Consigli per gli ascolti

Musica 2022: nuovi singoli e album in uscita da ascoltare in primavera

Interviste e musica bellissima: in un periodo così difficile per live e concerti, riparte la rubrica Vogue Release, uno spazio dedicato alle nostre uscite discografiche preferite
Musica 2022 nuovi singoli e album in uscita da ascoltare in primavera
MICHAEL YOHANES
Per il terzo anno consecutivo, una rubrica dedicata alla musica di artisti italiani e internazionali, che raccontano a Vogue.it le loro ultime produzioni, tra album, EP e videoclip. In attesa di ballarli di nuovo abbracciati.

DAVID BLANK, ANDREA DI GIOVANNI - PRAY

David Blank, Andrea Di Giovanni 

MICHAEL YOHANES

Come è nata PRAY, e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico?  
Siamo entrambi nati e cresciuti in un contesto religioso, e la chiesa è il primo posto dove ci hanno introdotto al senso di comunità: ma essendo entrambe membri della comunità LGBTQI+, la chiesa è anche il primo posto dove abbiamo vissuto l’abbandono e il giudizio negativo da una comunità. Per noi Pray rappresenta la rivalsa e la riappropriazione del senso positivo della comunità, la possibilità di creare noi il safe space per tutti, senza alcun tipo di giudizio.  

Dal punto di vista musicale, come descrivereste la traccia? 
È una bomba di energia, volevamo allacciarci musicalmente alla nuova chiesa della comunità LGBTQI+, le ballroom.   

Ci raccontate qualcosa in più sul bellissimo video di PRAY? 
Con il video si voleva creare un parallelismo fra presente e passato. Le immagini dei moti di Stonewall insieme alle note attiviste queer Marsha P Johnson e Sylvia Riviera, in contrasto con i nostri movimenti e look, rappresentano le origini di un nuova chiesa queer e il suo futuro.  

David Blank, Andrea Di Giovanni 

MICHAEL YOHANES

Come è nato questo featuring, e come è stato collaborare tra voi? 
È da mesi che ci inseguivamo, essendo due artisti internazionali del mondo queer, e con PRAY abbiamo trovato l'occasione perfetta per unire le nostre forze. Lavorare insieme è stato naturale, divertente e veramente un momento magico.   

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare PRAY? 
PRAY è dedicata a tutt* coloro che crescendo si sono sentit* divers* e non accettati da comunità religiose o qualsiasi altro tipo, alle quali appartenevano. E a tutte le persone che tuttora si sentono tagliate fuori e non amate: potete creare voi la vostra comunità e la vostra chiesa.

JAGUAR JONZE - BUNNY MODE

Jaguar Jonze 

Michelle Pitiris

Come è nato BUNNY MODE, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?   
BUNNY MODE è uscito dopo i miei tre anni di sostegno in prima linea al movimento #Metoo nell'industria musicale australiana, dopo avere subito un'aggressione sessuale da due produttori musicali. È stato un viaggio davvero difficile, ma attraverso questo processo, parlando e combattendo per gli altri, sono cresciuta davvero tanto, come persona e come artista. Sono molto orgogliosa di BUNNY MODE, perché immortala la mia traiettoria: da essere una sopravvissuta senza potere, a una combattente con qualcosa da dire.    

Come descriveresti questo nuovo LP, musicalmente parlando?   
Per quanto riguarda la musica, spazia dall'alt-pop, al rock, al punk, alla ballad, all'industrial e alla musica cinematica. Proprio come il multiculturalismo in cui sono cresciuta, anche la mia musica è un crogiolo di tanti suoni e culture diverse.   

C'è una traccia dell'album che ha un significato particolare per te?  
WHO DIED AND MADE YOU KING? Quella era la prima volta che mi lasciavo prendere dalla rabbia. Per tanto tempo ho pensato che la rabbia fosse un'emozione brutta, perché conoscevo solo persone che la usavano nel modo sbagliato. Ora mi rendo conto che la rabbia è un'emozione importante, per prendere coscienza dell'ingiustizia che ho dovuto subire. Questa canzone ha veicolato la mia rabbia verso i leader del nostro settore, per aver abusato del loro potere. Si è trattato di un grosso caso di giornalismo investigativo in Australia, che ha fatto luce e portato alla caduta di un CEO di Sony Australia, che è stato al potere per oltre 34 anni. Era il potere dell'arte dell'attivismo in tutta la sua forza, e sono estremamente orgogliosa di aver superato la mia paura e di essermi imposta con la mia voce.

Jaguar Jonze @Sheisaphrodite

Per la realizzazione dell'album, con chi (e come) hai collaborato?   
La mia band è come la mia famiglia, quindi ho co-prodotto l'album con Aidan Hogg (basso/synth), Joseph Fallon (chitarre/archi) e Jacob Mann (batteria). Hanno sempre sostenuto la mia voce e la mia visione, e di questo sono molto grata. La parte collaborativa è il mio aspetto preferito della musica, e questo album è il frutto di tanti meravigliosi rapporti di lavoro. Comprese alcune incredibili cantanti e cantautrici, che hanno intrapreso percorsi di carriera simili al mio. La parte artistica e visiva della musica è molto importante per me: quindi ogni video musicale è stato diretto, prodotto e modificato anche da me in prima persona. Questo non sarebbe stato possibile senza il team creativo locale, con cui lavoro e di cui mi fido: ce la mettono tutta per trasformare la mia visione in realtà con risorse limitate.   

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare BUNNY MODE?  
Dedico BUNNY MODE a tutti coloro che hanno dovuto lottare per qualcosa più grande di loro. Lo dedico ai sopravvissuti: spero di poter dare loro forza e speranza, nel safe space di questo album. Insieme, possiamo definire il nostro trauma e riprenderci le nostre vite.

BARTEES STRANGE - FARM TO TABLE

Bartees Strange 

Luke Piotrowski

Come è nato Farm to Table, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ho fatto il disco nello stesso modo in cui ho fatto la maggior parte della musica che ho realizzato, ovvero con amici. Dopo Live Forever, ho sentito molta pressione per "aggiornarmi", e lavorare con produttori e studi più grandi. Ma mi è sembrato giusto continuare a fare le mie cose con i miei amici - e sono davvero contento di averlo fatto, perché era un'altra opportunità per stare insieme. Come artista, il processo di questo album è stato un altro memento del fatto che è una cosa bellissima investire in te stesso e nelle persone intorno a te.     

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale?  
Mi sembra molto completo e chiaro: sono davvero orgoglioso di questo album. Credo sia il progetto più completo che ho registrato finora. Mi ha reso entusiasta questo ulteriore capitolo della mia carriera: non vedo l'ora di fare un altro album e crescere ancora.  

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Tutte le canzoni di Farm to Table hanno una storia da raccontare. La canzone che probabilmente ha il retroscena più interessante è Co-signs. Ho scritto il ritmo e l'arrangiamento della canzone più o meno due o tre anni fa. Ma credo che in quel momento non fossi abbastanza bravo per completare la canzone. Ci sono tornato su più e più volte - semplicemente era qualcosa che non potevo finire. Poi sono andato in tour con Lucy Dacus e Phoebe Bridgers, e attraverso quell'esperienza - e la mia firma con 4AD - ho sentito come se avessi trovato un nuovo focus, e un'atmosfera che potevo apportare a quel brano. Dopo il tour, sono andato a Londra per finire l'album. Ero in una stanza in cui Ed, il mio A&R alla 4AD, mi ha raccontato questa storia dei TV On The Radio, che avevano usato per qualche registrazione la stanza in cui stavo dormendo: sono una delle mie band preferite!    

Bartees Strange - Farm to Table

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione dell'album?  
La maggior parte di questo disco è stata fatta con Chris Connors, un caro amico, che in realtà ha mixato la mia prima uscita. Poi Steph Marziano, che ho conosciuto un paio di anni fa grazie al suo lavoro con Hayley Williams: ha avuto una parte importante nella canzone Tours. C'è poi Dan Kleederman, un fantastico chitarrista della mia band dal vivo e in molte canzoni dell'album. Graham Richman è il mio tastierista e il principale arrangiatore, ascolta tutto quello che scrivo per primo: se supera il test di Graham allora è un buon prodotto! E infine Dave Cerminara, un produttore a Los Angeles che ho incontrato e con cui ho lavorato su Wretched. Bella persona e grande testa!    

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Farm to Table? 
Vorrei dedicare Farm to Table a tutte le persone che hanno supportato me e la mia musica nel corso degli anni. In particolare i miei genitori.  

 FUERA - CIRCO MEZZALUNA

Fuera @ Matteo Strocchia & Marco Servina

Come è nato Circo Mezzaluna, e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico?
Questo album nasce in due anni di sperimentazione e introspezione, con l'unico presupposto di essere autentici quanto più possibile. La ricerca di una nostra verità è stata estenuante e talvolta ci ha prosciugati, ma alla fine sentiamo che abbia preso forma un progetto compatto e sincero. La dualità che il circo nasconde ci ha sempre affascinato: da un lato la festa e lo spettacolo, dall’altro la malinconia del vivere perennemente in bilico. Sentiamo che tutto ciò ci rappresenti molto. Mezzaluna invece è la divinità che ha scelto di ispirarci lungo il percorso, una figura immaginaria che per noi significa femminilità, creazione, spirito. L'album rappresenta un punto di arrivo e partenza allo stesso tempo, maturità raggiunta, ma anche nuova rinascita.  

Come descrivereste l'album, musicalmente parlando? 
Una lucida allucinazione pop in cui fondiamo cantautorato, elettronica, influenze etniche, jazz e ambient, lasciando trasparire il calore delle nostre origini partenopee.  

Fuera - Circo Mezzaluna

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Vorremmo parlare di Profondo Rosso: è un brano dal gusto minimal che prova a spiegare il concetto di amore nell’esistenzialismo. La storia di un individuo sfinito dalla grande ricerca che si abbandona alla naturalezza della casualità, lasciandosi cadere e dislocare fin negli strati più interiori dei suoi mari. Il titolo era impresso in noi da anni ma aspettavamo di trovare il modo giusto per raccontarlo. Le storie di Circo Mezzaluna somigliano in parte alle nostre ma ci appaiono annebbiate, come in uno stato onirico. Ci tenevamo a ringraziare il maestro Paolo Conte per essere stato di immensa ispirazione. 

Non vediamo l'ora di vedervi suonare all'Oltre Festival. Ci svelate cosa ci aspetta dal vostro show? 
La solita energia e qualche strumento in più!  

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Circo Mezzaluna?
Dedichiamo questo disco alla femminilità, quella di tutti gli esseri umani e della natura.

EVA SHAW - SOLO

Eva Shaw @ Wouter Janssen

Come è nato SOLO, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?    
SOLO rappresenta il punto di partenza della mia carriera. Ho lasciato tutte le barriere alle spalle e ho scoperto dove voglio andare, musicalmente e visivamente. Quando ero giovane ho sempre saputo che volevo essere un'artista, ma onestamente non pensavo che sarebbe stato nella musica, perché sentivo di non avere abbastanza talento. La mia carriera è decollata così velocemente, che sono passata da imparare a fare la DJ, ad avere una residenza nel più grande club di Las Vegas e a calcare i palchi dei principali festival del mondo: ho anche avuto un contratto discografico con la Sony. Tutto ciò non è successo per caso, ma è avvenuto così in fretta che non mi sono fermata a pensare se fosse esattamente quello che volevo. Sapevo di amare la produzione musicale e di fare la DJ, ma al contempo volevo coltivare una direzione artistica mia personale. Ho sempre sentito di avere personalità diverse che vivono dentro di me, e con questo progetto ho sviluppato la fiducia necessaria per mostrare chi sono realmente. Questo album non riguarda solo la creazione della musica in sé: ne ho curato anche la direzione creativa generale e, nel processo, sto imparando a essere più autentica.

Come descriveresti questo nuovo LP, musicalmente parlando? 
È decisamente un album in chiave hip-hop. Sono cresciuta ascoltando musica molto varia, ma l'hip-hop e l'R&B sono sempre stati i miei generi preferiti. Ci sono anche elementi dance, rock e funk, perché mi piacciono molto, e mi relaziono con davvero tanti tipi di musica. Ho sperimentato con le sonorità, cercando di prendere aspetti della produzione EDM e fonderli nell'hip-hop, e viceversa. Al di là del genere, direi che anche l'atmosfera e l'energia generale sono molto variegate. Io ho curato il lato musicale, ma tendo a lasciare che i rapper si esprimano su qualunque cosa vogliano dal punto di vista dei testi, perché quella è la loro verità, e la loro storia. Quindi, sebbene questo sia il mio album, lo considero come una collaborazione con tutti questi artisti: è una situazione interessante in cui trovarsi quella del produttore, perché non hai sempre una voce e la voce e i testi sono una parte importante, soprattutto nel rap. Penso che sia per questo che ho iniziato a cantare e rappare io stessa in alcuni brani: anche se sento di potermi esprimere attraverso la musica, a volte devi dire letteralmente le parole. 

Eva Shaw @ Wouter Janssen

C'è un brano che ha un significato particolare per te? 
La prima traccia, chiamata SOLO, è quella che ha ispirato il nome dell'album. L'altro artista sulla traccia è Kris The $pirit: un artista estremamente talentuoso che ha firmato con la mia etichetta Mad Fatti. Il modo in cui si è espresso con la sua voce ha tanta potenza ed emozione, e al contempo è molto semplice. Ho scritto anche io la mia strofa: dato che è il titolo dell'album, sentivo che includendo la mia voce si sarebbe creata una connessione più forte. Ricordo che stavo bevendo del vino e stavo pensando a quanto volevo semplicemente creare quello che avevo in testa, senza che le opinioni degli altri mi fossero costantemente sbattute in faccia. 

Da Pressa a Thouxanbanfauni, collabori nell'LP con moltissimi artisti. Qual è il filo conduttore dei featuring del progetto?  
Penso che ciò che lo rende unico sia che non c'è alcun filo conduttore tra gli artisti che ne fanno parte. Molti di questi artisti probabilmente non avrebbero mai lavorato insieme se io non li avessi messi in connessione, e questo è il succo del progetto: segue la mia linea attuale, che è quella di non avere regole. Anche il fatto che ci siano 27 canzoni e 30 artisti: è davvero lunghissimo per un album di esordio, ma realizzarlo così era l'unico modo che aveva senso per me. Avevo bisogno di tutte queste tracce per mostrare il mio repertorio. Ogni rapper ha il suo stile, e la sua energia, e per ogni canzone ne ho contattato uno con un mood specifico in mente: semplicemente quelli che avrebbero reso meglio su quel beat.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare SOLO?  
È per chiunque abbia fatto parte della mia storia e mi abbia incoraggiato a essere me stessa. Spero di poter fare lo stesso per gli altri. 

WHITEMARY - RADIO WHITEMARY

Whitemary @ Fabrizio Narcisi

Come è nato Radio Whitemary, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Radio Whitemary è un disco molto personale, pieno di sensazioni che mi hanno spinto a produrre qualcosa per raccontarle. Nasce da mille giornate passate in studio, a cercare di dare una forma concreta a un’idea. Per me è questo il grande passo in avanti: in Radio Whitemary credo di essermi espressa meglio rispetto al primo EP, di aver creato qualcosa che racconta più sfumature. Le volevo condividere per sentirmi più vicina al mondo esterno.  

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Descrivo i miei pezzi sempre come “pazzi”. Penso a quanto sono poco eleganti alcuni dei synth-lead, kick, o i bassi super distorti; e poi ci sono dei sample sporchissimi e pieni di noise, giri armonici a volte fuori stile. Mi viene quasi da pensare che sia un approccio punk nel mondo elettronico. Direi di sicuro che è un disco artigianale, analogico. Adoro fare le cose manualmente, soprattutto nella produzione, con la presenza fisica dei synth, che occupano spazio, esistono materialmente, hanno una loro voce, e tu ti ci devi sporcare le mani. Anche i testi li scrivo a mano con carta e penna: secondo me ha un effetto molto diverso dalla scrittura su telefono o pc.  

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione dell'album? 
Tutta roba mia: testi, produzione, recording e anche la parte grafica. Non ci sono featuring un po’ per scelta, ma anche perché non si è mai creata la situazione in modo spontaneo con altri artisti. Ora sto incontrando tantissime persone che mi affascinano e con il ritorno a una vita più sociale qualcosa succederà sicuramente.   

Whitemary - Radio Whitemary

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Non c’è una storia in particolare, però ogni volta che mi chiudo in stanza per registrare le voci, soprattutto quelle strane e urlate - tipo le back in Sembra che tutto - immagino sempre la faccia degli altri ragazzi che lavorano in studio con me. Immagino che si spaventino sempre un pochino.   

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Radio Whitemary? 
Non c’è qualcuno in particolare. Me lo sono auto dedicato per mesi ma, ora che è uscito, Radio Whitemary è per tutti quelli che proveranno un po’ di empatia, che si sentiranno meno strani ascoltando un pezzo pazzo del disco. 

MOONCHILD SANELLY - PHASES

Moonchild Sanelly @ Aart Verrips

Come è nato Phases, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?   
Phases è stato creato durante il lockdown. Ho affittato una casa in mezzo al nulla, ho preso gli strumenti e il mio produttore - ci siamo messi in “bolla” - e ho semplicemente creato, andando più a fondo di prima con la mia scrittura. Lo devo al Covid, dato che ho sempre dato il mio meglio sotto pressione: ma questa situazione mi ha costretto a esistere nella musica lontana dalla mia zona di comfort, permettendomi di mostrare la mia vulnerabilità. È un doppio album, perché è venuto fuori che c'erano MOLTE emozioni in attesa di uscire! Ecco perché questo disco significa così tanto,    anche perché ha rimosso i limiti musicali che non sapevo di avere. Con la quantità di generi diversi con cui mi destreggio, ho reso omaggio ai miei fan della prima ora di electro e vera gqom, nonché ai nuovi boobeams - i fan di Moonchild. Sono tutte fasi lunari, e spero davvero che vi piaccia.

Come descriveresti questo nuovo LP, musicalmente parlando?  
Gioia, potenza e felicità! È sonoro, empowering e ti accompagna attraverso le fasi che stavo attraversando: soft moon, hard moon, gentle moon, loud moon, quiet moon, new moon, I don’t give a f*ck moon… 

Moonchild Sanelly @ Aart Verrips

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Over you è stato letteralmente come scrivere una lettera di rottura: nella canzone ci sono io che la sto scaricando senza rimpianti, e la persona coinvolta ha semplicemente scelto di non sentire le parole. Sono single ora! Sento che quella canzone è uno dei messaggi più chiari che abbia mai comunicato a qualcuno, ma è caduto nel vuoto. È stato interessante per me.   

In Soyenza, collabori con Sir Trill. Ci racconti come è nato questo featuring? 
Stavo realizzando un documentario sulla musica e la cultura Amapiano in Sud Africa: le nostre strade si sono incrociate grazie a quel documentario e da lì è partito tutto.     

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Phases?   
Mia madre, per avermi fatto diventare una combattente, mia zia che mi ha aiutato a crescere e mi ha insegnato lo stile, e Nosipho Mandimo che si è presa cura dei miei figli in modo che potessi inseguire il sogno. Possano le loro anime riposare in pace.

PHOENIX - ALPHA ZULU

Phoenix @ Shervin Lainez

Come è nata Alpha Zulu, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica?  
Il titolo deriva dall'alfabeto aeronautico. Ero su un piccolo aereo in viaggio al posto del copilota - è lì che ti siedi quando non ci sono più posti disponibili - in un volo turbolento, e la torre di controllo stava dando istruzioni al pilota su come affrontare la situazione: e chiamava la coda dell'aereo Alpha Zulu. E mi è rimasto impresso.

Come descrivereste la traccia, musicalmente parlando? 
Dopo un lungo periodo in cui non siamo stati in grado di stare insieme in studio a causa della pandemia, ne sentivamo l'esigenza: ed è stato un sollievo fare finalmente ciò che amiamo fare di più, ovvero registrare musica e poi suonarla dal vivo. Questa canzone è impregnata di quella esigenza e di entusiasmo: puoi vedere la luce alla fine del tunnel - almeno speriamo.

Phoenix - Alpha Zulu

Puoi dirci qualcosa in più sul fantastico video di Alpha Zulu? 
Intanto grazie! Abbiamo registrato questo album nel Musée des Arts décoratifs all'interno del Louvre durante la pandemia: quindi eravamo soli, circondati da grandi opere che hanno ispirato questo video. Pensiamo che quello sia il miglior studio del mondo per noi, perché non eravamo circondati da dischi d'oro, ma eravamo ispirati dall'arte. E a volte sembrava che le opere prendessero vita, specialmente di notte.

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Alpha Zulu?  
Questa canzone e l'album che la accompagnerà sono dedicati a Philippe Zdar, che era il nostro produttore e nostro amico, ed è venuto a mancare tre anni fa. Abbiamo pensato a lui durante l'intero processo di realizzazione, e credo che la sua presenza Jedi si possa sentire nel disco.

FANTASTIC NEGRITO - WHITE JESUS BLACK PROBLEMS

Fantastic Negrito 

TRAVIS SHINN PHOTOGRAPHY

Come è stato nato White Jesus Black Problems, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?  
Direi che tutto è iniziato con Sting. L'ho incontrato per registrare una canzone per il mio quarto album: volevo anche includere David Byrne, Stevie Wonder, Taj Mahal e George Clinton per elencarne alcuni. Volevo realizzare il mio album dei sogni, in quanto a collaborazioni: ma, dopo aver registrato una canzone con Sting, è arrivata la pandemia, e nessuno era disponibile a collaborare. Successivamente, un anno dopo, ho scoperto una storia, un segreto profondo e oscuro nella storia della mia famiglia. La storia era quella dei miei antenati di settima generazione, una domestica scozzese bianco e uno schiavo nero, che si innamorarono e diedero vita a un'unione proibita: era nel 1759, 270 anni fa, nella colonia della Virginia. Dopo aver scoperto queste informazioni straordinarie, mi girava la testa e mi sono sentito ispirato a creare un album: volevo raccontare la loro storia. Questo potrebbe essere l'ultimo disco di Fantastic Negrito, quindi sono andato alla grande e ho anche creato un film - disponibile su Youtube - per accompagnare l'album.

Come descriveresti questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
White Jesus Black Problems è un album visivo. Lo descriverei come stravagante e stimolante: non solo per me, ma anche per l'ascoltatore, è molto più psichedelico, comprensivo, spinge oltre i confini e travalica il concetto di genere musicale. Questo disco sembrava come un treno in corsa, quindi ho deciso di salirci sopra invece di fermarmici davanti. Ho lasciato che la musica raccontasse la storia, e io ne sono rimasto ai margini. Ci sono tanti sintetizzatori Moog, organo a transistor: c'è leggerezza, ma è comunque groovin'. Mi sentivo come se stessi facendo un album degli anni '70, qualcosa che ascolti dall'inizio alla fine. Ogni canzone è un capitolo della storia dei miei nonni di settima generazione. Il processo era estremamente organico, accadeva naturalmente: e, prima che me ne rendessi conto, si era trasformato in un film.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Sì, tutte, perché questa è una storia molto personale della storia della mia famiglia. Direi che una traccia come Virginia Soil è stata particolarmente bella per me, perché ho immaginato le circostanze davvero difficili dei miei due antenati, negli anni Cinquanta del Settecento. Dovevano essere state persone estremamente coraggiose e ottimiste. Vengo da sette generazioni di afroamericani liberi in Virginia: indipendenza, libertà, resilienza, perseveranza. Era il modo perfetto per concludere l'album. 

Fantastic Negrito 

TRAVIS SHINN PHOTOGRAPHY

Non vediamo l'ora di vederti presto in tour in Italia. Cosa possiamo aspettarci dal tuo live? 
Uno show fatto di storytelling, funk, rock, soul, rhythm, blues, punk, scarpe di coccodrillo, pedali, battiti di mani, gioia e ottimismo. Racconterò la storia d'amore dei miei coraggiosi antenati attraverso la musica. Il pubblico italiano è tra i migliori al mondo: non sono timidi e si esprimono liberamente. Non vedo l'ora di suonare in Italia! Le immagini daranno al live un piccolo twist psichedelico. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare White Jesus Black Problems?  
Sì, dedico questo disco ai miei nonni di settima generazione, Elizabeth Gallimore e Grandfather Courage. E alle persone nel mondo che hanno l'amore nel cuore, che si svegliano ogni giorno e cercano di spingere il mondo in una direzione più positiva.

MARQUIS, MARIANNE MIRAGE & LORIS GENTILE - GRIDO (DI NOTTE)

Marquis, Marianne Mirage & Loris Gentile @ Giovanni Benvenuto

Grido (Di Notte) fa parte del tuo nuovo album Il Pasto Nudo. Come è nato questo progetto e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?  
Il Pasto Nudo è nato, come spesso accade, per caso: era da molto tempo che stavo scrivendo brani che rappresentavano appieno la mia identità, e un mio caro amico un giorno mi disse "Ma perché non fai un disco con questi pezzi?". Alla fine ho tenuto solo un paio di brani legati a quel periodo, ma iniziò tutto così.  Nonostante il nome sia preso dal libro di William Burroughs, il significato è diverso. Io do un'estrema importanza al momento del pasto: amo girare per ristoranti, trattorie ed osterie, e parte della mia cultura si radica nel cibo. Quando sono a tavola con le persone sento una sacralità rara che mi permette di aprirmi, e ascoltare le persone in una maniera più viscerale e profonda. Il Pasto Nudo è infatti esattamente quello che sono, rappresenta tutta la mia visione ed estetica attuale della musica: è il mio primo disco quindi ci tenevo a essere genuino nel raccontarmi tramite i suoni e anche tramite i fantastici ospiti che ne hanno fatto parte e ne hanno capito l'essenza. Quando inizi a scrivere un disco non sai mai quando vedrai la fine: vederlo crescere e concretizzarsi è stato molto soddisfacente - e complesso.    

Come descriveresti l'LP, musicalmente parlando?  
È sicuramente una conversazione fra epoche musicali ed influenze: musicalmente parlando possiamo definirlo Disco-pop, ma come sempre mi viene difficile chiudere la mia musica in un genere, essendo molto contaminata. C'è il funky anni '70, c'è la musica elettronica e c'è il cantautorato: diciamo che è il piatto derivato da questi ingredienti, con un pizzico di incoscienza.   

Marquis - Il Pasto Nudo 

In Grido (Di Notte) collabori con Loris e Marianne, ci racconti come è nato questa joint venture?  
Il pezzo nacque come brano strumentale che volevo inserire nel disco. Un giorno di ottobre io e Marianne andammo in studio e le proposi di cantare sul pezzo per gioco. Grido nacque così, poi lei - come spesso accade - ebbe l'illuminazione di chiamare Loris all'interno: lui accettò, e il resto è storia.    

Puoi dirci di più sul fantastico video di Grido (Di Notte)? 
L'idea del video venne fuori facile con un brano così "filmico". Il pezzo è già una storia di per sé: una classica commedia all'italiana dove turbe amorose, figure professionali di dubbia competenza e amori focosi si mischiano in una telenovela senza fine.  Abbiamo girato tutto in un pomeriggio ed è stato veramente divertente, non capita spesso di divertirsi così tanto su un set video - merito dei NoText. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Il Pasto Nudo?  
Lo vorrei dedicare al me bambino che non ha mai smesso di credere nella musica guardandola sempre con occhi curiosi. E a tutti gli amici cari che mi sono stati vicino in questo percorso: senza di loro questo disco non sarebbe neanche esistito. 

Marquis, Marianne Mirage & Loris Gentile @ 

SALAMANDA - ASHBALKUM

Salamanda @ Press Office Courtesy

Come è nato ashbalkum, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica?  
Ashbalkum racconta la storia di un uomo che si addormenta all'interno della vasca - un regno di sogni - e vive una serie di sogni divertenti e colorati. È stata Manda a inventare questa storia quando ha visto la vecchia pixel art di Sala di una vasca da bagno. Eravamo entrambe d'accordo sul fatto che il sogno sarebbe stato un concetto interessante da esplorare con la nostra musica e da cui ricavarne un disco: quindi l'abbiamo chiamato ashbalkum, che è una reinterpretazione simbolica e fonetica di una frase coreana: "Oh diamine, era un sogno!". Così, aha iniziato a lavorare su brani ispirati alle nostre terre da sogno. Come i sogni, che possono essere molto casuali, misteriosi e maliziosi, volevamo che anche questo album fosse una raccolta di brani color Salamanda con ritmi e stati d'animo diversificati.

Come descriveresti questo nuovo LP, dal punto di vista musicale?  
Tra tutte le nostre uscite, ashbalkum è quella che sembra più groovy e ballabile. Anche se potrebbe non essere adatto al dancefloor, lo vediamo comunque come il disco più ritmato ed energico che abbiamo prodotto finora. Ogni traccia contiene molte trame e campioni relativi al titolo della canzone, e al sogno corrispondente. Ci auguriamo che l'album ti offra un'ora di ascolto piacevole che ti porti da qualche altra parte.  

Salamanda - ɑshbalkum  

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
La quarta traccia dell'album, Mad Cat Party, parla di uno dei gatti di Manda chiamato Ringo. Ringo è una gatta molto loquace che ama cantare e abbiamo realizzato questa traccia solo perché volevamo mostrare quanto sia brava come cantante. Mad Tea Party di Alice nel paese delle meraviglie è stata una grande ispirazione per il brano: quindi abbiamo chiamato il brano Mad Cat Party, con Ringo che interpreta il ruolo di Mad Cat.  

Per questo LP, con chi (e come) avete collaborato?  
Con Ringo, che come detto è presente nel nostro brano Mad Cat Party. Registrare il suoi vocale è semplice: inizi a lavorare su una traccia, e una volta che arriva per interrompere il lavoro - che è la sua routine quotidiana - tieni semplicemente il microfono di fronte a lei, e il gioco è fatto. Facile.  

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare ashbalkum?  
A tutti coloro che amano la nostra musica, e ci hanno sostenuto. 

KERRI CHANDLER - SPACES AND PLACES

Kerri Chandler @ Joe Finch

Come è nato Spaces and Places, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'album è stato creato in location, in 24 diversi club in tutto il mondo . Ho creato ogni canzone nel bel mezzo del dancefloor di ogni locale. Questo progetto è stato realizzato nel corso di quattro anni, mentre ero in tour: sto anche mixando l'intero progetto in Dolby Atmos. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
È un tributo a ogni club con cui ho uno stretto legame, e con cui ho lavorato nel corso degli anni. Alcuni di questi purtroppo hanno chiuso per sempre, quindi per certi versi è un modo per rendergli tributo ispirandosi al mood di ognuno di essi, place to place. 

Kerri Chandler - Spaces and Places

Il brano Milan è un featuring con Mauro Capitale, ed è registrato ai leggendari Magazzini Generali. Ci puoi dire qualcosa di più su questa proudly Italian track?
Ho suonato più volte ai Magazzini Generali. Io e Mauro abbiamo fatto alcuni show dal vivo in questo locale: è un musicista meraviglioso e un grande amico. Ho pensato che fosse significativo averlo in questa canzone per rappresentare l'Italia, e non vedo l'ora di vederlo di nuovo a Milano. Sono sicuro che faremo insieme live la canzone dell'album Milan quest'estate!

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Spaces and Places? 
A Dio, ai club, al team, alla famiglia, agli amici, agli artisti. E a tutti coloro che hanno supportato la mia musica e le mie performance, in tutti questi anni. 

STEPHAN JOLK - BLOSSOM

Stephan Jolk @ Press Office Courtesy

Com'è nata Blossom, e cosa rappresenta per te questa traccia?
Blossom è stato il mio primo tentativo di ribellarmi al mio stesso suono: al tempo la cosa mi era anche sembrata strana, ormai succede tutti i mesi. La musica si evolve, perché più viaggi e suoni, e più sei esposto a situazioni diverse, fai errori inaspettati, trovi soluzioni alternative, scappi dalla trappola di ripeterti.   

Musicalmente parlando, come descriveresti Blossom?
Sono convinto che a livello di sound design il lavoro che è stato fatto sia di alto livello e frutto di un processo di sviluppo durato mesi: l'obbiettivo era trovare dinamica e volume per risultare loud. In quell'aspetto ci sono riuscito, sicuramente rispetto ai dischi precedenti: ma ci sono ancora parecchie cose su cui trovare margine. Come ad esempio mettere delle voci importanti, una stesura più da radio, e togliere del tutto le pause che si fermano. Ad ogni modo, con il lavoro fatto su Blossom, ho scritto altri dieci dischi: magari per rispondere meglio alla domanda bisogna aspettare che  alcuni di questi maturino.  

UPPERGROUND - Selected

Blossom esce per UPPERGROUND, la label dei nostri amici Artbat. Com'è stato lavorare con loro su questo progetto?
Ci sono arrivato naturalmente e con pazienza: fondamentalmente ho fatto lo stesso percorso degli anni precedenti con Afterlife e Rose Avenue. Mandi dei dischi, se piacciono li suonano, a volte ti danno dei feedback, poi con calma tutto viene al dunque. Con questo tipo di professionisti l'asticella è molto alta: ogni volta si riparte da zero.   

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Blossom?
Tutti i dischi si dedicano alle donne, sono sicuramente loro la più grande fonte d’ispirazione: in tutto, e in particolare alle feste.

FIDELES - OTHERSIDE REMIX

Fideles @ Press Office Courtesy

Come è nato il remix di Otherside, e cosa aggiunge al progetto originale?  
Siamo da sempre fan di Monolink: un artista completo, e del tutto in linea con la musicalità espressa dalle sue tracce. Ci è stato chiesto di scegliere una track da remixare, estrapolata dal suo ultimo album, e il nostro orecchio è stato da subito rapito da Otherside. Abbiamo fin da subito capito la direzione che volevamo dare al remix, aggiunto alcuni dettagli tipici del nostro sound, e alla fine, dopo settimane di intenso lavoro, siamo riusciti a raggiungere esattamente il risultato che ci eravamo prefissati. La musica è assolutamente soggettiva: se tecnicamente possiamo spiegare cosa abbiamo cercato di realizzare, emotivamente lasciamo agli ascoltatori il feedback finale.  

Come descrivereste la traccia, musicalmente parlando?   
Quasi tutte le tracks di Monolink sono volte ad emozionare l'ascoltatore, e non essendo anche noi molto lontani da questa definizione artistica, abbiamo aggiunto specifici dettagli nel breakdown per enfatizzare questo concetto, mentre nel resto della track abbiamo dato spazio a drums incisive, a synth bass percussivi e talvolta aggressivi. Nel complesso non abbiamo del tutto snaturato l'originale, ma abbiamo semplicemente cercato di renderla più in linea con il dancefloor: in un certo senso l'abbiamo fatta "arrabbiare" un po' di più.   

Monolink - Otherside (Fideles Remix)

Quest'estate, vi vedremo al Decibel Open Air. Cosa significa per voi esibirvi a un festival così importante, e che act state preparando?  
Siamo davvero contenti di essere parte di questo Festival, che seguiamo da molto ormai: a maggior ragione sapendo che è una realtà 100% Made in Italy, con una line up di assoluto spessore artistico. Non siamo soliti preparare un set, non lo abbiamo mai fatto fino ad ora: ogni set varia a seconda del club, festival o qualunque sia il format in questione. Non si può prevedere la vibe di ciascun evento: non sappiamo nemmeno quale è il mood con cui approcceremo ad un determinato show. Ma quello che facciamo sempre è dare tutto noi stessi in termini di performance, cercando di stabilire una connessione intima ed emozionale con il pubblico. Quello è esattamente quello che facciamo in ogni set. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Otherside Rmx?   
La lista sarebbe davvero lunga, ma senza essere banali la dedichiamo a tutti i nostri fan, quelli che con tanti sacrifici ci seguono dappertutto, e ci regalano le emozioni più profonde. Loro sono e restano la ragione per cui ciascun artista dovrebbe sentirsi un privilegiato: We love them all! 

NOTHER FEAT. MOON LEAP - US

Nother @ Vito Lauciello

Com'è nata US, e cosa rappresenta per te questa traccia? 
La prima versione è stata scritta tre anni fa in studio, durante una session di quattro giorni, con l’intento di sperimentare nuovi mondi. Avevo da poco perso un’amica e sentivo il bisogno di liberarmi dai pensieri. Probabilmente, è stato in quel momento che è nata l’idea di realizzare un progetto solista. Poi c’è stato l’incontro con Moon Leap, che ha dato una voce alle mie idee. Adesso mi piace pensare che sia stata proprio US ad unirci. Il brano era quindi nel cassetto da un po’ ma, come spesso accade, non ero mai riuscito a dargli una forma ed un suono che rendesse giustizia alle tante emozioni che racchiudeva. Qualche mese fa Alessandra - Moon Leap, che è oggi la mia compagna - la stava riascoltando e scherzando mi ha detto: “Ma perchè non la facciamo uscire?”. Così mi sono deciso a riaprire il progetto e trovargli una nuova identità. Tre anni non sono pochi, ma è il tempo che mi è servito per metabolizzare i cambiamenti e riordinare tutto quello che prima mi sembrava solo un groviglio. Direi che US rappresenta letteralmente la fine e l’inizio di tutto.   

