Pulcini maschi, l'inutile strage che ora potrebbe finire

Un emendamento chiede di dire basta all’uccisione di milioni di pulcini maschi neonati, «colpevoli» di non produrre uova 
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Triturati vivi oppure soffocati, senza alcuna forma di stordimento: è questo l’assurdo destino che ogni anno attende tra i 25 e i 40 milioni di pulcini maschi nell’industria delle uova italiana. Una fine ignobile che giunge nella loro vita a poche ore dalla nascita per una sola «colpa»: non essere in grado di deporre uova. Sono considerati scarti di produzione, un tassello inutile nell’industria delle uova. Ora però si intravede una possibile svolta epocale grazie alla sensibilizzazione sul tema promossa Animal Equality, organizzazione internazionale che lavora per porre fine alla crudeltà verso gli animali da allevamento. 

Sì, perché in molti casi proprio di questo si tratta: crudeltà, per lo più gratuita. In diverse occasioni ci dimentichiamo di essere noi stessi animali, di essere parte di un unico organismo che è la natura, le cui interconnessioni mai come in questo periodo dovrebbero essere significative per ognuno di noi. 

Ne parla anche «L’assemblea degli animali» di Filelfo (Einaudi), una favola in cui si immagina che gli animali, stanchi dei soprusi a cui li sottoponiamo, scatenino una pandemia devastante nel mondo. In un passaggio del libro si legge proprio di quelle specie costrette «alla schiavitù negli allevamenti intensivi, nei campi di concentramento dei mattatoi, nei carri bestiame dove è meglio morire che arrivare alla fine del viaggio».

Non sono poche le angherie a cui sottoponiamo gli animali. Basterebbe poco, in fondo, per alleviarne alcune. Una scelta coraggiosa potrebbe essere, ad esempio, quella di diventare vegetariani. Non tutti sono disposti a rinunciare alla carne, non tutti pensano di farcela; è legittimo, anche se si potrebbe iniziare con il ridurne il consumo, una scelta che implicherebbe una notevole riduzione del nostro impatto sul pianeta che ci ospita considerate le emissioni di CO2 provocate dagli allevamenti intensivi.

Le atrocità che subiscono i pulcini maschi sono del tutto immotivate e per questo ancor più insopportabili. Ora potrebbero finire, se verrà accolto l’emendamento presentato dall’onorevole Francesca Galizia che mira a cancellare questa barbarie entro la fine del 2026. Quattro anni (ancora) di stragi di pulcini maschi non sono una buona notizia, ma la misura intende dare il tempo all’industria delle uova di adeguarsi e fornirà incentivi all’introduzione delle tecnologie di «in-ovo sexing», cioè quelle in grado di determinare il sesso del futuro pulcino quando questo si trova ancora nell’uovo. 

In Francia e Germania una normativa analoga è prevista già dal 2022; così, in questi paesi come nel nostro sarà proibito l’abbattimento selettivo dei pulcini maschi. Un risultato, questo, che completa un percorso iniziato da una campagna lanciata da Animal Equality nel 2020, e sottoscritta da oltre 100mila persone. Già in quell’anno un segnale era arrivato dalla stessa associazione di categoria dei produttori di uova Assoavi che si era detta favorevole all’introduzione di tecnologie per determinare il sesso dei pulcini prima della schiusa delle uova. L’unica deroga che si pone all’uccisione dei pulcini è quella prevista dalla normativa vigente che disciplina le malattie animali.

«È necessario che l’Italia compia una scelta di responsabilità e rispetto nei confronti di animali, esseri senzienti, che non possono più essere solo considerati scarti industriali. L’uccisione selettiva dei pulcini maschi che si verifica ogni anno non può essere ancora considerata la normalità e oggi il Parlamento ha una grande opportunità scegliendo di sostenere questa proposta che va verso le linee dettate anche dell’Unione europea in materia di benessere animale» ha commentato Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia.

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