I 15 romanzi da leggere ora

È finita questa estate infinita e comincia la stagione del divano più coperta. Più libro da leggere. Ecco i titoli che abbiamo selezionato per voi
I 15 romanzi da leggere ora

È finita questa estate infinita e comincia la stagione del divano più coperta. Ma anche di un bel libro da leggere. Ecco i 15 romanzi che abbiamo selezionato per voi.

Povere creature! di Alasdair Gray

(Safarà, pagg. 364, € 22; trad. di Sara Caraffini)

È il romanzo dal quale il regista greco Yorgos Lanthimos ha tratto l’omonimo film rivelazione, nonché vincitore, dell’80° Leone d’Oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia e che, purtroppo, arriverà in Italia solo il 24 gennaio prossimo. La storia è incentrata su Bella Baxter, una donna i cui primi anni di vita sono profusi di ambiguità, anche a causa del racconto che ne fa l’autobiografia del marito, Archibald McCandless. Pare infatti che la donna, in realtà, fosse stata un cadavere fatto ritornare in vita dallo scienziato Godwin Baxter.

Povere creature! è un romanzo interessante e multiforme, le cui influenze non si limitano al Frankenstein di Mary Shelley, ma comprendono anche la Circe dell’Ulisse joyciano. Lo scozzese Alasdair Gray è autore, anche, di un piccolo capolavoro di saggistica sulla letteratura working class che potete trovare come postfazione del romanzo di Agnes Owens, Gentiluomini dell’Ovest, uscito l’anno scorso sempre per l’editore Safarà.

La luce che manca di Nino Haratischwili

(Marsilio, pagg. 700, € 24; trad. Fabio Cremonesi)

Qeto, Dina, Nene, Ira: quattro amiche cresciute insieme a Tbilisi, in Georgia, piccolo stato dell’allora Unione Sovietica - che è anche la città natale di questa straordinaria autrice che molti amano già per via del bestseller L’ottava vita (per Brilka). Questo nuovo romanzo segue le protagoniste nell’arco di 40 anni, e secondo due linee temporali: la prima che si dipana negli anni ’80-’90, quando nel Paese iniziano a spirare i primi venti rivoluzionari, l’altra nella contemporaneità. In mezzo, tanta vita, tante morti, qualche amore e, anche, un tradimento. Ad annodare i fili delle storie è Qeto, la voce narrante che incontriamo per la prima volta a Bruxelles, dove le amiche si rincontrano dopo tanti anni in occasione di una retrospettiva fotografica in cui vengono messi in mostra i lavori di una di loro, Dina, scomparsa parecchie anni prima. Finalmente, per le sopravvissute, arriverà anche il momento della verità.

L’ultima cosa bella sulla faccia della terra di Michael Bible

(Adelphi, pagg. 142, € 16; trad. Martina Testa)

«Eravamo innocenti. Convinti di essere speciali. Sbronzi tutti i weekend al centro commerciale. Il mondo era nelle nostre mani. Non ci importava del tempo. L’amore era una cosa scontata. La morte aveva paura di noi». Un incipit memorabile per questo romanzo di esordio che arriva dal Sud degli Stati Uniti, una storia corale che divampa da un incendio che sconvolse la cittadina di Harmony e che venne causato da Iggy all’interno della chiesta. Oggi Iggy è nel braccio della morte in attesa dell’esecuzione e gli resta soltanto il rifugio nei ricordi. Accanto alla sua, abbiamo anche la versione di altre figure coinvolte nella tragedia, dove morirono 25 persone, e che ad anni di distanza vanno ancora alla ricerca di una spiegazione.

