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