Musicalmente parlando, come descriveresti US? 
Una distorta canzone d'amore, dove beat violenti e sintetizzatori si scontrano con un pianoforte delicato e la voce di Moon Leap. Qualcuno l’ha definita Future Trip Hop, e forse non mi dispiace affatto questa definizione.   

Moon Leap @ Vito Lauciello

Puoi dirci di più sul bel video di US?  
Marco (Santi) è un amico, un tipo serio e folle allo stesso tempo: un po’ come me, sempre pieno di idee fuori dal comune. Insieme ci divertiamo a sperimentare e a spingere in direzioni non convenzionali. È un’ossessione la nostra: siamo entrambi appassionati di cinema e abbiamo molti gusti in comune. Confrontandoci per questo nuovo brano abbiamo capito subito che doveva legarsi ad un preciso protagonista ed un immaginario: il ballo. Non un ballo professionista e preciso: avevamo bisogno di movimenti sgraziati e goffi, che andassero in contrasto con la dolcezza del brano. È partito tutto così, e Marco è andato per la tangente, come fa sempre, e non si è più fermato. Ha creato questa storia bizzarra con personaggi freak: la adoro. Poi c'era quest’auto d’epoca che si vede verso la fine del video che li ha fatti dannare non poco. Proprio quando la stavano portando in location si è spenta. L’hanno spinta a mano a Roma per non so quanti chilometri! Ho scoperto tutto dopo ovviamente: mi piace farmi raccontare il dietro le quinte dei set, e Marco non mi risparmia dettagli. Ci tengo davvero a ringraziare lui e tutto il cast artistico e tecnico: hanno fatto davvero un ottimo lavoro, superiore ad ogni aspettativa.  

Hai presentato ieri la traccia al Primavera Sound. Cosa vuol dire per te calcare questo palco? Se un anno fa, in piena pandemia, qualcuno mi avesse detto: “tranquillo, l’anno prossimo suonerai al Primavera Sound”, gli avrei sicuramente dato del folle. Ricominciare a suonare dal vivo su uno dei palchi più importanti d’Europa - 300 artisti e 10 palchi - con migliaia di persone pronte ad ascoltare e ballare, è in assoluto il regalo più bello che potessi ricevere. E sentire le vibrazioni del pubblico suonando per la prima volta US dal vivo è uno di quei ricordi per cui vale la pena vivere. - 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare US? 
Questa canzone è tanto mia quanto di Moon Leap, e la dedichiamo a tutte quelle persone che stanno vivendo un momento di difficoltà, che si sentono sole o incomprese, che arrancano o pensano di non farcela.

Com’è nata Assonanza, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?  
Assonanza è un EP a cui tengo moltissimo perché rappresenta allo stesso tempo una continuità ed un punto di svolta per me. La track è figlia del fascino irrefrenabile che provo verso il Medio Oriente: quella spiritualità, quel modo di vivere e vedere le cose. E ancora i colori terrosi, intensi, i profumi inebrianti, i sapori decisi, e ovviamente quelle sonorità e quelle ritmiche, sono una fonte di ispirazione continua. Stavolta però, con Assonanza ho voluto provare a fare un passo più: non semplicemente “omaggiare” quella cultura, come avevo fatto ad esempio con Khumba su Sol Selectas, che pure aveva funzionato molto bene, ma tentare di aggiungere il mio tocco personale. E allora ho osato di più, inserendo elementi che apparentemente sono in forte contrasto con  quell’identità: ti aspetti delicatezza, ritmi suadenti, sensualità, passo morbido. Invece ho voluto i synth acid, le percussioni con incastri tesi, la stesura “tirata” e uplifting, il mood ipnotico.  Come sempre, la ritmica è stata elaborata in studio di registrazione insieme al maestro Simone Pulvano, musicista sopraffino che padroneggia il linguaggio delle percussioni orientali come nessuno in Italia. Le ore passate insieme a cercare le figure ritmiche che ci fanno vibrare, sono sempre illuminanti. Dopo, c’è stata la fase di produzione con Gianluigi Mendozza, nel suo Otta Res Lab: anche qui, parliamo di un vero fuoriclasse con il quale il sodalizio è ormai un punto fermo nel mio modo di vedere e produrre la musica. Assonanza rappresenta un evoluzione, partendo da una radice chiara e solida: e sono molto contento che esca su Gouranga, che ringrazio ancora per aver creduto in una follia così.   

Come definiresti Assonanza, musicalmente parlando? 
Questa è la domanda che mi piace di più, e che allo stesso tempo mi  mi mette più in difficoltà. Per questo di solito la rigiro sempre a chi me la pone. Quando mi chiedono che genere suono, io rispondo sempre “Secondo te?”. Davvero non so definire quello che faccio: le mie produzioni, i miei set: e quindi, anche Assonanza. Non so dare un nome: ma sono sempre attentissimo alle definizioni che gli ascoltatori voglio dare. E intendo tutti gli ascoltatori: dai critici musicali ai profani, dai colleghi artisti agli addetti ai lavori, dai clubber ai promoter. Credo che attualmente ci muoviamo in un mondo musicale vastissimo, come mai prima d’ora: un mondo che però è sempre più  schiavo degli algoritmi e delle definizioni in cui incasellare gli artisti e la loro musica, gli eventi e il pubblico che li frequenta, gli stili e le tendenze.  In questo contesto, credo che la missione di un artista sia creare qualcosa che non sia identificabile, che non sia categorizzabile in qualcosa di predeterminato. Ma che allo stesso tempo funzioni, sia fruibile e comprensibile, e soprattutto susciti delle emozioni in chi ascolta. Assonanza, come il titolo, è un’intersezione: tra indie e organica, tra Mistica ed elettronica, tra acid e cosmic. Sicuramente, Assonanza è Mistica Ritmica Ipnotica Galattica.  

Glauco Di Mambro @ Tommaso Napolitano

Nell’EP sono inclusi i rmx di Deer Jade, Shubostar e Inigo. Come sono nate le collaborazioni, e qual’è stato il vostro metodo di lavoro sulla traccia?  
Sono davvero entusiasta dei Remixers di Assonanza: credo sia un trittico pazzesco. Il metodo di lavoro è stato estremamente semplice, perché quando hai a che fare con artisti così, sembra tutto facilissimo. Fortunatamente abbiamo tutti un’attività di touring molto intensa, e quindi vedersi di persona in studio rispettando le deadline dell’uscita era materialmente impossibile: perciò ho inviato a tutti le stems di Assonanza: ognuno ci ha lavorato singolarmente e poi mi hanno mandato il Remix per farmelo ascoltare. Inutile dire che è stata “buona la prima” per tutti, erano perfetti già al primo ascolto! Jade è un’amica ormai da tanti anni: siamo nello stesso “giro” e abbiamo lo stesso management. Abbiamo suonato spesso insieme al Woomoon, a Storytellers e in vari festival in giro per il mondo: nonostante sia giovanissima, Jade è una delle artiste con cui sento più sintonia, soprattutto nel modo di intendere il set. Jade è stata una delle prime ad ascoltare lqa traccia dal vivo: eravamo al Pacha di Formentera, suonavamo insieme. Ho provato Assonanza per testarla, e le è piaciuta subito, è rimasta decisamente colpita: quando le ho chiesto il remix, mi ha risposto immediatamente di sì. Per Shubostar devo ringraziare il mio amico Simone Sinatti: dj, producer, curatore di Circoloco Radio, manager, booker: penso che poche persone in Italia conoscano la musica elettronica come lui. Quando mi ha fatto conoscere Shubostar, è stato un colpo di fulmine. Ci siamo visti in Messico, sia a DF sia a Tulum: poi è venuta a Roma e Milano per suonare al The Sanctuary, e il feeling artistico è cresciuto spontaneamente. Ero curioso di vedere come potesse lavorare su una traccia come Assonanza, che è piuttosto distante dalle sue sonorità:  temevo che fosse così lontana sonoramente, che avrebbe rifiutato il mio invito. Invece, anche lei ha accettato immediatamente, e il risultato è sorprendente: questo mi piace molto di Shubo, ti sorprende sempre. Inigo Vontier è stata invece un’idea della label: e non potevano avere un’idea migliore. Tra l'altro, Luigi Ambrosi di Gouranga ha avuto questa intuizione geniale senza sapere che Inigo è uno dei producer che rispetto di più sulla scena: appena esce qualcosa di suo, vado a comprarla immediatamente. Non la ascolto neanche: vado sulla fiducia perché tanto so che sarà qualcosa di unico, originale.  Per questo quando mi è stato proposto come remixer, ho pensato che Luigi mi leggesse nel pensiero. Inigo ha fatto un lavoro incredibile, come al solito il suo remix è fuori dai classici binari: e per questo molto interessante.  

Dove ti possiamo vedere quest’estate in Tour?  
L’estate è partita molto presto quest’anno, ed oltre al DJ Set, sto proponendo anche uno show con Live Band, dove insieme a Simone Pulvano alle percussioni e Donato Barbaro alla voce e bansuri eseguiamo solo brani originali. Con questa formazione abbiamo aperto il Tour a Maggio allo Scorpios Mykonos: suonare in quello scenario al tramonto è un’emozione unica, è un giorno che ricorderemo. Sempre con la Band chiuderemo il Tour Estivo  il 13 Ottobre al Teatro Comunale di Reggio Calabria, per un evento di beneficenza  a cui tengo molto: supportiamo la LILT - Lega Italiana Lotta contro i Tumori - e la costruzione di un villaggio in Uganda. Portare la musica elettronica in un Teatro così grande e prestigioso era un mio sogno, a maggior ragione per una causa così importante.  La maggior parte delle date sono DJ Set: sarò ovviamente nei vari The Sanctuary per le mie residency - Roma, Milano, Porto Cervo, Mykonos, Ostuni. Sono confermate anche un po' di date al Cova Santa Ibiza per Woomoon e Storytellers, due eventi ormai iconici per chi fa il nostro genere e che regalano sempre un pubblico stupendo, in una cornice ineguagliabile . E ancora, festival importanti come il Marvellous Island a Parigi e il Never Sea a Costanza, tanti paesi dove suonerò per la prima volta - Estonia, Albania, Svizzera - e dei ritorni graditissimi come Tel Aviv e Haifa: farò due minitour in Israele, uno dei miei posti preferiti dove suonare. C'è una scena pazzesca, e le vibes sono davvero uniche al mondo. Per chiudere, ovviamente un po’ di date in Italia tra Salento, Umbria, Riviera Adriatica, Maremma e il mio amato litorale pontino, dove sono nato!  Tornerò anche al Faro di Canos de Meca, vicino Cadiz, uno dei posti più incredibili per l’atmosfera che si respira, e al Klein di Istanbul. 

RIMON - 20/20

RIMON - 20/20

Come è nata 20/20, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
20/20 è stato girato nella mia patria di origine, l'Etiopia. Girare un video musicale lì è sempre stato il mio sogno. Quando pensavo alle idee per un video musicale di 20/20, ho subito sentito che era giusto andare in Etiopia a girarlo: l'ho proposto a Bleu Nuit ed erano tutti d'accordo. Significa tanto poter rappresentare la bellezza del paese e della sua gente: onestamente questa è una delle esperienze più profonde della mia vita 

Come descriveresti la traccia, e il suo significato? 
La canzone 20/20 parla del ritorno a Madre Natura. È un modo di chiedere scusa: ero così distratta dal mondo digitale, dai nostri telefoni, dai social media, che mi sono dimenticata di prestare attenzione alle cose più importanti. È il viaggio del mio EP Digital Tears: nel video abbiamo cercato di mostrare quel ritorno alla natura, ma anche un ritorno a casa, che nel mio caso è l'Etiopia. 

Puoi dirci qualcosa in più sul fantastico video di 20/20? 
Voglio mantenere il video aperto all'interpretazione dello spettatore, ma l'elemento chiave del concept rappresenta un viaggio che segue tutti i protagonisti provenienti da tutto il paese, ognuno con la propria storia, che alla fine si conclude con un incontro. Tutti uniti gli uni con gli altri, e con la natura. 

RIMON @ Louis Lekien

Quali sono i tuoi piani per il 2022? 
In questo momento sono nella fase finale di preparazione del mio tour, che inizierà la prossima settimana, e dopo questo video mi appresto a chiudere l'era del mio EP Digital Tears, che era un progetto concettuale. Pubblicherò alcuni altri singoli, e mi accingerò a finire il mio album. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare 20/20? 
"To her who provides so selfessly'', ovvero alla Terra. Ma anche a tutte le persone meravigliose che hanno reso possibile questo film, a tutti i volti e le anime incredibili che hanno intrapreso questo viaggio.

SUPERORGANISM - ON & ON

Superorganism @ Jack Bridgland

On & On sarà inclusa nel vostro prossimo album, World Wide Pop. Come è nato questo progetto, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
World Wide Pop è il culmine di alcuni anni della vita dei Superorganism. L'abbiamo registrato in tutto il mondo: dalle jam a Chicago e Los Angeles, alle sessioni vocali in Giappone, passando per il lavoro a casa nelle nostre camerette, a Londra. Abbiamo cercato di immortalare l'ottovolante di emozioni che tutti abbiamo vissuto con l'uscita del nostro primo album e il successivo tour, e nel processo che rifletteva gli alti e bassi che la società nel suo insieme ha attraversato negli ultimi anni. 

Come descrivereste l'LP, dal punto di vista musicale? 
È un mix caotico dei nostri gusti. Cerchiamo sempre di mantenere un approccio infantile di sperimentazione e scoperta in tutto ciò che facciamo, quindi risulta davvero eclettico. Detto questo, è molto più raffinato rispetto ai nostri lavori precedenti. È più personale, e allo stesso tempo più esistenziale, più maestoso e al contempo molto più intimo: abbiamo cercato di esplorare quegli estremi sia dal punto di vista sonoro sia tematico, per dare all'ascoltatore un senso di scala. 

Superorganism @ Jack Bridgland

C'è una traccia dell'album che ha una bella storia da raccontare? 
Inizialmente abbiamo scritto la canzone Flying con l'idea che fosse inclusa in un film. È per questo che la canzone ha quel gallop quasi alla Springsteen e sembra così edificante e potenziante. Alla fine ha funzionato meglio per il nostro disco che per il film, quindi l'abbiamo tenuto per noi stessi. - 

Potete raccontarci qualcosa di più sul fantastico video di On and On?
Abbiamo avuto l'idea per il video la scorsa estate. La canzone affronta vari temi sulla percezione del tempo, e su come alcune cose siano cicliche. Il video è nato dall'idea che alcune persone hanno nostalgia di epoche che non hanno mai realmente vissuto - ad esempio alcuni giovani mitizzano gli anni '60 o '80, ma ogni epoca ha i suoi problemi e non esistono età dell'oro. Dato che stiamo uscendo da una pandemia e da alcuni anni particolarmente pessimisti, abbiamo pensato che sarebbe stato interessante guardare indietro alla nostra era attuale vista come un'età dell'oro, attraverso gli occhi di qualcuno in un futuro remoto. Dalla prospettiva di qualcuno che è nato in una città in orbita attorno a Saturno, e che non ha mai visitato la Terra, il mondo attuale potrebbe sembrare loro un paradiso. Volevamo che Superorganism fosse il personaggio guida degli anni 2020, un passato che detto personaggio non potrebbe mai vivere.

RIEL - ELEFANTE

Riel @ Tobia Faverio 

Come è nato Elefante, e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico? 
Elefante è un assaggio del cosmo emotivo de Il Giardiniere di Serpenti, la prima delle molteplici band che presenteremo nella cornice Riel. A livello simbolico significa molto, perché è il primo passo di un percorso che ci auguriamo sarà ricco di significato per gli altri tanto quanto lo è per noi. Quando si crea qualcosa c’è sempre questo lasso di tempo, questo limbo che intercorre tra quando si finisce un’opera e il momento in cui questa diventa di tutti. È un po’ come trattenere il respiro prima di lanciarsi. Ora, finalmente, siamo in volo. 

Come descrivereste Il Giardiniere di Serpenti, musicalmente parlando? 
L’anima millenaria di una foresta decide di possedere i corpi di tre amici per parlare al mondo. Loro non hanno idea di cosa stanno facendo ma si fidano della foresta. 

Elefante sancisce la nascita della vostra label, Riel. Quali sono i programmi e la visione per questa etichetta? 
Riel è la grande casa che abbiamo costruito per accogliere tutti i nostri progetti, ma da dove viene quest’esigenza? Molti artisti, per via di come funziona l’industria musicale e creativa in generale, si trovano a dover mantenere una stessa identità per tutta la vita. Questo avviene perché si richiede che i progetti, spesso trattati come dei brand, siano sempre riconoscibili da tratti distintivi come il sound, il linguaggio, l’estetica. La verità però è che nessuno rimane uguale per tutta la vita; le persone cambiano nel tempo, addirittura da un giorno all’altro. Siamo esseri complessi, e sopprimere questa complessità perché ritenuta poco funzionale è un ragionamento davvero miope. Si fotta il funzionale, siamo orgogliosi di essere le cose più inutili; siamo fiori, e mai diventeremo ingranaggi. Riel vuole dimostrare che si può giocare con regole diverse, mettendo al centro del discorso ciò che c’è di più prezioso: l’arte e le persone. La prossima release di Riel ad esempio, prevista tra poco, avrà uno spirito molto diverso dalla prima uscita. 

Elefante @ tremila

Con chi (e come) avete collaborato per la realizzazione dell'EP? 
Molti dei progetti Riel sono realizzati insieme a cari amici di una vita, persone alle quali siamo fortemente legati. Questo piccolo dettaglio fa sì che in ogni progetto ci sia una forte alchimia interna. Una grande connessione emotiva spesso riesce a andare al di là del talento e della tecnica, permettendo di aprirti e scavare a fondo nella tua persona e nel tuo vissuto. Abbiamo realizzato Il Giardiniere di Serpenti insieme ad Alessandro Biscarini, un amico di lunghissima data e una delle persone più follemente brillanti che si possa immaginare: poeta, medico, maestro in conservatorio. Un vero sperimentatore pronto ad abbracciare l’ignoto ogni volta, proprio come noi. Per quel che riguarda invece il livello discografico e tecnico abbiamo deciso di continuare a lavorare con Asian Fake, una realtà molto dinamica, che ha subito capito e sostenuto la sfida di un progetto sofisticato come Riel.

C’è qualcuno a cui vorreste dedicare Elefante? 
Cristopher, il bambino fantasma che gioca di notte al piano di sopra dello studio. 

NISSI FEAT. MAJOR LEAGUE - GRAVITY

Nissi, Major League DJZ  @ Yusuf Sanni

Come è nata Gravity, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
Il primo passo di Gravity è quando i MajorLeagueDJz mi hanno contattato, dicendo che avrebbero voluto lavorare insieme e inviarmi dei beat. Mentre stavo ascoltando le strumentali in studio, questo beat particolare mi è rimasto impresso, e ho deciso di andare in freestyle con la melodia, che poi si è trasformata in parole. Il disco è stato praticamente realizzato tutto in una sessione, e gliel'ho rimandato. Questa canzone per me porta un certo tipo di mood, che ti fa sentire spensierato: quasi come se non potessi toccare terra mentre sei in compagnia di chi ti fa sentire in quel modo. È una canzone che allarga ulteriormente l'orizzonte della mia espressione musicale.

Come descriveresti il ​​brano, dal punto di vista musicale? 
Direi che è Soul, condito da un'atmosfera Amapiano, e con un sottotono Afrobeat nel suo bounce lirico, specialmente nella seconda strofa. 

Puoi dirci di più sul fantastico video di Gravity?  
Volevo davvero qualcosa che urlasse: "ARTE", e che fosse fatto in modo che rappresentasse il messaggio della canzone, anche visivamente. Ho mandato questi pensieri e riferimenti dettagliati al nostro straordinario direttore creativo, che ha poi messo insieme il tutto e ha scelto il regista perfetto per dare vita alla mia visione. Adoro davvero questo video!

Nissi @ Yusuf Sanni

Nella traccia, collabori con i fratelli gemelli Major League DJz. Come è nata questa featuring? 
Direi che è stata una congiunzione davvero naturale e organica. Ho ricevuto un loro messaggio, in cui mi dicevano che volevano inviarmi alcuni beat su cui lavorare: ho accettato e registrato senza indugi. Sono davvero dei ragazzi fantastici e con i piedi per terra, e hanno un grande orecchio per la musica. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Gravity? 
Vorrei che Gravity trasmetta una sensazione di elevazione, e che da me passi a chiunque ascolti, e a sua volta arrivi a quella persona speciale per te.

CECILIA - IL SENSO DI QUESTO CAOS

cecilia @ Manuel Grazia

Come è nato il senso di questo caos, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
Il concetto caos-ordine mi perseguita da un bel po’ di tempo. Alterno periodi in cui sono disorganizzata e dissociata - emotivamente - a periodi più dritti e più a fuoco. Ho raccolto brani che avevo iniziato a scrivere durante il lockdown e li ho messi insieme. Rappresentano l’inizio di una nuova consapevolezza personale: dall’accettazione del mio caos, all’accettazione di parti di me che prima tendevo a nascondere per insicurezza, per paura di non essere abbastanza. È una parte importante del percorso, ma è anche un passaggio per qualcosa che ha bisogno della seconda parte per definirsi meglio. 

Come descriveresti l'EP, musicalmente parlando? 
In fase di arrangiamento, ho voluto dare voce a questa emotività energica con chitarre distorte, parti strumentali simil epiche - proprio per dare spazio a questa parte del mio carattere che è da sempre predominante. Non sono mai legata ad un genere, il periodo e l’emozione mi fanno uscire la musica in modo diverso. Dipende tutto da come mi sento, la mia musica si basa principalmente su questo. Ho compreso che le dinamiche sono parti fondamentali per l’arrangiamento dei miei brani. Parti più vuote per la malinconia, rassegnazione si alternano a parti più piene di rabbia e reazione. 

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione de il senso di questo caos? 
Ho formato una squadra per me speciale: Giacomo Greco - produttore, musicista e componente della band inude, con cui andrò in tour questa estate - Donato Emma (batterista, con me in tour), Daniele Bronzini (chitarrista e co-produttore di ?, il mio primo EP), Edoardo Castroni (produttore), Marco Fasolo (produttore e artista ). Per quanto riguarda i testi, ho co-scritto i brani insieme ad Alberto Citterio. Per quanto riguarda infine la parte visiva: lo stylist Michele Previsani, il fotografo Manuel Grazia, il grafico Enrico Dalla Vecchia, e Mattia Rosa, per i canvas di Spotify. 

il senso di questo caos @ Enrico Dalla Vecchia

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Una traccia che nasconde una storia divertente è fumo e sassi. Il mio ragazzo tendeva a storpiare tutti i testi delle mie canzoni. Da vera scorpione permalosa un giorno l’ho sfidato! Ho tirato giù melodia e accordi del brano e gli ho chiesto di scrivere un testo con delle parole serie - se ne fosse stato capace. Così è uscita fumo e sassi, che oltretutto parla del nostro primo incontro. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare il senso di questo caos? 
Lo dedico alla mia famiglia: mia madre, mio fratello, il mio ragazzo e mia cugina, parti fondamentali della mia vita. A mio padre, che sono sicura ne sarebbe stato fiero. A Giacomo e a Flavia, per supportarmi sempre.

ALFIE TEMPLEMAN - MELLOW MOON

Alfie Templeman @ Lillie Eiger

Come è nato Mellow Moon, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Mellow Moon è stato creato tra il 2020 e il 2021, ed è nato in due periodi di tempo molto diversi. Nella prima fase, sperimentavo essenzialmente tutti i diversi tipi di sound che mi venivano in mente, e ogni giorno creavo tracce da zero: in questa fase, non avevo ultimato praticamente nulla. Ho completato le tracce nel 2021, aggiungendo nuovi elementi e scrivendo anche i testi. Questo in un momento in cui si era appena usciti dal lockdown, e io sperimentavo molte cose, mi abituavo a uscire in pubblico e affrontavo l'ansia. I due periodi, combinati insieme, creano un congiunto piuttosto interessante, perché musicalmente suona molto allegro, ma al contempo i testi sono piuttosto tristi. 

Come descriveresti questo nuovo LP, musicalmente parlando? 
Direi che questo album per me è davvero un'ottima porta che mi permette di esplorare, a livello musicale. In tutto l'album ci sono moltissimi strumenti, come mai fino ad ora. Ho suonato il violoncello, la chitarra e un sacco di altre cose. Ha molte influenze diverse: dall'R&B al Pop, passanso per il Jazz, c'è un po' di tutto. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Just Below Above, che è l'ultima canzone dell'album: l'ho scritta quando avevo 14 anni, e poi ci sono ritornato su anni dopo, rimettendo un po' mano ai testi. È stato un momento molto tenero: pensare che c'è una vecchia canzone, che ho scritto quando ero in uno stato mentale molto diverso. Ho apportato alcune modifiche, ma ho mantenuto il carattere della traccia. 

Alfie Templeman @ Lillie Eiger

Per questo LP, con chi (e come) hai collaborato? 
La maggior parte delle volte che finisco una canzone la mando a Tom McFarland - Jungle - Charlie J. Perry - Common Saints - o Kieran Shudall - Circa Waves - e da lì,  suggerimenti che potrebbero avere . È interessante notare che Charlie ha aggiunto alcuni elementi a A Western, la canzone di apertura dell'album. È stato bello perché è una persona che non ho mai incontrato dal vivo, anche se ci siamo salutati su Zoom, mentre tutto il resto è stato via mail. Quindi in definitiva: sono io a produrre le canzoni, e ricevo un po' di aiuto da parte loro. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Mellow Moon? 
Per scoprirlo, dovrai guardare le dediche all'interno del vinile!

ELASI FT. MERYEM ABOULOUAFA - OASI

ELASI @ Soheil Raheli

Oasi fa parte del tuo ultimo EP, Oasi Elasi, uscito il 27 maggio. Come è nato questo progetto, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Oasi Elasi è per me l’inizio di un nuovo viaggio in mondo che non sapevo che esistesse e che si è materializzato nella mia testa, come un’oasi di luce in mezzo al buio, quando ho scritto questo disco durante il periodo di lockdown. Il fatto di non poter viaggiare fisicamente mi ha fatto soffrire, e quindi ho creato il mio elisir guaritivo scrivendo musica che mi/ci potesse portare in posti lontanissimi ballando a occhi chiusi. Ecco perché ho lavorato a distanza con Eva De Marce dal Messico, Meryem Aboulouafa dal Marocco e con Populous, che da sempre esplora e crea come un mago nuove dancefloor nomadi intorno al pianeta. Quest’ultimo è stato un hermano importante in questo viaggio, perché mi ha presentato il produttore che meglio poteva trovare gli ingredienti magici per questo disco: Rocco Rampino, al mio fianco da qui in poi per questo progetto. 

Come descriveresti Oasi Elasi, musicalmente parlando? 
Tessuti elettronici che si mescolano a campioni di konnakol indiani, canti aborigeni e cori gospel; razzi-limousine di sintetizzatori che si intrecciano a ritmiche etniche; voci e lingue diverse che cantano nuovi incantesimi personali, dolci e leggeri. I testi parlano di rinascita, la musica è una danza su un tappeto volante. Saranno benvenute per sempre tutte le menti sognatrici che avranno voglia di salirci, danzando senza paura tra meridiani e paralleli. 

Meryem Aboulouafa @ Hind Aliliche

In Oasi collabori con Meryem Aboulouafa, ci racconti come è nato questo featuring? 
Ho scoperto la potenza artistica di Meryem in una delle mie ricerche di musica per il mio show mensile su Radio Raheem. La sua voce mi ha ipnotizzata: le ho scritto su Instagram e l’ho invitata a provare a scrivere una strofa su un brano che avevo iniziato da poco a comporre. Meryem è marocchina, ma ha vissuto a lungo in Francia, e ha lavorato per diverso tempo a Roma per il suo disco, infatti parla italiano fluentemente. Su Oasi ha intessuto una melodia e il testo in arabo di cui il brano aveva bisogno per volare lontano, su un’isola che non c’è. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Oasi Elasi? 
Lo dedico a chi non smette di sognare extralarge, vie di fuga e nuovi mondi, colorando quello in cui viviamo.

KADEBOSTANY FEAT. SENA ŞENER - TWO LOVEBIRDS IN A CAGE

Kadebostany, Sena Şener - Press Office Courtesy

Come è nata Two Lovebirds in a cage, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ho sempre voluto fare una canzone molto romantica. Per prima cosa, ho composto diverse versioni di questa canzone, e poi ho lavorato con un'artista texana chiamata Katie Wallace: avevo già lavorato in precedenza con lei, e Katie ha scritto i testi e la top line. Sapevo di aver bisogno di una voce molto speciale per questa canzone: l'ho mandata a Sena che l'ha adorata, e il resto è storia! 

Come descriveresti questa traccia, dal punto di vista musicale? 
Mi sono ispirato agli artisti classici degli anni '70 come Dolly Parton e Brian Eno. Volevo catturare quel sentimento anni '70, e allo stesso tempo dargli un tocco super moderno e senza tempo. 

Kadebostany, Sena Şener - Two lovebirds in a cage

Ci racconti come è nata la collaborazione con Sena Şener? 
Stavo cercando una voce fuori dal mondo per interpretare la canzone. Nella primavera del 2019, eravamo gli headliner di un importante festival in Turchia e Sena Şener ha suonato prima di noi. Sono rimasto colpito dalla sua voce e dalla sua presenza scenica. Da lì le ho proposto di cantare Two lovebirds in a cage. È stato molto spontaneo; conosceva già la mia musica e c'era questo desiderio reciproco di creare qualcosa insieme.  

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Two Lovebirds in a cage? 
Questo pezzo è per i romantici, e per tutte le persone che vogliono uscire dalla loro vita quotidiana ed entrare in un mondo migliore.

HAAi - BABY, WE'RE ASCENDING

HAAi @ Vic Lentaigne

Come è nato Baby, We're Ascending, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?Baby, We're Ascending è stato scritto e composto da casa mia durante il lockdown. Mi sono sempre sentita a mio agio nel fare musica con il mio laptop ma, una volta che sono stata in grado di farlo, è stato fantastico portare quello che avevo fatto in studio e passarlo attraverso le macchine, registrare la voce dal vivo e utilizzare alcuni dei Sintetizzatori presso gli studi Mute. Con il senno di poi, per me l'album è molto riflessivo. Penso che le tante collaborazioni siano state una reazione al fatto che non potevamo essere fisicamente vicini, gli uni agli altri, per così tanto tempo. Quindi avere questo tipo di connettività creativa con le persone che amavo e rispettavo musicalmente mi ha davvero aiutato in quel periodo. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale?
Direi che nel complesso il progetto è un viaggio, onesto e iperattivo. Sento che riflette il funzionamento interno del mio cervello. È una svolta incredibile, a livello di genere.

HAAi @ Vic Lentaigne

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare?
Ogni traccia ha la sua storia, che sento molto. Ma una traccia molto importante per me è Human Sound con Kai Issaih - Jamaal e Obi Franky. La storia all'interno della traccia, e il pre parlato di Kai, ha un significato particolare per me, ma sento davvero che dipende dall'interpretazione dell'ascoltatore. 

Nella title-track, collabori con il leggendario Jon Hopkins. Come è nato questo featuring?
Siamo amici intimi da tempo: Jon ha ascoltato parte della traccia che ho postato sul mio Instagram, e mi ha chiesto di mandargliela per ascoltarla. Così ho fatto e lui mi ha chiamato subito e mi ha chiesto di collaborare. Ovviamente ho accettato. È stata un'esperienza così rispettosa e adorabile, adatta a entrambi ed eravamo davvero orgogliosi di ciò che abbiamo creato. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Baby, We're Ascending?
In primo luogo alla mia ragazza, Alice. Tuttavia, Baby, We're Ascending è davvero dedicato a tutti. Sento che quando pubblichi qualcosa che ti rende più vulnerabile, una volta che è uscita, devi liberarti di quella proprietà, e permettere che appartenga anche agli altri. Penso che questa sia una cosa bellissima.

WHOMADEWHO - UUUU

WhoMadeWho @ Lasse Bak Mejlvang

Come è nato UUUU, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
UUUU significa molto per noi: è sempre importante creare un album poiché ci vuole molta energia condivisa tra di noi per realizzarlo. Anche se la musica elettronica è sempre stata parte del nostro DNA, negli ultimi anni ci siamo sempre più orientati verso quella scena. Una parte molto interessante di questo viaggio è stata lavorare con Rampa dei Keinemusik, ci ha guidato in momenti in cui eravamo bloccati e ha sviluppato molte delle nostre demo - che sarebbero finite nel cestino - su grandi canzoni. Questo album punta decisamente verso nuove avventure, sia in studio, che dal vivo in giro per il mondo. 

Come descrivereste questo nuovo LP, dal punto di vista musicale? 
È molto pulito e allo stesso tempo molto spensierato: il che significa che ci sono molti esperimenti con metodi e strumenti di produzione diversi. Ma abbiamo passato molto tempo a semplificare tutte le canzoni, quindi sono solo le parti essenziali ad essere rimaste nel canzoni. Siamo stati ispirati sia dall'elettronica degli anni '90 / '00 che dalla post-disco degli anni '80, ma abbiamo aggiunto la nostra solita cornice indie-club.

WhoMadeWho @ Lasse Bak Mejlvang

C'è una traccia in particolare che ha una bella storia da raccontare? 
UUUU ha una bella storia, che descrive molto bene come il processo creativo spesso sia imprevedibile. Ci siamo incontrati con Rampa a Berlino nell'estate 2020 per una sessione in studio. Abbiamo fatto una demo molto approssimativa, che a noi - WhoMadeWho - non faceva impazzire; tuttavia, Rampa ha continuato a sollecitarci a finire la traccia per oltre un anno. Di quando in quando abbiamo provato ad aggiungere sintetizzatori e voci, ma non ci soddifsaceva mai. Ad un certo punto, molto vicino alla consegna, abbiamo fatto l'ennesimo tentativo, ma in realtà poi ce ne siamo dimenticati. E poi all'improvviso Rampa ci ha inviato questa bellissimo strumentale, che ci ha dato nuova ispirazione per fare il cantato. Abbiamo iniziato a lavorare con la cantante Kat Frankie che ha fatto un sacco di vocals: gran parte di questi non sembravano adatti a noi, ma c'erano alcune parti che avevano qualcosa di davvero unico! Li abbiamo "ritagliati" ed elaborati, sia la sua voce che quella di Høffdings. Il tutto si è concluso con una speciale parte vocale dal suono malinconico, che ha finito per completare questa canzone, che è una delle migliori della nostra carriera. Ci abbiamo lavorato per quasi due anni! 

Per la realizzazione di UUUU, con chi (e come) avete collaborato? 
Come accennato in precedenza, Rampa è stato una parte importante di questo album, ha messo le mani su più della metà dell'album e oltre a produrre abbiamo anche passato molto tempo a condividere la visione con lui. Ci ha aiutato anche Kat Frankie per alcune tracce, ed è anche presente in una canzone; inoltre, abbiamo realizzato una canzone con Frank Weideman di Âme e AVA4K. Tutti gli artisti menzionati sono di Berlino in realtà. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare UUUU? 
Sì, a tutti quelli che hanno tenuto alto il nostro umore, e ci hanno ispirato durante la realizzazione di questo album. Senza di loro, niente musica!

DEER JADE, VANDER ft. MÂHFOUD - INTERGALACTIC TANGO

Deer Jade @jontiwild

Intergalactic Tango è una joint venture tra te, Mâhfoud e Vander. Come è nata questa collaborazione, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?
Intergalactic Tango è un invito a danzare tra infiniti regni e possibilità, che spinge la nostra immaginazione a viaggiare attraverso le dimensioni. Sia Vander sia Mâhfoud sono miei grandi amici da molti anni, poiché siamo con la stessa agenzia. Sono stato a casa di Vander per alcuni giorni ad Amsterdam, e abbiamo avviato spontaneamente il progetto, suonando e registrando la mia voce. Poi Mâhfoud è passato a salutarci, e ha improvvisato dei begli accordi e melodie sulla traccia. Ci siamo divertiti davvero tanto a stare insieme facendo la canzone, e spero che quell'atmosfera si riviva sul dancefloor, e si trasmetta a chiunque la ascolti! :) 

Come descriveresti l'EP, musicalmente parlando? 
Questo EP è un viaggio sonoro galattico funk indie dance, groovy e colorato. Spero che l'interpretazione di ogni artista si completi a vicenda a seconda del mood che stai cercando.

