Maschere di fiori e candele per celebrare la bellezza dell'effimero

Maschere di fiori e candele per celebrare la bellezza dell'effimero

Omar Macchiavelli

Francesco Casarotto firma maschere per esteriorizzare le emozioni. Nelle sue creazioni assembla dettagli che luccicano, oggetti di uso quotidiano, «petali e boccioli

Il punto di partenza è materico: «Qualunque oggetto può essere quello giusto: ogni volta è una sfida diversa nel comprendere come reagiscono i materiali alle lavorazioni couture cui li sottopongo. Amo tutto ciò che luccica e scintilla, così come anche elementi banali, di utilizzo quotidiano, che poi vengono esaltati nelle mie creazioni. Mi piacciono tantissimo, poi, i fiori, proprio perché sono deperibili e la fotografia è il modo migliore per renderli eterni. Sono sinceri perché non hanno paura di mettere in mostra la loro fragilità. Sto anche lavorando con le candele, per una maschera che, una volta accesa, vivrà pochi minuti». 

Francesco Casarotto

Nelle loro versioni eterne o effimere, le maschere di Francesco Casarotto esteriorizzano emozioni, paure e voci ma vogliono essere un percorso corale, come spiega l’artista: «Con la mia psicoterapeuta Nadia Taverna ho cercato i personaggi che animano la mia mente per isolarli e riconoscerli, dando loro un nome e un’estetica. Poi ho cercato di rappresentare in opere fisiche le emozioni che loro mi trasmettevano, in una sorta di meditazione attraverso la manualità. Voglio però che le maschere raccontino di tutti: per questo non hanno un nome ma solo un numero progressivo, e non devono essere identificate soltanto con le mie emozioni. Ognuno ci può vedere quello che vuole». 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio di Vogue Italia, in edicola. Con Francesco Casarotto lavorano Lucia Giustozzi e Francesco Cuzzi. La foto di copertina dell'articolo è una delle maschere di fiori che Francesco Casarotto ha creato in esclusiva per Vogue Italia, foto Omar Macchiavelli.

Scouting di Sara Sozzani Maino