La cocca di Catherine Chidgey

(e/o, pagg. 362, € 19; trad. Silvia Castoldi)

La signora Price è l'insegnante di cui tutte le ragazze vogliono essere la «cocca». Affascinante e misteriosa, è in parte fata madrina in parte strega e, come se non bastasse, in casa tiene anche una stanza chiusa a chiave. Anche la dodicenne Justine ne è affascinata, ma quando un ladro inizia a prendere di mira la loro scuola, capisce che qualcosa non torna e sarà, quindi, chiamata a decidere da che parte stare. La cocca è un inquietante thriller sui legami tra ragazze e donne più grandi ambientato in Nuova Zelanda, e si divide tra Wellington nel 1984, - Justine ha appena subito il lutto della morte della madre -, e Auckland, nel 2014- il momento in cui i veleni dell’infanzia irrompono nella sua vita di adulta.

Il vento conosce il mio nome di Isabel Allende

(Feltrinelli, pagg. 318, € 22; trad. Elena Liverani)

«Nell’aria c’era un presentimento di sventura. Fin dal mattino presto, un vento di incertezza spazzava le strade, fischiando tra gli edifici, infilandosi dalle fessure di porte e finestre. “È l’inverno che arriva”, mormorò Rudolf Adler per farsi coraggio, ma il tempo e la stagione non bastavano a spiegare il peso sul petto che sentiva ormai da diversi mesi». Ricorda le atmosfere misteriose e premonitrici del primissimo capolavoro di Allende, La casa degli spiriti, datato 1982, l’incipit di questo suo nuovo romanzo. Ambientato nella Vienna del 1938, è la storia di Samuel Adler, un bambino ebreo di sei anni il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli e che la mamma, per salvarlo, mette su un treno che, dall’Austria, lo porterà in Inghilterra. E anche quella di Anita Díaz che, moltissimi anni più tardi, sale su un altro treno che dal Salvador, per sfuggire a un pericolo imminente, la porterà negli Stati Uniti.

L’atto altruistico di respirare di JJ Bola

(Frassinelli, pagg. 320, € 19,90; trad. Christian Pastore)

«Mi sono licenziato, ho con me tutti i miei risparmi - 9021 dollari - e una volta finiti mi ucciderò». Inizia così, all’aeroporto di Heathrow, questo romanzo scritto da JJ Bla, autore nato nella Repubblica Democratica del Congo e cresciuto a Londra. Micheal è in attesa del volo che cambierà ogni cosa: ha deciso di lasciare tutto quanto, la carriera di insegnante, la donna che gli piace ma che è impegnata, la madre che, per riuscire a vivere, si affida alla religione. Emigrato da bambino dal Congo, sente di avere fallito nel tentativo di aggiustare tutta una serie di ingiustizie contro le quale si è sempre battuto. Così, ecco quel biglietto per gli Stati Uniti e quel tremendo e, forse, ingiusto piano.

Figli, figlie di Ivana Bodrožić

(Sellerio, pagg. 276, € 16; trad. Estera Miočić)

Tre personaggi: Lucija, la figlia, che è costretta a letto da un incidente che l’ha paralizzata, Dorian, l’uomo trans che decide di restare al suo fianco, e la madre di Lucija, che non ha mai accettato quel legame e che, a sua volta, è succube di una serie di altri pre-giudizi (del marito, della madre del marito, degli «altri»). Tre personaggi che sono, o sono stati, a loro modo prigionieri. E la storia di una donna che, per incapacità di amare nel modo giusto e di riuscire, quindi, a vivere la propria vita, finisce per fagocitare quella dei propri figli. La croata Ivana Bodrožić, già autrice di Hotel Tito, considerato uno dei maggiori romanzi sulle guerre jugoslave, ha scritto un’opera profonda e delicata che parla di corpi e scava dentro quel magma che è l’identità incatenata dalle convenzioni sociali.