Vander & Deer Jade ft. Mâhfoud - Intergalactic Tango

Quali sono i tuoi piani per il 2022? 
Sono davvero euforica per questi mesi a venire, perché suonerò in alcuni dei festival dei miei sogni come - Fusion, The Monastery, We Can Dance, Marvelous Island, Pleinvrees, Voodoo - e a club come il Pacha di Ibiza, il Fabric di Londra o il Kater Blau di Berlino. Sarò anche all'Off Sònar Barcelona per Woomoon, e come parte della mia residenza mi potrete vedere a Storytellers/Day Trip in Ibiza... Verso la fine dell'anno, andrò poi in tour in Australia, Asia e Centro/Sud America. Nei giorni di riposo mi concentrerò completamente sulla produzione di brani nuovi e sul lavoro in progetti interessanti. Spero di poter ballare insieme a voi molto presto da qualche parte in giro per il mondo: stay tuned

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Intergalactic Tango? 
A mia mamma! La mia più grande ispirazione, sia per il buon gusto nella musica,  sia per la folle energia quando ballo !

TATUM RUSH - SPARRING PARTNER

TATUM RUSH @ Alessandro Oliva

Com'è nata Sparring partner, e cosa rappresenta per te questa traccia? 
Il brano lo scrissi prendendo il sole dal terrazzo di uno chalet ,guardando i picchi innevati delle Alpi. Eravamo al di sopra del brutto tempo, che c’era giù in valle: qualcuno stappò uno Chardonnay forse un po’ troppo presto nel pomeriggio e pensai: “questo è un momento George Clooney”. E allora a questo party in una villa a bordo lago mi sono permesso di invitare anche Carla Bruni, Gianluca Vacchi, Pasolini, Frank Sinatra, Ava Garner e Werner Herzog  - Klaus Kinski non è voluto venire. Calata la notte, dalla sponda opposta del lago, un voyeur osserva attraverso le finestre della villa il movimento delle sagome, abbandonate alle modulazioni languide di una voce del jazz.

Musicalmente parlando, come descriveresti Sparring partner? 
Le atmosfere sono diverse, e si mescolano come la vodka e il cranberry juice. L’ho prodotta con Stefano Ceri, che all’R&B swingato alla D’Angelo ci ha aggiunto un arrangiamento dai colori che mi fanno pensare ai soffitti di un loft di Brian de Palma a New York nel 1984. Lo riassumerei come Pop Cosmopolita, o forse: Mario Biondi incontra Enrico Ghezzi? Non so, so solo che ne sarei veramente fiero se finisse sui titoli di coda di una puntata di Blob. 

TATUM RUSH - Sparring Partner

Puoi dirci di più sul bel video di Sparring partner?  
L’idea del video nacque da un aneddoto reale che mi raccontò Aisha Sparkles, la protagonista del video e performer ai miei spettacoli, quando vide anni fa una persona che conosceva correre nuda fuori dal Grand Hotel Swiss Majestic di Montreux e giù per la strada in pieno inverno, in preda a chissà quale delirio. L’altra ispirazione fu il film Gli occhi senza volto di Franju, del 1960, che mi consigliò un noto regista francese. Come si può dedurre dai testi dei miei brani, sono amante di un certo tipo di cinema, e quando giro i miei video con i fidatissimi Theodor Guelat alla regia e Gianluca Oliva alla fotografia è sempre impossibile non farlo diventare un mini progetto alla Fitzcarraldo.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Sparring partner? 
Il brano è dedicato a tutti quelli che fanno esperienza della vita con leggerezza e intelligenza, che non si prendono sul serio nemmeno se ti stanno spiegando Uccellacci e Uccellini; che sono sempre pronti a riconoscere il bello nel brutto, e il raro nel banale.

MELODY ECHO'S CHAMBER - EMOTIONAL ETERNAL

Melody's Echo Chamber @ Diane Sagnier  

Come è nato Emotional Eternal, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?
Emotional Eternal è stato creato dagli echi del Silenzio, dopo un lungo periodo di indietreggiamento per avere una altra prospettiva. È stato un po' un incidente, ma positivo, perché pensavo di aver finito di fare dischi dopo Bon Voyage. Ritrovare i miei compagni di viaggio in Svezia è stata davvero la parte migliore, una bolla temporale molto gioiosa 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
Penso che suoni come un campo emotivo, qualcosa come un lento sorgere di pace. Ho cercato di desaturarlo un po' di più dalla mia stessa introspezione per aprirlo, dargli più spazio e aria per una sensazione più universale: è un'idea che voglio elaborare ancora di più in futuro, se possibile. Penso che la musica sia ispirata dal rock psichico progressivo e dal folk: sembra comunque moderna, e in qualche modo sento che è più vicina al lavoro di poesia. Abbiamo prestato particolare attenzione al groove. 

Melody's Echo Chamber @ Diane Sagnier  

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare? 
Adoro la traccia di chiusura The Voyage, rendendola una sorta di esperienza spirituale avevo registrato la parte degli archi su una tastiera midi che suonava in modo sbagliato, ma sentivo comunque che doveva essere nel disco, ed ero bloccata. Quindi ricordo di averlo immaginato e di aver semplicemente creduto che Swahn e Reine lo avrebbero registrato con la sensazione, l'emozione e i suoni esatti che volevo esprimere. Ci hanno provato ed è stato così gratificante aprirsi con loro, perché in realtà hanno trasceso la parte: sembrava che ci stessimo connettendo a un altro livello, posso sentire le mie stesse emozioni anche se non ero lì a registrare con loro; è stato davvero bello. Per me la canzone sembra un portale tra due terre o qualcosa del genere. 

Con chi (e come) hai collaborato? 
Con Reine Fiske, dell'iconica band psych rock svedese Dungen, e Lars Fredrik Swahn - dei The amazing, un altro grande gruppo folk svedese da sogno - ho incontrato Reine in questo grande festival Levitation ad Angers; conoscevo la loro musica dal 2012 poiché il mio ex produttore era un loro grande fan. Ci siamo riconosciuti ad un altro livello e naturalmente abbiamo deciso di lavorare insieme: mi sono trasferita a Stoccolma quasi subito e da lì siamo partiti, imparando a conoscerci, lavoriamo in modo triangolare e ci completiamo. Sono due anime buone!

C'è qualcuno a cui vorresi dedicare Emotional Eternal? 
L'ho dedicato ai miei figli, Natanaele e Alma.

DEHD - BLUE SKIES

Dehd @ Atiba Jefferson

Come è nato Blue Skies, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
(Jason) Blue Skies è stato scritto nella prima metà del 2021 e auto-registrato a Chicago. Tratta principalmente di mantenere l'ottimismo e la speranza di fronte a tempi bui. Sentire il peso del mondo sulle spalle giorno e notte, aiuta a ricordare di guardare in alto: c'è sempre una piccola porzione di cielo sereno da qualche parte. Facciamo musica insieme e tour da alcuni anni ormai, e ogni volta che facciamo un disco riversiamo tutte le nostre nuove esperienze e lezioni nella creazione delle canzoni. È davvero un'istantanea di dove eravamo noi tre come individui in quel periodo. Penso che tutti stessero cercando una piccola promessa di bei tempi futuri e il processo di creazione di questo disco ce l'ha data. 
(Emily) Sì, la speranza e l'eccitazione che tutti noi proviamo con il cielo azzurro sopra di noi: spero che l'album si presenti in quel modo. Abbiamo registrato il disco in un mese e il processo ci ha davvero concesso più spazio per creare, esplorare e giocare con le canzoni. 

Come descrivereste l'LP, dal punto di vista musicale? 
(Jason) Abbiamo davvero cercato di esplorare alcuni nuovi sapori in questo disco, ma credo che lo chiamerei rock'n'roll. Direi anche che ha molte facce. C'è molta più consistenza e profondità in cui vogliamo che le persone si perdano dentro. Laddove prima i nostri dischi erano più incentrati sulla chitarra, qui mettiamo davvero la voce e la batteria in primo piano e al centro. Questo disco parla di sentire un ritmo, e cantare ad alta voce. 
(Emily)Lo descriverei come un disco pieno di sentimento e giocoso pensato per ballare e suscitare emozioni. 

C'è una traccia del disco che ha una bella storia da raccontare? 
(Jason) Abbiamo scritto Stars quando molte cose nella mia vita sembravano andare in pezzi. Ero circondato da un sacco di cose tristi che accadevano e mancavano persone ed era davvero così tanto per un cuore da prendere. Mi sentivo come se potessi sbriciolarmi. Cantare quella canzone è catartico e lasciami rilasciare la pressione anche solo per pochi minuti. Parlo un po' del trovare conforto nell'ambiente circostante e per me la mia città natale è un vero luogo di rassicurazione. Anche solo passeggiare nel mio quartiere mi dà un senso di radicamento.
(Emily)Abbiamo scritto Window nel corso di più anni, e il patchwork che ne è venuto fuori si è concretizzato in questo disco. Mi sembra di essere un cavallo che galoppa a tutta velocità su una pianura infinita - sono libera dalle mie catene e sono felicissima di essere ancora viva, dopo tutto. 

Dehd @ Alexa Viscius

Quali sono i vostri piani per il 2022? 
(Jason) Stiamo facendo un sacco di date negli Stati Uniti e in Europa! Sono davvero entusiasta di suonare all'estero e incontrare tutta questa bella gente. Abbiamo aspettato così tanto tempo per suonare di nuovo dal vivo, e i live sono il grande obiettivo in questo momento. Riprendiamoci il palco! 
(Emily) Sì, ci sono molti tour in programma, tutti si preparano a ballare, sudare e cantare insieme a noi. Quest'anno è dedicato a muovere il corpo, festeggiare e ricordare perché siamo tutti ancora vivi - per divertirci e celebrare relazioni che hanno un significato.

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Blue Skies?
(Jason) Chiunque abbia bisogno di una piccola pausa dai propri momenti di oscurità, questo è per te. 
(Emily) Sì, a tutti i miei migliori amici! Sapete chi siete, vi amo e non sarei qui se non potessi affrontare tutte le cose che affronto giorno per giorno. I migliori amici salvano la vita!

CAMILLA MAGLI FEAT. BIGMAMA - KNOCK OUT

Camilla Magli @ Sara Scanderebech

Come è nata Knock Out, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Knock Out è nata in un momento di grande cambiamento della mia vita: ero appena guarita dal Covid che mi aveva costretta a passare un mese chiusa nella mia vecchia camera a casa dei miei in Puglia. In quella stanza sono riaffiorati tanti ricordi che pensavo fossero ormai alle spalle. Ho deciso così che dovevo  liberarmene, e il mezzo che ho scelto, come al solito, è stata la musica. E ho cominciato a scrivere appena tornata a Milano. 

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando? 
Questa traccia rispecchia completamente il sentimento che mi ha spinto a scriverla, per questo ho utilizzato un linguaggio diretto e crudo nelle strofe, mentre nel ritornello la melodia è pop. Un cortocircuito interno! Il testo diventa così un vero e proprio attacco diretto a chi giudica, a chi usa il pregiudizio come arma per ferire; il tappeto sonoro invece è leggero, gentile e crea così l’atmosfera per sferzare un pugno immaginario. 

In Knock Out collabori con BigMama: ci racconti come è nato questo featuring? 
Quando ho ascoltato l’EP di BigMama sono andata subito in fissa. Mi sono piaciuti tanto i suoi pezzi, così come la sua attitudine. Avevo Knock Out nella cartella delle canzoni che stavo scrivendo per il mio di EP e ho subito pensato che, anche per il messaggio che volevo trasmettere con il pezzo, mi sarebbe piaciuto molto condividere questa traccia con lei. Le ho semplicemente scritto e da lì è stato tutto naturale: il pezzo le è piaciuto, siamo andate in studio e c’è subito stata intesa. 

Camilla Magli e BigMama @ Sara Scanderebech

Domani ti vedremo al Mi Ami. Cosa significa per te calcare un palco così importante? Ci puoi anticipare qualcosa del tuo live? 
Il Mi Ami è il palco a cui tutti quelli che come me iniziano a fare musica e di musica vogliono vivere ambiscono. L’atmosfera che si respira durante quel weekend è bellissima. Il fatto poi che sia a Milano, la città che mi ha accolta quando a 17 anni ho lasciato la Puglia, rende ancora più importante questa esibizione. Sarà una grande emozione e un momento di crescita professionale. Oltre a Knock Out, farò sentire alcuni inediti che saranno contenuti nel mio prossimo progetto discografico. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Knock Out? 
Sicuramente a tutte le persone che reagiscono, che rompono il muro invisibile della vergogna e iniziano a scegliere sé stesse. E soprattutto, a chi vorrebbe farlo ma non ha ancora trovato il coraggio di vivere liberamente e incondizionatamente la propria vita.

WILMA VRITRA - GROTTO

WILMA VRITRA 

Come è nato Grotto, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
(Wilma Archer) Per metà, è stato creato di persona durante una visita a Los Angeles: l'altra metà da remoto. 
(VRITRA) Questo ha anche cambiato le mie prospettive dal punto di vista dei testi. Essendo da remoto, ho registrato ad Atlanta e Los Angeles, ambienti diversi da quelli in cui mi trovavo per il nostro ultimo album: emozioni diverse, flussi diversi. Anche se siamo ancora per lo più lontani dal periodo in cui lavoravamo insieme spesso, ci capiamo un po' di più: c'è una connessione più profonda tra noi in questo album. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
(Wilma Archer) C'è una registrazione sul campo del Greenwich foot tunnel: l'ho fatta nel 2011, e a un certo punto viene utilizzato nella maggior parte delle canzoni, per rafforzare il senso di viaggio e rifugio dal mondo esterno.

Wilma Vritra - Grotto [Bad Taste]

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
(VRITRA) Clean Me Clean: è un riflesso delle situazioni di cui ho parlato per il brano The Hill, del nostro primo progetto Burd. Rappresenta le fasi di accettazione, solitudine e libertà quando si conclude una relazione tossica. Analizzare difetti e passi falsi. 

Quali sono i vostri piani per il 2022?
(Wilma Archer) Un album solista! 
(VRITRA) Anche io ho in cantiere un album solista, uscirà alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo. E poi un talk show chiamato [TUNNELING]. 

C'è qualcuno a cui dedichereste Grotto?
(Wilma Archer) Non a qualcuno, ma a qualcosa, essendo i miei spazi interni preferiti. 
(VRITRA) Alla voce dentro la tua testa. Il tuo io interiore, e cercare di capirlo.

MALAKAY FT. BLUEM - GRAZIE

Malakay @ Riccardo Cagnotto

Riccardo_Cagnotto

Grazie fa parte del tuo album Monster cries solo in the heaven. Come è nato questo progetto, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Il progetto è nato in maniera molto spontanea durante il primo lockdown. Ho iniziato a produrre tantissimi beat ma non con l’idea di fare un album, volevo solo fare musica. Dopo aver prodotto un centinaio di beat mi sono reso conto che alcuni di loro avessero lo stesso mood e quindi ho iniziato a scriverci sopra. Da li in poi ho iniziato a realizzare tutto il concept del disco. Per me MCSITH rappresenta un punto di svolta, volevo creare qualcosa di nuovo e che fosse riconoscibile nel panorama italiano, e penso di esserci riuscito. 

Come descriveresti Monster cries solo in the heaven , musicalmente parlando? 
Penso che sia un melting pot di tantissime cose che mi piacciono. Per me resta un album rap con tantissime influenze, dal gospel, alla musica classica fino ad arrivare alla musica elettronica. 

BLUEM @ Francesca Floris

In Grazie collabori con BLUEM, ci racconti come è nato questo feat? 
Sono fan di BLUEM da prima che rilasciasse il suo primo album NOTTE: un amico comune mi aveva fatto sentire il suo progetto prima che uscisse e mi ha affascinato subito. Le ho scritto per farle i complimenti e abbiamo mantenuto i contatti. È stranissimo il fatto che non ci conoscessimo visto che entrambi veniamo da Sassari, che comunque è una piccola città. Quando l’anno scorso ho scritto GRAZIE ho subito pensato a lei per il featuring, la sua voce mi sembrava perfetta per quell’atmosfera. È stato particolare lavorare al brano perché lei vive a Londra e io a Milano, al tempo anche in lockdown, quindi abbiamo dovuto lavorare esclusivamente in videochiamata su Zoom. 

Ci racconti qualcosa del bel video di Grazie? 
È stata la prima volta che io e BLUEM ci siamo visti dal vivo, lei aveva solo un giorno libero in Italia e abbiamo preso la palla al balzo per girare le scene con lei. La parte con le ballerine e le frecce è una citazione ad una celebre foto di Mohamed Ali in cui viene ritratto trafitto al torace da varie frecce. Il video è la chiusura di una narrazione più grande che è iniziata con Millennium Ghetto

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Monster cries solo in the heaven? 
L’album è dedicato a chi si sente inadeguato rispetto al momento che sta vivendo e fa di tutto per cambiare le cose.

MURKAGE DAVE - THE CITY NEEDS A HERO

Murkage Dave 

JORDAN CURTIS HUGHES

Come è nato The City Needs A Hero e cosa significa per te questo progetto? 
Per me la creatività è una risposta a un problema. Un problema nella tua testa, o un problema che vedi nel mondo. Ho intrapreso un viaggio creando questo disco. E quindi si spera che l'ascoltatore possa farlo da solo, quando preme play. Avevo molti piani di viaggiare durante la registrazione. La pandemia ha cambiato tutto questo, ma grazie a Internet ho potuto comunque collaborare con persone di talento provenienti da Londra, Manchester, Berlino, Vienna, Copenaghen, New York e Los Angeles. Ho messo insieme uno studio improvvisato nel mio appartamento di Hackney e ho passato le giornate a registrare demo, che mandavo ai producer. Poi, quando si è trattato di ultimare il tutto, sono andato tutti i giorni nello studio del mio amico Cores per diversi mesi per ottenere le canzoni giuste   

Come descriveresti questo nuovo LP, dal punto di vista musicale? 
Stavo conversando con il mio amico Orelsan, è un incredibile artista francese che mi ispira davvero. Stava dicendo che ama la mia musica, ma quando ne parla alla gente si sforza di descrivere come suona. Recentemente ha iniziato a chiamarlo Underground Pop, cosa che mi piace molto. È musica pop di sicuro, ma non nell'idea commerciale di ciò che il pop è diventato negli anni 90. Più simile al modo in cui Prince o David Bowie erano pop, perché combinavano tutte le loro influenze per creare qualcosa di nuovo ed eccitante. Sono cresciuto con la musica soul che suonava in macchina mentre andavo alle elementari, quindi puoi ovviamente sentire quell'influenza. Ma poi quando ho lasciato Londra e mi sono trasferito a Manchester per diversi anni, ho iniziato a scoprire i gruppi che suonano le chitarre, quindi c'è anche un'energia da cantautore indie. Ero un DJ e un promoter e, per quanto io non faccia musica da club, molti di quei suoni si sono ancora fatti strada nella produzione. Per me non è così strano perché è fondamentalmente il suono della vita che ho vissuto! 

C'è una traccia che ha un significato particolare per te? 
Con Every Statue Must Come Down sono davvero felice di essere riuscito a catturare il modo in cui mi sentivo tornando a casa da una marcia dei Black Lives Matter a Londra, accendendo la televisione e vedendo la statua di Colston cadere a Bristol. Mi sentivo come se un peso che avevo portato per tutta la vita mi si fosse finalmente tolto di dosso, anche solo per un momento. Per me la canzone non parla solo di statue fisiche: il sole sta lentamente tramontando su un'era che ha causato molto dolore e disuguaglianza, e sta nascendo una nuova era. 

Murkage Dave - The City Needs A Hero

Jordan Curtis Hughes

Per questo LP, con chi (e come) hai collaborato? 
Lavorare con Caroline Polachek è stata un'esperienza incredibile. Aveva scoperto il mio album di debutto Murkage Dave Changed My Life ed era diventata la sua colonna sonora per imparare a guidare mentre era a Los Angeles! Ci siamo incontrati al suo show londinese poco prima del lockdown, e in realtà è rimasta bloccata nel Regno Unito, ma la nostra intera collaborazione è avvenuta tramite e-mail. La serietà con cui affronta il suo lavoro è stata contagiosa, e mi ha sicuramente dato la fiducia necessaria per sbloccarlo in me stesso durante l'intero progetto. La canzone che abbiamo fatto insieme, Awful Things, è stata prodotta dal duo di Manchester AARRT. Every Statue Must Come Down è prodotto dal produttore house & garage Salute, che ho scoperto perché un fan mi ha mandato un DM dicendo che la mia voce avrebbe funzionato bene sulla sua musica! Ho premuto play sulle sue cose e mi sono subito innamorato del suo sound, mandandogli a mia volta un DM di apprezzamento. Ha risposto dicendo che era davvero preso dal mio primo album e da lì siamo partiti! È stato fantastico vedere come sono andate bene le cose per lui ultimamente, lavorando con DJ Seinfeld e essendo stato scelto da Porter Robinson per suonare al suo festival Second Sky a Oakland. Ho anche lavorato con un chitarrista - Chris Hills - che stava suonando una delle mie canzoni in una sua story di Instagram e mi ha taggato! Abbiamo fatto insieme una demo che è diventata la canzone di apertura dell'album, Sadness Is On His Way. L'ho portato agli AARRT per dargli consistenza, e poi da Cores, dove abbiamo portato alcuni incredibili musicisti dal vivo per ultimarla: tra loro, anche Matty Brown che suona la batteria per Stormzy. Ma la cosa grandiosa è che la chitarra di Chris dal demo è arrivata alla versione finale!

C'è qualcuno a cui dedicheresti The City Needs A Hero? 
The City Needs A Hero è dedicato a chiunque cerchi una soluzione, abbia bisogno di una mano o cerchi una risposta. L'aiuto di cui hai bisogno non è così fuori portata come potresti pensare.

HAVANA CLUB GROUNDS 

Ci racconti come è nato Havana Club Grounds, e come sei stato coinvolto nel progetto? 
(The Night Skinny) Havana Club mi ha scelto come direttore artistico per questo progetto: ci sono arrivate davvero tantissime candidature. Data la policy dell'azienda, abbiamo potuto valutare solo i partecipanti al di sopra dei 25 anni, quindi tanti giovanissimi - pur molto validi - non sono potuti essere considerati. Ho pre-selezionato 10 papabili, e da questi ne ho individuati tre - Carterr, Samir e Gato Tomato - che sono i vincitori finali del contest Havana Club Grounds. I tre artisti avranno ora l’occasione di presentare il proprio pezzo al pubblico e misurarsi con il palco, con degli esclusivi listening party organizzati a giugno tra Milano e Roma. 

Qual è stato il processo creativo dietro a Havana Club Grounds, e come hai lavorato con gli artisti? 
Ho impiegato circa una settimana ad ascoltare tutti i candidati: prima da solo, e poi con il mio staff, che mi ha dato una grossa mano. I tre profili vincitori li ho conosciuti di persona, nell'intimità del mio studio in centro a Milano, una specie di salotto. Ho affidato loro delle basi, li ho seguiti nella stesura del testo, nella scelta dei flow. Gli ho anche fatto cambiare qualche barra e qualche rima: c'è stato, in altre parole, un vero e proprio lavoro di direzione artistica.

The Night Skinny @ Silvia Vinci

Carterr, Samir e Gato Tomato si esibiranno dal vivo di fronte ad addetti ai lavori e appassionati del genere, che li ascolteranno sorseggiando ovviamente Havana Club e cocktail cubani. Dei progetti che hai ascoltato, c'è un artista che ti ha particolarmente impressionato? 
I tre vincitori sono davvero molto validi, ma quello che mi ha colpito di più è sicuramente Gato Tomato: è un personaggio veramente singolare nel panorama, con una delivery pazzesca. Spero davvero di poter continuare a lavorare con lui! 

Ci puoi svelare qualcosa dei tuoi prossimi progetti in arrivo? 
In cantiere al momento c'è il mio nuovo disco: è un progetto molto ambizioso che chiude la mia trilogia da produttore, dopo Pezzi e Mattoni. Sto cercando di ultimarlo per poi consegnarlo alla label: sono al 90% dell'opera, ma l'album uscirà solo quando sarò veramente soddisfatto del risultato finale. Proprio in questi giorni sono alle prese con le sessioni di registrazioni, e sto lavorando con il mio team creativo per ultimare il progetto. Stay tuned!

MAXI MILLZ - YOUNG AND STUPID

Maxi Millz @ George Davies

Come è stato creato Young and Stupid, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? Sono diventato giovane e stupido a Los Angeles dopo che io e due dei miei amici più cari stavamo parlando di relazioni in cui ci eravamo andati a cacciare - ero in una storia d'amore burrascosa in quel momento. La conversazione - e la mia situazione - hanno ispirato l'intera canzone, la ragazza straordinaria che stavo vedendo mi ha effettivamente raccolto dallo studio e ha adorato il demo che ha ascoltato... La musica che sto facendo è molto r&b ma ho anche fatto altre cose: quindi, anche se creerò sempre un'atmosfera da tipo giovane e stupido, ci sono anche alcuni suoni più sperimentali in arrivo. 

Puoi dirci di più sul fantastico video di Young and Stupid? 
Mi è piaciuto il film In Time con Justin Timberlake. Il concetto del film in cui il tempo è valuta in contrapposizione al denaro o alle cose materiali. Questo mi è sempre rimasto impresso, questa canzone ha offerto un modo per realizzare il nostro video ispirato a In time, in versione Bonnie & Clyde. La metafora dell'amore è rappresentata dal cuore umano che rubiamo nel video. E io che inseguo qualcosa di significativo, ma fallendo ancora una volta. Però stiamo lavorando a una seconda parte, quindi non voglio anticipare troppo... 

Maxi Millz @ George Davies

Quali sono i tuoi piani per il 2022?
Inondare il mondo di musica e concerti! I miei spettacoli saranno esperienze, non solo in location convenzionali. Cureremo gli spazi vuoti in ambienti diversi e ivi ci esibiremo.Penso che uno spettacolo che soddisfi tutti i sensi sia più memorabile e divertente di un grande locale in cui hai visto artisti esibirsi tantissime volte. Sto anche manifestando sostenendo qualcuno di grande! di cui sono un fan.. Inoltre continuerò a organizzare feste a Londra e in altre grandi città con DJ pazzeschi e altri artisti che conosco da anni. Farò un sacco di merchandising: da solo e in collaborazione con gli altri. E organizzerò il miglior evento di carnevale di Notting Hill dell'anno; realizzo eventi in tutto il mondo da oltre 5 anni: cerca PFNR, Party For No Reason (@iswearimonthelist). 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Young and Stupid? 
Sì al mille per cento! Ma non voglio fare nomi, anche perché non è così profondo. Penso solo che ci siamo venduti entrambi per un sogno ad essere onesti. E se ci penso, siamo anche molto giusti!

ROMINA FALCONI - LA SUORA

Romina Falconi @ Ilario Botti

Com'è nata La Suora, e cosa rappresenta per te questa traccia? 
La Suora è la prima figura allegorica del mio concept album Rottincuore (in uscita per il 2023) Rottincuore è una galleria di Peccatori, di Sbagliatori. Questo primo singolo parla di un tradimento e del fatto che la vittima converte tutta la tristezza in rabbia. E urla vendetta. Il mondo lì fuori ci tiene a stare dalla parte del giusto, a non mostrare mai emozioni considerate disdicevoli, come se le ombre fossero qualcosa da poter strappare via da noi. Io punto tutto sulla magagna benché poco affine alla Wokeness che va tanto di moda. Ma le cose semplici non mi sono mai piaciute granché. 

Musicalmente parlando, come descriveresti La Suora? 
La Suora ha richiami dance anni 90/2000. Ho pensato, insieme al produttore Marco Zangirolami, di esaltare il contrasto: parole forti su una melodia dolce e danzereccia. Una vendetta da ballare con la cassa in quattro. 

La Suora @ Wallie

Insieme a La Suora esce il primo volume di ROTTOCALCO. Ci puoi raccontare di questo side project e del tuo esordio letterario? 
Tutto nasce perché continuavo a chiedermi: in tre minuti - il tempo di una canzone - si può descrivere uno spettro, un'ombra? Così ho iniziato a scrivere questa costola della canzone e ne è uscito un coffee table book e all'interno, oltre ai miei studi e confessioni, ci sono gli interventi di un'antropologa, di una psicologa, di amici scrittori e di illustratori che amo tantissimo. Inoltre il Manga di Marco Albiero che ha reso La Suora una creatura meravigliosa. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare La Suora? 
Al mio ex, che Dio lo fulmini. Una persona libertina che mi faceva scenate di gelosia infinite. Quando ho iniziato ad avere dei sospetti sulla sua fedeltà, mi trattava da paranoica. E poi lo dedico a chi si è sentito accoltellato alle spalle e ha dovuto ricominciare.

DILE - MONDOCANE

Dile @ Luca Pipitone

Sabino Sibillano

Com'è nata Mondocane, e cosa rappresenta per te questa traccia? 
Mondocane è venuta fuori da sola, probabilmente aveva bisogno di uscire. Sono molto legato a questo pezzo perché mi riporta ad uno strano periodo in cui cercavo risposte dentro i jeans di altre persone, la classica situazione in cui ti convinci che per scordare qualcuno devi obbligatoriamente affidarti al “chiodo-scaccia-chiodo”. Inutile dire che non è servito a nulla, anzi forse ha solo peggiorato tutto. 

Musicalmente parlando, come descriveresti Mondocane? 
La descriverei come un loop che inizia e finisce quasi allo stesso modo. La chitarra acustica accompagna tutto il brano con la stessa ritmica, come se il tempo si fosse fermato a “quella notte”. All'interno della seconda strofa il brano inaspettatamente esplode in un’evoluzione di chitarre elettriche e batteria, come ad incorniciare quella che secondo me è una delle frasi più significative del brano: “e non mi stringe mai, come facevi tu, e non mi dice mai, le cose come le dicevi tu...” 

Dile @ Luca Pipitone

Puoi dirci di più sul bel video di Mondocane?
L'idea era quella di rappresentare con delle immagini la condizione in cui spesso ci si ritrova quando finisce una storia. Parlando di chiodo-scaccia-chiodo non potevamo non fare riferimento allo speed-date e alla sua strana natura. Un traffico di incontri e di finte conoscenze che inevitabilmente ci fanno sentire intrappolati in un loop che sappiamo a gestire. Alla fine del video, dopo essere scappato da questo fantomatico locale, mi ritrovo a decidere se allontanarmi il più lontano possibile o rientrare di nuovo in quel posto. Cosa avrò deciso secondo voi? 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Mondocane? Sicuramente la vorrei dedicare a tutti i protagonisti di Mondocane, che non solo quelli che si illudono di poter dimenticare qualcuno aggiungendo più rapporti usa e getta possibili, ma anche quelli che sono diventati inconsapevolmente il chiodo, lo strumento sfruttato di questo meccanismo.

JEFF MILLS - MIND POWER MIND CONTROL

Jeff Mills @ Manuel Obadia-Wills

Come è nato Mind Power Mind Control, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Mind Power Mind Control è stato realizzato nel corso di alcuni anni, a partire dal 2018. Mi avevano chiesto di creare una mostra e un evento a Parigi ,e il soggetto che ho proposto era un'osservazione che mostra come e perché gli esseri umani sono vulnerabili alle manipolazioni , come funziona la persuasione mentale e i poteri umani naturali - di cui tutti siamo dotati - che ci potrebbero aiutare a proteggerci. Per la mostra avevo iniziato a fare musica per lo spazio e le installazioni: alcune delle composizioni, come Transmutation e Radiance, provengono da una performance speciale che ho realizzato a Tokyo nel 2018. È stata ispirata da Metamorphosis di Franz Kafka: in quel progetto, un pubblico ignaro rimaneva bloccato in una situazione onirica. Con l'aiuto di ballerini/attori, che erano nascosti tra i posti a sedere, in alcuni punti del programma musicale, alcuni dei partecipanti assumevano le caratteristiche e la forma di insetti. Nel 2020, una volta che ero sicuro di creare un album sul tema Mind Power and Control, quelle composizioni mi sono tornate in mente. Lo stile artistico e la direzione del progetto si basano sul genere del Film Noir e sull'epoca della metà degli anni '40 del film drammatico e poliziesco di Underground Hollywood. Essendo un grande fan di quel genere, che ho sempre seguito da vicino, ho potuto facilmente riconoscere il rapporto tra le trame tipiche dei film e questo argomento di persuasione mentale e controllo mentale. Ho pensato che l'utilizzo della narrazione del Film Noir potesse risuonare in un modo simile a quando mi collego al mondo della fantascienza mentre creo musica techno. Per quanto riguarda me e i miei progressi nella creazione, Mind Power Mind Control fa parte dell'inizio di una serie di progetti: la prima uscita è stata The Clairvoyant, un album basato sul soggetto metafisico della visione a distanza e di una seduta spiritica nel 2021. Fondamentalmente, ho un interesse per argomenti che ci riguardano come specie in evoluzione. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando?
Non sono sicuro che ci sia un modo semplice e generale per descrivere Mind Power Mind Control, ma il mio scopo è decodificare un modo per scoprire le origini delle nostre questioni attuali e dello stato delle cose mondiali. Osservare e conoscere ciò che abbiamo già vissuto psicologicamente come un modo per riflettere con cautela. Inventare un modo per essere mentalmente stabili in tempi instabili. Musicalmente, il ritmo è più lento e costante: le varie trame sono tutte cariche, ma non esagerate. La maggior parte delle composizioni lavora con la sensazione di un orologio che ticchetta o di una bomba a orologeria. L'album mi ricorda un'epoca di qualche decennio fa, quando molte persone anticipavano curiosamente l'inizio del secolo, ma allo stesso tempo doveva essere in corso un processo contabile. Uno che si occupava di pensieri su ciò che potrebbe essere dannoso e problematico per noi. Cosa aveva imparato l'umanità nel corso del secolo, e cosa dovremmo fare per evitare di rivivere di nuovo quei problemi. Finora e dopo ventidue anni, stiamo già mostrando segni che è difficile abbandonare le vecchie abitudini: riguardo a chi e cosa siamo, il valore di una vita e la responsabilità delle proprie azioni! Ma, è importante lavorare su certi temi costruendo una resistenza mentale, sviluppando l'attenzione per isolare idee e visioni su un mondo che sia migliore per tutti e non solo per pochi, proteggendo la verità a tutti i costi e creando firewall mentali contro le industrie che non hanno come obbiettivo il bene di tutti.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
L'unica composizione dell'album che ha una storia interessante dietro potrebbe essere Horizons. In realtà è stata realizzata in previsione di un viaggio a Kingston, in Giamaica, e di lavorare in studio con i maestri del Reggae Sly e Robbie per produrre un progetto. Ma, prima a causa della pandemia di COVID 19 e poi della sfortunata scomparsa di Robbie Shakespeare l'anno scorso, l'idea di lavorare insieme è svanita. La composizione è stata fatta come punto di partenza su come potremmo essere in grado di trovare alcune linee comuni tra Techno e Reggae. Quindi, la traccia non ha una linea di basso e c'è spazio nel campione del mix in cui Sly potrebbe aver suonato al posto del loop e della batteria che ho suonato in questa versione. 

Jeff Mills @ Manuel Obadia-Wills

L'uscita di Mind Power Mind Control coincide col trentesimo anniversario di Axis Records. Quali sono i piani per i prossimi trent'anni dell'etichetta? 
Sì, il 2022 segna il nostro 30 °Anniversario come label, e vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato, viaggiando con noi nei tre decenni. È stato davvero un onore essere parte di un genere musicale e artistico così straordinario. Per quanto riguarda i prossimi 30 anni, un desiderio che abbiamo è posizionare l'etichetta in modo che possa avere la possibilità di essere considerata rilevante nel futuro che ci aspetta. Rimanere sufficientemente flessibili da resistere al cambiamento, essere ben gestiti in modo che rimanga chiaro e trasparente il nostro effort e, soprattutto, in grado di guardare sempre avanti, non solo indietro. Un esempio di cambiamento su cosa potrebbe farci pensare in modo diverso, è il fatto che gli esseri umani saranno stabilmente sulla Luna tra 10-15 anni. Quando ciò accadrà, la psiche dell'umanità cambierà. Che ci si interessi o meno a questo traguardo, dovrebbe esserci una profonda consapevolezza che l'umanità si sia espansa in un altro corpo celeste e che i limiti per allontanarsi ancora di più dalla Terra potrebbero essere solo una questione di tecnologia. Musicalmente, data la posizione unica di Techno Music, dovrebbero esserci molte opportunità per affrontare tutte le curiosità che le persone potrebbero avere sul nostro essere "là fuori", rivolgendoci verso il nostro pianeta natale. Spiritualmente, cosa potrebbe significare essere più vicini al Sole: sempre lì e visibile. Queste sono cose che non vediamo l'ora e per cui stiamo pianificando.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Mind Power Mind Control? 
Quelli a cui vorrei dedicare questo album sono tutti i neonati, i bambini e le persone nate negli ultimi 22 anni. È stato fatto per loro. E anche se nessuno ricorderà questo album dopo circa un mese, vale comunque la pena dedicare tempo e sforzi per creare e offrire qualcosa che potrebbe consentire loro di pensare in modo diverso, ma allo stesso tempo, con cautela mentre si muovono attraverso le loro vite. È difficile sapere come sarà il mondo tra 100 anni. Spero che sia meglio.

