Clivio tra misteri, Templari e straordinarie scoperte in un libro di Raffaello D’Elia
Raffaello D'Elia, giovane appassionato di storia è autore del libro "Clivio e il Varesotto - Terra di confine tra misteri e straordinarie scoperte", edito da Macchione
Un fiore a quattro petali, un arciprete vissuto nel XII secolo, due chiese con simboli e scritte misteriose. Sono questi gli spunti da cui è partita la ricerca storica di Raffaello D’Elia, giovane appassionato di storia autore del libro “Clivio e il Varesotto – Terra di confine tra misteri e straordinarie scoperte”, edito da Macchione.
«La ricerca storica è iniziata quando l’amico Claudio Lazzari mi ha mostrato alcune pietre “misteriose” presso la chiesa di San Materno a Clivio – racconta Raffaello D’Elia . Il simbolo inciso sulla prima pietra, corrisponderebbe al Fiore a quattro petali, con rimandi alla perfezione del Creato e al dualismo tra Bene e Male, Vita e Morte celebrati dai Templari che Varese sarebbero operativi sul finire del XII secolo con la fondazione dell’ospedale del Nifontano, in quanto vicino alle vie di accesso per le valli varesine a Nord e alla Via Francisca punto di transito per numerosi pellegrini. A Clivio era presente un certo arciprete, Goffredo, nel medesimo periodo: anche lui era presente alla fondazione dell’ospedale e potrebbe essere l’anello di congiunzione tra loro e Clivio».
Un altro indizio sulla presenza dei Templari a Clivio, secondo D’Elia viene dalla chiesa parrocchiale di Clivio, dove sono murate due lapidi altomedievali, invocazioni a Cristo affinché protegga delle torri dai fulmini: «Probabilmente tali pietre erano poste su delle torri di avvistamento templari che sorgevano a Clivio, dal momento che il paese sorge su una collina da cui è possibile controllare il territorio, da Como e Chiasso fino a Rodero e Varese. Ho anche analizzato i numerosi santi venerati nei paesi limitrofi a Clivio e molti sono venerati dal culto templare. Inoltre molti di questi santi sono protettori dei malati e dei pellegrini. La zona insubrica era frequentata da pellegrini e viandanti e i Templari tutelavano le vie di transito assistendoli durante il viaggio. Probabilmente anche a Clivio era presente un certo clima culturale che faceva riferimento a loro».
D’Elia ha anche trovato rimandi alla Massoneria: «Clivio, Saltrio e Viggiù sono stati per secoli patria di scultori e picasass. Tale società segreta affonda le proprie radici proprio nelle corporazioni artigianali medievali che anche qui si svilupparono. I cimiteri vecchi di Clivio e di Viggiù son ricchi di tali simbologie».
Il lavoro di indagine dell’autore è andato oltre: «Ho riletto, come se fosse un codice, il simbolo scolpito a San Materno, dal momento che i Templari usavano un alfabeto segreto per comunicare. Questo significherebbe “mille passi”. Tradotto in metri, sarebbero 600-700 metri: percorrendo le antiche vie del paese, sarebbe l’esatta distanza tra San Materno e la chiesa di Santa Maria della Rosa. Abbiamo trovato poi una seconda pietra incisa, sempre a San Materno: i “caratteri” presenti sono compassi e squadre dai rimandi massonici. Ho provato a tradurre anche questi. Ciò a cui sono giunto è il seguente messaggio segreto massonico “Da duemila anni riposa nella sacra cappella Sestio il centurione”. Ho unito i due messaggi e la chiesa di Santa Maria della Rosa è stata la mia osservata speciale. Si tratta di una chiesetta privata, i cui proprietari francesi sono qui poche settimane l’anno e sono riuscito a contattarli per visitare l’edificio. Nell’abside è presente il bellissimo affresco della Vergine col Bambino. Lei tiene in mano una rosa: l’esatto simbolo dei Rosa-Croce, inoltre la rosa è simbolo di segretezza come se la Madonna dicesse, fissandoci negli occhi: “Ho un segreto, ma non ve lo rivelo”. La conclusione sull’ubicazione della tomba misteriosa corrisponderebbe alla zona sotto l’altare. L’arco absidale reca dipinte alcune lettere: AGPDT, che rilette oltre la versione ufficiale affermerebbero “Il glorioso comandante delle truppe dorme nella tomba”. Inoltre nella piccola chiesa sono presenti altri simboli: le cento stelle a otto punte in area absidale e l’acquasantiera con simbologia esoterica e alchimistica dove è inciso un teschio con tre orbite».
A Clivio, aggiunge l’autore, ha soggiornato per un certo periodo il frate filosofo Giordano Bruno, che potrebbe aver influenzato con le sue teorie le diverse personalità presenti a Clivio: «In paese era presente un certo clima culturale che faceva riferimento ai Templari, ai Rosa-Croce e ai Massoni e sono presenti molti simboli che rimandano a loro».
(nella foto: la chiesa di San Materno)
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