Sigaretta elettronica, tornano i dubbi: «È dannosa»

Sulle e-sig un nuovo studio italiano avverte: «meno pericoloso non significa privo di rischio»

Sono sempre più numerosi: si stima che in Italia sono già un milione i fumatori italiani che hanno deciso di passare dalle vecchie bionde al fumo di una sigaretta elettronica. Merito anche di personaggi come Johnny Depp, Leo Di Caprio, Marchionne, Morgan, Vasco Rossi, Katherine Heigl, testimonials consapevoli della sigaretta elettronica, in grado di rievocare la vecchia e fascinosa bionda senza incappare nei rischi per la salute che le sigarette provocano.

Ma svapare (fumare la e-cig) è davvero primo di rischi? Una domanda che torna ciclicamente in auge quando si parla di sigarette elettroniche, le e-cig. Su un dato siamo tutti d'accordo: rispetto ai prodotti “da fumo” tradizionali, non essendoci combustione non si inalano tutte le sostanze dannose come catrame, benzene e idrocarburi, che sono i principali responsabili di molte patologie oncologiche.

Da qualche giorno a gettare un'ombra sulle sicurezza delle sigarette elettroniche è arrivato un nuovo studio realizzato da un gruppo di ricerca coordinato da Moreno Paolini, docente del dipartimento di Farmacia e biotecnologie dell’università di Bologna pubblicato sulla rivista Scientific Reports-Nature.

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Lo studio – come spiega in una nota l’Alma Mater – ha mostrato nelle cavie esposte al "fumo" delle e-cig una diminuzione della capacità antiossidante del tessuto polmonare e l’aumento della produzione di radicali liberi: due condizioni che hanno un ruolo primario nel generare quello “stress ossidativo” spesso imputato come causa o concausa di tumori, invecchiamento cellulare e malattie degenerative.

«A livello polmonare - spiega Paolini - i vapori delle sigarette elettroniche producono un effetto inducente sugli enzimi bioattivanti, mentre inibiscono quelli detossificanti: un insieme di perturbazioni che, se confermate sull'uomo, potrebbe portare alla trasformazione di sostanze pre-cancerogene in cancerogeni finali. E c’è anche un dato nuovo e inaspettato che emerge tra le conseguenze dell’esposizione ai vapori delle e-cig: un aumento significativo dei livelli di colesterolo e degli acidi grassi saturi a cui è associato un importante fattore di rischio per le patologie cardiovascolari».

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«Volevamo dimostrare che le sigarette elettroniche non sono prive di rischi, come sostengono invece le pubblicità – spiega Donatella Canistro, ricercatrice in Farmacia e Biotecnologie nonché principal investigator nell’indagine –e abbiamo scoperto più di quanto ci aspettassimo: la capacità che questi vapori hanno di danneggiare l'informazione genetica all'interno della cellula. Negli animali esposti alle e-cig sono stati osservati danni al Dna delle cellule del sangue». In poche parole svapare danneggerebbe il patrimonio genetico.

«I sostenitori delle e-cig pubblicizzano la minore emissione di sostanze nocive rispetto alle sigarette tradizionali. È necessario però fare chiarezza: meno pericoloso non significa privo di rischio», conclude Donatella Canistro.