ANETHA - HOW WOULD THEY KNOW

Anetha @ MISBHV x Telekom Electronic Beats courtesy

How would they know sarà incluso nella tua prossima compilation Contre tout, toutes et tous, la terre demeure. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
La traccia è nata da una battuta che avevamo fatto, io e la mia agente Joy, su un famoso video di Tik Tok. Ad un certo punto stavamo usando molto quel vocale, quindi ho deciso di provare a creare una traccia da esso, ed eccoci qui. All'inizio non ero sicura che l'avrei usato per qualcosa di più che una traccia segreta inedita, ma poi sempre più persone me lo hanno chiesto: avevamo la compilation in arrivo, quindi era perfetta per l'uscita. 

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando? 
Questa traccia è un buon esempio di quello che può essere il mio stile. Un'atmosfera incisiva, una voce e un sintetizzatore piuttosto riconoscibili, che si evolvono attraverso diverse vibrazioni e fasi. La prima parte della traccia è molto club/anthem, e poi vira verso un'atmosfera più bizzarra. 

Anetha @ Julien Bernard

Da Voiski a Ida Engelhart, c'è una vasta e variegata gamma di artisti presenti in Contre tout, toutes et tous, la terre demeure. Qual è il leitmotiv delle canzoni (e degli artisti) nell'uscita? 
La diversità, sia musicalmente che in termini di origini e stili, è stato il filo conduttore di questa serie di quattro compilation. Volevo mostrare la complessità della musica elettronica e la grandezza dell'attuale scena internazionale, senza alcun confine. L'idea era quella di portare artisti affermati a fianco di quelli più emergenti, da tutto il mondo. Tutti i brani sembrano molto diversi - dalla pura techno al trance, sperimentali o a con una vibe più trippy - ma al contempo sono parecchio simili: dato che questo progetto riguardava il suolo e la terra, tutti  i brani hanno una sorta di consistenza - o DNA, che dir si voglia - etereo e malinconico. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare How would they know? 
Conoscenza e informazione stanno diventando concetti davvero elusivi e intangibili. Quindi questo è dedicato a tutti coloro che ne sanno coscienza, e a tutti quelli che non ne hanno. Quelli che non lo sapranno mai, quelli che non lo vogliono sapere. Tutti quelli che dubitano o esitano. Tutti quelli che sanno ma si comportano come se non lo sapessero. Ciò che conta di più non è sapere tutto, ma sapere chi sei e per cosa combatti. Spetta alla comunità connettersi e fare rete. Un esempio: di recente mi sono connesso con MISBHV ed Electronic Beats, tramite il loro ultimo drop di una capsule, e ho avuto modo di ripensare il concetto di comunità e la sua essenza, donando tutti i profitti della collezione ad UNICEF.

CLOSET YI - BMORE BABY

Closet Yi @ Jihoon Kang

Come è nato Bmore Baby e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Bmore Baby è un collettivo delle mie sperimentazioni tecniche e dei miei sforzi di sound design attraverso diversi generi elettronici che mi piacciono. La focus track Bmore Baby mostra le mie radici da Baltimora dove sono cresciuta, arrangiate con gli stilemi del genere Bmore, la musica da club di Baltimora. L'intero EP è stata una sfida per me per esplorare il processo di produzione di ogni genere, e volevo trovare la mia identità sonora, tra un progresso e l'altro. Alla fine penso che mi abbia dato la fiducia necessaria per superare i confini invisibili di attenermi a uno stile, e al contempo mi abbia dato un senso di libertà nel creare musica. 

Come descriveresti l'EP, dal punto di vista musicale? 
Come ho appena accennato in precedenza, ogni traccia dell'EP ha un genere distintivo. Revolver è un classico brano house, che in realtà non mi aspettavo ricevesse così tanta attenzione. 9 Dreams è una traccia beat in 2 fasi, in stile UK, e mi sono divertita molto a giocare con i pattern di batteria. Bmore Baby ha una melodia dance potente, con break ruvidi e campioni grezzi ispirati allo stile Bmore, ementre Monk's Army sarebbe una traccia techno organica e divertente, con l'aggiunta di un tocco di mistero.  

Per la realizzazione di Bmore Baby, con chi (e come) hai collaborato? 
In realtà ho prodotto l'intero EP da sola, e ho tenuto il lavoro accantonato per un bel po'. Dopo aver incontrato Elle, che è la fondatrice dell'etichetta Curving Track, abbiamo parlato di molta musica, artisti, idee: e lei mi ha suggerito di lavorare insieme per pubblicare le tracce come primo EP. È stato davvero fantastico poter partecipare da zero durante l'intero piano di produzione, ed Elle è stata la migliore amica e consulente a guidarmi attraverso l'A&R e i piani di rilascio per tutto il tempo! Ho davvero imparato molto questa volta. 

Closet Yi @ Jihoon Kang

Quali sono i tuoi piani per il 2022?  
L'estate 2022 sarà sicuramente la mia stagione più emozionante, perché mi aspetta il mio primo tour europeo. Sarò al Lost Village Festival ad agosto, e farò un tour completo prima e dopo. Ho anche un altro EP in uscita su HotFlush Recordings subito prima dell'inizio del tour, quindi la sequenza temporale è fantastica e sono davvero entusiasta di condividere tutte queste belle notizie con tutti. Il 1° luglio uscirà il nuovo EP,  Simmer, e sarà abbastanza diverso da quello che ti potresti aspettare!

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Bmore Baby? 
Più che a “chi”, è a un “dove". Ho pensato a lungo da dove sarebbero provenissero la mia ispirazione e il mio gusto musicale, e i miei ricordi d'infanzia di Baltimora devono avermi sicuramente influenzato molto. Anche se ho trascorso solo pochi anni negli Stati Uniti e poi sono tornata in Corea del Sud, mi ci è voluto un po' per adattarmi alla lingua e all'ambiente. Ho continuato ad ascoltare un sacco di colonne sonore strumentali e game music, piuttosto che quella che ascoltavano i ragazzi qui, e credo che questo abbia plasmato il background della producer che sono adesso. E sono felice che quei pensieri e sentimenti siano parte di questo EP.

SOLARDO FT. E11EVN - SO FAR SO GOOD

Solardo @ Matt De Jong

Come è nata So Far So Good, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
(Mark) Dopo aver suonato a Tulum, abbiamo ricevuto una bozza da E11EVN che pensavamo avesse un campione vocale perfetto per la base del brano. Abbiamo quindi ottenuto il campione e l'abbiamo costruito attorno a ciò che senti ora. 
(James) Per quanto riguarda la nostra traiettoria artistica: mette in risalto quello che abbiamo sempre fatto, nel senso che siamo sempre stati molto versatili. Abbiamo trascorso molto tempo in Messico e questa traccia riflette bene quel periodo. 

Come descrivereste la traccia, dal punto di vista musicale? 
(Mark) Calda, melodica e progressiva. Se sei stato a Burning Man, allora potrebbe ricordarti quel tipo di un'atmosfera da desert house. Il basso è potente, e nel club possiamo davvero sentirlo avvolgere la stanza. 
(James) Mi ricorda i miei primi giorni a Ibiza: ha un'atmosfera che è old school, in modo particolare. Devo dire che è stato fantastico vedere artisti del calibro di Nora En Pure suonarla! 

Nella traccia, collaborate con E11EVN. Come è nata questa featuring? 
(Mark) Macca - E11EVN - è un vecchio amico ed è stato molto impegnato in studio, ed è favoloso vedere i suoi progressi. Da tempo parlavamo di fare qualcosa insieme, e questa è stata la prima occasione per farlo. 

Solardo @ Matt De Jong

State preparando HIGHER, il vostro incredibile festival a Dubrovnik. Potete dirci cosa ci aspetta in Croazia il prossimo settembre?
(James) Vi aspetta uno dei migliori festival house e techno del mondo! E si tratta anche del primo festival di musica elettronica a Dubrovnik: quella città è semplicemente incredibile. Abbiamo artisti del calibro di Marco Carola, Nicole Moudaber, Mall Grab, Fjaak, Loco Dice, Maya Jane Coles: una lineup davvero incredibile e di cui siamo davvero orgogliosi. 
(Mark) Sì, è fantastico, la città è molto elegante. Questo è il nostro terzo anno là, e tornare con un progetto e una lineup così importanti, è davvero entusiasmante per noi. La città è senza dubbio uno dei posti più incredibili in cui sono stato: è dove hanno girato Il Trono di Spade, Star Wars e molti altri film! 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare So Far So Good? 
(Mark) Questa è una bella domanda: è una canzone che fa sentire bene... Quindi, sì, dedichiamola a tutti coloro che ci hanno supportato finora. 
(James) E che ciò possa continuare a lungo!

SHKOON - FIRAQ

Shkoon @ The Echo Agency Courtesy

Come è nato Firaq, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
Abbiamo registrato Firaq alla fine del 2020. Quando l'abbiamo registrato in realtà non avevamo intenzione di pubblicarlo. È un mix di nostre nuove e vecchie tracce: alcune non le avevamo mai pubblicate fino ad oggi, mentre altre sono remake di canzoni che la gente potrebbe già conoscere. Firaq significa separazione, e questa era la situazione in cui ci trovavamo quando abbiamo registrato la sessione. Due giorni prima che Ameen perdesse uno dei suoi familiari più stretti, è stato un momento davvero emozionante e difficile per noi. 

Come descrivereste questo nuovo LP, dal punto di vista musicale? 
Dopo il nostro ultimo album Rima ci è sembrato di tornare alle nostre radici, al sound con cui siamo partiti. Rispetto alle nostre ultime uscite, a livello di sound Firaq è probabilmente più fluttuante e versatile: abbiamo tenuto molto spazio per improvvisare e seguire l'atmosfera che avevamo insieme sul palco. Questo è ciò che amiamo sempre fare di più, prendere decisioni spontanee sul palco. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Ci sono due canzoni, che hanno una storia speciale per noi. La prima è la title-track dell'album, che è stata in realtà improvvisata nella sessione stessa. Non l'abbiamo pianificata: subito prima di salire sul palco, abbiamo deciso di suonare un'intro estesa, e Firaq è ciò che è emerso da quella situazione. L'altra canzone davvero speciale per noi è Mulajia. In realtà è la prima canzone che abbiamo scritto insieme quando ci siamo incontrati nel 2015, anche se non avevamo mai finito - e tantomeno pubblicato - la traccia. E per poco la nostra band si sarebbe chiamata Mulajia, e non Shkoon.

Shkoon - FIRAQ

Perché avete deciso di pubblicare un album dal vivo, rispetto a un formato più tradizionale? 
Ci consideriamo una band dal vivo. È qui che ci sentiamo più a nostro agio, essere sul palco seguendo il flow. Ed è anche il modo in cui la maggior parte dei nostri primi ascoltatori ci ha conosciuto: con la nostra registrazione dal vivo al Fusion Festival 2016. Quindi abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare di nuovo qualcosa del genere. La bellezza di registrare un set live completo come album sono anche le transizioni e i passaggi tra le canzoni, che molto spesso si perdono quando si registrano le canzoni in studio. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Firaq? 
Dedichiamo questo album a tutte le persone a cui non abbiamo avuto la possibilità di dire addio.

MERIFIORE - VOLTATI

MERIFIORE @ LUCREZIA CANTELMO

Voltati fa parte del tuo ultimo album Dentro, uscito venerdì. Come è nato questo progetto, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico
Questo disco è nato dall’esigenza di fare un passo più grande, di mettere una firma a un particolare momento storico e artistico. Dopo tutta una serie di singoli e diversi tour, avevo bisogno di raccontare e racchiudere le emozioni e le esperienze degli ultimi anni in un prodotto che si potesse toccare con mano, un disco. Dentro è stato scritto, registrato e prodotto da febbraio 2020 a febbraio 2022 tra Lecce, Roma e Milano. E questo per me ha un valore davvero simbolico, perché è una testimonianza di resistenza, di voglia di rinascita e di reazione a un periodo tremendo come quello della pandemia.  

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
È un album eterogeneo, fresco e ballabile. Tocca tanti stili: dal funk alla dance music, dall’indie rock al pop e mi rappresenta in tutte le mie sfumature. Sono una persona dinamica, multicolore, non potevo fermarmi a un solo genere, e poi non ho mai amato le etichette. 

Puoi dirci di più sul bel video di Voltati? 
Realizzare il videoclip di Voltati è stato davvero divertente. Sono molto soddisfatta del risultato e so che questo non sarebbe stato possibile se non avessi scelto di circondarmi di un’ottima squadra di amici e professionisti come Alessandra Viva alla regia, Stefano Tramacere alla fotografia e le ragazze stupende che si muovono insieme a me nel video. Io e Alessandra abbiamo studiato insieme la coreografia, i costumi e la location, uno splendido appartamento in centro a Lecce. Il video, così come la canzone, parla di una caccia tra due teste calde, un corteggiamento che sfocia in un appuntamento, dove gli attori siamo io e Matteo. E mentre lui da una parte corre disperato per raggiungermi, io mi preparo in casa in preda alle ansie e alle paranoie, personificate da quattro splendide ragazze che sono il mio prolungamento e si muovono con me. Senza spoilerare il finale, che vi invito a guardare qui in anteprima su Vogue, vi racconto un aneddoto piuttosto divertente e punk sul making of. Per creare la fotografia e le luci giuste sul set, durante le riprese abbiamo utilizzato per il fumo di scena, anziché la macchina del fumo, che proprio quel giorno aveva smesso di funzionare, una padella con dentro dell’incenso. Non mi sembra di dover aggiungere altro. 

MERIFIORE @ LUCREZIA CANTELMO

C'è una traccia dell'album che ha una bella storia da raccontare? 
Ogni canzone in questo disco ha una storia da raccontare. Potrei raccontare di tutte le volte che ho smesso di fumare, compresa quella prima di girare il videoclip Cattive abitudini. Oppure di come mi sono vendicata con la mia vecchia coinquilina, che mi ha reso la vita un inferno, intitolandole direttamente una canzone con il suo nome, Valentina - praticamente un dissing; oppure ancora di come ho chiuso alcuni versi di Voltati in riva al mare con i miei genitori d’estate; di come ho registrato la title-track Dentro in presa diretta da casa, perché avevo il Covid e bisognava chiudere il disco.  

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Dentro? 
Assolutamente sì! Questo disco è per i miei genitori, senza i quali non sarebbe stato possibile fare musica e perseguire la mia vocazione. Mi hanno insegnato il giusto, il bello e la generosità. Mi hanno fatto crescere con la musica e con degli ottimi valori, non li ringrazierò mai abbastanza. E poi più in generale lo dedico alla vita e alle esperienze che mi ha regalato, agli amici e alle persone che hanno pazientemente aspettato questo disco, a Pier che ha sempre creduto in me e che adesso non c’è più, a Clara che non mi ha mai abbandonato e a me stessa, perché non mi sono mai arresa.

Come è nato Entropia Padrepio e cosa rappresenta per  voi e per il vostro percorso artistico? (Carlo Corbellini) Entropia Padrepio è nato da un processo di autoanalisi spirituale, é un disco complesso che si serve di un’estetica religiosa e provinciale per parlare di temi universali. Siamo molto incuriositi dalla risposta del pubblico, é un disco molto ‘larger than Life’, per certi versi un po’ atipico per un gruppo come il nostro e non credo ci siano molte cose simili in Italia al momento. 

Dal punto di vista musicale, come descriveresti l'album? 
É un disco alternative rock che attinge un po’ dalla Library music, un po’ dallo psych anni 60, un po’ dalla new wave. C’é molta carne al fuoco. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
"Arriva un pullman di calabresi/ qualcuno ha visto Gesù dentro al parcheggio della pizzeria’’ é una cosa successa veramente: la vecchia gestione della pizzeria dietro casa mia ha sfruttato una presunta apparizione radunando ogni anno questa setta cristiana della Calabria per almeno due o tre anni in un parcheggio totalmente anonimo e triste che veniva adornato con una gigantografia di Gesù cristo e un sacco di tricolori. 

Carlo Corbellini @ Ilaria Ieie  

Con chi (e come) avete collaborato per la realizzazione di Entropia Padrepio? 
Il disco é stato realizzato assieme a Fight Pausa , uno dei miei produttori preferiti in Italia. Ha dato un vestito umano e stanzoso ai suoni di questo disco, cosa che crea un contrasto con i toni epici degli arrangiamenti e dei testi. L’abbiamo registrato al Bleach Recording studio, un posto magico sul lago di Como. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Entropia Padrepio? 
Alle persone che mi hanno aiutato a realizzarlo, da ogni punto di vista. É un disco estremamente personale ma é anche il lavoro più condiviso che ho fatto finora, e di questo sono molto contento.

JOSEPH CAPRIATI - METAMORFOSI (THE REMIX COLLECTION)

Joseph Capriati - Metamorfosi (The Remix Collection)

Come è nato Metamorfosi (The Remix Collection), e come completa il progetto originale? L’album Metamorfosi, il mio ultimo album e l’album da cui i Remix sono stati realizzati, è un’espressione di vari generi musicali che mi appartengono e caratterizzano da sempre e che per questo volevo produrre molto fortemente: ho pensato di rendere speciale anche la Remix Collection chiamando alcuni dei miei artisti preferiti di sempre, leggende che seguo da quando ero ragazzino ed artisti che mi influenzano tuttora, artisti che hanno fatto e continuano a fare la storia e soprattutto artisti che ho chiamato non esclusivamente pensando alle vendite, come si potrebbe fare oggigiorno per la realizzazione di un remix packaging, ma che ho scelto perché accomunati dalla stessa visione e passione per la maniera di intendere la propria espressione musicale, pura e incentrata ed interessata solo alla musica stessa. Come completa il progetto originale? Questi remix sono una rivisitazione di quello che è l’album Metamorfosi in sé e per sé e seguono comunque il filone ed il genere che ho ricercato durante la produzione dell’album originale, si può dire la Remix Collection sia l’apoteosi di quello che ho fatto nell’album originale. 

Musicalmente parlando, come descriveresti Metamorfosi (The Remix Collection)? 
Lo descriverei come un progetto immenso a livello musicale, a cui hanno preso parte per me leggende, nomi davvero che fanno venire la pelle d’oca per quanto mi riguarda: Carl Cox, Masters At Work, François Kevorkian, per citarne alcuni. Stiamo parlando di quarant'anni di musica, stiamo parlando di qualcosa di unico ed intoccabile: senza tempo. 

Da Dave Clarke a Stingray 313, passando per ANNA, nella release c'è una variegata gamma di collaborazioni. Qual è il filo conduttore che lega gli artisti coinvolti? 
La musica, la cultura, l’arte, la passione! Fare musica senza pensare alle chart, al business, ai social media: senza pensare a tutto ciò che oggi giorno circonda la musica. E questo è stato un forte segnale che ho voluto dare ai miei seguaci più giovani: che non siano confusi, che ricevano un messaggio musicale reale e preciso, che non si facciano abbagliare da qualcosa che luccica solo sui social media.

Joseph Capriati @wearefactoryagency 

Insieme ad UNICEF, il 28 maggio ti vedremo in un concerto speciale allo stadio Diego Armando Maradona. Ci puoi raccontare di che si tratta? 
Si tratta di un sogno nel cassetto che ho nel cuore da 4 anni circa, quando dissi al mio manager Genny Mosca di voler organizzare un charity party in Italia. Inizialmente mi disse “Proviamoci, anche se difficile”. Si sa come vanno in Italia certe cose quando relazionate al mondo della notte: non c’è mai stato un vero supporto da parte delle istituzioni. Beh... Ci abbiamo messo quattro anni, ma ci siamo riusciti! E, quando ho saputo che c’era addirittura la possibilità di realizzare l’evento allo stadio Diego Armando Maradona... WOW. Continuo a sognare ad occhi aperti ed aspetto questa data più di ogni altra cosa. Una delle cose più importanti è che abbiamo in qualche modo rotto una barriera, e credo e spero possa essere l’inizio di qualcosa di speciale per la nostra scena musicale in Italia: il mondo della notte, del clubbing è il presente ed il futuro. I giovani di oggi sono l’Italia di domani: bisogna fare cultura e bisogna supportare la nostra scena. Credo sia un messaggio molto forte che stiamo dando all'Italia intera. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Metamorfosi The Remix Collection? 
Lo dedico a tutti gli amanti della musica in generale. A quelli che magari pensano o temono che oggigiorno sia tutto legato ai social media, a quello che appare su internet e invece questa è la prova che è la musica quello che conta, e quello per cui un artista deve vivere.

VEGAS JONES FT. NIKA PARIS - AMNÉSIE

Vegas Jones, Nika Paris @ Federico Earth

L’abbiamo scritta insieme, io e Nika Paris, con l’aiuto di Lorenzo, uno dei componenti dei ROOM9, che parla francese. Siamo partiti da un’idea mia, rappresentata da un ombrello sotto al quale noi siamo riparati dalla pioggia che cade e che rappresenta il dramma. Come raccontiamo nel testo, girando l’ombrello, la pioggia si trasforma in soldi, dimostrando come tutto possa cambiare se si guardano le cose da una prospettiva diversa. Amnésie per me rappresenta la realizzazione di un piccolo desiderio che avevo da diverso tempo, cioè fare un pezzo con una ragazza dalla voce angelica e che potesse completarsi bene con me. Ad essere sincero, la traccia l’ho progettata più per “fare musica” e portarmi a casa qualcosa che non ero ancora riuscito a fare, ma quando l’ho fatta ascoltare al mio team, circa due mesi dopo, abbiamo deciso che sarebbe stata perfetta, per mood e stagione, come mio nuovo singolo. 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia?
Musicalmente Amnésie è un pezzo molto fresco, è qualcosa che in Italia non si sente molto spesso. Penso sia davvero ben riuscito il connubio delle nostre voci, quella alta e cristallina di Nika e la mia molto più bassa, che regala continuamente un nuovo drop al pezzo, ogni quindici secondi, infatti, hai una melodia diversa. Io la considero una traccia da driving, bellissima, appunto, per quando guidi; è stupendo l’effetto che la cassa dritta ti dà nell’intervallo tra la mia voce e quella di Nika. Un pezzo perfetto per quando viaggi sulle ruote, ma anche nella testa. 

Puoi dirci di più sul bel video di  Amnésie?
Abbiamo ideato il video ricollegandoci all’idea del viaggio, che volevo arrivasse anche ai miei fan. Abbiamo scelto la Costa Azzurra, in particolare Nizza, perché ci sembrava il post giusto e che rappresentasse al meglio le vibes di questo pezzo e quello che volevamo raccontare. Ci sono, infatti, le palme, i tramonti, ci siamo noi che guidiamo la decapotabile. Girare questo video è stato davvero piacevole; spesso è faticoso, ma in questo caso è stata un’esperienza magnifica e tutto è filato alla perfezione. Un aneddoto particolare riguarda le “comparse”. Non è la prima volta che giro un video all’estero, però se penso, ad esempio, a quello di Malibu, le persone sul set non capivano una parola del testo, nonostante dicessero che “suonava bene”. In questo caso, invece, dopo tre o quattro volte che abbiamo trasmesso il pezzo nella scena della festa, tutti già lo cantavano, proprio perché non è solo in italiano. Era la prima volta per me e mi ha stupito ed emozionato che persone non italiane cantassero un mio pezzo.

Amnésie @eenreeco

Come è nato il featuring con Nika?
Una sera accendo la televisione e comincio a guardare X Factor, quando mi imbatto in questa ragazza, Nika Paris appunto, che ballava e si muoveva in modo molto naturale sul palco e aveva una voce che mi ha subito colpito. Essendo molto fan della musica francese femminile, ho deciso di scriverle venti minuti dopo la sua eliminazione, avvenuta proprio quella sera. Le ho scritto addirittura in inglese, raccontandole che mi sarebbe piaciuto vederci e fare qualcosa insieme in studio. Ho poi contattato ROOM9, perché sapevo che mi serviva quel tipo di suono, e un mood che fosse “estivo”. Non un “estivo” convenzionale, però, ma qualcosa che avesse un po’ di malinconia, esattamente ciò che la voce di Nika mi aveva ispirato. In studio con ROOM9, la traccia è venuta da sé Ci abbiamo messo davvero poco tempo: in due o tre ore circa il pezzo c’era, così come lo state sentendo. Nika mi ha dato anche una mano a cantare al meglio le parti in francese: è stata sicuramente una parte per me stimolante e importante nelle varie fasi di creazione del brano. Lei è un piccolo fenomeno, sono davvero contento che il mio pezzo quest’estate sia con una ragazza così talentuosa. Ci tengo a dire che le ragazze in generale riescono sempre a dare quel tocco in più. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Amnésie?
Penso che chiunque possa dedicare Amnésie a qualcuno, facilmente si può collegare ad un’esperienza avuta. Nika, ad esempio, mi ha raccontato che nello scrivere i suoi versi, si è ispirata a quando, per raggiungere la casa del suo nuovo fidanzato, doveva passare dalla via in cui abitava il suo ex. Sentiva profumi che la riportavano al suo vecchio amore: ma poi, man mano, è subentrata appunto l’amnésie, che gliel’ha fatto dimenticare, e le ha permesso di vivere le nuove esperienze, i nuovi stimoli e la nuova storia.

DYLAN - NO ROMEO

Dylan @ Tom Oxley

Come è nato No Romeo e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ho scritto questo EP nel corso di circa un anno, che è davvero tantissimo tempo! Ho scritto centinaia di canzoni per questo progetto, perché c'è voluta un'eternità per capire chi ero e quale musica volevo creare. Alla fine ho scritto Nineteen e questo ha dato il tono all'EP. Penso che con le versioni precedenti cercassi costantemente di essere qualcosa che non sono, quindi rilasciare questo corpus di lavori era così importante per la mia immagine e il mio valore, poiché era la prima volta che mi piaceva e credevo nella musica che ero creando.  

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
Penso che sia meglio descritto come gigantic pop, con un accenno di influenza rock. Le canzoni sono tutte pompose e molto anthemic, che è lo stile che mi piace. Quando scrivo, mi piace immaginare le canzoni dal vivo.  

 C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Non sono sicura che sia una bella storia, ma è decisamente divertente. Il giorno in cui ho scritto You're Not Harry Styles avevo un disperato bisogno di riguadagnare un po' di potere in una relazione. Mi sentivo piuttosto inutile, poco apprezzata e avevo seriamente bisogno di sfogarmi. Così ho scritto parte della canzone al mattino, e poi l'ho portata in studio, dove abbiamo accelerato il brano e il resto del testo mi è uscito abbastanza rapidamente. Dopo aver sfogato tutta la tensione, sono andata al pub e sono stata scaricata dalla persona di cui parlava la canzone. Quindi credo di averla scritto giusto in tempo, per quando ne avevo bisogno!

No Romeo - Tom Oxley

tom oxley

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione dell'EP? 
Ho realizzato questo EP principalmente con King Ed e Anya Jones, che sono i miei partner  in crime e i miei principali collaboratori: mi sembra di scrivere sempre la mia musica migliore con loro. Un paio di canzoni giravano da un po', come Nineteen e Live Without It, quindi King Ed le ha riprodotte per adattarle al mio sound attuale. No Romeo e Someone Else sono state scritte invece nella stessa settimana, nello studio di Ed.  

C'è qualcuno a cui dedicheresti No Romeo? 
La canzone No Romeo devo dedicarla alla mia amica, perché è lei  che l'ha ispirata! All'epoca il suo ragazzo non era particolarmente gentile con lei e, in quanto amica iperprotettiva, ho deciso di scrivere una canzone per lei. La cosa divertente è che ora stanno ancora insieme e sono molto molto felici. Abbiamo dato al suo fidanzato il soprannome di Romeo per via della canzone.

CENERI - NELLO SPAZIO CHE RESTA

ceneri © Blue Chips Studio

Come è nato Nello spazio che resta, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? Nello spazio che resta per me è sia un traguardo che un punto di partenza. É in qualche modo sia l’inizio del mio percorso musicale professionale, che la fine della mia ricerca creativa verso qualcosa che mi rappresentasse davvero. Questo EP è quasi un diario per me, racchiude i miei ultimi anni di vita, pensieri e sensazioni, scriverlo mi ha permesso di riappacificarmi con una parte di me che non avevo capito bene.  

Come descriveresti l'EP, musicalmente parlando? 
Intimo, delicato, sincero. Sono davvero felice del risultato ottenuto, ogni suono è stato scelto con cura, abbiamo unito elementi del mondo dell’elettronica con strumenti acustici in modo da creare l’atmosfera adatta, un’atmosfera notturna e avvolgente, che non sembrasse fredda ma nella quale sentirsi rassicurati.   

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Fiato corto è stata la prima canzone che abbiamo realizzato. Sono arrivata in studio completamente spaesata, era la prima volta che andavo a Milano, la prima volta che incontravo i B-CROMA ed era la prima volta che entravo in uno studio di registrazione. Era giugno ed ero abbastanza provata dal viaggio: ho bevuto un bicchiere d’acqua, abbiamo fatto due chiacchiere e 10 minuti dopo mi sono trovata con una chitarra in mano a dover suonare qualcosa. Ho deciso di suonare Fiato corto senza sapere cosa avrebbero pensato di quella canzone, se gli sarebbe piaciuta o meno. Quando ho finito di cantare l’abbiamo subito registrata, quel giorno sono nate tre canzoni e la mattina dopo prima di tornare a casa mi hanno chiesto di scrivere un ep insieme. Ed è così che è cominciato tutto. 

ceneri - Nello spazio che resta

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Nello spazio che resta? 
Per la realizzazione dell’EP ho lavorato soprattutto con i miei due produttori (B- CROMA) che mi hanno seguito fino dall’inizio e sono ormai due anni che lavoriamo insieme. C’è sempre un bel clima in studio, mi sento molto libera di sperimentare e provare cose nuove, sono due care persone che mi spronano a fare sempre del mio meglio e a crescere creativamente. Oltre a loro due hanno partecipato alla creazione dell’ep anche i Blue Chips (Sara Olivetti e Tommaso Biagetti) che mi hanno aiutato a visualizzare il progetto e concretizzarlo. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Nello spazio che resta?
Forse alla me di qualche anno fa spaventata e insicura come lettera di incoraggiamento.

NU GENEA - BAR MEDITERRANEO

Nu Genea @ Gennaro Canaglia

Come è nato Bar Mediterraneo, e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico? L’esperienza del tour di Nuova Napoli ci ha permesso avere tante nuove ispirazioni musicali. A partire dalle band che abbiamo potuto ascoltare, ai tanti festival ai quali abbiamo partecipato, alle ore di ricerca di dischi nei mercatini delle città dove andavamo a suonare, in Italia ed all’estero. Bar Mediterraneo è l’idea di uno spazio dove  suoni e voci di tanti popoli diversi, separati dalle lingue ma uniti dal mare e dalla musica, prendono parte a un’esperienza comune; è un viaggio che ci ha molto arricchito, e ci ha dato l’opportunità di sperimentare ed espandere le nostre conoscenze verso nuove terre e culture. 

Come descrivereste l'album, musicalmente parlando? 
Il nuovo album è fatto da incontri, contaminazioni, ricerca, tentativi, accostamenti e intuizioni. Oltre alla sperimentazione con vari sintetizzatori, abbiamo lavorato sull'accostamento di più strumenti a corda: come mandolino, mandola, chitarre classiche ed elettriche, ed abbiamo inserito strumenti a fiato come flauto traverso e flauto Ney. C’è quel suono jazz-funk / disco che caratterizza quasi da sempre la nostra musica, ma anche influenze soft-rock e folk. Il tutto accostato alla musicalità unica della lingua napoletana, ma anche una ricca scelta di contaminazioni e tributi. Siamo rimasti affascinati, per esempio, dal repertorio magrebino degli anni ’70 ’80 ’90 e, più in generale, dalla tradizione musicale mediterranea, bacino di cultura dal quale abbiamo attinto con misura e accortezza per combinarlo a tutte le altre cose che ci piacciono. 

Nu Genea @ Letizia Cigliutti

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Certo! C’è il bellissimo ricordo di Tony Allen per la realizzazione di Straniero. Avevamo collaborato con lui già per il disco The Tony Allen Experiments uscito nel 2015, ma senza lavorare gomito a gomito. Ci siamo ritrovati in studio solo tempo più tardi, passando tre giorni in studio durante i quali abbiamo iniziato a lavorare ai primi materiali di una traccia che oggi si chiama Straniero ed è presente nell’album. 

Con chi (e come) avete collaborato per la realizzazione di Bar Mediterraneo? 
Nel disco ci sono ospiti d’eccezione: da Marzouk Mejri, un grandissimo musicista tunisino che vive a Napoli, che con la sua voce e il suo flauto ha contribuito alla finalizzazione del brano Gelbi, uno dei primi brani che abbiamo composto ma che non riuscivamo a chiudere. Il già citato Tony Allen alla batteria di Straniero, che avevamo registrato prima che ci lasciasse due anni fa. C’è Marco Castello, un multistrumentista bravissimo. Lui è siciliano ma ha cantato in napoletano su Rire, si è impegnato moltissimo. Celia Kameni, artista francese che non parla italiano ma ha cantato benissimo in napoletano su Marechià e la formidabile Fabiana Martone, che ci accompagna anche in questo disco interpretando differenti personaggi quasi come a teatro seguendo le nostre, a volte anche un po’ strambe, indicazioni con grande pazienza e maestria. 

Quest'estate sarete impegnatissimi da un tour in Italia e in Europa: dalle Nuits Sonores al Sònar, passando per il We Out Here e arrivando allo Spring Attitude. Cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro act che vedremo quest'estate? 
Lavoriamo con musicisti bravissimi e portiamo in Europa un live con 8 elementi, tra di noi c’è un’ottima sintonia. Far ascoltare la nostra musica dal vivo in giro per il mondo è un’esperienza incredibile: vedere persone di altre nazionalità cantare in napoletano è insolito, ma per noi è davvero motivo di orgoglio poter portare la cultura in lingua napoletana all'estero.

NAVA - NAFAS

NAVA @  Matteo Scrocchia e Marco Servina

Come è nato Nafas e cosa rappresenta per  te e per il tuo percorso artistico? 
Nafas è nato dall'esigenza e dalla curiosità: l’esigenza di rompere i limiti che potevano mettermi in una categoria specifica e la curiosità di andare in studio e lavorare con produttori diversi e sperimentare. Con Nafas anche la parte visiva si è evoluta e abbiamo iniziato una Nuova Era! 

Dal punto di vista musicale, come descriveresti l'EP? 
Secondo me, musicalmente, in questo EP si possono trovare: le radici di NAVA, il suo presente e alcune sfumature del suo futuro. - 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Quando ci siamo trovati io e 555n - Gadi Sassoon - in studio per scrivere GAZ, ci siamo messi ad ascoltare musica, è stato bellissimo perché l’ansia di dover creare qualcosa subito è immediatamente sparita. Abbiamo iniziato a guardare dei video assurdi di cerimonie religiose persiane, in cui la gente esce per strada seguita da una big band carica di percussioni tradizionali di tutti i tipi: sembrava quasi un rave religioso. Ho chiesto ai miei genitori di portarmi qualche strumento tradizionale, e cosi, grazie a Gadi - e a Lorenzo D’erasmo che lo ha suonato - abbiamo inserito il Dāf nella struttura. Non  avrei mai pensato di trovare uno strumentista italiano specializzato in percussioni persiane! 

NAVA - Nafas

Due tracce del progetto sono prodotte dal nostro amico Bawrut. Come è stato collaborare con lui? 
E' stato bellissimo! Con Blaze ci siamo trovati subito, anche a distanza! Gli ho raccontato l’idea che avevo per Nafas: volevo avvicinare la NAVA persiana a quella attuale, e abbiamo deciso di continuare con Senti e Respiro. Prossimamente andrò a Madrid, cosi magari faremo qualcosa anche da vicino con Sangria nelle vene! Bawrut è un punto di riferimento per me: ha una visione artistica che ammiro tantissimo e cerco sempre di imparare da lui. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Nafas? 
Mi piacerebbe dedicarlo a chi ha creduto in me quando le cose non erano cosi a fuoco. C'è una squadra gigante che lavora con me dalla parte musicale a quella visiva e tutto ciò e possibile solo con un grande lavoro di gruppo.