La maledizione del ragno di Frances Hardinge

(Mondadori, pagg. 528, € 18,50; trad. Giuseppe Iacobaci e Anna Maria Biavasco)

«Se mai doveste andare nelle terre di Raddith, non fatevi cogliere impreparati. Portate con voi una zanzariera per la pianura e una coperta calda per le colline e le montagne. Se voleste visitare i boschi acquitrinosi noti col nome di Meandri, non dimenticate scarponi impermeabili e robusti. (Munitevi anche di buonsenso, coraggio e fortuna; ci sono cose che non si mettono in una valigia)». Che belli i romanzi che iniziano con le istruzioni per il viaggio (ovvero, la storia stessa) che si sta per intraprendere. Hardinge, cresciuta in una vecchia casa nella campagna del Kent e che indossa sempre un buffo cappellone nero, è una certezza, dopo avere scritto solidi romanzi fantastici come Una ragazza assenza arpicordi e La voce delle ombre. Qui ci porta, appunto, a Raddith, i cui abitanti sono posseduti dal seme dell'odio instillato in loro da dei piccoli ragni e che, quindi, sono diventati capaci di scagliare maledizioni contro i loro nemici. Solo un ragazzino, Kellen, è in grado di sciogliere tutte quelle maledizioni, se non che, un giorno, anche lui ne viene colpito…

Chiedi se vive o se muore di Gaia Giovagnoli

(nottetempo, pagg. 224, € 16)

«Voglio una storia vera. Quella di quando iniziai a capire, facendoli, che i tarocchi hanno una voce così acuta che appena iniziano a mormorare tutto reagisce, sotto e sopra la superficie. Li vedi ovunque. Ti danno delle chiavi. Funzionano». India legge le carte, che è un modo come un altro per leggere la vita. Nella sua c’è un episodio grave legato la passato: il suo ex compagno Leo l’aveva rinchiusa in uno stanzino senza bere né mangiare. Quando la donna scopre che Leo ha recentemente cercato di suicidarsi buttandosi dal suo appartamento al secondo piano, decide di andarlo a trovare in ospedale e di iniziare con lui, che è in coma, un dialogo immaginario. Il secondo romanzo della riminese Giovagnoli si muove tutto tra mondo reale e magia, e indaga l’amore che non è amore.

Il racconto perfetto di Elísabet Benavent

(Salani, pagg. 608, € 18,90; trad. Laura Bortoluzzi e Sara Cavarero)

Se avete visto, su Netflix, la serie tv spagnola Valeria sappiate che, a scrivere i libri alla base di quella storia, è stata proprio l’autrice di questo romanzo, che El País considera «la voce più importante di un’intera generazione». Anche questa volta siamo a Madrid. È un giorno d’estate come tanti, e Margot indossa un vestito da sposa, ma ai piedi porta un paio di scarpe da ginnastica: è appena fuggita da una vita «perfetta», quella che l’aspettava accanto a Filippo, il principe dei sogni. Il punto è che, dopo avere incontrato David, che di perfetto non ha nulla, niente sarà più lo stesso… Anche da Il racconto perfetto, è stata tratta una miniserie su Netflix.

Gli uomini di Sandra Newman

(Ponte alle Grazie, pagg. 320, € 19,90; trad. Claudia Durastanti)

«Quando scomparvero gli uomini, pareva non fosse successo niente. Ero in campeggio sulle montagne della California del Nord con mio marito e mio figlio. Era il crepuscolo, e il cielo era di un solo colore: un violetto grigiastro, setato, spento». Inizia così il nuovo libro della inglese Newman (recuperate, se potete, il suo precedente e bellissimo, I cieli), ambientato in un mondo da cui, a un certo punto, scompaiono tutti i maschi. Compresi il marito e il figlio cinquenne di Jane Pearson che, disperata, parte alla ricerca di Evangelyne, amica dai tempi dell’università, affascinante e carismatica, oggi leader politica in travolgente ascesa e a cui, anni prima, ha spezzato il cuore. Come si riorganizzerà il nuovo mondo? Come potrà essere attraversato il lutto? È plausibile un ritorno al passato? Un bel romanzo che sa restare in bilico tra sentimenti intimi e politica.

