Le 8 domande più strane fatte per davvero nei colloqui di lavoro
«Quanti Big Macs vende ogni anno McDonald’s in America?» (domanda fatta durante un colloquio in Facebook). «Quanti bambini nascono ogni giorno?» (Apple), «Se potessi scegliere una canzone che parta ogni volta che entri in una stanza, quale sarebbe?» (Google). Negli ultimi anni i colloqui di lavoro sono diventati un’esperienza sempre più «curiosa», grazie anche alle domande sempre più originali fatte dalle aziende, che servono a testare l’originalità di pensiero del candidato. Eccone le 8 più strane mai fatte.
1)Quali sono le qualità dei tuoi genitori che ti piacciono di meno?Bob Brennan, ex amministratore delegato del colosso della logistica Iron Mountain, ha detto che se dovesse scegliere solo una domanda da fare ai colloqui, sceglierebbe questa. Per un motivo molto semplice: «È quella che restituisce nel mondo più affidabile la personalità del candidato».
2)Sei tu, la persona più intelligente che conosca?Come racconta Inc.com, il cofondatore di Oracle Larry Ellison ha istruito per anni i suoi responsabili delle risorse umane affinché facessero questa domanda ai laureati appena usciti dalle Università. Se i candidati rispondevano di sì («Sono io la persona più intelligente») avevano buone probabilità di essere assunti. Se rispondevano di no, il selezionatore rispondeva: «Allora chi è il più intelligente?» e passavano al nuovo candidato.
3)Dimmi qualcosa di vero, su cui nessuno è d’accordo con teIl cofondatore di PayPal, Peter Thies, adora il quesito: «Di solito genera un’ottima conversazione. Ed è un modo veloce per testare il coraggio del candidato di parlare di qualcosa su cui io posso non essere d’accordo».
4)Cosa faresti per guadagnare soldi da un chiosco di gelati in Central Park?Yasmin Green, capo del dipartimento ricerca e sviluppo di Google, formula questa domanda a quasi tutti i candidati per testare la loro creatività. «Mi piace vedere anche se si divertono, mentre pensano a come rispondere».
5)Fai qualcosa con questa graffetta.Secondo i racconti di alcuni suoi collaboratori, Celia Currin, guru delle risorse umane e career coach, si presentava a ogni colloquio con una graffetta in tasca. A metà dell’incontro, la tirava fuori e chiedeva al candidato di turno di prenderla e farci qualcosa. «L’obiettivo era vedere come reagivano a una richiesta strana e quanto riuscivano a essere creativi», ha raccontato.
6)Se dovessi morire, cosa vorresti venisse scritto sulla tua lapide?È un’altra domanda fatta dalla Currin. La donna preferiva risposte che includessero anche dettagli relativi alla vita lavorativa, e non solo i classici: «Marito fedele, padre instancabile, ecc.».
7)Cosa pensi che odierai di questo lavoro?La domanda è stata fatta dai selezionatori del colosso della sanità Medtronic. L’obiettivo? Valutare la sincerità del candidato e la sua capacità di dare risposte che potrebbero «scontentare» il selezionatore.
8)Scegli una città e calcola quanti accordatori di piano vi operano.La domanda è stata posta dai selezionatori di Google durante un colloquio per una posizione di product manager. È uno di quei classici quesiti, tanto in voga nella Silicon Valley, che servono a valutare non tanto la cultura generale del candidato, quanto la sua capacità di ragionamento e di applicazione della logica.
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