JOSH CAFFÉ - DO YOU WANT TO TAKE ME HOME?

Josh Caffè - Do You Want To Take Me Home?

Come è nata Do You Want To Take Me Home?, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Scrivere delle esperienze passate è piuttosto catartico per me, mi ha aiutato a crescere come liricista. Allo stesso modo, creare un ritmo che rispecchi quei sentimenti, pensieri ed emozioni è davvero uno sballo. Mi sono arrovellato sulla traccia per un po', e stavo provando a scriverci, ma niente che attecchisse davvero. Volevo fare qualcosa che fosse abbastanza sporadico con i testi, e al contempo suonasse come un mantra. In un certo senso i testi sono io che parlo tra me e me, qualcosa che faccio molto. Ho iniziato a ripensare alle esperienze di clubbing che avevo provato quando avevo vent'anni, e mi è venuta in mente una esperienza più recente, quando incontrai un ragazzo: non era andata molto bene, ma mi aveva dato molto a cui pensare in modo positivo e divertente. Questa è diventata la base per la traccia. 

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando? 
Adoro l'Old School di Chicago, soprattutto quella della fine degli anni '80. Potrei ascoltarla tutti i giorni. Questa traccia è un omaggio a quell'epoca, e al suono Proto house che l'ha preceduta. 

Do You Want To Take Me Home - Scott Archibald

Puoi dirci di più sul fantastico video di Do You Want To Take Me Home?
Il video è stato diretto dal mio amico Robert Fox. È qualcuno con cui volevo lavorare da anni, ma avevamo solo bisogno del progetto giusto in cui potessimo sbizzarrirci con il concetto. Rob ha basato il video su tre personaggi che rappresentano intenzioni ed emozioni diverse dalla canzone: ovvero potere/glamour, ebbrezza/intensità, e disperazione. È tutto ambientato in un'ipotetica notte. È la prima volta che realizzo un video “cinematografico” come questo, quindi ero un po' fuori dalla mia zona di comfort, ma è stata un'esperienza fantastica. Inoltre, ho avuto modo di giocare con così tante parrucche che è stata una vittoria per me. Sam - l'uomo delle parrucche - è un vero capo. L'intero team coinvolto è stato semplicemente fantastico. 

Quali sono i tuoi piani per il 2022?
Molti spettacoli dal vivo con Paranoid London per tutta l'estate. Pubblicherò il mio album entro la fine dell'anno, con un altro paio di singoli prima di allora. Ho fatto della nuova musica con Hannah Holland, che siamo davvero entusiasti di far ascoltare a tutti. È passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo pubblicato musica insieme, quindi questa volta sarà davvero speciale. Io e il mio amato Alex White abbiamo un progetto musicale chiamato Bunny Grinder, da finire in studio. Anche quello uscirà entro la fine dell'anno, a un certo punto. Ricordati di Bunny Grinder: presto tutto avrà un senso. Inoltre suonerò per la prima volta al Panorama Bar il 12 giugno, quindi se sei a Berlino, vieni e “have a dance with Auntie”! 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Do You Want To Take Me Home? 
Sì, la dedico a qualcuno: non dico chi è, ma quel qualcuno lo sa.

FRANCESCA HEART - EURYBIA

Francesca Heart @ Matteo Strocchia & Marco Servina

Come è nato Eurybia, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Eurybia nasce da una serie di viaggi intrapresi tra l'estate del 2020 e del 2021 in Italia. Attraverso le lenti del fantastico ho ripercorso alcuni luoghi familiari in Calabria e ho immaginato quali suoni potessero decorare le sue chiesette pastello affacciate sul mare, per poi proseguire per ninfei e fontane a Roma e Napoli, nella Tuscia e ad Assisi, creando una sorta di mappa mitografica che potesse connettere questi luoghi l'uno con l'altro attraverso canali e acquedotti digitali. Credo che Eurybia rappresenti un'evoluzione verso un suono che possa riflettere sui temi del sacro ma con ironia e giocosità per non prendere il tutto troppo sul serio. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Una spumosa fluttuante danza delle onde. 

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Eurybia? 
Con tante persone: Matthewdavid, fondatore dell'etichetta Leaving Records di base a Los Angeles, che mi ha aiutato nel processo di selezione delle tracce e introdotto a una comunità di artisti super inspiring; Matteo Strocchia e Marco Servina, fotografi incredibili con cui ho condiviso situazioni speciali anche grazie alla nostra passione in comune per la danza. Siet Phorae e Roxy Ceron, che hanno diretto il video di una delle tracce che uscirà a breve; e tutte le ninfe che vi hanno partecipato; Luigi e Matteo di Artetetra, Polonius con cui ho collaborato nella traccia d'apertura dell'album. Vittoria e Sara, con cui ho esplorato la Tuscia e le sue misteriose rovine; Eleonora, per gli scambi emotivi e intimi sulla fede, e la fiducia nel processo creativo; e infine Eva, in arte Orphan Fairytale, con la quale ho ho appena condiviso un tour divertentissimo in cui, tra le tante avventure, abbiamo suonato le conchiglie a fiato, strumento preistorico, a un battesimo a Trastevere. 

Eurybia @ ddazer

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Essendo ormai passato un po' di tempo dalla realizzazione del disco, non mi viene in mente un aneddoto in particolare, ricordo più dei flash di memoria, di sguardi e di gesti, banchetti e pagine dei libri che ho consultato durante la composizione, tra cui sicuramente alcuni testi di Erik Davis su tecnologia e magia, e le persone conosciute duranti ai laboratori di danze acquatiche. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Eurybia? 
Alle muse! E ne approfitto per invitarvi il 18 Giugno alle Terme di Vulci ad IDRAA, un festival in cui porterò un nuovo lavoro insieme all'artista belga Siet Phorae.

SUCHI - SEHER / LYKKE

Suchi @ Ed Smith

Come è nato Seher / Lykke, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ho scritto Seher / Lykke nel mio appartamento a Manchester. La mia configurazione è abbastanza minimale e lavoro principalmente in Ableton. Tendo a usare elementi del mio background culturale nelle mie produzioni, e Nusrat Fateh Ali Khan era una voce con cui volevo sperimentare. Penso che l'EP mostri più ampiezza nelle mie produzioni. Per me è importante non limitarmi troppo a un genere. 

Come descriveresti l'EP, dal punto di vista musicale? 
Seher ha un taglio techno abbastanza profondo e ipnotico, con trame sperimentali percussive e voci echeggianti molto incisive. Lykke è una traccia più house con una linea di basso acid e stridente, e percussioni realizzate col bongo che gli conferiscono quel bel groove estivo. 

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione di Seher / Lykke? 
Ho usato campioni della voce di Nusrat dal suo brano Mustt Mustt. A parte questo, ho lavorato con Works of Intent per mixare entrambe le tracce. 

SUCHI @  Seher / Lykke

Non vediamo l'ora di vederti al prossimo Sonar. Puoi parlarci di questo fantastico festival, e del set su cui stai lavorando? 
In realtà, io per prima non sono mai stata al Sonar! Ho sentito grandi cose, e non vedo l'ora di vederlo coi miei occhi. Farò un B2B con Yung Singh sul palco principale: dobbiamo ancora preparare il set, ma con dei gustosi brani percussivi con una buona dose di colpi di scena dell'Asia meridionale. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Seher / Lykke? 
Probabilmente a mia madre, che mi ha fatto conoscere Nusrat e molti dei miei artisti sudasiatici preferiti che mi hanno ispirato nel corso degli anni.

MICHAEL CANITROT - SAMOTHRACE

Michael Canitrot @ Dimworks

Dimitri Baret

Come è nata Samothrace, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Samothrace è stato ispirato dall'esperienza del Monumental Tour, il mio progetto di concerto che unisce musica elettronica e heritage. Il titolo è un riferimento al famoso capolavoro dell'antichità La Nike di Samotracia, che è esposto al Museo del Louvre a Parigi. Questo progetto simboleggia il mio desiderio di portare la cultura digitale in un dialogo con i tesori della storia dell'arte. 

Come descriveresti questa nuova traccia, dal punto di vista musicale? 
È un brano progressivo, che combina elementi classici con una dimensione elettronica. Si parte in maniera slanciata, poi sale di potenza per portarci verso uno sfogo e una certa effervescenza. Potrebbe essere descritto come una via di mezzo tra la deep house e la melodic-techno. 

Michael Canitrot at Palais Royal @ Wozniak

Wozniak

Come parte del tuo Monumental Tour, il 12 maggio ti sei esibito in un live molto speciale. Puoi raccontarci di cosa si tratta? 
Questa del 12 è stata una data speciale, in uno dei siti storici più importanti della Francia, con una storia molto speciale: il dominio nazionale del Palais-Royal, nel cuore di Parigi. Questo evento è stato prodotto dal Ministero della Cultura francese in occasione della Presidenza francese dell'Unione Europea. Il Monumental Tour è stato il concerto ufficiale di chiusura, e uno dei momenti clou culturali di questa Presidenza. Per questo evento ho invitato la giovane artista parigina AMS, e la producer tedesca Einmusik, una figura di spicco della scena berlinese, ad unirsi a me. Inoltre, insieme ai miei amici del collettivo digitale Av-Extended ho creato un'imponente scenografia, con video mapping, laser e uno spettacolo di luci... per svelare il monumento sotto una nuova luce. Vi invito a dare un'occhiata sui social e di dirmi cosa ne pensate! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Samothrace? 
La vittoria di Samotracia si riferisce al successo in tutti i progetti che ognuno desidera realizzare. In questi giorni così impegnativi e difficili per gli artisti, dedico a tutti loro questo brano, e gli chiedo di continuare a sognare e condividere il più possibile la luce che scaturisce dalle loro arti! Il mondo ne ha tanto bisogno.

MODERAT - MORE D4TA

MODERAT  

birgit kaulfuss

Come nasce MORE D4TA, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
Abbiamo avuto una pausa di circa due anni, in cui non ci siamo visti del tutto, prima di ricominciare gradualmente a parlare di un album. Ci è voluto un po' per "sincronizzarci" di nuovo, ma quando finalmente siamo andati in studio insieme, è stato bello scoprire che questa energia Moderat era tornata, e tutto ciò che abbiamo prodotto suonava proprio come i Moderat. Non avevamo un grande piano in testa, o un concept, e non abbiamo nemmeno cambiato il modo in cui facciamo musica: dopo cinque anni di pausa i tempi erano maturi per stare di nuovo insieme in studio. 

Musicalmente parlando, come descrivereste il ​​nuovo album? 
È come è sempre stato: speriamo che ognuno di noi tre possa contribuire con il proprio meglio. Siamo persone piuttosto diverse, e ci piacciono cose differenti: ma questo tipo di profondità malinconica sembra essere qualcosa su cui tutti possiamo andare d'accordo.  

C'è una traccia di MORE D4TA che ha una bella storia da raccontare? 
Durante la pandemia c'era poca ispirazione, quindi ho iniziato a visitare luoghi interessanti a Berlino. Uno era Gemäldegalerie: una grande galleria d'arte rinascimentale. Da lì ho iniziato a scoprire molta arte fino a quando sono arrivato a Francis Bacons, Studio dopo il ritratto di papa Innocenzo X di Velázquez. Bacon era quasi ossessionato dalla pittura di Velasquez e ne fece molte, molte interpretazioni. La canzone COPY COPY si interroga se, ripetendo qualcosa più e più volte, alla fine si raggiunga la perfezione. Anche nella storia dell'umanità, le persone tornano sempre su determinati motivi o argomenti. Quella, per me, è stata un po' come una terapia durante la pandemia. Con la consapevolezza che questa non è la prima crisi che il mondo affronta. 

MODERAT  

birgit kaulfuss

Non vediamo l'ora di vedervi presto in Italia, sia a Roma che a Milano. Che show state preparando? 
Siamo nel bel mezzo delle prove e ci è voluto un po' per tornare dove eravamo cinque anni fa. Tutti noi siamo davvero felici di poter suonare di nuovo e ora c'è molta musica firmata Moderat da suonare. Abbiamo pensato molto a come possiamo migliorare, e non vogliamo sempre aggiungere cose tecniche o ingrandire lo schermo, è semplice. Quindi stiamo lavorando molto sulla drammaturgia dello spettacolo. Allineare video, luci e musica: e raccontare una storia nell'arco di due ore. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare MORE D4TA? 
Forse è un po' patetico, ma lo vorrei dedicare alla nuova generazione Alpha. La mia generazione è cresciuta in un mondo che sembrava progredire. Con la fine della guerra fredda pensavamo che potesse essere solo radioso in futuro. Ed invece eccoci qui: pandemia, guerre, cambiamenti climatici, rinascita di regimi autoritari... Vorrei che i nostri figli crescessero in un mondo sicuro, e tutti ci dovremmo impegnare un po' di più affinché ciò accada.

LEYLA MCCALLA- BREAKING THE THERMOMETER

Leyla McCalla @ Noé Cugny 

Come è stato creato Breaking The Thermometer e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Breaking the Thermometer funge come una sorta di colonna sonora per uno spettacolo teatrale multimediale, Breaking the Thermometer to Hide the Fever, che ho creato sulla base di una ricerca che ho fatto negli archivi di Radio Haiti alla Duke University. La produzione teatrale incorpora la mia musica, la danza, la videoproiezione e il sound design. Sebbene l'opera fosse stata originariamente commissionata dall'università, ho ritenuto che le canzoni dovessero esistere anche come un'opera separata, sotto forma di album. Anche se questo è il mio quarto album, sento che questo disco segna un nuovo percorso nel mio viaggio come artista; voglio sperimentare di più con il suono e sono più incoraggiata ad andare verso luoghi più emotivi e personali con la mia musica. 

Come descriveresti questo nuovo LP, dal punto di vista musicale? 
Anche se la batteria e i ritmi haitiani sono un punto fermo delle canzoni di questo disco, la musica è molto dinamica. A volte le canzoni sono intime e dolci, mentre in altre il suono è maestuoso, e audace. Le canzoni sono "cucite" insieme dalle registrazioni dell'Archivio di Radio Haiti, e da un sound design che è i suoni di Radio Haiti. 

Leyla McCalla @ Noé Cugny 

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare? 
Mentre ogni brano è ispirato a qualcosa che già esisteva nell'archivio, ho scritto la canzone Vini Wè riflettendo su aneddoti dell'amore tra Michèle Montas e Jean Dominique, i co-direttori di Radio Haiti, che erano anche sposati. Jean è stata assassinata nell'anno 2000, ma ho trovato il loro legame straordinario: hanno affrontato davvero tanta repressione e paura della persecuzione per il loro impegno nel loro lavoro di giornalisti: eppure hanno trovato uno spazio sicuro per far sbocciare l'amore nel loro rapporto di lavoro. 

Per questo LP, con chi (e come) hai collaborato? 
Ho lavorato con un meraviglioso produttore con sede a Los Angeles, Kevin Ratterman, nei suoi Invisible Creatures Studios. Kevin mi ha permesso di dire veramente quello che volevo dire senza mai spingermi verso una direzione particolare. Questo è il mio primo disco con la band con cui sono stata in tournée negli ultimi anni ,che include Shawn Myers alla batteria e alle percussioni, Pete Olynciw al basso, Nahum Zdybel alle chitarre e le canzoni presentano il suono del tanbou haitiano - un tamburo a mano - di Jeff Pierre. 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Breaking The Thermometer? 
Breaking the Thermometer è dedicato ai giornalisti di Radio Haiti, e alle lotte che hanno dovuto affrontare per portare alla luce la verità. La lotta continua, e abbiamo molto da imparare su cosa significa prendersi cura della nostra comunità.

FRENNA - WAISTLINE

FRENNA @ John Henry

Come è nata Waistline, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
A dir la verià, tutto è iniziato quando ho visto due artisti a cui sono molto legato, pubblicare uno snippet su Instagram con una melodia di un sassofono mentre suonavano in studio, e li ho immediatamente contattati per dirgli che volevo lavorare su questa melodia con loro. Sapevo solo che sarebbe diventata una hit, perché me ne sono subito innamorato. Penso che si adatti davvero al mio sound attuale, ed è stato il prosieguo perfetto delle mie ultime uscite. Non ho pubblicato molta nuova musica ultimamente, quindi sono stato davvero felice di far uscire questo singolo. 

Come descriveresti la traccia, dal punto di vista musicale? 
Direi che è una canzone afro r&b condita con la mia tipica salsa Frenna. 

Puoi dirci di più sul bel video di Waistline?
Il video di Waistline faceva ovviamente parte del lancio della campagna con Havana Club: quindi abbiamo dedicato molto tempo al brainstorming sui contenuti e alla scelta dei creator giusti . Robin van Geemen, un regista di nuova generazione di grande talento, ha realizzato un ottimo video, e ha davvero capito la mia visione di questa canzone. Volevo che fosse artisticamente elegante, e aveva bisogno di un po' di quel sapore estivo cubano che abbiamo reso con le silhouette.  

FRENNA  

Calvin Pausania

Insieme a Havana Club, hai organizzato una bella campagna per supportare i giovani creativi. Puoi spiegarci di cosa tratta il progetto A Toast to the Culture? 
Sì, sono super felice del risultato di tutto questo. Quando abbiamo iniziato questo progetto per la prima volta, non mi aspettavo nemmeno che avrebbe avuto un tale impatto, e non avrei mai immaginato che avremmo creato così tanti contenuti. Oltre al video, abbiamo anche realizzato un fantastico servizio fotografico con il fotografo Calvin Pausania; ho disegnato una bottiglia insieme ai creativi, e ho anche fatto realizzare un ritratto. È stato davvero fantastico lavorare con tutti questi talenti promettenti, e poter offrire loro questa piattaforma e questa opportunità. Sono molto propenso a supportare la next generation, e in particolare i creatori di questo settore: so quanto può essere difficile sfondare in certe scene, ma penso che si debba davvero credere in se stesso, e che letteralmente tutto è possibile, se ci metti la mente e l'anima.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Waistline? 
La vorrei dedicare a tutti coloro che hanno un sogno!

COSMONECTION - LOCURA

Cosmonection © Robin Delanoy

Locura farà parte del tuo prossimo album, Hidden Places. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?
L'idea di creare un album mi è venuta circa un anno fa. Avevo pubblicato un bel po' di EP su etichette diverse dal 2018, e avevo questo desiderio di creare qualcosa di nuovo e più personale. Per diversi mesi ho lavorato tra il mio studio Villette 45, vicino a Parigi, e negli studi Sodasound con Sébastien Petit, con cui collaboro ormai da 10 anni. Per realizzare l'album, mi sono ispirato alla musica Balearica, e alla deep house che ho ascoltato per un po': artisti come DJ Gregory, Frankie Knuckles e molti altri. L'idea era quella di creare musica che non fosse solo club oriented, ma anche più introspettiva. 

In Locura, collabori con Magical N e Cesar. Come è nato questo featuring? 
Locura è un brano che ho prodotto con Sébastien (Cesar) prima della realizzazione di questo album. Mentre stavo lavorando su Hidden Places, mi sono imbattuto di nuovo in questa traccia e ho pensato che si sarebbe adattata perfettamente al resto delle tracce, portandovi un'energia particolare. Dopo aver discusso con Sébastien, abbiamo deciso di dare voce alla pista. Avevo già lavorato a una canzone precedente con Magycal N, con il suo alias Gystere nel 2019. In un pomeriggio abbiamo registrato tutto e la traccia ora ha tutta l'energia che volevo. 

Cosmonection © Niels Brault

Puoi dirci di più sul fantastico video di Locura? 
Quando ho finito Hidden Places, abbiamo parlato con Thomas - il capo della Pont Neuf Records e anche il mio manager - per discutere di quale traccia volessimo fare un video, e abbiamo subito concordato che fosse Locura. Parlando con la regista Jaqueline de Gorter, mi sono reso conto che aveva capito perfettamente come mettere in immagini l'universo del mio progetto. Così siamo andati a Maiorca per tre giorni con la troupe cinematografica e una troupe di ballerini, per catturare tutta l'energia di un'isola e l'atmosfera mediterranea. 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Hidden Places? 
Se dovessi dedicare questo album a qualcuno, sarebbe ai miei genitori, Thomas che ha ha sostenuto il mio progetto per anni, Sébastien che mi arricchisce musicalmente, alla mia famiglia della Pont Neuf Records e al mio amico Karim Naceur che ci ha aiutato a realizzare il videoclip di Locura. Ma anche a tutte le persone che ho avuto modo di incontrare e che mi hanno permesso di sviluppare le emozioni che ho cercato di trascrivere in musica in questo album. E, cosa più importante, a tutte le persone che hanno ascoltato e apprezzato la mia musica sin dall'inizio: non sarei lì senza di loro.

SHIRLEY DAVIS & SILVERBACKS - KEEP ON KEEPIN' ON

Shirley Davis & Silverbacks @ Jaime Pantoja

Com’è nato Keep On Keepin’ On, e cosa significa per te e per il tuo percorso artistico? 
L'album è nato semplicemente per poter permettere a nuova musica di venire alla luce.  Per il terzo album, io e la band avevamo una nuova prospettiva e una nuova direzione, dopo aver portato in tour Wishes And Wants nel 2019. Abbiamo concluso il tour alla fine del 2019, e siamo andati immediatamente in studio a registrare a gennaio 2020, pronti a porre le basi per il sound e i contenuti. Siamo tornati alle origini, e con Marc Ibaz (autore) e Edu Martinez (direttore artistico) abbiamo trovato un sound che ci rappresentasse. La nostra missione è stata chiara fin da subito: “keep on keeping on” (“tieni duro”, ndr). Questo è anche un messaggio che la compianta Sharon Jones mi ha inviato nel 2016 dopo aver ascoltato la mia canzone Black Rose. Il nostro intento era di scrivere brani pieni di emozione e passione. Dopo aver registrato Keep On Keepin’ On mi sono resa conto che anche altri artisti hanno scritto canzoni con lo stesso messaggio: musicisti come Gladys Knight e Curtis Mayfield, per citarne solo alcuni. E’ un aspetto interessante perché sono tutti artisti che amiamo. Sharon Jones mi ha aiutata a rimanere concentrata sul mio obiettivo e Keep On Keepin’ On è stato un vero e proprio esercizio di perseveranza pur essendo stato scritto pre-Covid. Anzi, proprio alla luce di quello che è successo dopo, il nostro messaggio e la nostra missione sono ancora più validi. 

Musicalmente, come descriveresti Keep On Keepin’ On? 
Il nostro percorso artistico è sicuramente proteso verso il futuro, guarda sempre avanti. Tre album registrati in sei anni mi hanno insegnato che in Spagna tutto è possibile, se sei deciso a perseverare con passione e sudore. Questo è il motivo per cui questo album significa così tanto per me. Orecchie e occhi aperti, e nuove opinioni. Voglio assolutamente “tener duro”, nella mia carriera, e portare il mio lavoro artistico a un livello superiore. Il mio desiderio più grande è continuare a cantare le mie canzoni; voglio diventare una di quelle personalità artistiche di cui basta sentire una sola nota per rendersi conto immediatamente di chi si tratti. Si parla già di me in questi termini, ma so che devo fare ancora tanta strada per raggiungere lo status di “diva”. 

C’è un brano che ha un significato speciale per te? 
Stay Firm: ho scritto questo brano per i miei fratelli. In quanto sorella, ho sempre incontrato molte difficoltà nel parlargli nei momenti complicati. Avere una canzone come guida e supporto è meraviglioso. Anche gli uomini hanno bisogno di essere supportati, e a volte non se ne rendono conto. Mi sono praticamente ritrovata a recitare loro il testo di Stay Firm durante le nostre conversazioni; ho usato quelle parole per dare loro conforto e consigli. 

Shirley Davis & Silverbacks @ Jaime Pantoja

Com’è iniziata la collaborazione con i Silverbacks? 
Ho incontrato i Silverbacks nel 2014 ad un concerto di Sharon Jones & The Dap-Kings a Madrid. Sharon mi ha chiamata sul palco per cantare con lei Heard It Through The Grapevine, e i   Silverbacks mi hanno contattata il giorno successivo quando sono arrivata a Maiorca. Mi sono innamorata immediatamente della Spagna. I Silverbacks all’epoca lavoravano con Tucxone Records, quindi ho deciso di unirmi anch’io all'etichetta e sono tornata dall'Australia sei mesi dopo per registrare Black Rose… E il resto è storia. Ora lavoriamo con l'etichetta Lovemonk.

C’è qualcuno in particolare a cui vorresti dedicare Keep On Keepin’ On? 
Vorrei dedicare questo disco a tutti.  A causa della pandemia è passato davvero un bel po’ di tempo prima di poter pubblicare un nuovo album. La musica è la mia vita e non vedo l’ora di poter rivedere tutti quanti.  Sono sincera quando dico che sono due anni che aspetto di tornare in azione: ho tenuto duro ma adesso è tempo di ricominciare. Nel 2022 torneremo anche sul palco! 

ATARDE - DIFETTI DI FORMA

ATARDE @ Press Office Courtesy

Come è nato difetti di forma cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Quando si hanno delle demo in cantiere, è molto facile si finisca per concentrarsi sui piccoli dettagli delle produzioni o della struttura del pezzo, perdendo di vista l’obiettivo finale, ovvero la realizzazione e la pubblicazione della canzone. difetti di forma nasce dalla necessità di sbloccarmi da questa situazione, di fissare un punto nonostante le minime imprecisioni che noto tuttora - difetti di forma, appunto. 

Come descriveresti l'EP, musicalmente parlando? 
Credo sia un progetto abbastanza variegato, in primis perché le canzoni sono state nate nell’arco di quasi due anni e il mio modo di scrivere è cambiato parecchio in questo lasso di tempo: ad esempio, in loml e in rooftop si sente molto l’influenza del rap nella scrittura delle strofe, mentre in nastro o tias, che sono canzoni molto più recenti, c’è il tentativo di una scrittura più melodica e pop. In più, volevo che l’EP disorientasse l’ascoltatore, perché un mio genere di riferimento non l’ho ancora trovato, e la scelta di collaborare con produttori diversi per ogni traccia deriva proprio da questo “smarrimento” personale. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Ce ne sono diverse, ma sono storie mooolto lunghe: io sono scarso a riassumere e non vorrei annoiarvi. Il primo aneddoto che mi viene in mente è che tias è stato scritto in una notte a Gennaio di quest’anno, e le voci che sentite nella versione finale del pezzo sono quelle della primissima demo che avevo esportato. La cosa interessante è che, quando ho scritto e registrato il pezzo, ero positivo e, in piena quarantena, mi stavo rimettendo dai sintomi pesanti del covid. Quindi, se si presta attenzione, si sente che ero ancora un po’ raffreddato. Io e Juicy Gustavo (il produttore del pezzo) abbiamo scelto di tenere quelle take perché erano molto intime e adatte al mood della canzone.

ATARDE @ Press Office Courtesy

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di difetti di forma? 
Ogni canzone è stata arrangiata da un produttore diverso. Forse questo è l’aspetto che preferisco del progetto, perché mi ha permesso di conoscere dei professionisti che per me sono diventati punti di riferimento: sia perché ne riconosco il gusto, la capacità e l’esperienza in termini musicali, sia perché sono persone con dei background e dei vissuti molto diversi fra loro e avere la possibilità di conoscerli anche al di fuori dello studio mi ha stimolato molto. Oltre ai produttori, diverse figure hanno lavorato alla creazione, alla promozione e all’immagine dell’EP, a partire dall’etichetta Pezzi Dischi che segue il mio progetto da più di un anno e con cui sto intraprendendo un percorso di crescita importante, a mio avviso. Poi vanno sicuramente citati Universal Music Publishing e Island per il loro lavoro. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare difetti di forma? 
Spero sinceramente che questo EP possa regalare delle soddisfazioni alle persone che hanno speso tempo e energie alla sua lavorazione. Lo dedico alle persone che hanno dimostrato di riporre delle aspettative su di me, a partire da tutti i miei amici e le mie amiche che mi supportano tantissimo ogni volta che faccio uscire qualcosa o che suono ad un concerto.

FABRIC PRESENTS TSHA

TSHA @ Lily Craigen

Come è nato fabric presents TSHA, e che significato ha per te aver raggiunto questo traguardo? 
Essere invitata a creare una compilation ‘fabric presents’ è un onore, e un enorme traguardo per un DJ/producer come me. Il fabric, come club e come brand, è sempre stato in prima linea nella dance culture, e significa davvero tantissimo per me esserne una piccola parte . 

Come descriveresti questa compilation, musicalmente parlando? 
È uno sguardo sul passato, sul futuro e sul presente. Allegro e divertente! 

Da Ellka a TOM VR, nella compilation c'è una vasta e variegata gamma di artisti. Qual è il filo conduttore che lega le canzoni (e gli artisti) del mixato? 
Musicalmente è una celebrazione della cultura musicale dance britannica e comprende rave, dance anni '90, house, techno, UKG, soul, grime, disco e bass music. Ci sono produttori straordinari e diversificati che aprono la strada alla musica dance e mantengono viva l'anima della musica dance.  

TSHA @ Lily Craigen

Quale brano della compilation  non vedi l'ora di mettere durante il tuo prossimo set al leggendario fabric di Londra? 
Mi piace molto suonare il  remix curato da Mac & Ward di Your Mine, il brano di Posthuman. Funziona sempre, e ha quel pizzico di Acid, che io adoro! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare fabric pres TSHA? 
Prima di tutto vorrei ringraziare Kate, Ellie e Rob di Fabric per aver riposto la loro fiducia in me, e aver contribuito a rendere possibile questa compilation. Grazie anche al mio fantastico management, Adam e Olivia per tutto il loro duro lavoro: siete i migliori esseri umani. Un grande ringraziamento anche a Ryan Clover, Nicholson, Aspect, Jeran Portis che forniscono brani esclusivi e tutti gli artisti; e alle prestigiose label che mi hanno permesso di utilizzare in licenza la loro musica. Ultimo, ma non meno importante, grazie al mio compagno di vita Matt, per avermi supportato e sopportato in questio periodo impegnativo e stressante.

 MARIA CHIARA ARGIRÒ - FOREST CITY

Maria Chiara Argirò © Alexandra Waespi

Alexandra Waespi

Come è nato Forest City, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Forest City nasce dal desiderio di dare vita a un concept album che racconta la dualità di natura e città: un album senza limiti di genere che trae spunto dall’elettronica e dalla forma-canzone. E’ sicuramente la realizzazione di un sogno musicale che avevo in mente da tanto tempo, e che costituisce un vero e proprio punto di partenza per la mia musica che verrà in futuro. Lo sento come un processo coraggioso e liberatorio che mi vede non solo lavorare alla composizione, arrangiamento e produzione ma anche a cimentarmi per la prima volta come cantante. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Un mondo in cui i suoni organici/onirici della natura si incontrano con i suoni industriali/terreni della città. Strumenti acustici che si incontrano e si bilanciano con quelli elettronici. 

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Forest City? 
Forest City è la prova che per realizzare una creazione di cui si possa essere davvero orgogliosi c’è bisogno di un profondo lavoro su se stessi; ma anche di fiducia, apertura e collaborazione con altre menti creative. L’album è stato possibile grazie ai musicisti Riccardo Chiaberta (batteria e sintetizzatore basso); Christos Stylianides (tromba); ai co-produttori In a Sleeping Mood(Donato Panaccio e Mauro Polito); al co-autore Daniel Gadd e al missaggio di Alex Killpartrick. Ma ho naturalmente un grande riconoscimento nei confronti dell’etichetta Innovative Leisure, e di un piccolo team che mi supporta dietro le quinte. 

Forest City © Alexandra Waespi

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Greenarp è un brano a cui sono molto legata: è stato scritto praticamente in un solo pomeriggio. Quando si scrive così di getto è sempre un'esperienza creativa indimenticabile. La canzone racconta di una esperienza in natura e del sogno ricorrente di essere immersi in essa. Il sogno è offuscato di realtà, cosa che accade spesso al momento del risveglio quando non si sa bene se ancora si stia sognando. Questo è proprio quello che accade alla fine di Greenarp:“Wake up, it’s all gone…Try to keep a hold on…This reoccurring Dream, circling….Round and round the riverbend”.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Forest City? 
Vorrei dedicare questo album a tutti quei musicisti che non hanno mai smesso di sognare in questo periodo non proprio facile, a tutte le persone creative che ogni giorno con tenacia contribuiscono ad aggiungere bellezza a questo mondo, ma soprattutto a tutte le donne che producono musica.

THE HICS - HARMINE

The Hics @ Jonathan Notley & Constantin Kirwan-Taylor

Come è nato HARMINE, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
Siamo tornati dal tour  Too High To Riot nel 2017 con la Dreamville di Bas: avevamo una raccolta di circa 12-15 canzoni. Dopodiché, si è trattato di condensare tutto questo per trovare un EP, scegliendo i pezzi che si completassero a vicenda. È molto emozionate portare Harmine alla luce, dato che non abbiamo pubblicato un corpus di lavori dal 2013. Ci sentiamo più creativi che mai, e non vediamo l'ora di fare uscire ancora più musica: è una nuova era per noi. 

Come descrivereste questo nuovo EP, musicalmente parlando? 
È molto rilassato, minimale, malinconico e riflessivo. 

C'è una traccia che ha un significato particolare per voi?
On You: dopo aver lavorato con Bas and the Fiends nella primavera del 2016, Dreamville ci ha invitato a un camp di scrittura per tre settimane: un'esperienza indimenticabile. Non avevamo strumenti con noi, quindi hanno gentilmente comprato una chitarra per Roxane con cui comporre. On You è stato scritto con quella chitarra durante quelle tre settimane: eravamo circondati da un bosco, che era di per sé surreale, dato che fino ad allora avevamo scritto musica solo in un ambiente urbano. Essendo questa una circostanza così unica, On You significa inevitabilmente molto per noi, poiché è un riflesso delle esperienze e dei sentimenti che abbiamo provato durante quel periodo. 

The Hics @ Jonathan Notley & Constantin Kirwan-Taylor

Per questo EP, con chi (e come) avete collaborato? 
Abbiamo scritto e prodotto questo EP noi stessi con l'aiuto del nostro caro amico e produttore Jacob Oak Welsh ai Blank Canvas Studios. Jacob ha fatto parte dell'universo dei The Hics sin dall'inizio. Lavorare con lui mi è sembrato imprescindibile, perché è stato una parte fondamentale della creazione del nostro primo EP Tangle. Per il missaggio abbiamo chiesto a Kaleb 'KQuick' Rollins - con cui avevamo già lavorato sui singoli di Bas Richochet e Matches - di prestare il suo orecchio ed elevare il sound. Per quanto riguarda l'artwork abbiamo contattato l'artista visivo argentino Mariano Peccinetti. Rox si era imbattuto nei suoi lavori su Instagram e se ne era innamorato all'istante. Le sue prime bozze erano fantastiche. Abbiamo invitato i nostri amici di NKT Studio a fotografarci per la prima metà della copertina dell'EP. E abbiamo quindi portato le nostre idee a Joe Dao, un giovane artista grafico emergente degli Stati Uniti, che gli ha dato vita. Insieme abbiamo progettato la nostra prima capsule di merchandising. Joe ha anche disegnato il nostro nuovo logo e la disposizione finale del design della copertina dell'EP. Abbiamo diretto noi stessi i video musicali, tutti girati con Mini DV durante la pandemia, insieme al filmografo londinese Spike Silverton, il coinquilino di Sam. Li abbiamo quindi modificati in collaborazione con Nic Stark e Sam Shapiro, che lavorano a stretto contatto con i The Fiends. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare HARMINE? 
Senza suonare troppo cliché, vorremmo dedicare HARMINE alla nostra  fanbase, per la loro pazienza e l'innegabile amore e supporto durante il nostro viaggio fino ad ora. E a noi stessi più giovani, per aver mantenuto la concentrazione e la volontà di arrivare qui dopo così tanto tempo. È bello essere tornati!

