Nathaly Caldonazzo e l’amore per Massimo Troisi: «Quando l’ho trovato senza vita, gli ho lasciato una lettera»

Ospite di One More Time, l’attrice parla della sua relazione con l’iconico artista napoletano: «Quando ci siamo conosciuti, mi invitò a leggere Il Postino di Neruda e mi chiese consiglio sul farci un film. La notte prima della sua operazione al cuore mi chiese di dormire insieme perché aveva paura»
Nathaly Caldonazzo e lamore per Massimo Troisi «Quando lho trovato senza vita gli ho lasciato una lettera»
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Erano i primi anni novanta quando in un ristorante romano gli occhi di Nathaly Caldonazzo incrociarono per la prima volta quelli di Massimo Troisi: «All’epoca ero fidanzata. Lui era seduto all’interno del locale, con Massimo Lopez e Giovanni Benincasa. Appena entrata ha iniziato a guardarmi e dopo una settimana mi telefona e mi invita a prendere un caffè», ricorda l’attrice ai microfoni del podcast One More Time di Luca Casadei. «Anche se restia, in quanto lui era più grande, accetto».

È l’inizio di una storia d’amore, che durerà fino alla scomparsa dell’iconico artista napoletano, nel giugno 1994. «Non sapevo dei suoi problemi di cuore», racconta ancora Nathaly, che gli è stata vicino anche durante l’operazione cardiaca a Los Angeles, che purtroppo non andò bene. «La notte prima dell’intervento mi disse “Amore dormiamo insieme, ho paura”. L’intervento peggiorò le sue condizioni e durante la stessa operazione ebbe un infarto. Io non gli ho mai rivelato quanto accadde».

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«Appena conosciuti mi invitò a leggere Il Postino di Neruda, chiedendomi consiglio sulla possibilità di farci un film», afferma ancora l’attrice, che ha fatto il boom di popolarità con l’ingresso nella compagnia del Bagaglino nel ’97. «Lui realizzò il film, ma cambiando sceneggiatura: alla fine, a differenza del romanzo, fa morire il protagonista». Massimo si spense poche ore dopo la fine delle riprese del suo ultimo capolavoro, nella casa della sorella al Lido di Ostia: Nathaly non c’era.

«Ero in treno e lo chiamo, sapevo che stava finendo il film. Mi risponde sua sorella, mi dice che stava dormendo ma che lo avrebbe svegliato perché le aveva chiesto di svegliarlo se avessi telefonato. La sorella, quindi, comincia a chiamare Massimo, ma lui non rispondeva. Le dissi di non preoccuparsi perché sarei arrivata tra mezz’ora», conclude. «La sorella però si rende conto che Massimo era morto, tutti lo sapevano tranne io. Lo vengo a sapere da mia madre che me lo dice al telefono».

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«Quando arrivo a casa, vedo Massimo senza vita. Gli ho messo lì una lettera». Ultimo atto di una storia d’amore e complicità.

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