Giovanna Botteri, amazzone eversiva

Intelligente, ironica, mai banale. La giornalista che ci ha fatto vivere attraverso i suoi occhi la pandemia in Cina è un esempio di stile
Giovanna Botteri amazzone eversiva

Questo articolo è pubblicato sul numero 50 di Vanity Fair in edicola fino al 15 dicembre 2020

Amo Giovanna Botteri. Ne ho una visione romanzesca, angelicata, perché anche i laici hanno i loro santi e beati, e Giovanna ha un posto di rilievo nel mio altarino fra gli spiriti liberi. Tutto in lei esprime la vita, quel corpo elastico forte avvezzo a destreggiarsi in mezzo alle bombe, la faccia da aquila buona, dolcissima amazzone che di mestiere sfida la morte perché la gente sappia. Corrispondente in Unione Sovietica, negli orrori di Sarajevo e di Srebrenica, in Algeria, in Sudafrica, in Afghanistan, nella Baghdad bombardata, in Siria... C’è qualcosa di Trieste in lei, la città cosmopolita, la città del vento raccontata da Saba ragazzo. Mi piace moltissimo che in video indossi sempre abiti della stessa foggia, discreti, che non rubano attenzione alla notizia. I premi non la sciupano, sono solo ornamenti per la biografia. Esser premiata come giornalista dell’anno o nominata Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana le farà certo piacere, ma in allegria.

Riceve anche premi più sommessi ma fondamentali: è molto amata dalle maestranze della Rai, cameramen truccatori sarte parrucchieri, che considero infallibili giudici morali, perché conoscono gli ospiti dietro le quinte e distinguono chi è rispettoso e degno di rispetto da chi si crede qualcuno perché va in tv. Eccola corrispondente da New York, i suoi reportage sono seguitissimi, perché è una narratrice, ti fa vivere il luogo e il momento. Poi diventa presidente Donald Trump. Giovanna ha una visione troppo democratica perché commenti per la Rai l’operato di quell’uomo grottesco e pericoloso. Viene trasferita in Cina, periferica, in quel momento, rispetto all’interesse mondiale. Ma scoppia la pandemia, la Cina diventa il centro, e il suo saper vedere e interpretare assume un’importanza primaria.

E per cosa viene messa in burla da una trasmissione satirica? Per i capelli. Come fosse un sex symbol, come se mancasse a un dovere glamour. Chiunque ci avrebbe fatto su una polemica infinita, ma lei si limita a far notare che nei telegiornali di altri Paesi non si bada all’aspetto delle giornaliste, «e a casa ascoltano quanto dicono, perché è l’unica cosa che ci si aspetta da chi dà le notizie». Per Giovanna la storia di Striscia la notizia è superata, ma per me ha un valore simbolico fortissimo: il trionfo di una tv post-berlusconide che Sabina Guzzanti chiamava arma di distrazione di massa. Anche di Greta Thunberg, quando venne ad avvisarci che il mondo stava morendo, dissero che era mal pettinata. Chissà perché, il criterio del qualunquismo è sempre pilifero. Non per paragonarle, ma se tornasse Anita Garibaldi si parlerebbe della sua acconciatura. L’attacco alla chioma non era ironia, ma una punizione verso chi non è omologato ai dettami sessisti e consumisti. Verso l’immagine di un’intellettuale sobria, con la solidità dei suoi studi, e un’ironia che comincia dallo sguardo. Come si permette di fare della sua noncuranza la sua eleganza? La sua libertà è eversiva, come si permette di essere anticonformista, di non indossare capi firmati? (a parte gli esteti veri, gli amanti dell’arte dell’abito, solo i complessati badano alle firme, se sei sicuro di esistere la firma sei tu). Come si permette di parlare un linguaggio con frasi pensate e pensanti? Di non essere mai banale perché sempre se stessa? L’attacco di Striscia è il tentativo di aggredire una donna che è l’opposto degli ideali social, anche se per fortuna esiste dal vero. Ed è il simbolo della guerra fra due mondi antagonisti. Botteri vive nella realtà, il suo lavoro è testimoniarla. Quello di tale tv, negarla. Giovanna ne è uscita più famosa e amata di prima. Un writer le ha dedicato un murale, dove la raffigura come Wonder Woman. Più sommessamente le dedico un verso di Sandro Penna, che allude alla sua essenza più segreta: Scrivano, annota: la tenerezza.

LEGGI ANCHE

Giovanna Botteri, Striscia la Notizia e gli attacchi: la replica (da leggere) della giornalista

LEGGI ANCHE

«La satira è libertà, ci aiuta a ridere e a confrontarci»: la risposta di Giovanna Botteri a «Striscia»

Per abbonarvi a Vanity Fair, cliccate qui.