JOPLYN -  WE WILL FORGIVE OURSELVES

JOPLYN @ Ali Kanaan

Come è nata We Will Forgive Ourselves, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
We Will Forgive Ourselves è nata da un sentimento di frustrazione, in un mondo in cui l'eccesso e l'edonismo spesso vengono prima di integrità ed empatia reciproca. La nostra ignoranza preconcetta verso temi che vanno oltre la nostra piccola bolla e la conseguente polarizzazione della società. “One day, the snow in our hearts will melt. [...] Teach us, and we will forgive ourselves.” Tuttavia, in definitiva è una canzone sulla speranza: un appello per un futuro di guarigione e accettazione, e alla fine perdonare le colpe del passato. Era un progetto che avevo da un po', finché Damian (Lazarus) non mi ha detto che voleva avermi su Crosstown Rebels, e sono corsa in studio e l'ho ripreso in mano. A quel punto tutto ciò che avevo era la melodia del ritornello e l'hook, ma ricordo come mi è venuta subito in mente come un ottimo match per l'etichetta. Ho ritirato fuori l'idea, e tutto il resto è andato a posto durante quella sessione in studio. Portare la canzone a quello che è ora, ha sicuramente richiesto un po' più di vicendevoli scambi, e ho fatto dei turni qua e là nelle settimane successive. Nel complesso, è stato un processo, come tutto nella vita. Ora sono entusiasta di come è andata a finire. 

Come descriveresti questa nuova traccia, dal punto di vista musicale? 
We Will Forgive Ourselves è per molti versi un nuovo territorio musicale per me. Nel complesso, si adatta a questo dark club-feeling berlinese in combinazione con vocals fragili e vulnerabili, che spesso adoro esplorare. Tuttavia, ho incluso molti elementi diversi da tutti i tipi di influenze, rendendo difficile individuare un genere. Ricordo di aver voluto scrivere qualcosa che fosse grande, quasi corale e unito, dal momento che il testo riflette la stessa sensazione. Il canto ascendente "oh", che echeggia ripetutamente attraverso la canzone, è un simbolo di unione per me, suona quasi tribale. Era anche il mio modo di dare alla canzone una spina dorsale melodica. Dal punto di vista della produzione, si trattava di trovare i suoni e l'armonia che trasportano la stessa emozione, per tradurla in un linguaggio musicale. Penso che i vocals ariosi e i bassi pulsanti creino l'atmosfera trascinante che ha la canzone, ma gli aggiungono un tocco di inquietudine e assurdità. Ogni volta che la eseguo, la costruzione del ritornello sembra come se stessi portando le persone in un viaggio, costruendolo lentamente e lasciando che le linee finali del ritornello cadano nel focoso riff di basso che li succede. Un vero viaggio. 

JOPLYN @ Paula Nietner

Paula Nietner

Questo è il tuo esordio per Crosstown Rebels. Com'è lavorare con un'etichetta così leggendaria? 
Ho incontrato Damian e la sua crew non molto tempo fa, quando ho suonato al loro Rebel Rave al Watergate di Berlino. Sono sempre stata una fan e ho guardato al loro stile musicale. Come puoi immaginare, ora mi sembra quasi irreale pubblicare sull'etichetta. Damian è stato sicuramente coinvolto nel dare forma alla traccia nella sua versione finale, nel dare il feedback di cui avevo bisogno e nel mantenere viva la conversazione in ogni momento, cosa di cui sono molto grata. Il fatto che Damian e il leggendario MK pubblicheranno un remix di We Will Forgive Ourselves è un grandissimo onore. Se è un sogno, per favore non svegliatemi.  

Non vediamo l'ora di vederti questo fine settimana al The Sanctuary, a Roma e Milano. Puoi parlarci di questo luogo magico e della performance su cui stai lavorando? 
Amo l'Italia! È uno dei miei posti preferiti. Ho suonato alcune delle mie prime gig al The Sanctuary: sono stati tra i miei primi sostenitori, quindi avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Le loro venue sono davvero belle, e tutto il team è fantastico. Ricordo, durante uno dei miei primi show in Italia, di aver pensato tra me e me: "Wow, qui sono tutti così eleganti". Davvero un posto magico in cui essere, e non vedo l'ora di tornarci. Questo fine settimana suonerò abbastanza a tarda notte, quindi l'energia sarà sicuramente al massimo. Non vedo l'ora di condividere momenti da sogno con il pubblico, cantare le mie canzoni e creare ricordi che conserverò per sempre. Proverò anche in live molta della mia nuova musica inedita, e riporterò quelle esperienze nel mio spazio creativo. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare We Will Forgive Ourselves? 
La dedicherei a chiunque stia lottando per trovare la pace con le decisioni che ha preso una volta. Questo include me stessa. A volte devi essere gentile con te stesso, e fare in modo di lasciar andare quello che è successo, invece che ciò ti trattenga. Dipendiamo così tanto dai nostri ricordi quando meditiamo sul passato, e quei ricordi sono malleabili. Quindi, possono darci una leva per cambiare le nostre associazioni e prospettive su ciò che è stato, se davvero lo vogliamo. E c'èmolto empowerment in questo.

SMALLGOD - CONNECTING THE DOTS

Smallgod @ Jilbert Ebrahimi

Come è nata Connecting The Dots, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Connected The Dots è stato creato durante il mio viaggio dello scorso anno, coinvolgendo artisti del continente e della diaspora africana. Sono solito fare base nei miei due studi, in Ghana e nei Paesi Bassi, ma lavoro virtualmente con alcuni artisti che creano progetti e idee. Artisticamente sono ispirato da diversi sound, che mi hanno influenzato a livello globale - con questo progetto in particolare volevo connettere artisti con un unico obiettivo: quello di spingere la musica e la cultura africana.

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale?
Lo stile dell'album coinvolgge tutti i diversi sound africani popolari, con un pizzico di influenza mainstream.

Smallgod @ Jilbert Ebrahimi

C'è una traccia di Connecting The Dots che ha un significato particolare per te? 
Holy F4k: ho avuto in ballo la canzone per oltre un anno, cercando quali artisti potessero collegare gli stili rap chiave che dominano il mondo in questo momento. IVD, dal Regno Unito e ivoriana, Vic Mensa - ghanese e statunitense; Black Sheriff col suo melodic rap ghanese; e lo  street Kumasi rap ghanese di Kwaku DMC. Questa selezione ha dipinto un'immagine perfetta di quello che cercavo!

Da Buju a Tory Lanez, collabori con una vasta gamma di grandi artisti nell'album. Qual è il leitmotiv dei featuring di Connecting the Dots?
Come accennato in precedenza, vorremmo davvero ritrarre l'immagine degli africani in tutto il continente e della diaspora che fa ondate a livello globale.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Connecting The Dots?
Vorrei dedicare l'album all'agenda globale della musica africana.

TUTTI FENOMENI - PRIVILEGIO RARO

Tutti Fenomeni @ Ilaria Ieie

Come è nato Privilegio raro, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Nasce dalle ceneri di Merce Funebre, dal rinnovato sodalizio con Niccolò Contessa, dall’amore per il linguaggio e per la qualità, dal trio n3 op.100 di Schubert e le prime cinque note dell’inno della Champions League, nasce per non morire prima di nascere, per esortare i ragazzi a studiare; nasce da una dirompente carica eretico/erotica per sfidare il narcisistico e masochista schema capitalista. Per me rappresenta il secondo dente del giudizio e per la mia carriera mi auguro che non cresca di traverso. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Si tratta di un album vario: ancorato alla tradizione con sonorità vintage e omaggi alla musica popolare italiana. I temi della morte e della poesia sono il trait d'union con Merce Funebre. Il  linguaggio si è inasprito, la fiducia nel futuro è un asintoto che tende allo zero: d’altronde esiste un modo giusto di stare in trincea? 

Tutti Fenomeni - Privilegio Raro

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Privilegio raro? 
La risposta è sempre Niccolò Contessa: una complicità viva ed invadente che ha portato anche a momenti di disperazione. Menzioni speciali per Francesco Bianconi, Francesco Consaga (sax) e per Massimo Guarascio (mio padre). 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Un vero cuoco è gelosissimo delle proprie ricette, ed è assai gratificato quando il "palato fine" riconosce uno degli ingredienti segreti. Il disco è un campo minato di citazioni che aspettano di essere riconosciute. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Privilegio raro? 
A tutti quelli che “dedicheranno" a Privilegio raro il loro tempo per l’ascolto.

CLARA - IL TEMPO DELLE MELE

CLARA @ Dino Zoor

Come è nata IL TEMPO DELLE MELE e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
IL TEMPO DELLE MELE nasce in un periodo in cui mi sono fermata per riflettere su tutto. Ho pensato molto a quella che è stata la mia vita fino ad ora: dall’infanzia, all’adolescenza fino ad arrivare a questo momento di cambiamenti. Sono successe molte cose sia positive che non, ma che in ogni caso hanno contribuito al mio percorso di crescita. Ho capito tante cose in quel periodo. Ho capito che è inutile soffermarsi sul dolore perché il tempo delle mele non tornerà mai, e bisogna godersi al massimo quello che ci succede giorno per giorno. Allo stesso tempo, però, ho capito l’importanza del dolore stesso, perché ti porta a essere quello che sei e ti fa prendere decisioni importanti che ti cambiano la vita. Per me “Il tempo delle mele” è il mio ritorno sulla scena, il mio nuovo inizio. Con questa canzone sono rinata dopo un anno di lavoro su me stessa e sulla mia musica. E' un manifesto generazionale di speranza e rappresenta al 100% me stessa. 

Come descriveresti questa nuova traccia, dal punto di vista musicale?
Questo brano è un mix tra Urban e Pop. Mi piace spaziare molto tra questi due generi perché mi permettono di esprimermi al massimo. Mi rappresentano in tutto e per tutto, infatti il singolo è una traccia di me stessa. Il genere della canzone non si incasella in un’unica definizione, com’è giusto che sia con l’arte.

CLARA @ Kali Yuga

Quali sono i tuoi piani per il 2022?
Sono molti, non ho intenzione di fermarmi. Ho in calendario tanti appuntamenti lavorativi e mi piacerebbe continuare a far diventare vostre tutte le mie canzoni, perché ovviamente noi artisti vi facciamo ascoltare una piccolissima parte di quello che creiamo. Sono pronta a vivere questa mia nuova vita con una nuova testa. Ho una novità importante per la mia carriera ma al momento purtroppo non posso ancora rivelarla. Ho difficoltà a non parlarne perché non sono brava a mantenere i segreti, soprattutto se sono belli e mi riguardano :)  vi dico però che canterò ma non solo ... 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare IL TEMPO DELLE MELE?
IL TEMPO DELLE MELE è la canzone di tutti. Mi sono ispirata al film cult che ha fatto sognare tante generazioni e che sicuramente ne farà sognare altrettante. La dedico ad ogni persona che sta vivendo quel tempo e anche chi ormai l’ha superato ma lo porta con sé. Dobbiamo godercelo al massimo e farlo vivere sempre in noi e nei nostri ricordi. Non dobbiamo sprecare niente nella nostra vita.

DUTCH NAZARI - CORI DA SDRAIO

Dutch Nazari @ Zoe Natale Mannella

Come è nato Cori da sdraio, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
Cori da sdraio è il mio terzo LP in studio.  Scritto durante il periodo dei vari lockdown in cui la musica dal vivo non si poteva fare o, quando era possibile, le persone erano sedute. In particolare in quel periodo, al Circolo Magnolia ho assistito ad alcuni concerti con il pubblico seduto sulle sdraio, e da qui è nato il gioco di parole che dà il titolo al disco, che vuole però anche indicare la contrapposizione delle mie canzoni con i cori da stadio e quindi l’idea di una musica anti-sloganistica e ponderata, aperta al confronto. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando?
L’album è la somma delle influenze musicali delle persone che ci hanno lavorato, in particolare Sicket che ha curato la produzione e mi ha accompagnato in tutta la mia carriera. Una scrittura con forti influenze dalla black music e dintorni - rap, soul, r’n’b - e una produzione con una particolare attenzione alla ricerca del suono, tipica dell’elettronica. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
La canzone Ikea nasce da un sogno: sono seduto su una panchina in legno fuori da una gelateria specifica che si trova in periferia a Padova e che, a ripensarci, non ha nessun particolare significato nella mia vita. Al risveglio avevo il ricordo nitido del ritornello in testa. Sono corso alla tastiera, ho trovato gli accordi e ho cantato e scritto il resto della canzone. Peraltro non è la prima volta in vita mia che mi sogno una canzone, mi era già successa con un brano del disco precedente che si intitola Così così

Dutch Nazari @ Giovanni Viganò

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Cori da sdraio?
Con Cori da sdraio ho collaborato con una squadra molto numerosa: con il mio compagno di sempre, Sicket, è stato anche molto importante Rookley, un producer e chitarrista dalle  grandi intuizioni che ha lasciato una forte impronta su questo disco. E ancora Wairaki, producer con influenze trap e rap che faceva parte della mia crew quando ho iniziato a rappare da giovane e Peppe Petrelli, il fonico che ha mixato il disco in studio e ha aggiunto dei dettagli importanti nella fase finale. Anche i featuring, Nayt, See Maw, Frah Quintale e lo skit di Valerio Lundini, hanno impreziosito il mio disco con le loro collaborazioni. Ma anche a livello di entourage non musicale, e quindi il team di Undamento, che mi ha dato una mano a proporre la musica una volta pronta. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Cori da sdraio?
È un disco nato durante un periodo di gigantesco disagio nel settore lavorativo della musica dal vivo e il titolo si riferisce anche a questo. Lo dedico quindi nel modo più anti-retorico possibile a tutte le persone che lavorano nell'ambito della musica dal vivo, da chi sta sul palco, a chi lo monta, a chi porta gli strumenti, a chi guida i furgoni dei tour e cosí via.

ADELASIA - 08:00 AM

Adelasia @ Costanza Musto

Come è nato 08:00 AM, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Volevo creare una cesura tra il vecchio disco 2021 e il prossimo, che sto scrivendo. Avevo un po’ di brani inediti, questi quattro mi piacevano particolarmente e in più mi ero resa conto che tra di loro erano connessi dall’immaginario onirico o comunque notturno quindi ho deciso di farli uscire insieme riuniti in questo piccolo EP 

Come descriveresti l'EP, musicalmente parlando? 
È un putpourri di arrangiamenti: quattro brani molto diversi tra loro musicalmente parlando che mi hanno aiutata a capire che direzione dare alla mia musica. 

Adelasia - 08:00 AM

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Nella Notte è nata dopo aver sognato che uccidevo la persona con cui al tempo stavo, la uccidevo ed ero felice. Mi sono svegliata e mi sono messa a scrivere. 

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione dell'EP? 
Tutti i brani sono stati prodotti da Pietro Paroletti aka Golden Years.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare 08:00 AM? 
Ad Arlo Parks perche ha accompagnato ogni giorno della mia vita nell’ultimo anno, e forse nell’ep questo traspare.

BARTOLINI - FOREVER

Bartolini @ Simone Bozzelli 

Come è nata Forever e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Forever significa tutto per me, racchiude una serie di sensazioni ed immagini che resteranno per sempre tatuate nei miei ricordi. Ho iniziato a scrivere tutto il disco da ottobre in poi, non avevo mai scritto un album in così breve tempo e Forever rappresenta il primo pezzo che ha dato vita a tutto. È stato fondamentale per me parlare di alcune problematiche e sbloccare appunto una serie di ricordi. È senza dubbio la sintesi perfetta del disco, che ho scritto e concepito come se fosse l’ultimo, proprio come se fosse l’ultima occasione per esprimere tutto ma che allo stesso tempo riesco a sentire come se fosse il mio primo vero album. 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
La prima cosa che mi viene in mente pensando alla traccia e in generale alla piega che ha preso il disco, nonostante le numerose influenze musicali presenti in quest’ultimo, descriverei questa traccia come un giusto mix tra anti-pop, indie pop ed alternative. Volevo che fosse tutto un po’ più lo-fi e crudo ma allo stesso tempo pop, arricchito da chitarre dolci ed acide. Le mie influenze principali sono state Jean Dawson, Dominic Fike ma anche Yung Lean e Beabadoobee. 

Ci racconti qualcosa in più sul bel video di Forever? 
Volevamo creare un immaginario che fosse lontano dalla città, un luogo dove far convivere solitudine e nostalgia ma allo stesso tempo dove ritrovare l’energia di credere in quello che facciamo. È il manifesto visivo della direzione del progetto, con un occhio al futuro ma consapevole delle sue radici, Ho avuto la fortuna ed il piacere di collaborare con un vero talento del cinema di domani, Simone Bozzelli, regista e fotografo abruzzese classe ’94, vincitore del premio come Migliore cortometraggio alla Settimana della Critica della 77° Mostra del Cinema di Venezia con J’Ador e, sempre miglior cortometraggio con Giochi al Festival del Cinema di Torino. Ha diretto il videoclip del singolo dei Maneskin I wanna be your slave ed ora è prossimo a girare il suo primo film e scrivere una serie tv. 

Bartolini - Forever

Ti vedremo sul palco del Mi Ami tra poco. Che show stai preparando? Ci puoi anticipare qualcosa? 
Sono troppo contento ed emozionato di ritornare dopo tre anni sul palco del Mi Ami, uno dei miei festival preferiti in assoluto. Posso anticiparvi che suonerò parte del disco in anteprima con tutta la band e che sarò accompagnato da molti ospiti che hanno impreziosito il disco con delle collaborazioni. Sarà il mio primo concerto dopo tantissimo tempo, mi sto preparando al meglio e non vedo l’ora che arrivi questo 28 Maggio. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Forever? 
A quella stronza della mia ex tvb.

NLLY & LIGHTNING JULES - OH MOTHER

NLLY & Lightning Jules @ Sunny Breger

Come è stata creata Oh Mother e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? Abbiamo scritto Oh Mother l'anno scorso durante il lockdown. Nelly si era appena trasferita per ascoltare il surfspot preferito in Alentejo in Portogallo, mentre Julia era a Colonia, quindi abbiamo provato a scrivere la canzone tramite zoom. È stata la nostra prima esperienza a scrivere musica come questa e ha funzionato abbastanza bene. Julia aveva trovato un riff di chitarra e abbiamo parlato a lungo dei testi: poi tutto è andato a posto in modo organico. Stiamo entrambe lavorando principalmente ai nostri progetti solisti NLLY e Lightning Jules, ed è stata un'esperienza molto arricchente scrivere insieme una canzone dall'inizio. 

Come descriveresti la traccia, dal punto di vista musicale? 
È una ballata indie sognante, che vive principalmente del colore delle nostre voci insieme e della chitarra elettrica. Abbiamo chiesto alle altre musiciste Trish Ross alla batteria e Rebecca Himmerich al basso di completare il suono e il tutto è uscito molto minimalista, ma potente. Il mixaggio è stato fatto da Gunnar Ellwanger a Parigi: è un progetto piuttosto europeo. 

NLLY & Lightning Jules @ Sunny Breger

Puoi dirci di più sul fantastico video di Oh Mother? 
Mentre Nelly stava conoscendo questa straordinaria comunità di donne forti nella scena del surf in Portogallo, entrambi abbiamo avuto l'idea di fare un video in Alentejo fin dall'inizio. Abbiamo avuto la possibilità di essere in grado di lavorare con Sunny Breger come videomaker, quindi siamo stati circondate da una squadra di sole donne, il che aveva perfettamente senso con la canzone. Abbiamo incontrato queste sei donne che potete vedere nel video in una vecchia scuola portoghese per provare le coreografie, e poi girare il video sulla costa in due giorni. L'atmosfera era molto concentrata e produttiva e siamo oltremodo grate di aver trovato queste donne! 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Oh Mother? 
Sì, vorremmo dedicarlo a tutte le mamme, sorelle, figlie, nonne, nipoti, zie e fidanzate. Oh Mother è una chiamata per onorare noi, i nostri corpi, i nostri cuori e l'amore che condividiamo.

STELLARE - WAVE

STELLARE @ Silvia Badalotti

Come è nato Wave e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
(Raffaele Rebaudengo)Wave nasce da un sogno di Stellare, che accomuna tutti i producers coinvolti. Desideravamo compiere un percorso di scoperta sonora in totale condivisione senza uno scopo preciso se non la soddisfazione artistica di tutti. Ci siamo messi in ascolto dei suoni sottomarini come fossero un linguaggio sconosciuto e abbiamo montato due studi di registrazione temporanei in luoghi di forte ispirazione come il rooftop del Galata - Museo del Mare e l’Acquario di Genova nell’ambito del festival Zones Portuaires. Nel mio percorso rappresenta un tuffo nel futuro, un modo nuovo di concepire il materiale sonoro e tradurlo attraverso il legno della mia viola o lasciarlo germogliare nel mondo sintetico. 

Ci racconti da chi è composto, e in cosa consiste, il progetto Stellare? 
Ale Bavo, FiloQ ed io siamo l’anima sonora di questo contenitore di sogni che è Stellare. Una label, un luogo nomade di creazione, un incubatore di musica con una fortissima capacità di interazione con altri artisti ed altre arti. Il nostro primo atto è stata la sonorizzazione dell’installazione di Davide Livermore in memoria dei 20 anni dal G8 per il Teatro Nazionale di Genova per non dimenticare quello che è successo nella nostra città. Abbiamo provato a bloccare il film delle violenze attraverso una sorta di raggelamento, rallentando allo stremo le sirene che facevano da bordone alle urla. 

STELLARE @ Silvia Aresca

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
E’ chiaramente un lavoro corale ma ha una coerenza del tutto inaspettata. E’ stato scritto al ritmo di un brano al giorno nel corso di due differenti sessioni con noi tre Stellari a fare gli onori di casa ed altri 5 artisti che non si conoscevano tra loro. L’armonia con la quale abbiamo condotto il lavoro deriva da un'inesauribile energia, il gusto di dare e di confrontarsi senza paure, senza altro scopo che la bellezza e il risultato finale. Certamente nella fase di messa a punto delle strutture, scelta delle parti e mixaggio si sente il gusto di noi tre ma è una continua esplosione di idee. E’ musica ambient e di ricerca, sintetica e suonata, elettronica ed acustica. E’ musica da ascoltare nel momento giusto con un buon impianto o buone cuffie, prendendosi tempo, come se si visitasse una mostra. Mi piace descriverlo come un disco da ascoltare col corpo. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Lavorando a Floating avevamo un campione piuttosto confuso dal rumore dei sassi sul fondale marino. Moritz Shuster ha cominciato a lavorare con un modulatore mentre qualcuno cercava un suono di basso e qualcun altro stava cominciando a dipingere prove di armonia intorno alla matrice. Ad un certo punto le frequenze di suono dei sassi si sono trasformate in una linea talmente melodica che sembrava scritta da un cantante italiano anni ‘60. Ci siamo voltati in quattro e gli abbiamo detto di fermare le mani. Bastava modificare leggermente qualsiasi parametro del plugin e avremmo perso per sempre quel canto dei sassi. Abbiamo riso moltissimo del fatto che il nostro amico tedesco avesse dato un contributo così partenopeo al brano, continuavamo a ripetergli “Ma sei tedesco tedesco?” “Sicuro?”

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Wave? 
A Franco Battiato e al suo gusto per la ricerca, il bello, il sapere, l’essenza della vita. E ai miei soci senza i quali non ci sarebbe nessuna dedica da fare e nessun sogno da costruire.

ANOMALIE - GALERIE

Anomalie

Manikmati photography

Come è nato il tuo primo album Galerie, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?
Galerie è un progetto che ha preso vita in uno studio che ho costruito in tre mesi nella mia nuova casa. Come per i progetti precedenti, il risultato è ancora una miscela di stili: sintetizzatori, armonia jazz, produzione densa e batteria layered ma, soprattutto, un pianoforte verticale. Non avevo possibilità di usarlo da quando ero un adolescente, e quindi scrivere e registrare con questo strumento mi ha fatto ringiovanire: direi che è davvero il personaggio principale di questa storia. 

In Memory Leaves, collabori con il nostro amato Masego. Come è nato questo featuring?
Masego è fantastico. Sono tuttora molto ispirato dalla sessione che ha dato vita a questa traccia. Ci siamo incontrati per la prima volta al Namm a Los Angeles qualche anno fa, ma ci siamo rivisti nel 2019 al Playlist Retreat di Jazzy Jeff, il che è stato incredibile. Qualche settimana dopo ci siamo incontrati a casa sua per provare alcune idee, e suonare con i suoi coinquilini, che fanno parte anche della sua band dal vivo, dei musicisti pazzeschi e bravissimmi. Una di queste idee era una bozza che avevo con una pausa di batteria, linea di basso semplice e un riff di pianoforte jazz. Masego è partito e ha scritto e registrato tutta la sua parte attorno a quel riff di pianoforte: parlo di testi, strofe, ritornello, bridge, armonie. Il tutto in circa tre ore, ed ovviamente ben eseguito e con molto gusto: è stato splendido.

Anomalie

Manikmati photography

C'è una traccia di Galerie che ha un bella storia da raccontare?
Mollo è una delle tracce che mi sono divertito di più a realizzare del progetto: è piuttosto breve e funziona come un interludio fluido, ma ha preso vita da un'idea che uso da quasi due anni ormai, almeno in una prima versione di stato/demo. Per gran parte della pandemia ho fatto streaming su Twitch una o due volte alla settimana, fondamentalmente producendo e provando nuove idee con il pubblico, e rispondendo alle domande durante il processo; parlavo con musicisti e beatmaker più giovani incredibilmente talentuosi, e organizzavo alcune sfide di beat. C'era questa canzone che partiva durante la mia schermata di attesa, una specie di Torno subito, e molti membri di questa straordinaria comunità creata attraverso questo progetto mi hanno chiesto di pubblicarla: ed è così che è nata Mollo! :)

Questo mese inizierai il tuo tour, andando in 24 città diverse. Che show stai preparando? Ci puoi anticipare qualcosa?
È piuttosto assurdo, dato che non vado in tour da febbraio 2020: porto ancora una volta con me la band dal vivo, per suonare sia il repertorio di Galerie, sia dell'EP Métropole, oltre ad alcuni brani extra. Con Ronny alla batteria, Gab al basso, Alexis e io alle tastiere, sarà fantastico. È uno spettacolo molto impegnativo da preparare: ci sono un sacco di suoni diversi coinvolti che necessitano la stessa quantità di pratica e programmazione. Ma alla fin fine, si tratta davvero di avere ogni strumentista che dà il meglio di sé ogni sera, ed è un piacere replicarlo e portarne il testimone. Sono costantemente ispirato dai miei compagni di band e non potrei fare il live in nessun altro modo! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Galerie? 
Assolutamente! Dedico questo progetto alla mia comunità di Twitch e Discord che ha reso la pandemia un'esperienza molto meno gravosa per me - è stato assolutamente incredibile vedere molti di loro crescere e migliorare ancora in quello che fanno. In particolare, Mollo non esisterebbe senza di loro: quindi questa è per voi!

MEG - NON TI NASCONDERE

Meg @ Mattia Guolo

Come è nata Non Ti Nascondere, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
A volte scrivere è una vera e propria seduta di psicoanalisi. Ti aiuta a individuare il nodo di questioni cruciali, e spesso anche a scioglierlo. Può essere uno stream of consciousness che inizia mettendo nero su bianco un pensiero, e che non sai dove ti porterà; ma spesso, più la riflessione è profonda e onesta, più sarà sorprendente l’iter e la destinazione. NTN è stato uno di quei casi: era un brutto momento, uno di quelli in cui ti senti inutile, minuscola, vulnerabile, senza speranza e l’unica cosa che vorresti è sparire. La parte più fragile di me ha comunicato a quella più forte - e assopita - una dolorosa richiesta di aiuto: la parte forte si è svegliata e come una sorella maggiore ha detto a quella fragile: “non ti nascondere, resisti, sei speciale, brilli di luce naturale”. 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
È una traccia drum and bass in slow motion: inizia molto dark, il basso affiora dagli abissi più oscuri dell’inconscio, la marimba in contro tempo inizia a farti piano piano riprendere fiducia in te stessa. Il ritornello si apre improvvisamente in un rave di speranza e luce, in cui la frase di synth è come il FortunaDrago de La Storia Infinita che ti fa salire in groppa e ti fa volare al di sopra di tutte le tue paure. Tu le guardi dall’alto, e finalmente le vedi per quello che sono: piccolissime! 

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Non Ti Nascondere? 
Il mio amico Godblesscomputers mi mandò un suo pezzo su cui eventualmente collaborare. Io lo smontai completamente, e con il suo campione di marimba e il pad ho scritto il basso, i synth, e ho programmato il beat. Poi Daniele Frenetico, innamoratosi del pezzo, e avendolo compreso nella sua essenza, ci ha messo su la ciliegina: ha implementato il beat programming e soprattutto ha fatto un lavoro di sound design pazzesco e unico sui suoni e sulla voce. Last but not least, l’ultimo giorno di lavoro, è passato in studio Orange al quale abbiamo chiesto un consiglio: ha cambiato il suono di kick dando la quadra finale al pezzo. Infine mix e mastering sono stati curati dalle preziose orecchie di Suri. Dream team! 

Meg @ Mattia Guolo

Questo è il tuo primo progetto con Asian Fake. Com'è collaborare con questa realtà?
Finalmente non sono più sola a dovermi occupare della mia musica! Asian Fake è l’etichetta indipendente in Italia che più rappresenta il tipo di musica che faccio e la mia attitudine situazionista. Dopo tanti anni a gestire da sola la mia etichetta, sentivo il bisogno di occuparmi esclusivamente della musica . Era da un po’ che li osservavo da lontano: quando è arrivata la loro proposta di unirmi alla family, non potevo che accettare e farmi adottare! Il loro entusiasmo era ciò che desideravo da un po’ senza saperlo. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Non ti nascondere? 
NTN è per tutti coloro che oggi sentono più che mai che esistere coincide col resistere. In questi giorni così bui, spero che NTN possa essere di sollievo a chi la ascolta, come l’abbraccio di una sorella maggiore.

SANTÉ & RE.YOU - ROAD TO SANREY

Santé, Re.You @ Lennart Brede

Come è nato Road To Sanrey, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'intera idea è iniziata mentre c'è statoil primo lockdown nel 2020. All'improvviso non c'erano più viaggi da fare, e con il tempo libero che avevamo, abbiamo iniziato a inviarci vicendevolmente progetti. Ad un certo punto, abbiamo deciso che avremmo dovuto fare un album. 

Come descrivereste questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
La situazione per noi era molto diversa, perché non eravamo concentrati sulla musica per il dancefloor. Abbiamo appena iniziato a produrre ciò che vorremmo ascoltare in qualsiasi situazione. Anche se alcuni brani dell'album funzionano molto bene anche nei club: come Cave, Road to Nowhere o Delirium.  

Recentemente avete lanciato la vostra nuova etichetta, LSF21+. Quali sono i vostri piani con la label per il prossimo futuro? 
Faceva parte del processo: stavamo cercando un'etichetta a cui la nostra musica potesse adattarsi, e non abbiamo trovato la soluzione perfetta, quindi abbiamo creato la nostra. Ora abbiamo il pieno controllo su tutto il processo. 

Santé, Re.You @ Lennart Brede

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare? 
Sì, ce ne sono alcune, maquella che più merita di essere raccontata parlare è Cave. Con Jim Hickey, abbiamo trovato un cantante per il nostro progetto a lungo termine, che ha il titolo provvisorio Sanrey live. Abbiamo finito un altro album solo con lui e vogliamo esibirci dal vivo sui palchi di tutto il mondo. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Road To Sanrey? 
In realtà non proprio, ma quello che ci piace dell'album è che come fratelli non abbiamo lavorato insieme per dieci anni. Crediamo che la nostra famiglia sia orgogliosa di aver trovato un modo per collaborare e fare unire i nostri punti di forza.

72-HOUR POST FIGHT - BUG

72-HOUR POST FIGHT @ Riccardo Ruffolo

BUG sarà incluso nel vostro prossimo album, in uscita a maggio, NON-BACKGROUND MUSIC. Come è nato questo progetto, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
NON-BACKGROUND MUSIC è un disco che si è formato in parte sul palco, improvvisando durante i live, e in parte nelle nostre quattro case, durante i lockdown. Il continuo, e un po' macchinoso, scambio di audio su WhatsApp, ci ha permesso di creare dei pezzi organici e vivi. Per completare la trasformazione in vere canzoni, ci siamo poi ritirati sul lago di Como - al Bleach Recording Studio - a registrare, con l’idea di cercare di recuperare il tempo perduto e di suonare nuovamente insieme. Questo disco per noi ha un significato importante: il nostro progetto è nato in modo molto caotico, quasi auto-imponendosi nelle nostre vite un po’ alla volta. Durante la produzione del primo disco abbiamo seguito molto l’intuizione e la curiosità, e il risultato è stato veramente poco calcolato. In questo caso è tutto diverso, e anche il titolo del disco vuole suggerire questa transizione. NON-BACKGROUND MUSIC è un disco di canzoni – siamo stati un po’ più metodici e lineari nella composizione - e questo ci ha dato la possibilità di essere più vividi, di portare su disco delle emozioni più forti, più rappresentative di quello che abbiamo vissuto in questi anni. Il mutamento è intenzionale, ed è anche legato al modo di stare insieme sul palco negli anni che è a sua volta cambiato: improvvisando e scoprendo come comunicare tra noi. Non vediamo l’ora di capire nuove cose nei prossimi mesi, in cui finalmente potremo tornare a suonare. 

Come descrivereste NON-BACKGROUND MUSIC, musicalmente parlando? 
Con questo secondo album abbiamo voluto focalizzare l'attenzione sulla scrittura di vere e proprie canzoni, incanalando in modo diverso l’aspetto improvvisato da cui siamo partiti. Sentiamo che questa scelta di ri-orientare il nostro approccio alla scrittura abbia dato un deciso taglio autoriale e personale al progetto, allontanandoci ancora di più da una classificazione canonica di band di genere. Ne è uscito un disco molto vario ma centrato sul suo suono, all’interno del quale si possono intuire un’infinità di ispirazioni, senza che vengano dichiarate apertamente. Il titolo dell'album riassume perfettamente l'identità musicale del progetto, dentro e fuori dal disco: suoniamo NON-BACKGROUND MUSIC – e in questo contenitore c'è spazio per tutti. 

C'è una traccia di NON-BACKGROUND MUSIC che ha una bella storia da raccontare? 
Ci sono diverse storie dietro alle tracce del disco, una delle più movimentate è quella dietro ai feat. vocali. Decidere di rompere la barriera di band strumentale non è stato un passo che abbiamo fatto a cuor leggero, ma eravamo molto sicuri di chi volevamo coinvolgere: quindi, senza troppi giri di parole abbiamo contattato i featuring su Instagram. Potete immaginare la sorpresa di vederci rispondere quasi immediatamente da entrambi gli artisti scelti che con un grande entusiasmo accettavano la nostra proposta di unirsi al disco, dicendoci per motivi diversi che erano sprovvisti di microfoni per registrare e senza uno studio a cui rifarsi. Ovviamente, non ci siamo fatti scoraggiare e tra microfoni per iPhone, note vocali e un po' di ingegno siamo riusciti a raccogliere i loro contributi. Siamo contentissimi del risultato, e il fatto che sia stato ottenuto in maniera così poco convenzionale ci fa apparire tutto ancora più speciale. 

72-HOUR POST FIGHT @ Riccardo Ruffolo

Vi vedremo sui palchi del Mi Ami e di Spring Attitude. Che show state preparando? Ci potete anticipare qualcosa? 
Non vediamo l'ora di tornare a suonare nei festival: stare di nuovo in mezzo alla gente e nel vivo della musica che riparte, sarà un’emozione fortissima. Per quanto riguarda la performance, possiamo anticipare che stiamo lavorando a un live molto compatto in cui esploriamo ancora di più la possibilità di espandere la nostra formazione. Ci piace l'idea di portare in ogni venue uno show unico, e la componente di improvvisazione è stata una variabile che ha accompagnato i nostri live fin dall’inizio – aggiungere nuovi strumentisti e featuring trasformerà completamente le nostre tracce da uno show all'altro. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare NON-BACKGROUND MUSIC? 
Prima di tutto a noi, per aver creduto in questo album e non aver mollato dopo il totale collasso che il covid ha portato. Siamo riusciti a non crollare anche grazie a tantissime persone che ci hanno supportato artisticamente e fisicamente in questo imprevedibile percorso. Questo disco è dedicato anche a loro, e a chiunque ascoltandolo si sentirà di voler essere parte di questa storia che abbiamo appena cominciato a raccontare.

SHIMZA - HIGHER

Shimza @ Press Office Courtesy

Come è nato Higher, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
La creazione di Higher è stata piuttosto interessante. Ho creato la parte strumentale e il mio team l'ha inviata a Nobuhle: lei l'ha adorata e ha registrato la voce, e infine me l'ha rispedita. Ho amato il vocal, ma la cosa divertente è che non ho mai incontrato Nobuhle di persona! Siamo però al lavoro per farla venire presto ad esibirsi insieme a me, ai miei concerti. 

Come descriveresti Higher EP, musicalmente parlando? 
Questo EP è la vera definizione di ciò che vogliamo fare musicalmente attraverso la nostra etichetta. Vogliamo raccontare la storia della nostra musica nel modo più autentico, e mostrare ciò che il Sudafrica sta vivendo in questo momento.

