Kurt Cobain e Courtney Love, dal matrimonio in pigiama al tragico sparo di Seattle

La loro fu una storia d'amore tossica, bruciata in fretta e vittima delle dipendenze da sostanze stupefacenti. Eppure entrò nel mito quando lui si tolse la vita
Kurt Cobain Courtney Love
Vinnie Zuffante/Getty Images

Kurt Cobain e Courtney Love, storia di un amore “rock” bruciato in fretta e sotterrato da una montagna di dolore e dipendenze: il 5 aprile 1994 il leader dei Nirvana si suicidò

5 aprile 1994. Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, si toglie la vita a soli 27 anni sparandosi alla testa con un colpo di fucile. Si trovava nella sua casa di Seattle e accanto al corpo lasciò una lettera d'addio che citava una canzone di Neil Young: «It's better to burn out than to fade away». È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. Una frase che riassume tutta la sua vita. E anche la sua burrascosa storia d'amore con Courtney Love.

Quando lui premette il grilletto, lei era in tour con la sua band, le Hole. Quello sparo fu il culmine di una montagna di droga e di malessere che aveva portato Kurt ad alienarsi dal mondo. Una corda spezzata della chitarra, un silenzio molto più assordante della musica grunge con la quale Kurt ruggiva rabbia sul palco. Courtney tentò di salvarlo, anche se ormai aveva capito da tempo che il dolore di suo marito avrebbe avuto la meglio. 30 anni fa esatti il loro amore, tossico, maledetto, entrò in un lampo nel mito, come una delle storie più brucianti di sempre.

Kurt Cobain e Courtney Love, dicembre 1992

Lindsay Brice/Getty Images

L'incontro tra due biondi del rock

“Kurt Cobain e Courtney Love sono la versione anni 90 molto più talentuosa di Sid e Nancy. Lei diventerà famosa, mentre lui lo è già: a meno che non succeda qualcosa, si autodistruggeranno”. Ci vide lungo la giornalista Lynn Hirschberg che scriveva queste parole su Vanity Fair nel 1992 - l'anno in cui Kurt e Courtney si sposarono - facendo riferimento alla celebre storia tra Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, e della sua compagna Nancy Spungen. Anche Kurt e Courtney si innamorarono grazie alla musica rock. Era il 1989 quando lei - all'epoca già attrice in un film dal titolo premonitore, Dritti all'Inferno - andò a sentire i Nirvana, il gruppo di cui lui era il leader. Si incrociarono, non si rimasero indifferenti.

Il primo vero incontro avvenne un anno dopo, precisamente il 12 gennaio 1990 in un nightclub di Portland, Seattle. Nonostante fosse rimasto affascinato da quella trasgressiva ragazza più grande di lui di tre anni, all'inizio Cobain sembrò respingere le avance della Love, commentando: "Ero determinato a diventare scapolo per qualche mese [...] ma sapevo subito che mi piaceva così tanto Courtney che era davvero dura lottare per starle lontano". Anche lei suonava e cantava in un gruppo grunge, le Hole. Entrambi belli, biondi, giovani, e con un debole per le droghe.

UNITED KINGDOM - AUGUST 23: READING FESTIVAL Photo of Kurt COBAIN and NIRVANA, Kurt Cobain performing live onstage (Photo by Mick Hutson/Redferns)Mick Hutson
1310364236Tim Mosenfelder

Sin da subito amore e eccesso (anche violento)

La scintilla scattò ufficialmente nel 1991, quando i Nirvana giunsero all'apice del successo con l'album Nevermind. Ma per quel cantante dalla faccia d'angelo quella fama fulminea era indigesta: il clamore e l'attenzione che i mass media riservarono quasi improvvisamente alla sua musica grunge, erano per lui un tormento, una punizione. Fu in quel momento di confusione e di inizio depressione che Kurt e Courtney iniziarono a vedersi, a piacersi, ad amarsi.

Ma anche a litigare, sin dall'inizio. E i loro scontri - figli di un profondo squilibrio che riguardava entrambi - furono negli anni ricorrenti e anche violenti. A tal punto che una volta la Love chiamò la polizia nella loro casa di Seattle, con le autorità che confiscarono tre pistole e alcune pillole a Cobain, che si era chiuso in una camera da letto al piano superiore per nascondersi da lei. Un'altra volta invece, si racconta che dopo una lite lei gli manderà un cuore-regalo per farsi scusare, che diventerà la **Heart Shaped Box **della canzone dei Nirvana.

