Salpa 50
Il cantiere napoletano nasce nel 1985 dalla volontà di Antonio Pane ed Enza
Gallo, che operavano nel settore da più di vent’anni. Nel 1990 l’acquisto del
cantiere Laver per ampliare la gamma di modelli. Oggi, dopo più di vent’anni, i
cantieri Salpa stanno differenziando la produzione con scelte di costruzione
innovative e la nuova ammiraglia, il 50.5, si inserisce proprio in questa
strategia. Durante la progettazione il cantiere ha seguito una serie di linee
guida, tr...
Introduzione
Il cantiere napoletano nasce nel 1985 dalla volontà di Antonio Pane ed Enza
Gallo, che operavano nel settore da più di vent’anni. Nel 1990 l’acquisto del
cantiere Laver per ampliare la gamma di modelli. Oggi, dopo più di vent’anni, i
cantieri Salpa stanno differenziando la produzione con scelte di costruzione
innovative e la nuova ammiraglia, il 50.5, si inserisce proprio in questa
strategia. Durante la progettazione il cantiere ha seguito una serie di linee
guida, tra cui la decisione di montare le trasmissioni Ips di Volvo Penta e di
costruire tramite infusione della vetroresina, tecnologia utilizzata non solo
per lo scafo ma anche per tutti gli altri componenti. L’infusione ha permesso
di realizzare una barca di notevoli dimensioni senza rinunciare alla leggerezza
e la costruzione a sandwich ha garantito ottimi risultati in termini di
resistenza e robustezza dello scafo. Una barca bella, con forti connotazioni
stilistiche, caratterizzata da una linea sportiva che non limita i volumi
interni. Il target a cui si rivolge il 50.5 è composto da armatori maturi che
desiderano un’imbarcazione con una linea sportiva e interni confortevoli e
accoglienti.
Prova
Il test della barca si è svolto in una giornata calda con mare calmo e poco
vento. Condizioni ideali per una bella uscita in mare, meno per poter mettere
alla frusta uno scafo che, ci viene assicurato, si comporta alla grande anche
con mare formato. In manovra e uscendo dal porto si apprezza subito l’agilità
del mezzo dovuto alle trasmissioni Ips di Volvo Penta che, con il semplice
tocco di un joystick, permettono il controllo totale dello scafo anche in caso
di forte vento laterale o correnti. Grazie alle telecamere esterne e alla buona
visibilità dalla plancia di comando non esistono punti ciechi. Ottimo il
livello di coibentazione della sala macchine e, quindi, l’insonorizzazione
degli ambienti interni: appena chiusa la vetrata d’ingresso sembra di essere in
un mondo a parte invece che a bordo di una barca a motore. L’entrata in planata
avviene a 2.200 giri a circa 14 nodi, superata questa soglia la barca diventa
più stabile sia in navigazione che in virata. La carena a V tipo Delta con un
deadrise di 19 gradi, e soprattutto la linea dello spigolo che sale verso prua,
consentono una navigazione morbida e piacevole anche i condizioni di tempo
cattivo. Il regime ideale di crociera si attesta intorno ai 3.100 giri e la
velocità registrata è stata di poco inferiore ai 28 nodi, mentre la massima
registrata è stata di 31,2 nodi a 3.500 giri. Anche ad alti regimi la prua non
si alza mai troppo e la visibilità rimane ottima anche da seduti. Decelerando
di colpo il 50.5 non si “siede”, la reazione dello scafo è così controllata e
graduale che la plancetta di poppa si bagna appena.
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