Shimza @ Press Office Courtesy

Julius Jooste

Quali sono i tuoi piani per il 2022?  
Stiamo spingendo per sempre più show: quindi continuiamo con i nostri piani per aumentare il mio successo in Sud Africa e nel mondo. Attraverso ciò, la nostra musica crescerà oltre i suoi attuali confini. Sono entusiasta di andare in tournée in Colombia, e di esibirmi per la prima volta a festival in Venezuela ed Egitto. Tante nuove realtà e venue sono interessate ad avermi come artista, ed è per me una grande gioia! Luoghi lontani come l'Indonesia, il Marocco, l'Albania e persino il Kosovo! Sono super emozionato per quello che mi riserva il futuro.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Higher EP? 
A tutti coloro che sognano di essere una persona migliore e di raggiungere quei sogni: bisogna puntare in alto! 

BALANCE PRESENTS HANNES BIEGER

Hannes Bieger @ Press Office Courtesy

Come è stato creato Balance Presents..., e cosa significa per te questa release per la tua traiettoria artistica? 
È il mio primo continuous mix da DJ in assoluto, dato che sono un artista da live, e di solito non faccio il DJ. Tutte le tracce sono nuove e inedite, alcune mie e altre di artisti che ho invitato a questo progetto. Sono davvero emozionato, dato che questo è un tipo di pubblicazione di un album che non ho mai fatto prima. 

Come descriveresti questa selezione, dal punto di vista musicale? 
Nel complesso questa è Melodic Techno, con un tocco Progressive. Il mio obiettivo è sempre quello di inserire melodie e canzoni nella musica dance: quindi non è solo uno strumento per DJ, ma un vero viaggio musicale. 

Balance Presents Hannes Bieger

Da Gui Boratto a Rodriguez Jr., c'è una vasta e variegata gamma di artisti nella compilation. Qual è il leitmotiv delle canzoni (e degli artisti) presenti nella release? 
Ci sono molte collaborazioni e anche brani di altri produttori, ma anche il materiale che non ho prodotto personalmente è stato selezionato da me per questa pubblicazione, quindi nel complesso mostra una buona parte del range musicale che amo. Ho anche eseguito personalmente i mixdown finali per tutte le tracce: quindi si può dire che l'intera qualità del suono e l'immagine sonora sono uno showcase del mio lavoro. Amo le melodie, l'emozione e anche un po' di dramma nella musica, e questo si vede chiaramente in questo progetto... E adoro davvero tutti gli artisti che sono stati coinvolti! 

Quali sono i tuoi piani per il 2022?  
Continuerò il mio tour dell'album con una serie di show emozionanti in tutto il mondo. Uno dei momenti salienti nel breve periodo, sarà uno show in Italia, a Stromboli all'inizio di luglio, sotto i crateri del vulcano attivo. Il pubblico potrà vedere le eruzioni vulcaniche durante il mio set, poiché Stromboli è sempre attivo!

HAYDEN JAMES & SIDEPIECE - LIGHTS GO DOWN

Hayden James @ Pat Stevenson

PATRICK STEVENSON

Lights Go Down è nel tuo album appena pubblicato, Lifted. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Lifted è stato scritto in lockdown, un periodo difficile per molte persone. Sono stato davvero fortunato, perché avevo appena finito un grande tour e avevo molte idee in fermento. È stato bello tornare in studio e tornare a casa: ho avuto anche un bambino, quindi passare del tempo a casa con la famiglia e a scrivere mi ha fatto sentire davvero bene. Penso che sia perché sapevo che un giorno saremmo usciti da questa situazione, e scrivere con quel pensiero in testa mi ha davvero aiutato. Ho immaginato che le persone si sentissero davvero positive mentre ascoltavano il progetto ed ecco come è nato Lifted. Ho scritto la prima canzone - la title-track - con un ragazzo che si chiama Tudor, e da lì sono stato ispirato a scrivere l'intero album. Tutte le tracce sono singoli in un certo senso, si reggono tutte da sole. Ma quando ascolti l'intero progetto, ha senso anche insieme, quindi ne sono davvero orgoglioso.

C'è una traccia di Lifted che ha una bella storia da raccontare? 
Una delle canzoni di cui sono super orgoglioso è On Your Own con Cassian ed Elderbrook. Ho scritto questo brano strumentale circa due anni fa e sapevo che aveva qualcosa di speciale. Il modo in cui mi ha fatto sentire, gli accordi: aveva una spinta davvero emotiva. Ci ho fatto cantare sopra un paio di persone e  ho provato alcune cose, ma non ero mai del tutto soddisfatto, quindi l'ho tenuta nell'hard disk. Poi l'ho inviato a Elderbrook di recente, circa sei mesi fa, e lui me l'ha rimandata con quella strofa e quel ritornello; e da lì ho capito che era una traccia speciale che doveva essere nell'album. Dopo di che l'ho inviato a Cassian, con cui ho scritto e prodotto per anni, ma non abbiamo mai pubblicato nulla insieme, e ha avuto un'idea davvero fantastica per un paio di linee di synth. Quindi abbiamo deciso che  era il momento di pubblicare qualcosa insieme. Anche Elderbrook è un buon amico: è la storia di tre grandi amici che registrano e producono qualcosa insieme che amano davvero. 

In Lights Go Down, collabori con i SIDEPIECE. Come è nato questo festuring? 
È una delle mie canzoni preferite di Lifted! È stata creata molto velocemente: probabilmente la canzone più rapida che ho scritto di quelle dell'album. Ho incontrato i ragazzi a Los Angeles alla fine dell'anno scorso. In realtà siamo stati bloccati fuori dallo studio per metà della sessione, perché siamo arrivati ​​troppo presto, quindi abbiamo finito per scrivere sui nostri laptop lì fuori. Era una bella giornata estiva: poi siamo entrati in studio, io e Dylan abbiamo cantato il ritornello, e Boo Seeka è alla voce. Ha preso forma tutto così rapidamente, e sapevamo di avere in mano qualcosa di speciale, perché ci sono volute solo tre ore. È una specie di riferimento a Just Friends, perché è molto estivo e con la base live, le tastiere e la chitarra. 

Hayden James @ Pat Stevenson

Patrick Stevenson

Puoi dirci di più sul fantastico video di Lights Go Down? 
Mi piace mantenere i miei videoclip davvero semplici, e puntare più sull'atmosfera che sulla trama. Se hai visto i video di Just Friends e Nowhere To Go, questo è simile, in quanto cattura l'essenza del disco. Questo videoclip è davvero speciale perché è stato girato su pellicola, quindi abbiamo dovuto farlo elaborare, e sembra crudo e naturale. Mostra Los Angeles al suo meglio durante il tramonto: è davvero un bel video. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Lifted ? 
Ho dedicato questo disco alla mia splendida moglie: non ci sarebbe senza di lei perché è sempre stata la mia musa ispiratrice. Mi aiuta a scrivere tutta la mia musica ed è una parte importante della mia vita in tutti i sensi: quindi è dedicata a lei e ai miei due bellissimi figli James e Matilda.

WHATEVER THE WEATHER - WHATEVER THE WEATHER 

Whatever The Weather @ Nova Nord

Come è stato creato Whatever The Weather e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'LP è stato creato durante la riflessione del mio ultimo album e ciò che significa per me è che posso avere più di un output e fare musica senza nulla di specifico in mente.

Come descriveresti l'LP, dal punto di vista musicale?
spacious, ambient, improvisation: senza una struttura reale.

C'è una traccia del disco che ha una bella storia da raccontare? 
6°C è stata un'idea che ho avuto da quando avevo circa 13 anni, era un riff che mi sono inventata e mi sono esercitata sulla tastiera a casa dopo la scuola. Ho sempre voluto usarlo in una canzone e questo progetto è stato il momento perfetto. 

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Quali sono i tuoi piani per il 2022? 
Solo musica, suonare spettacoli e cercare di riposare. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Whatever The Weather? 
Al mio io più giovane.

PROTOPAPA, HEY CABRERA FT. EMMANUELLE - ÇA VA? JE T'AIME!

PROTOPAPA @ Ilenia Tesoro

Com'è nata Ça Va? Je T'Aime!, e cosa rappresenta per te questa traccia? 
È nata dall’incontro tra me e Hey Cabrera!, un amore a prima vista, a ritmo italo-disco. Un mio testo e un suo beat, e quella melodia che non ti si toglie più dalla testa. Ho iniziato a scrivere il testo su una cantilena che avevo in mente da un po’, iniziando a giocare con le parole è venuto tutto fuori quasi di getto. La ciliegina sulla torta l’ha messa Hey Cabrera! scrivendo il ritornello in francese, oltre ad aver prodotto la musica.

Musicalmente parlando, come descriveresti Ça Va? Je T'Aime!? 
Estate ’85. Un Manhattan in mano sul lungomare di Rimini e nell’aria profumo di olio abbronzante. C’è un chiaro rimando al pop italiano da classifica degli anni ottanta: spensierato, caleidoscopico e ricco di ingenua sensualità. Il tutto riletto con suoni più rotondi e “grossi” che lo ancorano saldamente al contemporaneo. 

Ci racconti qualcosa in più sul bel video di Ikka Mirabelli?
Il brano era pronto da un po’ e ho iniziato, timidamente, a farlo ascoltare agli amici più stretti, tra questi c’era Gilberto Genco, stylist ma anche direttore di Masseria Wave, una masseria "urban" in Salento, per la quale lavoro come direttore creativo. Abbiamo iniziato a fantasticare sulle immagini che ci venivano in mente ascoltando in loop il pezzo, tra i fumi di una sera di tarda primavera in masseria da lui. A fine serata avevamo il concept folle del video, una telenovela sudamericana dai risvolti tragicomici. Poco più di un mese dopo abbiamo fatto volare tutt* in Salento per girare il video, proprio lì dov’era stato concepito. Chiunque fosse nei paraggi è venuto a darci una mano… Chi confezionava aspic alla frutta e chi imparava a fare i cigni con gli asciugamani, fino al favoloso cameo della signora Rosella, la proprietaria della villa nel video. Abbiamo riso, corso contro il tempo, sudato e il risultato è stato migliore di come lo avessimo immaginato. Ikka Mirabelli è riuscita a realizzare un sogno. 

Ça Va? Je T'Aime! @ Federico Salis

In Ça Va? Je T'Aime! collabori con la nostra amica Emmanuelle. Come è nato questo featuring?
Io e Emmanuelle ci siamo conosciuti mettendo dischi insieme a Populous a un party in Puglia qualche anno fa e ci siamo capite da subito. Poi siamo diventate vicine di casa e, tra un bicchiere di vino bianco e delle ottime kale chips fatte da lei, le ho fatto ascoltare il pezzo e ha subito detto: “Voglio cantare io il ritornello!”, con quel suo adorabile accento americano e brasiliano. Per me è un’icona della musica disco contemporanea, la sua presenza nel pezzo ha elevato tutto a qualcosa di più grande. Ci siamo divertiti come due bambine, sia in studio che sul set del video. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Ça Va? Je T'Aime? 
A chiunque abbia paura di innamorarsi. Buttatevi, innamoratevi anche solo dopo un semplice “Come stai?”, magari durerà il tempo di un infinito “Ti amo”.

HANA VU - PARKING LOT 

Hana Vu @ Jing Feng

Photographer:Gregory L. Young

Come è nato l'EP Parking Lot, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
Il progetto è essenzialmente composto da due canzoni che sono state tagliate dal mio precedente LP Public Storage, e da tre registrazioni dal vivo di canzoni da quell'LP. Penso che con questo EP in uscita chiuda il capitolo, almeno per me, alla realizzazione e all'uscita del disco Public Storage. È ora di guardare avanti. Non necessariamente per lasciarmi alle spalle, ma forse solo per passare da quel mondo a provare a crearne uno nuovo.

Come descriveresti l'EP, dal punto di vista musicale?
Come l'LP, è molto eclettico. Parking Lot è una specie di new wave con sonorità shoegaze, mentre Mr Lonely ha una trama morbida e dreamy. Insieme all'elemento live, ci sono alcuni tappeti sonori diversi che ho cercato di esplorare durante la registrazione.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
La title-track in qualche modo trae influenza da una retrospettiva sulla mia adolescenza: ascoltando molta musica indie-rock guidata dalla chitarra, suonando spettacoli nei parcheggi e nei cortili. Quel tipo di sound era davvero grande nella scena diy quando ero piccola. Immagino che stessi riflettendo su come la mia prospettiva sia cambiata da allora, per ciò che concerne la musica, le performance, e l'esistenza, e come la veda ora diversamente. 

Hana Vu @ Jing Feng

Photographer:Gregory L. Young

Quali sono i tuoi piani per il 2022? 
Quest'anno voglio concentrarmi di più sulla scrittura: inoltre, ho alcuni show in programma ad agosto, a supporto di Courtney Barnett. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Parking Lot? 
Dedico questo EP alla mia band senza la quale non potrei suonare dal vivo!

VV - AMI PENSI SOGNI SENTI

VV @ Riccardo Lancia 

RICCARDO LANCIA

Come è nato Ami Pensi Sogni Senti, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? Ami Pensi Sogni Senti è nato da un percorso: mi sentivo pronta a tirare fuori la mia visione anche musicale. Ho prodotto i brani gomito a gomito con Federico Nardelli mentre in passato non me ne occupavo direttamente. Il risultato è quindi nelle melodie e nei testi, ma a questo giro, anche nel sound. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Un’esplosione di colori e vitalità che si esprime attraverso suoni elettronici miscelati a quelli analogici.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Felicità è la canzone alla quale ho lavorato più a lungo nella mia vita. È una sorta di breve opera pop, ci ho messo mesi a scriverla, forse per la tematica che affronta - il rapporto complicato con la felicità - non ero mai contenta e, mentre la scrivevo, mi rendevo conto che non bastava la semplice forma canzone pop: c’era bisogno di più spazio e di dare un ruolo da protagonista anche alle parti strumentali delle transizioni. È un vero e proprio viaggio. 

VV @ Riccardo Lancia 

RICCARDO LANCIA

Tra poco, ti vedremo al Concerto del 1° maggio. Puoi anticiparci qualcosa del tuo live? Cosa significa per te calcare un palco così importante? 
Canterò Antidoto, una canzone dell’album alla quale sono particolarmente legata, è l’unica canzone dedicata esplicitamente all’amore. Portare quel messaggio positivo sul palco del Primo Maggio è un sogno che si realizza: c’è bisogno di festeggiare una giornata così importante, perché no, anche con un po’ di leggerezza.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Ami Pensi Sogni Senti? 
Non è dedicato a qualcuno in particolare, il suo bello è che è di tutti quelli che lo ascolteranno, le mie domande le mie riflessioni sono credo quelle di tante persone: mi chiedo cosa mi piace, chi voglio essere e se davvero sto andando nella direzione giusta.

ARI HICKS - SUCKER

Ari Hicks @ Nicole Davis

Come è nato Sucker, e cosa significa per te questa traccia? 
Sucker è una storia abbastanza divertente. Hai presente quando ti ritrovi nella stessa situazione più e più volte? In particolare quando ribadisci ciò che vuoi, e indipendentemente da ciò che stai dicendo di volere, non vieni mai ascoltato veramente. Non so dirti quante volte ho affermato che non mi interessa avere un ragazzo o qualcosa di serio, e un ragazzo lo prende come un invito a una sfida, pensando che sarà in grado di farmi cambiare idea. Sucker è stato progettato per essere una voce divertente ma di supporto per le mie colleghe, che sono stanche di non essere ascoltate e rispettate per i loro desideri e bisogni. Inoltre, è un promemoria non troppo implicito per quegli uomini là fuori: non hai sempre il potere che pensi di avere. Girls just wanna have fun at the end of the day!

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando?
La traccia ha sicuramente un'energia dark, sensuale ma divertente che amo. È un giocoso bop progettato per aiutarti ad attingere a quel lato più selvaggio di te stesso: ti porta ad inseguire ciò che sai di volere e a non vergognarti di essere quella che sei: purché rispetti gli altri ovviamente. Sucker è sicuramente speciale perché segna l'inizio di una nuova era della musica per me, sia dal punto di vista sonoro che come artista in generale. Finalmente mi sento come se avessi raggiunto esattamente dove Ari Hicks e la sua musica dovrebbero stare. 

Qual è la storia della traccia? 
Sucker è stato creato per essere un inno per la donna moderna sicura di sé. Troppo spesso ci imbattiamo nello stereotipo che dovremmo essere disapprovate, solo per volere ciò che vogliamo. Agli uomini è sempre stato permesso di essere promiscui, mentre il primo segno di ciò in una donna si traduce in slut shaming. Perché qualcosa di semplice come una donna che vuole passare una notte divertente con chi vuol,e dovrebbe essere considerato qualcosa di sbagliato: è una cosa che non ho mai capito. Questa traccia è un divertente promemoria del fatto che è semplice come una donna che dice: "Ti voglio per stasera, e se pensi che sia qualcos'altro, you're a sucker!

Ari Hicks @ Nicole Davis

Puoi parlarci dei tuoi piani per il 2022? 
Sono davvero emozionata dalla quantità di musica che ho in arrivo quest'anno. Il 2022 sarà pieno di molte pubblicazioni e contenuti sorprendenti. Per non parlare di una serie di show nei prossimi due mesi. Per il resto, non posso ancora svelare molto, ma preparati perché quest'anno ti aspetta una sorpresa. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Sucker? 
Sucker è dedicato a due tipi di persone. A quelle donne come me, che sono stanche di dover fare i conti con il dover sentirsi in colpa per voler esprimere i propri bisogni sessuali indipendentemente dal fatto che siano casuali. Questa canzone è per te. Non aver paura di inseguire quello che vuoi e chiunque cerchi di farti vergognare per questo, è un vero SUCKER. Il secondo gruppo di persone a cui ho dedicato anche questo sono i Sucker là fuori, gli uomini che ignorano i desideri di una donna perché non si allineano con le loro opinioni o bisogni egoistici. E anche a chiunque, uomo o donna, aiuti a sostenere questo tipo di ideologia. Questa canzone ricorda di non prendere tutto così sul serio. Attingi a quella femminilità oscura, lasciati andare e divertiti!

Come è nato Fantasmi, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico?
Fantasmi ha preso forma circa 6 mesi fa, quando sono entrata in Lost Generation Records. Avevo tante canzoni inedite e non sapevo dove andare. È Stato proprio Matteo (LGR) a dirmi :“Ma qui ci sono almeno due dischi da pubblicare!” E così... ne stiamo pubblicando uno! Penso che questo aneddoto parli da sé: infatti questo disco per me rappresenta un punto a capo, un piccolo traguardo raggiunto e una spinta incredibile ad andare avanti.

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando?
Elettronico, sospeso, dolce e acido, attuale e retrò, a modo suo psichedelico. Penso racchiuda uno scorcio sul mio mondo sonoro che io vedo ricco di contrasti.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
L'ultimo brano si chiama Ninna Nanna: è una canzone che ho scritto dopo che un’amica mi raccontò di una violenza subita da parte dell’ex fidanzato. Nel mio piccolissimo ho provato cullare il suo dolore. Non è una “bella” storia ma mi è molto cara.

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione dell'album?
Solitamente sono molto solitaria nel processo di creazione delle mie canzoni, in questo album però ci sono delle eccezioni: ho scritto tre brani dell’album con Marcello, un mio caro amico d’infanzia, che ha un modo di scrivere molto diverso dal mio e penso che per questo motivo i nostri stili insieme funzionino bene. E poi c’è Michele, il mio ragazzo, che è un “tuttofare della musica”: in questo album suona il basso, la chitarra e canta dei cori, è stato anche fondamentale consigliere nonché “orecchio esterno” nella fase di mix.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Fantasmi?
Ogni canzone dell’album è dedicata o “rivolta” a qualcuno in particolare che fa (o ha fatto) parte della mia vita. Lo dedico a loro in primis e in secondo luogo a me stessa, perché penso che questo album abbia un filone narrativo e parli di un mio percorso di crescita personale e intimo. Oltre ad essere, come dicevo all’inizio, un piccolo traguardo.

NAO YOSHIOKA - TOKYO2020

Nao Yoshioka  @ Takanobu Watanabe

Com’è nato il brano Tokyo2020, e cosa significa per te questo brano? 
Nel 2020 sarei dovuto essere negli Stati Uniti, ma per colpa della pandemia sono rimasta bloccata a Tokyo. Ho visto frantumarsi tutte le mie speranze e i miei piani e, come se non bastasse, ho avuto un problema alla gola che mi ha reso impossibile cantare. E' stato un periodo davvero complicato, esacerbato dagli eventi in tutto il mondo. Ho però deciso di sublimare questi sentimenti in musica e ho scritto questa canzone. Per prima cosa ho scritto il testo per poi confrontarmi con il mio produttore storico, Naoki Yamanouchi, su quale potesse essere il sound che potesse accompagnare meglio il tema. Naoki ed io abbiamo parlato di arrangiamenti e orchestrazione, poi abbiamo contattato il mio compagno di band e compositore americano Corey Bernhard che al momento si trovava a Philadelphia. Corey mi ha mandato qualche bozza con delle vibre davvero forti, abbiamo selezionato una base e poi abbiamo registrato delle demo nel mio studio casalingo. Per completare il brano, Corey ha successivamente aggiunto dei dettagli dal suo studio di Philly. Ho chiesto al mio carissimo amico Khari Mateen, con cui avevo già collaborato in passato, di aggiungere qualcosa di suo nel testo. Ho deciso di coinvolgere Corey e Khari in questo progetto perché sentivo la necessità di lavorare con persone con cui potessi condividere emozioni veritiere ed oneste; Tokyo 2020 è una canzone molto personale e ho la fortuna di avere un forte rapporto di amicizia con questi due artisti. 

Come descriveresti il brano da un punto di vista musicale? 
In un certo senso questo brano trasmette sentimenti nostalgici. ha un’atmosfera soul anni '70, ma ha in sé anche un tocco di R&B degli anni 2000. Usando archi e sitar, siamo stati in grado di creare un suono nostalgico, effimero e dolce. Inizia con un ritornello morbido e la mia voce diventa progressivamente più ricca e tesa verso l'outro. Ma come dicevo prima, questa canzone è la mia preghiera, quindi ho voluto anche esprimere la fragilità attraverso la mia voce. Sul finale del brano ho voluto usare l’effetto “reverse” perché mi piaceva l’idea di lasciare l’ascoltatore con un sentimento di speranza. La sensazione generale che volevo ottenere era quella di un'atmosfera classica ma anche di un suono contemporaneo, quindi abbiamo chiamato in studio Ben Kane da New York, collaboratore di artisti come D'Angelo e H.E.R., che ci ha aiutato a centrare questo obiettivo. 

Qual è la storia di Tokyo 2020? 
Il mio album precedente, Undeniable, è stato pubblicato alla fine del 2019 mentre vivevo ancora a New York. Dopo l'uscita, la reazione all'album è stata fantastica e ha davvero dato una spinta importante alla mia carriera da artista. La mia vita andava a gonfie vele. Poco prima che New York entrasse in lockdown, ho deciso di tornare a casa in Giappone, a Tokyo, per vedere come si sarebbero sviluppate le cose, poi la pandemia è iniziata sul serio. Come tanti altri artisti di tutto il mondo, tutte le mie performance e apparizioni pubbliche sono state annullate, e poi è subentrato anche il problema alla gola…è stato difficile sopportare questa situazione. Come suggerisce il titolo, ho trascorso il 2020 a Tokyo assistendo alla divisione e alla disperazione che la pandemia stava causando in tutto il mondo. So di non essere stata l’unica a sentirsi così e scrivere e registrare musica è ciò che ho potuto fare come artista per aiutare gli altri. La realtà è spesso dolorosa, non potevo accettare il fatto di non poter vedere il mondo come un posto meraviglioso in quel momento e ho cercato di esprimere le mie sensazioni attraverso questa canzone. 

Nao Yoshioka @ Takanobu Watanabe

Quali sono i tuoi piani per il 2022? 
Sto già scrivendo e producendo nuova musica e ho intenzione di fare molto di più nel corso dell'anno. C’è appena stato il release party di Tokyo 2020 proprio a Tokyo, e mi piacerebbe potermi esibire all’estero in un futuro non troppo lontano. Di recente molte persone hanno scoperto la mia musica tramite YouTube e, invece di esibirmi di fronte a un pubblico dal vivo, ho deciso di caricare frammenti delle mie esibizioni dal vivo online. 

C’è qualcuno in particolare a cui vorresti dedicare Tokyo 2020? 
Penso che sia importante dedicarla a qualsiasi persona che dubiti o abbia difficoltà a ricordare quanto sia meraviglioso il nostro mondo. Durante la pandemia mi sono resa conto anche di quanto il mondo possa essere pieno di falsità. C'è così tanto conflitto e le notizie sono piene di negatività. La negatività è molto forte e spesso fa perdere la speranza alle persone portandole a compiere scelte sbagliate. Tuttavia, tra i lati positivi, c’è il fatto che la pandemia abbia rafforzato alcuni valori. Per quanto mi riguarda, ho voluto incoraggiare il supporto reciproco, imparando anche a riconoscere le differenze fra me e gli altri. Il mondo è meraviglioso e spero che usciremo da questi tempi strani e difficili con più speranze e valori positivi, proprio come io stessa sono stata in grado di superare i miei pensieri negativi scrivendo questa bellissima canzone.

ANNA BASSY - MONSTERS

Anna Bassy @ Noemi Trazzi

Come è nata Monsters e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Monsters nasce da un sogno, un incubo a dire il vero. Il turbamento che mi ha lasciato, mi ha spinta a scrivere. E poi mentre scrivevo, sono finite nel brano altre sensazioni: incertezza, inadeguatezza e quella paura che non sai da dove viene, ma che senti forte dentro di te. E allo stesso tempo la voglia di scrollarsi di dosso questa sensazione di paura. È il brano che dà il nome al mio EP di debutto, la traccia di apertura e la considero in un certo senso, la fotografia di chi sono in questo momento, di ciò che voglio dire e come lo voglio dire. 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
Nasce da un arrangiamento vocale. Nella parte iniziale del brano si sente proprio il primo provino della traccia, registrato in casa, di getto. Elementi acustici si intrecciano a sonorità elettroniche, le voci, sia come elemento corale che come inserto puramente sonoro, sono parte essenziale della composizione. Abbiamo inserito inoltre suoni e rumori campionati, che ho registrato nel mio ambiente quotidiano, a sostegno della ritmica. È stato un approccio davvero stimolante e divertente, che ho svolto in particolare con il produttore Duck Chagall, oltre che gli altri musicisti del progetto: Pietro Girardi, Pietro Pizzoli, Andrea Montagner. 

Anna Bassy @ Noemi Trazzi

Ci racconti qualcosa in più sul bel video di Monsters?
Era da tempo che volevo collaborare con Noemi Trazzi, la regista. Le ho raccontato cosa stava dietro questa traccia e lei ha tradotto tutto in una visione, in suggestioni che amplificano il concetto del brano. Lavorare con lei, indossare le creazioni di Tiny Objects Here, stare sul set con le danzatrici e il resto del team, è stato sorprendente, anche terapeutico devo dire, si è creata una sinergia inaspettata.

Quali sono i tuoi piani per il 2022? 
Per il 2022 abbiamo in programma di fare uscire un ulteriore EP, e sto scrivendo nuovi brani per un futuro album. Ci saranno alcuni concerti quest’estate, ma in particolare concentreremo l’attività live da settembre in poi. In particolare, suoneremo al Reeperbahn Festival di Amburgo a settembre, tramite Keychange, programma internazionale che lavora per raggiungere l’uguaglianza di genere nell’industria musicale. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Monsters? 
Un po’ serve a me, è il mio modo per provare a capire e dare un ordine, affrontare ciò che provo. E poi la dedico a chi si sente bloccato/a dalla paura, in solitudine di fronte ai propri mostri, a chi vorrebbe chiedere aiuto ma non riesce a farlo.

SATORI - DREAMIN' COLOURS

Satori - Dreamin' Colours 

Come è nato Dreamin' Colours, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Dreamin' Colours è stato creato nel mezzo della pandemia, quando praticamente il mondo era in isolamento. Non potevo stare con la mia fidanzata: lei era a New York, e non volevo sedermi a casa, sentirmi triste e scrivere musica. Quindi, in qualche modo, sono riuscito a viaggiare e volare. Ho fatto molte sessioni con musicisti che ho incontrato durante i miei viaggi, e le registrazioni più creative della mia carriera sono avvenute in quelle sessioni. Questo album parla della connessione tra loro nel modo più umano possibile. Non su zoom, non su qualche live streaming, ma semplicemente stare insieme in una stanza e ispirarsi a vicenda per fare qualcosa di grande.

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
Per me questo progetto sembra una via di mezzo tra la musica tradizionale, la musica elettronica e la musica dei cantautori. Questa è la sintesi che stavo cercando di trovare. Musica tradizionale nel senso di ispirazione da scale o ritmi musicali tradizionali; musica per cantautori nel senso di esprimere ciò che sento; e musica elettronica, nel senso di sonorità moderne, e ingredienti elettronici consistenti. Lalai è un buon esempio. Inizia con l'opera tradizionale iraniana e termina con questo pesante arpeggio elettronico. 

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare? 
Questa è una domanda molto difficile perché tutte le canzoni sono nate dall'incontro con i musicisti, e dalla scrittura di musica insieme. Mi è piaciuto molto il modo in cui Moj Dilbre ha preso vita. Moj Dilbre è un classico balcanico, quindi sono andato a Belgrado con l'intenzione di andare in un negozio di dischi e trovare una vecchia versione sconosciuta, provarla e crearne una riedizione elettronica. La sera prima di cenare, dal nulla questo musicista di strada è venuto al mio tavolo e ha iniziato a cantare quella canzone in una versione che non avevo mai sentito prima. Era la versione migliore di sempre. Quindi subito ho chiesto il suo numero, ho prenotato uno studio il giorno dopo: l'abbiamo registrato mentre cantava e ho composto la canzone come la si può sentire nel mio album. È stata una coincidenza così magica che questo musicista di strada abbia cantato questa canzone al mio tavolo. Voglio dire, quali erano le probabilità? 

Satori @ Bastiaan Woudt 

© Bastiaan Woudt

Per questo album, con chi (e come) hai collaborato? 
Ci sono state molte collaborazioni! La cantante lirica iraniana Ariana, il musicista di strada di Belgrado Stefan. Ma anche il mio nuovo duo preferito, chiamato Ora Dea: ho avuto l'onore di collaborare con loro per il brano Condor. Poi c'è il mio caro amico e membro della mia band Hugo Oak, per il redux di Lonely Boy. El Mundo, con cui lavoro da anni: la canzone Troublemaker che abbiamo fatto insieme è una delle canzoni da dancefloor in quattro quarti dell'album. E poi i My Baby, grande band olandese per Gin Song. Ho chiesto alla mia fidanzata Karina di cantare alcuni vocals per questa canzone, ma stava cantando così bene che abbiamo deciso di trasformare questa traccia in un duetto. L'album è pieno di tutti questi momenti inaspettati.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Dreamin' Colours? 
Questo album non sarebbe stato possibile senza l'amore, il supporto e l'ispirazione della mia fidanzata Karina. Tante canzoni parlano di lei. Colorful Dream parla del nostro primo ballo. Lonely Boy parla di me, e di come mi sono sentito letteralmente solo senza di lei, quando non potevamo stare insieme a causa delle restrizioni. Quindi è stato davvero speciale essere finalmente insieme in studio a Ibiza e cantare Yellow Blue Bus in duetto. E, naturalmente, a Henry Sarmiento, che è il co-produttore di questo album ed è diventato davvero il mio mentore, nonché partner in crime in studio durante l'intera creazione di questo album.

GIULIA TESS - DIVERSO (AGAIN)

Giulia Tess @ Ella Mitchell

Com'è nata Diverso (Again), e cosa rappresenta per te questa traccia? 
Diverso (Again) è nata intorno ad Ottobre/Novembre 2021 da delle situazioni accadutemi in quel periodo. Il processo di scrittura di questo brano è riuscito ad essere veloce e lento allo stesso tempo. Ho scritto di getto la melodia principale, gli elementi di apertura del brano, la batteria, e infine mi sono presa del tempo nel cercare il suono che unisse tutto, in questo caso il synth distorto che entra nei drops. Per me che l’ho scritta, questa traccia rappresenta la ripetizione. Patterns di vita, discorsi, tragitti, situazioni, eventi che si ripetono sempre. Ho cercato di riflettere questo tramite la melodia principale che va su e giù di ottave ripetendo le stesse note, gli elementi percussivi e la voce. 

Musicalmente parlando, come descriveresti Diverso (Again)? 
A livello musicale è sicuramente un pezzo che fonde più generi. Non riesco a dargli una descrizione precisa, se penso che contiene elementi glitch, techno e melodici mescolati insieme. Direi che è sicuramente un brano introspettivo, ma per il dancefloor. 

Giulia Tess @ Ella Mitchell

Diverso (Again) fa parte del vol.2 di BS Radio. Ci racconti di questo progetto degli amici di Burro Studio? 
Descriverò il progetto citando le stesse parole di Riccardo Bonetti, co-fondatore di Burro Studio Radio, quando ci siamo sentiti la prima volta riguardo alla compilation: "..with BS Radio we want to create a musical project that goes hand in hand with what we do already as Burro Studio, constantly searching for fresh design and good vibes”. Sono entrata in contatto con i ragazzi di Burro Studio tramite l’internet. Nello specifico tramite il caro Alessandro Volantis, che ha curato per intero la compilation insieme ad Acidgigi. BS Radio vol. 02 è una raccolta di tracce per le persone che esperiscono il dancefloor in maniera aperta, e che vogliono sognare mentre ballano. Non si focalizza su un genere musicale ma piuttosto sulle sensazioni che questi pezzi possono suscitarti. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Diverso (Again)? 
Dedico il brano a chi lo ascolta e vuole farlo suo, a tutte le persone che hanno fatto parte e lavorato alla compilation e alle situazioni che mi hanno ispirata nel scriverlo. 

SALLY C - BIG SALDO'S CHUNKERS 002

Sally C @ Natalie Jurrjens

Come è stato creato BSC002 e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
È stato creato nel mio studio a Berlino, con il software Ableton, durante il periodo di lockdown. Questo è il secondo disco che ho pubblicato per la mia etichetta, Big Saldo's Chunkers. È molto speciale per me aver pubblicato la mia musica per la mia label: è stato importante che la prima musica che ho pubblicato nel mondo fosse la mia, quindi essere in grado di creare una piattaforma per consentirlo è stato un sogno. L'etichetta sta crescendo e ho davvero trovato il mio sound. Pubblicare la musica in questo modo mi ha dato un'enorme fiducia come produttore.

Come descriveresti questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
Il nuovo disco è il seguito del mio EP di debutto, che è stato pubblicato nel 2020. L'etichetta ha molto concetto semplice: straight up chunkers. Musica pronta per il club, funzionale alla pista da ballo. Le tracce di questo EP incarnano tutto ciò che è un chunker: forti drums rullanti, linee di basso potenti e vocals da warehouse. 

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare? 
Ho scritto l'EP durante i tempi bui della pandemia. Give It To Me è stata la prima traccia che sono stata in grado di fare da quando ho praticamente perso il lavoro. La pandemia ha portato via così tanto a moltissime persone: è stata un'emozione difficile da elaborare e accettare. Quando ho scritto questa traccia, era tornato il concetto di dancefloor, ed ero felicissima di potermi esprimere di nuovo in modo creativo. 

Sally C @ Natalie Jurrjens

Work In Process

Una parte dei proventi dell'EP andrà a Bridges Over Berlin e a K41 Club Community. Puoi parlarci del lavoro che fanno e della storia che ti ha ispirato a questa iniziativa? 
∄ è il club di Kiev che tanti DJ tengono a cuore, me compresa. Il team dietro questo fantastico club ha costruito e coltivato questo spazio per molto tempo, ed è stato un vero piacere suonare qui ogni volta, è stato il migliore della scena. Tutto è cambiato per il club e il suo team quando la Russia ha invaso l'Ucraina a febbraio. Questo fondo è destinato a sostenere il team, le cui vite sono in pericolo, oltre a fornire il trasporto fuori dall'Ucraina, l'organizzazione di rifugi, alloggi, lavoro e aiuto psicologico. Bridges Over Borders è un'iniziativa con sede a Berlino che mira a dare un aiuto urgente per sostenere gli individui BIPoC, LGBTQIA+ e altri emarginati in fuga dall'Ucraina. È una piccola realtà guidata dalla comunità, che sta facendo qualcosa di enorme per le persone che arrivano a Berlino, aiutandole a sistemarsi, registrandole nel sistema tedesco, trovando un alloggio, fornendo sicurezza alle persone che hanno dovuto abbandonare le loro case. È il minimo che posso fare per supportare queste due cause a cui sono connessa. L'esercito russo uccide ogni giorno persone in Ucraina, commette atroci crimini di guerra, distrugge completamente città e le persone stanno perdendo tutto. Posso solo esortare le persone a fare lo stesso e a donare a queste cause, durante questo periodo di crisi senza precedenti. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare BSC002?
 Vorrei dedicare questo disco a K-Hand, leggenda di Detroit, innovatrice e pioniera della scena musicale elettronica, che purtroppo è venuta a mancare l'anno scorso. La sua musica mi ha ispirato davvero tanto e continuerà a farlo: le sue produzioni hanno una semplicità che amo, ogni disco che ha fatto era piro fuoco. Mi motiva a lottare per la semplicità e l'eccellenza nelle mie produzioni: era un mio sogno consegnarle uno dei miei dischi un giorno, quindi questo è per lei! RIP Kelli K-Hand.