La ragazza del ballo di Laura Lippman

(Bollati Boringhieri, pagg. 276, € 18; trad. Benedetta Gallo)

Amber ritorna a Baltimora, la città nella quale è cresciuta e che, da ragazza, l’ha vista protagonista di un crimine impronunciabile - uccidere il proprio bambino - dopo che Joe, il suo ragazzo di allora, aveva di deciso di lasciarla per un’altra. Lì ritrova proprio Joe, che ha una nuova vita assieme a Maredith, con la quale forma una coppia di successo. Nonostante questo, i due finiscono per riavvicinarsi al punto che l’uomo non le chiede di aiutarlo in un’impresa a dir poco inaspettata. Per chi ama i crime, Lippman è una garanzia: per vent’anni è stata una reporter del Baltimore Sun, professione che ha abbandonato per scrivere alcuni tra i gialli oggi più apprezzati, tra i quali la celebre serie di Tess Monaghan ambientata sempre a Baltimora.

Bestie di Dizz Tate

(Neri Pozza, pagg. 224, € 18; trad. Annalisa Di Liddo)

Ricorda le atmosfere vischiose e decadenti di Le vergini suicide, questo romanzo raccontato in buona parte - come il capolavoro di Jeffrey Eugenides uscito esattamente 30 anni fa - alla prima persona plurale. Falls Landing, Florida, parchi a tema e palazzoni fatiscenti. Un gruppo di sei tredicenni osserva tutto e tutti. Sono Hazel, Britney, Leila, Isabel, Jody e Christian. Guardare è per loro un atto di potere, e il loro oggetto preferito è Sammy, la figlia del predicatore, innamorata di Eddie, il bello della scuola. All’improvviso, la ragazza scompare nel nulla. Mariana Enríquez, regina argentina del nuovo gotico, ha detto di questo libro: «Il mistero e il pericolo di essere ragazze, di sentirsi pazze, vulnerabili e selvagge, il desiderio di fuggire. Bestie è un romanzo eccentrico e affascinante, pieno di paura e affanno. L’ho adorato».

Amor costante di Manuel Vilas

(Guanda, pagg. 336, € 19; trad. Bruno Arpaia)

«Poco sapevamo della vita degli angeli. Credevamo che fossero creature inventate, ma non è così. Gli angeli esistono, magari con discrezione. Sono uomini e donne che passano per questo mondo senza altra missione che l’amore. Infondono speranza, sì. Ma sono anche mortali e comuni. Di una banalità eccezionale. Che esistano gli angeli è una grande notizia per il mondo. Danno bellezza a questo pianeta. Uno di quegli angeli si chiama Irene, e la sua storia comincia nella prossima pagina». Così inizia il nuovo romanzo dello scrittore spagnolo di In tutto c’è stata bellezza. Irene, l’«angelo», guida una BMW fiammante lungo la costa del Mediterraneo, e dorme negli hotel di lusso ogni volta con una persona diversa. Lo fa perché spera che, attraverso i loro corpi, potrà riuscire a toccare, ancora un volta, quello di suo marito, Marcelo. Fino a che inizierà a capire che quella di cercare l'«amor costante, al di là della morte» (come scrisse un poeta spagnolo) è soltanto un’illusione.

La debolezza del cuore di Kerilynn Wilson

(Rizzoli, pagg. 304, € 17)

June ama disegnare e per farlo le serve provare dei sentimenti. Per questo ha deciso di sottrarsi all’operazione alla quale tutti quanti si stanno sottoponendo: la rimozione del cuore. Una scienziata sembra avere infatti scoperto che è proprio quello l’organo responsabile di un sacco di scocciature: la tristezza, la rabbia, l’ansia. Anche l’adorata sorella di June, Maya, l’ha fatta e ora la ragazza è rimasta davvero sola. Fino a che un giorno non si imbatte per caso in un cuore rinchiuso in un barattolo e abbandonato da chissà chi. Una bella graphic novel che funziona un po’ come una boule dell’acqua calda.