Cos'è restato di quegli anni '80?
Inforcate le cuffie, schiacciate Play sul walkman e immergetevi, come fa Max, protagonista di Stranger Things (interpretata da Sadie Sink), nelle atmosfere elettropop di Running up that hill di Kate Bush, brano del 1985, oggi ai primi posti delle classifiche Spotify mondiali.
Quello che una musica (di una serie Tv) può fare, ovvero riportare dopo decenni in vetta alle chart una canzone del secolo scorso facendola riscoprire alle nuove generazioni, può farlo anche la moda.
Gli analisti di Lovesthesales.com, del resto, hanno rivelato che solo nelle 48 ore successive all’uscita della nuova stagione della serie a fine maggio (mentre siamo in attesa della seconda parte disponibile dal 1° luglio su Netflix), la query «moda rétro» ha raggiunto un picco del +108%. La chiave di ricerca «abbigliamento Anni 80» ha testimoniato invece un aumento dell’80%.
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Naturalmente quando parliamo di stile Eighties scatta immediato l'effetto nostalgia. Chi ha vissuto quell'epoca si catapulta immediatamente nella propria cameretta, capace in Italia di unificare Nord e Sud, perché da Torino a Palermo la scena era sempre la stessa: una stanza zeppa di poster, con l'armadio pieno di jeans Roy Roger's (che ha compiuto quest'anno 70 anni), Uniform e Carrera (da portare esclusivamente risvoltati), le T-shirt con gli angioletti di Fiorucci, le maglie coloratissime di Benetton, le felpe oversize e logate di Best Company, quelle girlie di Think Pink e le super pop di Enrico Coveri da gemellare con il fidanzato del tempo.
Sulla sedia accanto alla scrivania la postina Naj-Oleari o lo zaino Invicta, nella scarpiera le Timberland color becco d'oca da indossare coi calzini Burlington, i mocassini da barca o le sneaker pump di Reebok (chi ricorda anche quelle da basket di L.A. Gear?) da portare in combo ai calzini bianchi, secondo l'attitude. Immancabili per le new punk romantic gli accessori (trendissymo il cappellino) e i capi Boy London, direttamente dall'Inghilterra. Per tutti, nessuno escluso, gli occhiali da sole Ray-Ban come insegnava (e insegna ancora) Tom Cruise in Top Gun.
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Parliamo di anni e brand che, ovviamente, non tutti hanno vissuto e indossato, in primis millennials e Gen Z che, però, grazie a musica, Tv, social e moda possono assaporare andando alla ricerca proprio delle griffe del tempo. Qualcosa di nuovo da aggiungere al guardaroba, purché rigorosamente vintage da scovare su Ebay, Vinted o siti second hand.
I marchi popolari tra i giovani di allora hanno avuto sorti disparate: se alcuni come Moncler e Vans spopolano e sono arcinoti ancora oggi, e altri come Champion, Ellesse, Fila sono stati negli ultimi anni rilanciati alla grande, cos'è successo a Energie, El Charro, Americanino e gli altri? Se alcuni ormai non esistono più, altri, e non tutti lo sanno, sono ancora attivi, magari inglobati da società più grandi. Si chiamano infatti sleeping brand,e rimani silenti in attesa di essere rilanciati al momento giusto.
Dalla loro parte, infatti, rappresentano una miniera d'oro: perché creare un marchio che riesce a distinguersi e a lasciare il segno può sembrare facile ma è difficilissimo. Ecco perché, anche se le aziende falliscono, alcuni brand sono tenuti in ogni caso in vita. In attesa di un trendsetter che li rilanci nel mondo.
Cosa è rimasto allora ancora in vita della moda italiana di questi anni '80? Correte a scoprirlo nella gallery dove troverete 15 tra i brand onnipresenti nel guardaroba di chiunque sia stato un teenager italiano negli Eighties. Per chi c'era, un amarcord assicurato, e per chi non c'era un recap di cosa si è perso, ma che può ancora, senza problemi, recuperare.
- Joan Collins, icona di stile (anche prima degli anni 80!)
- La Dolce Vita , in spiaggia con tutto lo stile degli spensierati anni '60
- Ritorno alle origini: il reggiseno con le foglie di fico è il trend di cui abbiamo bisogno (?)