Polpo a Milano, il nuovo ristorante di pesce a prezzi accessibili
Se passando per (la sempre più vivace) via Melzo - siamo in zona Buenos Aires - avete la sensazione di essere già stati nel ristorante al numero 9, avete ragione. Non era banale quando si chiamava Spica - progetto di cucina fusione - e non lo è ora, nonostante il cuore della proposta sia rappresentata da pesce, crostacei, molluschi, ovvero quanto è più comune e più richiesto sotto la Madonnina. Il posto si chiama Polpo, ma è il «sottotitolo» a spiegare il senso dell'insegna: Semplicemente Pesce - Bar Trattoria Vivace. È quanto ha voluto Viviana Varese, una delle cuoche più famose a Milano (attualmente guida Vi.Va., stellato all'interno di Eataly Smeraldo) e - vale sempre la pena ricordarlo - una delle più impegnate nel sociale, da tempi non sospetti. «È un Polpo di testa, è un voler ritornare all’inizio della mia carriera, con la cucina che facevo con la mia famiglia mescolato con l’esperienza dei miei ultimi 20 anni - sottolinea la Varese. «Ritu ed io abbiamo scelto di dare a Spica una veste italiana, perché i progetti non finiscono, ma si evolvono».
Appuntamento al teatro Lirico di Milano il 25 e il 26 novembre
Com'è il nuovo ristorante Polpo
Ritu è la sorridente amica (e socia) indiana Dalmia, al fianco della cuoca di origine napoletana. «Penso che la location di Spica sia ideale per un nuovo format basato sul pesce. Polpo è quella ventata di aria fresca che io e Viviana volevamo portare in questa zona e che non ci fermerà mai nei nostri progetti futuri» spiega. Il locale ha ereditato da Spica qualche mobile e accessori di design come le lampade. Poi per il resto si è tinto di blu e ha giocato su dettagli che creassero un ambiente poliedrico accogliente e ricordassero il mare, i mitici anni ’80.
Il menu cartaceo è illustrato con fotografie del passato di Viviana raffiguranti lei bambina e la sua famiglia in spiaggia. Bar con l'immancabile bancone, una grande sala e il dehors esterno con divanetti e tavoli in piedi completano un ambiente poliedrico dove la qualità del cibo e il buon bere sono al centro, grazie al restyling curato dallo studio di architettura B-Arch. Il posto è bello, senza dubbio, senza esercizi di stile o stranezze, ma curato in ogni dettaglio.
I prezzi accessibili
Il concetto del «Semplicemente Pesce» non si limita a essere trattoria. «Questa è una zona piena di giovani, una clientela che non spende tanto anche per questo momento storico un po’ complicato. Voglio andare loro incontro, faccio un passo indietro con una marcia avanti» spiega la Varese. Come? Con prezzi accessibili (per Milano, ovviamente, ma diciamo che spendendo 40-50 euro a testa, senza vino, si esce felici) e con la creazione di due aree separate e complementari: un tapas bar e una zona più tradizionale dove ordinare ai tavoli. Per il primo c'è una vera e propria carta che prevede ostriche di qualità diverse e una ventina di «piattini» godibili. Per la seconda un menu «sterminato» (non esageriamo) che va a toccare ogni angolo della cucina tradizionale e regionale di mare, a cui si aggiunge unicamente una proposta di vegetale crudo o alla brace. E qualche dolce, con la pastiera in pole postion.
Cosa si mangia da Polpo
Vi diciamo le sezioni per farvi capire: crudi e marinati, gli «speciali» (buono il king crab al vapore con citronette, aioli e insalatina), al vapore e sauté, le paste (molto richieste, per la golosità), la brace che spazia dal polpo al rombo intero, i fritti e le padelle che si prestano alla condivisione. In ordine sparso quello che ci è piaciuto di più: i calamaretti baby fritti (perfetti, per quanto semplici); la ceviche di ricciola con avocado, pomodoro, cipolla croccante e chips di mais croccante; le sorprendenti cozze con latte di mandorla, olio alla melissa e buccia di limone; il fusillone lungo con ragù alla genovese di tonno e pecorinoi; il polpo alla gallega con patate e paprika dolce.
La cantina di Polpo
La cantina? C'è una carta dei vini “mediterranea”, specialmente italiana con Sicilia e Campania protagoniste, che regala spazio alle bollicine. Ma in sostanza predilige piccoli produttori con un occhio curioso anche al biologico e al naturale accanto a rinomate cantine. Tra le proposte al calice una selezione da Nord a Sud e alcune etichette di Vermouth per «meditare» insieme alle tapas. Bene anche il bere, insomma, mentre ci sentiamo di dare un punteggio alto al servizio: giovane, entusiasta, con errori minimi nonostante il tutto esaurito. Del resto, la Varese tiene molto a chi lavora nelle sue attività, a qualsiasi livello. «Cerco sempre delle persone che abbiano voglia di vivere la sfida in un locale come un riscatto. Devono svolgere una professione normale, per quanto gli orari non solo quelli classici, in un clima accogliente. Devono avere voglia di mettersi in gioco come è stato per me a venti anni». Nel caso di Polpo, ci pare che i «ragazzi’» con la t-shirt «Semplicemente Pesce» l'abbiano capito.