Rocchetta al Volturno

Il Comune di Rocchetta al Volturno è formato da due nuclei: il borgo originario, detto Rocchetta Alta, o Rocchetta Vecchia, ancora oggi arroccato in posizione difensiva sulla montagna, e Rocchetta Nuova, che si trova a una quota altimetrica inferiore. La nuova Rocchetta nacque perché, alla fine dell'800, il pendio che collegava la parte meridionale dell'antico abitato con il colle opposto fu disboscato e il terreno dal 1890 iniziò a manifestare gravi cedimenti a causa dello scivolamento progressivo degli strati sovrapposti di argilla e arenaria, incrementato dalle infiltrazioni d'acqua, sia piovana che sorgiva. Nel 1905, in seguito a ulteriori eventi rovinosi, la popolazione si trasferì per la maggior parte a valle, dove esisteva una frazione denominata Case Sparse. Il paese moderno si sviluppa oggi al centro di un altopiano, delimitato a Ovest dalla parte terminale della catena delle Mainarde e a Est da un avvallamento, in fondo al quale scorre il Volturno; a circa due chilometri si trovano le sorgenti del fiume. Il suo nome caratterizza i toponimi di altri Comuni vicini come Colli a Volturno e Cerro al Volturno. Le tracce dei più antichi insediamenti sembra che siano state ritrovate nella località denominata Vaccareccia e risalgono a un periodo collocabile tra la fine dell'Impero romano e l'inizio del Medioevo. Nell'XI secolo il feudo faceva parte dei possedimenti dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, insieme a Castel San Vincenzo e Cerro. Rocchetta costituiva una zona di avvistamento per il monastero, trovandosi in posizione elevata. Nel corso degli anni '60, l'abbandono dell'abitato antico di Rocchetta Alta, a causa dei danni bellici e delle difficili condizioni di vita, han fatto sì che si costituisse il nuovo centro comunale di Rocchetta Nuova, presso la diga del fiume Volturno, attorno la nuova parrocchia di Santa Maria Assunta. Tra i monumenti particolarmente importanti da vedere c’è la chiesa di Santa Maria alle Grotte si erge solitaria, come un prezioso scrigno incastonato fra le rocce e una vivida vegetazione, unico edificio rimasto di un più ampio complesso monastico benedettino. Sorta su grotte naturali, in un luogo privilegiato, punto di confluenza e di transito di pellegrini e crociati, ha rivelato nel corso dei secoli i segni di una profonda devozione nei confronti di un simulacro della Madonna con il Bambino. Oltre alla suddetta chiesa rivestono un ruolo fondamentale anche le chiese di S. Martino, di Santo Stefano, di S. Filippo Neri, l'eremo di S. Michele Arcangelo istituito ad opera dei monaci benedettini dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno intorno al 1000, la Chiesetta della Madonna delle Grazie e la Cripta di San Lorenzo, edificata ai tempi dell'abate Epifanio (824-842) e ricca di affreschi del periodo alto-medievale.