07 May 2009

Salpa 50

Il cantiere napoletano nasce nel 1985 dalla volontà di Antonio Pane ed Enza Gallo, che operavano nel settore da più di vent’anni. Nel 1990 l’acquisto del cantiere Laver per ampliare la gamma di modelli. Oggi, dopo più di vent’anni, i cantieri Salpa stanno differenziando la produzione con scelte di costruzione innovative e la nuova ammiraglia, il 50.5, si inserisce proprio in questa strategia. Durante la progettazione il cantiere ha seguito una serie di linee guida, tr...

Introduzione

Il cantiere napoletano nasce nel 1985 dalla volontà di Antonio Pane ed Enza Gallo, che operavano nel settore da più di vent’anni. Nel 1990 l’acquisto del cantiere Laver per ampliare la gamma di modelli. Oggi, dopo più di vent’anni, i cantieri Salpa stanno differenziando la produzione con scelte di costruzione innovative e la nuova ammiraglia, il 50.5, si inserisce proprio in questa strategia. Durante la progettazione il cantiere ha seguito una serie di linee guida, tra cui la decisione di montare le trasmissioni Ips di Volvo Penta e di costruire tramite infusione della vetroresina, tecnologia utilizzata non solo per lo scafo ma anche per tutti gli altri componenti. L’infusione ha permesso di realizzare una barca di notevoli dimensioni senza rinunciare alla leggerezza e la costruzione a sandwich ha garantito ottimi risultati in termini di resistenza e robustezza dello scafo. Una barca bella, con forti connotazioni stilistiche, caratterizzata da una linea sportiva che non limita i volumi interni. Il target a cui si rivolge il 50.5 è composto da armatori maturi che desiderano un’imbarcazione con una linea sportiva e interni confortevoli e accoglienti.

Prova

Il test della barca si è svolto in una giornata calda con mare calmo e poco vento. Condizioni ideali per una bella uscita in mare, meno per poter mettere alla frusta uno scafo che, ci viene assicurato, si comporta alla grande anche con mare formato. In manovra e uscendo dal porto si apprezza subito l’agilità del mezzo dovuto alle trasmissioni Ips di Volvo Penta che, con il semplice tocco di un joystick, permettono il controllo totale dello scafo anche in caso di forte vento laterale o correnti. Grazie alle telecamere esterne e alla buona visibilità dalla plancia di comando non esistono punti ciechi. Ottimo il livello di coibentazione della sala macchine e, quindi, l’insonorizzazione degli ambienti interni: appena chiusa la vetrata d’ingresso sembra di essere in un mondo a parte invece che a bordo di una barca a motore. L’entrata in planata avviene a 2.200 giri a circa 14 nodi, superata questa soglia la barca diventa più stabile sia in navigazione che in virata. La carena a V tipo Delta con un deadrise di 19 gradi, e soprattutto la linea dello spigolo che sale verso prua, consentono una navigazione morbida e piacevole anche i condizioni di tempo cattivo. Il regime ideale di crociera si attesta intorno ai 3.100 giri e la velocità registrata è stata di poco inferiore ai 28 nodi, mentre la massima registrata è stata di 31,2 nodi a 3.500 giri. Anche ad alti regimi la prua non si alza mai troppo e la visibilità rimane ottima anche da seduti. Decelerando di colpo il 50.5 non si “siede”, la reazione dello scafo è così controllata e graduale che la plancetta di poppa si bagna appena.
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