Montorio nei Frentani

Montorio nei Frentani è un comune della provincia di Campobasso, distante circa 35 km dalla costa molisana, sito nel basso Molise fra i fiumi Fortore e Biferno, non lontano dalla città di Larino. Ha una superficie di 31,70 km² e Sorge a 654 metri sopra il livello del mare. Il territorio è coperto da una vegetazione a chiazze che lascia intravedere il colore dorato della terra; il profilo è vario e montano ad occidente, dove sono i Colli di S. Michele, e ad est, dove si trova il Monte di Tona; per il resto è prevalentemente pianeggiante. Il paese, sul crinale spartiacque della valle del Biferno, risolve il suo impianto con una matrice di tipo anulare, che include quasi in un doppio cerchio le due fondamentali fasi edilizie: l’originaria Rocca (Castello o Terravecchia) raccolta intorno alla chiesa di Santa Maria Assunta ed il Borgo, come la Rocca, murato e turrito. Il paese è caratterizzato dalla cosiddetta Terra Vecchia, cioè il paese antico che presenta ancora il suo borgo medievale. Numerose torri, mura di cinta e antiche porte d’accesso conservano ancora oggi le feritoie e i resti delle posizioni di artiglieria.

 

Il comune è di origini antichissime. In tutto l’agro si ritrovano resti d’epoca preistorica (4000 a. C.) e storica. Sepolcri, rottami di fabbrica, fondamenta, pezzi di mosaico, monete, lucerne, statuette ed altro materiale sono stati rinvenuti sia sul luogo dove attualmente sorge il paese, sia in altre località del suo agro: S. Michele, Grotte, Castellano, Piana, Fonte Sambuco, Pezze del Comune, Noce Pagliuca. 
L’etimologia del toponimo è controversa. In alcuni documenti dei secoli XI e XII si può trovare sia il nome “Mons Aureus” che “Mons Taurus”. “Mons Aureus” potrebbe derivare dal colore dorato delle sue terre, mentre “taurus” è legato al significato di altitudine. Da uno di questi due nomi venne fuori “Montorius”, mentre l’appellativo “nei Frentani” fu di seguito aggiunto con un Regio Decreto del 1864 per distinguerlo da altri comuni situati al di fuori del territorio regionale questa scoperta porta la data del 1969. 
Fonti storiche accertano che durante la seconda guerra Punica il territorio di Montorio fu teatro di scontri tra Annibale e Fabio Massimo. Successivamente con il crollo dell’Impero romano le popolazioni per sottrarsi alle invasioni barbariche, si raggrupparono nello stesso territorio, dove poi nacque il paese attuale. Qui furono costruite le prime abitazioni, intorno al castello e alla chiesa già esistenti, che facevano parte del sistema di difesa studiato da Vito Avalerio e dai De Molisio, entrambi conti normanni, come appare nel Catalogo borrelliano intorno al secolo XII. Montorio così entrò a far parte della Contea di Molise e fu feudo dei De Molisio fino al secolo XIII. 
Nel periodo longobardo Montorio fece parte della Ducato di Benevento, appartenendo alla contea di Larino, mentre nel periodo normanno fu compresa nella contea di Loritello (Rotello). In epoca rinascimentale fu conquistato, nell’ottobre 1462, dal re Ferrante d’Aragona, al tempo della lotta dinastica conto Giovanni d’Angiò: è di quel periodo l’insediamento nel Borgo di un gruppo di profughi greco-albanesi scampati alle stragi ottomane. Così pure, è da ricordare la rivolta popolare contro i soprusi del feudatario di metà sec. XVI detta del muro rotto. Di quest’epoca sono le chiese della SS. Annunziata, di Santa Caterina d’Alessandria e dei SS. Marco e Lazzaro. 
Nel corso del tempo il paese fu posto sotto il controllo di diverse famiglie sino all’eversione della feudalità. Montorio appartenne a vari feudatari. I primi feudatari furono, verso la fine del 1100, Vito Avalerio ed Enrico Cena. Seguirono, attraverso i secoli: de Molisio (inizi 1200-primi anni del 1300); Gambatesa-Monforte (inizi 1300 fine 1400); de Capua (1500); Castelletti (1600), Mastrogiudice (fine 1600 metà 1700), Ceva-Grimaldi (metà 1700 fine 1800). Il XVII secolo fu un periodo di depressione a causa anche della pestilenza del 1656 e del terremoto del 1688 che ridussero il paese in misere condizioni; solo agli inizi del ‘700, grazie alla feudataria Sinforosa Ceva- Grimaldi, il paese riuscì risollevarsi dalla crisi. 
Il patrimonio territoriale si caratterizza da un paesaggio costellato di siti archeologici sparsi (per es. i corredi tombali di età arcaica, V sec a.C., reperiti a ridosso del centro abitato) tra i quali possiamo segnalare i resti del villaggio medievale fortificato di Gerione, oggetto di scavi recenti; interessanti anche i luoghi di culto legati alle acque con resti di fonti che si accompagnano all’antica presenza monastica benedettina (San Mauro, San Michele), in un insieme tessuto da arcaici percorsi ancora fruibili. 
Di particolare interesse la chiesa di S. Maria del Carmine, la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, il palazzo Marchesale Magliano. Da vedere anche le fontane e le antiche porte. 
Nel mese di agosto Montorio nei Frentani ospita “Noi…Artisti di Questa Terra”, la rassegna di artisti e personaggi illustri molisani e nazionali, organizzata dall’omonima associazione culturale. L’iniziativa mira a dare merito ai molisani che si sono distinti nel campo dell’arte e della cultura e che hanno portato il nome della nostra regione oltre i confini. È finanziata dagli assessorati della Cultura e del Turismo e dalla Presidenza del Consiglio della Regione Molise, dalla Provincia di Campobasso ed è sostenuta dalla comunità montana di Casacalenda. 
Molto interessante è la raccolta ornitologica “Carfagnini”, una delle poche collezioni in Italia, se non l’unica, ad essere costituita da circa seicento esemplari provenienti da uno stesso biotopo. Realizzata in un periodo che va dall’ aprile 1896 all’ aprile 1952. Iniziata dal professore di Scienze naturali Edoardo Carfagnini, dopo la sua morte, è stata ultimata dal fratello Leonardo, farmacista del paese. Gli esemplari della collezione sono stati tutti catturati nella zona di Montorio e paesi limitrofi: è la testimonianza della fauna che popolava quel territorio, una complessità di ambienti agricoli tale da ospitare uccelli attualmente scomparsi o in via d’ estinzione. Per ciascun esemplare è stato annotato metodicamente la data e la località di cattura, il nome volgare e scientifico, il numero di catalogo, epoca, sesso, e per molti la descrizione particolareggiata del contenuto gastrico. Tra le specie più interessanti: l’ Aquila del Bonelli; l’Aquila Reale, catturata nei Colli di Montorio ed imbalsamata con un’ apertura d’ali di oltre due metri; il rarissimo Biancone; il Gufo Reale ormai estinto nei boschi molisani; il Falco Pellegrino; la Quaglia e i suoi pulcini; un Barbagianni in posizione di difesa. Di grande interesse sono anche i lupi, la marmotta, il tasso, il gatto selvatico, la puzzola e la volpe. Tutta la collezione è custodita nella casa di Teodorico Carfagnini ed è a disposizione del pubblico (a richiesta), per farne veicolo culturale.