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Destabilizzato dal successo, Kurt Cobain iniziò a fare sempre più uso di droghe. E fu lei, secondo numerosi fonti, a introdurlo all'eroina. Oltre alla gloria indesiderata, va detto che Kurt si portava dentro dei demoni da lungo tempo: nato da un matrimonio disastrato e una famiglia sfasciata, il sogno di una vita era di creare una famiglia di cui ha sempre sentito la mancanza durante l’adolescenza. Alla fine del 1991, dopo solo 4 mesi di frequentazione, lei rimase incinta, e - come lei stessa dichiarerà in un'intervista nel 1992 - continuò a fare uso di eroina durante la gravidanza, ignara della sua condizione. Una volta saputo di aspettare una bambina, smise.

Il matrimonio sulla spiaggia di Waikiki

L'immagine dell'ecografia della piccola in arrivo - Frances Bean - finì sull'artwork del singolo Lithium dei Nirvana. Per Kurt e Courtney può forse iniziare davvero un lungo futuro insieme. Così il 24 febbraio 1992 i due decisero di sposarsi sulla spiaggia di Waikiki, Hawaii. La sposa indossava un abito di pizzo bianco e raso precedentemente appartenuto all'attrice di Hollywood Frances Farmer, mentre Cobain indossava un pigiama di flanella verde. Davanti ai loro occhi solo 8 ospiti in tutti, tra cui Dave Grohl, all'epoca batterista dei Nirvana e ora frontman dei Foo Fighters.

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Dopo il matrimonio l'inizio della crisi di Kurt

Dopo il matrimonio, Cobain entrò in crisi. Nonostante la crescente popolarità dei Nirvana, il frontman non aveva alcun desiderio di andare in tournée e si chiuse ulteriormente in se stesso. Di quel periodo, la Love nel 1992 confessò a Vanity Fair quanto lei e Kurt si fossero “abbuffati”: “Abbiamo fatto uso di un sacco di droghe. Abbiamo preso delle pillole e poi siamo andati ad Alphabet City e Kurt indossava un cappello, io indossavo un cappello e ci siamo procurati un po' di droga. Poi ci siamo sballati e siamo andati al SNL. Dopodiché, ho fatto uso di eroina per un paio di mesi”. Tra un'abbuffata e l'altra i due vivevano momenti di risate e affetto sincero. Uno di questi si vede in un video contenuto nel documentario** Montage of Heck** (2015), in cui i due intonano una canzone - **I'm stinking of you **(Io puzzo di te) - in salotto.

I (vani) tentativi di ripulirsi prima di diventare genitori

Prima della nascita della figlia, Kurt e Courtney tentarono di ripulirsi. Nel marzo 1992 si iscrissero a programmi di disintossicazione separati ma nel giro di pochi giorni avrebbero fatto il check-out e si sarebbero tuffati nelle loro dipendenze. Quando poi, il successivo 18 agosto, nacque Frances Bean, Cobain aveva brevemente considerato di lasciare la band per potersi concentrare sulla paternità. Ma non lo fece. E nonostante le sue buone intenzioni, non riusciva nemmeno a smettere di drogarsi.

Gutchie Kojima/Shinko Music/Getty Images

Quando la Love rivelò di aver fatto uso di eroina durante la gravidanza, scattò una serie infinita di processi per la custodia della piccola Frances Bean, che fu affidata ai servizi sociali perché i genitori furono ritenuti “incapaci” di offrirle un ambiente sano ed equilibrato in cui crescere. Ma i genitori lottarono fino a quando non la ottennero nuovamente. Nonostante l'amore per la figlia - una volta lui disse in un'intervista “Tenere in braccio mia figlia è la migliore droga al mondo” - anche il matrimonio si stava sgretolando, esacerbato dal consumo di sostanze stupefacenti. E la sua discesa verso l'autodistruzione diventò sempre più ripida ed evidente.

Natale 1992, la piccola Frances Bean Cobain con papà Kurt e mamma Courtney

private/insight media / ipa-agency.net

Tra i momenti fotografici più belli resterà indubbiamente il loro arrivo agli MTV Video Music Awards del 1993. Lei in abito lungo elegante, lui in maglia a righe e jeans strappati. Iconici. E felici. Kurt Cobain e Courtney Love si baciano, sorridono, tengono in braccio la piccola Frances Bean. Sembrano una famiglia serena. Ma la tragedia è lì pronta ad attenderli.

Paul Harris/Getty Images
Jeff Kravitz
Vinnie Zuffante/Getty Images

Il tentato suicidio a Roma

Durante la tappa del tour dei Nirvana a Monaco nel marzo 1994, a Kurt fu diagnosticata una bronchite e una grave laringite. Fu così inviato a Roma per delle cure mediche. La famiglia Cobain soggiornò in una suite all’Hotel Excelsior. Lui, già in crisi nera, sospettò che la moglie avesse un'altra relazione, così assunse 67 Rohypnols (un tranquillante) mischiate con lo champagne e finì in overdose. A salvarlo fu Courtney, che nel cuore della notte si svegliò e vide il marito privo di sensi: il cantante fu salvato per miracolo e finì in coma per 24 ore. Dopo 5 giorni venne dimesso dall'ospedale.

I mesi successivi furono fatti di solitudine e dolore, il frontman dei Nirvana si allontanò sempre più da Courtney e dalla piccola Frances Bean. A nulla servì il ricovero in una clinica di Los Angeles per disintossicarsi: dopo aver visto la figlia per l’ultima volta, per un’ora, Kurt scappò dalla clinica e ritornò a Seattle, dove tutti persero le sue tracce. Nel 2015 la Love dirà che in quei giorni suo marito “Voleva solamente restare nell'appartamento e farsi eroina, dipingere e suonare la chitarra”.

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Lo sparo in casa a Seattle e il biglietto d'addio

Ma i problemi di Cobain non riguardavano solo l'amore: non riuscì mai a sedare i demoni interiori che derivavano dalla sua giovinezza solitaria, né riuscì ad abbracciare la sua ritrovata celebrità, che sentiva delegittimare la sua musica. Il suo mondo gli stava crollando addosso e non riusciva a sopportare la pressione. Isolato e inconsolabile e sotto la stretta della dipendenza, il 5 aprile 1994 Cobain si uccise con un colpo di pistola alla testa nella sua casa di Seattle sul Lake Washington Boulevard. Aveva 27 anni: una leggenda moriva e nasceva alla stesso tempo. Accanto al corpo - che fu scoperto l'8 aprile da un elettricista che stava installando un allarme (lo vide attraverso la finestra) - fu rinvenuta una lunga lettera d’addio che il cantante indirizzò al suo amico immaginario A Boddah che gli faceva compagnia quando era bambino. Nella parte finale si leggono queste parole:

"C'è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, Pesci, Gesù santo! Perché non ti diverti e basta? Non lo so. Ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia (…). Non posso sopportare l'idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall'età di sette anni che sono avverso al genere umano (…). Non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.
Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.
Ti prego Courtney continua ad andare avanti, per Frances.
Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me.
VI AMO. VI AMO".

Kurt Cobain

Courtesy Everett Collection

“Lo amo e lo amerò sempre”

Tormentato dalla dipendenza, da inspiegabili quanto atroci disturbi fisici e da una mente perennemente inquieta, Kurt Cobain non fu in grado di sfuggire ai problemi che lo avevano ossessionato fin dall’infanzia. Dopo la sua morte, Courtney Love tenne una veglia per il suo defunto marito il 10 aprile 1994 al Seattle Center, con oltre 7 mila persone in lutto e fan venuti a rendere omaggio al compianto leader dei Nirvana. La moglie ricordò il marito leggendo parti della lettera di suicidio di Kurt.

Negli anni successivi, la Love rilasciò un'intervista a Rolling Stone, dove spiegò: “Prima riuscivo a parlare di più con Kurt, ovunque fosse. Ma ora se n'è davvero andato. Pensavo che piangerlo fosse davvero egoista perché lo avrebbe fatto sentire in colpa. E la cosa migliore da fare era pregare per lui e mostrargli gioia, in modo che potesse sentire vibrazioni positive. Ma ora so che si è dissipato e se n'è andato. Non è rimasto più niente. Nemmeno qualcuno con cui parlare”. Ma a Loudwire dichiarò anche questo: “Mi ha fatto impazzire. Eppure lo amo e lo amerò sempre”.