VITALIC - BOOMER OK

Vitalic  

Yann Rabanier

Boomer Ok fa parte del tuo ultimo album, DISSIDÆNCE. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ho iniziato a produrre l'album durante il secondo lockdown in Francia, quando la città era morta e deserta. Questo album è anche il disco che corrisponde al 20° anniversario del mio progetto Vitalic: quindi è una sorta di manifesto della mia musica. Su cosa era, e cosa sarà. 

Come descriveresti DISSIDÆNCE, dal punto di vista musicale? 
L'album parla della frustrazione dei nostri tempi, il ruolo delle tecnologie e del ballare come dichiarazione politica. È buio e torbido, ma c'è ancora spazio per la bellezza. 

Qual è la storia della traccia? 
OK Boomer non è un insulto, ma è un modo per dire ai tuoi genitori che sono out, come una volta me l'ha detto mio figlio. In tutta risposta, gli ho detto che stavo davvero bene. Essere un quarantenne è cool, e mi godo la vita! 

Vitalic  

Yann Rabanier

Puoi dirci di più sul fantastico video di Boomer OK?
Volevo dare spazio alle persone anziane, per mostrare che hanno uno spazio nella nostra società e che hanno molta resistenza. Per certi versi, alimentano la nostra generazione. Gli attori nel video erano entusiasti di far parte del progetto, e si sono divertiti moltissimo. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare DISSIDÆNCE? 
Dedico l'LP a coloro che attraversano momenti difficili e hanno bisogno di riconnettersi alla bellezza e celebrare la vita.

STELLAN VELOCE - COMPLESSO SPETTRO

Stellan Veloce @ Silvia Maggi

Come è nato Complesso Spettro cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? Complesso Spettro è un progetto nato dal desiderio di integrare due mondi musicali in cui mi muovo abitualmente: la musica contemporanea e il pop "sperimentale". Quindi, per esempio, dare la stessa importanza alla ricerca timbrica altrettanto quanto alla creazione di un "groove" comune. Per questo ho invitato a unirsi al gruppo musicisti che a loro volta sono a loro agio con entrambi questi linguaggi musicali. Fare questo disco mi è servito a focalizzare sugli elementi musicali essenziali per me e a lasciare da parte il resto. 

Come descriveresti Complesso Spettro, musicalmente parlando? 
Descrivere la propria musica è un esercizio imprescindibile, ma straziante. Diciamo che in varie conversazioni gli aggettivi utilizzati sono stati shoegaze strumentale, magari in maniera giocosa, oppure psichedelia pastorale, noise rock, free jazz, c'è chi ha addirittura detto romanticismo.... - 

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Complesso Spettro? 
I musicisti e le musiciste che hanno suonato nel disco sono una "band dei sogni" tra Berlino, Los Angeles e l'Italia: Andreas Dzialocha, Julia Reidy, Marta Tiesenga, Earl Harvin, Jesse Quebbeman-Turley, Elena Kakaliagou, Carlo Spiga aka Makika, Pierpaolo Lorenzo e Bridget Ferrill. Il mixaggio è opera di Robbie Moore. L'artwork è opera dell'artista e fumettista Ale Rodriguez. Il mastering è stato fatto a Bonn da Stephan Mathieu. L'etichetta berlinese Hyperdelia ha fatto sì che questo lavoro diventasse un vinile. 

Stellan Veloce - Complesso Spettro

Ci puoi raccontare qual è stato il processo di lavoro che ha portato alla versione finale del progetto? 
La maggior parte del materiale è stato registrato a Berlino in una sessione nello studio di Robbie Moore con Andreas Dzialocha, Julia Reidy e Earl Harvin oltre a me. Bridget Ferrill ha poi processato e distorto diverse registrazioni e creato un'altra voce elettronica. Il lavoro di composizione è avvenuto sia prima per preparare le sessioni e dare delle istruzioni ai*alle musicisti*e, ma molto anche dopo in diverse fasi di editing e overdub con Marta Tiesenga, Jesse Quebbeman-Turley, Elena Kakaliagou, Carlo Spiga e Pierpaolo Lorenzo, durate circa un anno. Questo lavoro è anche il frutto del supporto e dell'amicizia con i*le musicisti*e coinvolti*e, per esempio Andreas che è sia nella band che metà di Hyperdelia, Jesse che si è preso la briga di registrare la sua batteria su delle tracce complicatissime e senza metronomo, Marta che ha costruito con me le parti di sassofono su skype attraverso diversi fusi orari, Pierpaolo, che è stato fondamentale per scovare i materiali piu' interessanti di ore e ore di registrazioni. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Complesso Spettro? 
Per tutti i motivi elencati sopra direi che Complesso Spettro è dedicato a tutte le persone che ci hanno lavorato con me.

POPPY AJUDHA - THE POWER IN US

Poppy Ajudha - THE POWER IN US

Come è nato THE POWER IN US, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Il mio album è nato con migliaia di ore di scrittura, nella mia camera da letto o in studio: con tanti occhi e orecchie, e grazie alla collaborazione con persone di talento. È il mio lavoro più importante: è il mio album d'esordio! Si tratta della prima cosa che posso offrire al mondo: significa tanto per me, ed è un indicatore molto significativo per la mia crescita come artista e come persona. So che riguarderò sempre a THE POWER IN US e penserò: "è qui che tutto è cominciato, questo è stato il vero inizio di tutto" 

Come descriveresti questo nuovo LP, dal punto di vista musicale? 
Odio descriverlo, mi sembra impossibile: non voglio che venga messo in una scatola. Sono ispirata da troppi stili musicali e artistici diversi per aver realizzato qualcosa che suona in un modo solo. È come lo senti! Qualunque cosa significhi per te, è tua. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Ogni canzone dell'album è venuta da conversazioni, esperienze o dai miei commenti su temi internazionali. PLAYGOD è la mia preferita: perché invita davvero le donne, gli uomini e le persone non binarie a fare cambiamenti per il nostro futuro come collettivo.  L'ho scritta pensando al tabù dell'aborto, quando lo stato dell'Alabama ha tentato di imporre un divieto di aborto ai suoi abitanti: è stata una decisione retrograda e violenta, contro la quale non abbiamo altra scelta se non protestare. Non è una bella storia da raccontare, ma è sicuramente importante. 

Poppy Ajudha @ Olivia Rose

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione di THE POWER IN US? 
In questo progetto ho collaborato con davvero tante persone incredibili. I produttori : Joel Compass, Wynn Bennett, Karma Kid, Itai, Wesley Singerman e Taylor Dexter. Gli strumentisti includono Nubya Garcia, Tom Ford e un favoloso quartetto chiamato Amika Strings.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare THE POWER IN US? 
Spero che possa significare qualcosa per tutti, ovunque si trovino nel mondo. Ma soprattutto ai giovani che cercano di cambiare questa merda, e non si attengono allo status quo! Rendiamo il mondo quello che è, e questo vale per ogni generazione, prima e dopo la mia: il mondo sarebbe perso senza di noi.

KATE BOLLINGER - LOOK AT IT IN THE LIGHT

Kate Bollinger @ Audrey Steimer  

Come è nato Look at it in the Light, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ogni canzone di questo progetto ha avuto un processo diverso, ma Look at it in the Light è il mio EP più collaborativo fino ad ora. Ho scritto alcune delle canzoni da sola, e poi le ho portate alla mia band. Altri brani sono stati scritti con Chris Lewis, che suona la chitarra nel mio gruppo; e con John Trainum, che ha prodotto e mixato questo EP. Una volta che le canzoni erano scritte e arrangiate, siamo andati al White Star Sound, uno studio di campagna a Louisa, in Virginia, dove abbiamo seguito le canzoni dal vivo, come band. Dopo che la band se ne è andata, io e John siamo rimasti lì e abbiamo finito le canzoni insieme. È stato davvero divertente da realizzare: abbiamo provato molte sonorità e modi di registrare diversi. Look at it in the Light è diverso: perché ho avuto una visione molto più forte, più tempo, e più fiducia. 

Come descriveresti l'EP, dal punto di vista musicale? 
C'è un po' di tutto. Sono tutte canzoni pop direi, ma con alcuni elementi folk, jazz e rock. Qualcuno una volta ha descritto la mia musica come art pop: è una cosa che mi piace molto, anche se non credo si applichi a tutte le canzoni dell'EP. Mi piacciono gli album che spaziano molto tra i generi, perché trovo difficile (e meno interessante) rimanere su un'unica corsia. 

Kate Bollinger - Look at it in the Light

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Ho scritto la prima canzone dell'EP, I Found Out, in una bella giornata di sole fuori dallo studio. Io e John ci siamo seduti lì con le chitarre sperando di fare qualcosa di nuovo, e poi questa canzone mi è venuta in mente, tutta d'un fiato. In realtà l'ho scritta con l'idea in mente che sarebbe stata la canzone uscita da una piccola radio su una remota spiaggia italiana nel film Porco Rosso - e per questo penso che la canzone abbia una forte atmosfera. Io e John siamo entrati in studio e l'abbiamo registrata, subito dopo che è stata scritta. Praticamente era finita il giorno stesso, ad eccezione del basso e della batteria finali. 

Quali sono i tuoi piani per il 2022?
Il mese prossimo io e la mia band faremo il nostro primo tour in europa! E poi a giugno si riparte, per alcune date americane. Una volta tornata a casa, ho intenzione di fare molta nuova musica. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Look at it in the Light? 
Alla mia band, perché mi ha aiutato a trovare il mio sound nel corso degli anni. A John, perché è una parte indispensabile di queste canzoni. E a chiunque ascolti questo EP e trovi qualcosa di sé nelle canzoni.

PVBLIC XCESS - WALE WALE

Pvblic Xcess @ Oscar Lindqvist

Come è nato Wale Wale, e cosa significa per voi e per la vostra traiettoria artistica? 
L'EP Wale Wale è stato registrato durante il lockdown, in molte sessioni diverse, e in diverse parti del mondo. I cantanti che ne fanno parte hanno registrato i rispettivi vocals in Francia e negli Stati Uniti, mentre la produzione e la scrittura hanno avuto luogo nel Regno Unito e a Ibiza. Siamo davvero orgogliosi di questa versione, e di poter finalmente condividerla significa molto per noi. 

Come descrivereste questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
Dance. Energy. Fusion. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
In realtà, Kaleta ha scritto Wale Wale sulla strumentale di Ce Ca. Ci è piaciuto così tanto il suo vocal, che abbiamo scritto una nuova traccia più essenziale in modo che la voce di Kaleta ne fosse il punto focale. Forse dovremmo rilasciare la versione acapella, in modo che anche altre persone possano sperimentare! 

Chloé Caillet & Josh Ludlow aka Pvblic Xcess

Parlando di Kaleta, come è nato questo featuring? 
Il featuring di Wale Wale è avvenuto grazie a un DM su Instagram: e lo stesso è accaduto con Pat Kalla, per Don't Wanna Get Down. Per me (Josh, ndr) è incredibile aver collaborato con questi artisti straordinari: lo vedo come un dono personale della pandemia. Altrimenti, chissà se Pat e Kaleta avrebbero avuto il tempo di lavorare su queste tracce con noi. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Wale Wale EP? 
A tutti quelli che ballano, là fuori...

LADY BLACKBIRD - BLACK ACID SOUL

Lady Blackbird  @ Christine Solomon

Come è stato creato Black Acid Soul, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?Black Acid Soul è stato creato a partire dal punto in cui ho realizzato che l'album dovesse essere incentrato sulla mia voce. Il mio produttore Chris Seefried stava notando che più persone prestavano attenzione quando interpretavo una versione stripped back della mia musica. e quindi abbiamo iniziato a concentrarci su questo aspetto. Il pubblico finalmente lo capiva, e per me questo significava tutto. Ho lavorato molto duramente e a lungo affinché le persone prestassero tale attenzione: quindi questo è stato finalmente l'inizio di ciò su cui ho lavorato per tutta la mia vita. La traiettoria da qui all'universo, è solo verso l'alto. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Black Acid Soul è stato creato come una fusione impenitente di libertà. Affonda le radici nel jazz, nel soul e altro ancora. È quello che speravo fosse un viaggio acid in uno spazio senza tempo.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Ogni traccia ha una sua storia. Alcune si basano su sentimenti personali, altre sono venute casualmente, senza neanche conoscere la canzone prima. Ma alla fine, una volta che mi approprio di una canzone, essa diventa speciale per me: perché la devo interiorizzare e “digerire” facendola diventare parte di me, per poterla recapitare al pubblico nel modo giusto. 

Lady Blackbird - Black Acid Soul

l mese prossimo sarai in tour in Italia: a Taranto, Roma, e il 19 Maggio al Blue Note di Milano. Puoi dirci di più su queste date in  programma?
Non è la prima volta che vengo in Italia, ma sono davvero entusiasta dello show del 18 maggio al Teatro Orfeo di Taranto: sarà un Concerto speciale con l'Orchestra Magna Grecia.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Black Acid Soul? 
Dedico questo album a chiunque abbia intrapreso questo viaggio, per aiutarmi sin dal primo giorno a realizzare il mio destino. Dopo anni di lavoro per questa release, posso finalmente dire che il mio album d'esordio è uscito. e sta ricevendo davvero tanto amore. Chiunque abbia svolto un ruolo, anche dietro le quinte; per chi ha comprato l'album, supportato la mia visione, comprato un biglietto per uno show; a chi ha dato spazio a questo album, con il suo amore genuino: Black Acid Soul è dedicato a te. Grazie

GLOWAL - TRIGGER YOUR SENSE 

Glowal @ Andrea Feelo Filippi

Come è nato Trigger Your Sense, e  cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico? Inizialmente non c'era l'idea vera e propria di preparare un album. Il 90% delle demo che ci hanno portato verso questa release le abbiamo realizzate durante quindici giorni di studio session, tra Dicembre 2020 e Gennaio 2021. È stata una fase molto intensa: abbiamo anche trascorso la notte di Capodanno in studio facendo musica e dando il benvenuto al nuovo anno con molta speranza per il futuro. Poi Sebastien (Agoria) ci ha lanciato l'idea di pubblicare un album e quando gli abbiamo fatto ascoltare queste demo il nostro LP ha iniziato a prendere forma. Rappresenta sicuramente uno step molto importante ed è un modo per chiudere con la pandemia e aprire un nuovo capitolo. 

Come descrivereste l'album, musicalmente parlando? 
Un viaggio accompagnato da una narrazione. 

Con chi (e come) avete collaborato per la realizzazione dell'album? 
Non abbiamo collaborato con artisti esterni per la realizzazione di questo album:. ) 

Glowal - Trigger Your Sense

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Trigger Your Sense è nata tutta in una notte in cui eravamo un po' alticci. Partendo da un semplice riff di chitarra il testo e la voce sono venuti fuori quasi istantaneamente e in maniera del tutto naturale e di seguito gli altri elementi, come se un pezzo del puzzle chiamasse a sé automaticamente il prossimo. Ricordiamo con particolare piacere quel momento. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Trigger Your Sense? 
Lo dedichiamo a tutte le persone che lo ascoltano.

SINA - VORTICI

Sina @ Andrea Bianchera

Come è nato Vortici e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Vortici è arrivato un giorno di circa un anno fa, è nato prima come concetto e poi si è trasformato in un album. Sono sempre stato un appassionato di dischi nella loro completezza e nei miei progetti ho sempre cercato di creare qualcosa di più che un insieme di canzoni. Volevo realizzare un album in cui ogni traccia interagisse con quella dopo e creasse un unico insieme coerente. Ogni brano ha un titolo e un sottotitolo che è una frase estratta dalle rispettive canzoni. In questo modo, i sottotitoli creano (in ordine di tracklist) una poesia dal nome Vortici. Questo progetto spero sia un bel punto di rottura per la mia carriera e per nuove occasioni. Ora come ora rappresenta la mia crescita personale e artistica ma spero di migliorare ancora. 

Come descriveresti l’album, musicalmente parlando? 
Unico e originale. Ha un anima estemporanea, ma anche un sound fresco e giovane. Mi auguro possa dare una mano a qualcuno, come l’ha data a me. 

C’è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Male è una delle tracce a cui sono più legato. L’ho scritta in una notte in un hotel a Napoli pensando a una vacanza che ho fatto proprio nella città partenopea insieme a una persona a cui tenevo molto. Durante quei giorni ho capito in quale direzione sarebbe andata la mia relazione e realizzare questo brano è stato come chiudere un cerchio. Ma in quella occasione è stata anche la prima volta in cui vedevo Napoli che è da sempre il mio punto di riferimento a livello umano e artistico e infatti l’anima di Male è proprio Napoli. Il pezzo l’ho registrato con i maestri Rosario D-Ross e Startuffo: creare con loro una canzone d’amore è stato un sogno che si è finalmente realizzato. 

Sina @ Luca Petretto

In Così Soli collabori con il nostro amico Rkomi. Com’è nato questo featuring è com’è stato collaborare insieme a lui? 
Il featuring è nato alla fine del disco tramite un amico in comune interno all’etichetta che gli ha consegnato il brano. Mirko già mi conosceva da MY LOVE LOCKDOWN, quindi ho pensato di chiedergli se fosse interessato a collaborare sul pezzo. Da quando è arrivato Mirko il brano è diventato quasi come un sogno, se chiudi gli occhi e ascolti le parole riesci a immaginare il significato della canzone. È stato un onore lavorare con lui e sono molto contento di aver creato musica insieme, lo rispetto molto. 

C’è qualcuno a cui vorresti dedicare Vortici? 
Lo dedico a tutti quelli che hanno un mondo che gli gira intorno, a chi ha una vita caotica a causa di qualche disordine, a chi ha trovato un equilibrio in mezzo alla confusione e a chi sente dentro di sé un vuoto, proprio come i vortici.

FRANCESCO SACCO - KABUL

Francesco Sacco @ Lucrezia Testa Iannilli 

Com'è nata Kabul, e cosa rappresenta per te questa traccia? 
La frase "senti come pompa questa cassa a Kabul" è nata ad agosto in un day-off del tour della scorsa estate: ero sulle scogliere appena fuori Livorno, tra il Romito e Cala del Leone. In quei giorni i talebani avevano ripreso il controllo di Kabul, tutti ne stavano parlando sui social. Mi ha fatto molto riflettere la reazione delle persone, perché moltissimi hanno reagito di pancia e con violenza, ipotizzando soluzioni un po' medioevali, mentre pochi si sono fermati a pensare che l'instabilità politica del Medio Oriente è stata spesso funzionale ad interessi economici occidentali. Quella frase è rimasta in un mio quaderno fino ad ottobre, quando l'ho inserita in un testo che fa un ragionamento più ampio sui crimini del capitalismo e sul mercato dell'arte, che, ci piaccia o meno, è parte del mercato, quindi spesso privilegia il profitto rispetto ai contenuti. Per me questo brano rappresenta un bel punto di rottura rispetto al passato: di solito i miei testi parlano di sentimenti, qui invece c'è molta politica. Musicalmente poi non mi ero mai spinto così lontano dal cantautorato. 

Musicalmente parlando, come descriveresti Kabul? 
Kabul è un brano di protesta easy listening, un La Locomotiva di Guccini travestita da brano dei Daft Punk. Io e i produttori con cui ho lavorato - Luca Pasquino, xx.buio e paralisi - abbiamo cercato un sound granitico e compatto ma allo stesso tempo divertente: un modo per tradurre in musica l'ironia che c'è nel testo, ad esempio la parte di pre-ritornello che dice "io amo il capitale". Poi ho cercato di infilarci qualche citazione ai mondi musicali ai quali mi ispiro, ad esempio le chitarre del ritornello un po' spaghetti western. Appena ho finito di inciderla ho subito immaginato un lancio in un contesto clubbing, per questo sono felicissimo di suonarla live oggi al Plastic di Milano, un vero e proprio pezzo di storia. 

Francesco Sacco @ Lucrezia Testa Iannilli 

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione della traccia? 
La parte musicale è stata sviluppata assieme a Luca Pasquino, con il quale collaboro da sempre. Abbiamo visioni davvero complementari su tutto ciò che è armonia e arrangiamento: quando hai un approccio comune riesci a spingerti lontano, quindi è stata una sessione davvero esaltante. Poi c'è il tocco di xx.buio (Alessandro Biagiotti) e paralisi (Francesco Scola), i due producer con i quali ho iniziato a collaborare dallo scorso singolo Vestiti e con i quali ho lavorato a tutte le tracce del disco che uscirà il 20 maggio. Ho capito di aver bisogno di qualcuno che potesse portarmi un po' fuori da quello che faccio di solito, e loro hanno dato un apporto davvero importante. Infine Pit Coccato: oltre che suonare le chitarre elettriche nei miei live è sempre presente in studio per aggiungere il suo tocco alla Marc Ribot. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Kabul? 
Nelle mie intenzioni Kabul ha una doppia dedica: una, accompagnata da un grande abbraccio di solidarietà, a tutti coloro che si scontrano con il sistema nel quale vivono, e una seconda, fatta con sarcasmo, a tutti quelli che potrebbero provare a cambiare qualcosa, ma per interesse - o peggio ancora per disinteresse - portano avanti dinamiche sbagliate, quelle che fanno prevalere il mercato sulle idee, il profitto sulle persone. Ci sono tante persone a cui potrei dirigere questa dedica: ma se proprio dovessi fare un nome, la dedicherei a Dario Franceschini, il nostro Ministro della cultura.

tobi lou - YAMAGUCHI

tobi lou @ Martin Nguyen @stayneutral

Yamaguchi fa parte del tuo ultimo splendido album, Non-Perishable. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Immagina uno scrittore alla scrivania che cerca di scrivere un libro. Ogni volta che finisce una pagina, la guarda e scuote la testa con disappunto. Quindi strappa la pagina, la appallottola e la gettano dietro di sè, per terra. Non-Perishable sono io, che guardavo tutte quelle palline di carta sul pavimento: le riaprivo e mi rendevo conto che in realtà c'era del buono. Non solo mi sono reso conto di avere qualcosa di valido, ma mi sono accorto che in realtà era materiale che poteva essere da ricordare. Anche le cose che ho fatto, in cui non credo più molto, sono comunque migliori del 99% di quello che sento oggi in giro. Significa che la mia traiettoria è cambiata. Ho sempre pensato che sarei diventato un buon artista, ma ora so che diventerò uno dei più grandi in assoluto. 

Come descriveresti l'LP, musicalmente parlando? 
Esploro così tanti mood musicali diversi, che a volte può essere difficile riunire tutto sotto lo stesso comune denominatore. Ma con Non-Perishable, penso di aver finalmente trovato un modo per creare un progetto in cui tutte le canzoni sembrano uniche, ma al contempo coese. Sono io stesso a un nuovo livello sonoro. Una nuova emozione. 

tobi lou @ Martin Nguyen @stayneutral

Adoriamo l'estetica del progetto che hai creato con Glassface. Com'è collaborare con una mente così creativa? 
Io e Glassface lavoriamo insieme su musica e immagini da oltre 10 anni. Scambiare idee e progetti con uno del suo calibro, rende solo il progetto finale più grande. Nel caso di Non-Perishable, è stata la prima volta che ho preso l'iniziativa di scrivere, dirigere e modificare completamente le immagini. Tutto ciò che ho imparato da Glassface nel corso degli anni mi ha permesso di arrivare a un punto in cui potevo spiegare le ali e volare. 

Hai in programma di presentare in anteprima un cortometraggio al cinema Brain Dead di Los Angeles. Ci puoi anticipare qualcosa su questo nuovo progetto? 
Non posso dire molto, ma nel film sarà presente una nuova canzone in anteprima. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Non-Perishable? 
Dedico Non-Perishable a tutti i fan di tobi lou che siano mai esistiti.

J.P. BIMENI & THE BLACK BELTS - GIVE ME HOPE

J.P. Bimeni @ Ilenia Tesoro

Come è nato Give Me Hope, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
E' stata una collaborazione portata avanti per mesi, perlopiù da remoto, per via dell'ultimo periodo contraddistinto da quarantena e isolamento. In realtà avevamo già lavorato con questo metodo in precedenza, perché io sono di base a Londra, mentre tutto il resto della band e del team sono di base in Spagna, a Madrid. Questo album segna una crescita di noi come squadra: è un lavoro durante il quale abbiamo maturato una certa consapevolezza. Insieme, creiamo qualcosa di speciale.

Musicalmente parlando, come descriveresti Give Me Hope? 
Veniamo catalogati come gruppo di soul classico, ma in questo album credo che ci apriamo ad altri generi e riveliamo nuove sfaccettature, seppur mantenendo saldamente le nostre radici nel soul. C'è però anche un pizzico di pop, funk, afro e psych... Una ricca tavolozza di suoni che ci hanno influenzato come band.

C'è una traccia del progetto che ha un significato particolare? 
Guilty & blessed. In questo brano parlo del mio senso di colpa per essere sopravvissuto, quando invece altri sono stati massacrati e li abbiamo dovuti lasciare sulle colline per scappare. Mi chiedo continuamente: Perché io? Perché non loro? Qual è il significato di tutto questo? E' stato orrendo, e la memoria rimane per sempre indelebile.

J.P. Bimeni @ Gabi Tineo

Com'è stato collaborare con i The Black Belts a distanza? 
Il team musicale a Madrid condivide con me quello su cui sta lavorando in studio tramite file, e insieme scegliamo quali brani sembrano avere più potenziale. Abbiamo sempre molte più canzoni di quelle che finiscono su un disco, molte rimangono con delle parti su cui si deve ancora lavorare: il testo, il groove, l'arrangiamento. E un brano può cambiare drammaticamente da quando ci si inizia a lavorare a quando finisce sull'album. Noi siamo al servizio della canzone, questo è il nostro metodo: semplice, ma efficace. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Give Me Hope? 
Lo voglio dedicare a QUESTO MONDO, in cui viviamo. Penso che più che mai oggi ci sia bisogno di unità per alleviare tutto il dolore, caos e sofferenza che sono radicate nell'incapacità dell'umanità di relazionarsi con se stessa. Dovremmo invece sfruttare tutti i canali - culturali, economici, spirituali, di idee - per imparare ad apprezzarci l'un l'altro nonostante le differenze. Attraverso la collaborazione potremmo rispondere a tutti i fabbisogni primari dell'umanità; e smetterla con questo gioco globale, fatto di rivalità e rincorse.

BRESH - PARLI DI ME

Bresh @ Giorgio Drindin

Parli Di Me fa parte del tuo ultimo album Oro Blu, Com'è nato questo progetto, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Oro Blu è il mio secondo disco, dopo Che io mi aiuti: rappresenta sicuramente un anno importante, arrivo dopo il lungo periodo della pandemia, ma comunque non ho interrotto il processo creativo. Oro Blu rappresenta l’acqua e il fatto che è stata quotata in borsa, quindi di fatto privatizzata. È una fotografia importante di questo momento. 

Musicalmente parlando, come descriveresti Parli Di Me? 
Parli Di Me è una canzone che invita a non guardare quello che fanno gli altri, a non farsi influenzare da quello che dicono e soprattutto a insegnare a noi stessi a non parlare degli altri quando non ce n’è bisogno. Quello che conta è lavorare su se stessi e stare in pace con il mondo.

Bresh @ Giorgio Drindin

Tra non molto ti vedremo al Concerto del 1° Maggio. Puoi anticiparci qualcosa del tuo live? Cosa significa per te calcare un palco così importante? 
Spero sia un live diverso dagli altri: sul palco con me ci sarà Dibla con la chitarra. Sarà come essere allo stesso tempo a un concerto e allo stadio: non vedo l’ora di esibirmi su quel palco, perché rispetto moltissimo il concetto che il Concerto del 1° maggio porta con sé. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Parli Di Me? 
La dedicherei a tutte le malelingue che parlano e influenzano il percorso musicale e personale delle persone. A tutti questi ricordo che se passi troppo tempo a pensare di parlare degli altri, poi ti dimentichi di pensare a te stesso.

RASHARN POWELL & OJERIME - PLAY 2

Rasharn Powell @ Jacob Ray

Come è nata Play 2, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Play 2 è stata creata nella prima sessione che ho fatto insieme a Ojerime. Inizialmente non sapevamo davvero cosa avremmo fatto, ma quando Niels e Sam hanno messo su il beat, istintivamente abbiamo iniziato a scrivere. Sento che questa canzone mostra il mio lato più sensuale, e sono in quella fase in questo momento. 

Come descriveresti questa traccia, musicalmente parlando? 
Mi sembra molto spensierata, ma al contempo tutto è intenzionale. Il basso rimbomba mentre le voci si chetano, il che è una cosa deliberata. 

Tu e Ojerime formate un duo fantastico. Come è nato questo featuring? 
Io e Ojerime ci conosciamo da anni, e ho sempre pensato che lei fosse qualcuno con cui avrei collaborato. Quando l'ho contattata, si è trattato solo di entrare in studio e sentire l'energia: se qualcosa fosse venuto alla grande, bene, ma non volevo ci fosse nulla di forzato. “We just don’t stress the process, that’s my G”.

Ojerime @ Jacob Ray

Puoi dirci di più sul fantastico video di Play 2?  
L'abbiamo girato in questo luogo magico, Joshua Tree. Ero sbalordito dalle dimensioni di ogni cosa e da cosa è in grado di fare la natura quando la lasciamo in pace. Quindi, per catturare l'atmosfera ultraterrena della traccia, volevo che ci mettessimo in uno scorcio che potesse sembrare nello spazio: in particolare, sulla luna. È una raccolta di momenti intensi, e movimenti e forme sensuali: sia quelle dei nostri corpi, ma anche quelle delle rocce. I miei amici, Preston e GQ, hanno contribuito a dare vita alla visione. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Play 2?
Agli amanti, e alle situazioni. :)

AURORO BOREALO - EH

Auroro Borealo @ Paolo Proserpio

Come è nato EH, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Dopo la pandemia, con il settore della musica live ancora fermo, non aveva senso per me fare un disco lungo se non potevo suonarlo dal vivo. Nel frattempo ho scoperto TikTok: ho cominciato a caricare dei video e ho visto che la risposta della community è stata molto positiva. Ho pensato quindi di fare un disco dichiaratamente concepito per interagire con le dinamiche di TikTok. La fruizione della musica è cambiata negli ultimi anni e molti artisti concepiscono le canzoni perché funzionino su TikTok: io ho solo pensato di dichiararlo apertamente realizzando brani che durano direttamente 35 secondi. Perché aspettare un minuto per arrivare al ritornello? Per quanto riguarda il mio percorso, mi fa impressione chiamarlo artistico, sono più che altro un performer: mi piace fare cose che nessun altro ha fatto e mi piace farle coinvolgendo e intrattenendo il pubblico. Sono tipo un animatore turistico punk.

Come descriveresti EH, musicalmente parlando? 
In EH ho condensato tutte le mie grandi passioni, i jingle pubblicitari, il punk, i giochi di parole, la pizza, il situazionismo. La cosa incredibile è che sono canzoni complete: nonostante durino 35 secondi non ti lasciano la sensazione che ci sia altro dietro. Il disco per intero poi fila via in maniera piacevole, è perfetto da mettere in loop mentre fai altro.

Giacomo Laser ha realizzato una serie di video appositamente per TikTok per le tracce di EH. Ci racconti di cosa si tratta? 
Non si può fare un disco che funzioni su TikTok senza considerare la parte visiva. Per i video non volevo scimmiottare né parodiare i trend di TikTok, o provare a rifarli senza che però fosse il mio linguaggio: mi sembrava più sensato fare tutt’altro, portare un po’ d’arte contemporanea su TikTok. Purtroppo non sono un artista ma ho la fortuna di conoscere uno dei più grandi artisti italiani viventi, Giacomo Laser. Insieme abbiamo realizzato cinque video in bilico tra il surreale e l’avanguardia, per cercare di tracciare un solco nell’algoritmo utilizzando un registro “basso” ma allo stesso tempo “alto”, che al momento su TikTok si vede davvero poco. A completamento, nel video di Mattarella ho chiesto il cammeo di una delle mie icone, la mitica Maria Sole, artista pop di avanguardia degli anni ‘70, un personaggio veramente fuori da ogni canone.

Auroro Borealo - EH @ Paolo Proserpio

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di EH? 
Pur durando esattamente tre minuti, questo è l’album più corale che io abbia mai realizzato. L’idea iniziale mi è stata instillata da Ariele Frizzante, agitatore culturale. Volevo fare un disco corto, lui mi ha detto: “fai un disco su TikTok in cui racconti di cose quotidiane e banalissime”. Il disco è prodotto da Giancane, con il quale c’è da sempre tanta affinità; era la persona giusta per assecondarmi in questa follia. Su tutto il disco aleggiano i sapienti consigli di Edoardo Rootsie Ruzzi, il producer virale di Kinder Fetta A Letto - quello di Te vuoi fare la baldoria - che è forse il massimo esperto in Italia al momento su questo tipo di intrattenimento. Per scriverlo mi sono avvalso della collaborazione di Davide Rossi, uno dei migliori autori comici che abbiamo in Italia.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare EH? 
Vorrei dedicarlo ad Alessio De Santa, amico e TikToker da quasi 500.000 follower, per avermi mostrato che si possono fare cose belle e utili su TikTok senza dover fare neanche un balletto.

YXNGXR1 & MORGAN REESE - NICE GUY

Yxngxr1 @ Ellis Earl

Copyright 2022. All rights reserved.

Nice Guy farà parte del tuo prossimo album in uscita a maggio, Teenage Motel. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Abbiamo iniziato a fare questo album circa un anno e mezzo fa, non sapendo che sarebbe stato Teenage Motel: è sembrato un processo rapido, anche perché in questo lasso di tempo abbiamo fatto uscire due EP. Il titolo originale sarebbe dovuto essere Colours; ha cambiato nome così tante volte e alla fine è diventato Teenage Motel. Spero che questo album faccia alzare il livello della mia musica, e che più persone lo ascoltino e lo scoprano. Sarebbe fantastico se le persone a cui di solito non piace la mia musica, gli possano dare una possibilità e magari anche apprezzarla. 

Come descriveresti Teenage Motel, musicalmente parlando? 
Direi che suona molto vintage, con qualche tocco di modernità qua e là. Ci sono canzoni con chitarre old-school e sintetizzatori come Teenage Motel Lobby e Night of your life: ma nel disco trovi canzoni come Sweatshirt, che ha sonorità 808 molto dure, e Make U Mine che sembrano una nuvola di suoni molto moderna. Penso che l'album sia una piccola raccolta di suoni che tutti dovrebbero apprezzare. C'è qualcosa per tutti. - 

In Nice Guy, collabori con Morgan Reese. Come è nato questo feat? 
Abbiamo scritto Nice Guy in una notte. Ed era pazzesca. Avevo pronta la prima strofa e gli hook, e sentivo che aveva bisogno di un featuring. Morgan Reese è un'artista EMPIRE che adoravamo: le abbiamo inviato la canzone e lei ha creato la strofa più bella che abbia mai sentito. Sono davvero orgoglioso di questa canzone e penso onestamente che sia la mia canzone preferita mai fatta finora.  

Yxngxr1 @ Ellis Earl

Copyright 2022. All rights reserved.

Puoi dirci di più sul fantastico video di Nice Guy?  
Il team del video di Nice Guy era fantastico. Hanno avuto l'idea di avere due persone che si scambiavano messaggi  su un'app di dating, ma non sapevano di essere vicini. Ci è voluto un giorno intero per girare, ma è stato veramente divertente. Anche la regista era molto cool, e ha fatto davvero un ottimo lavoro con questo progetto! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Teenage Motel? 
Dedicherei questo album a chiunque abbia ascoltato Chilhood Dreams, e che ha voglia di ascoltare il seguito. Abbiamo lavorato davvero duramente su questo album, e sono entusiasta di poterlo pubblicare e farlo ascoltare a tutti! I’M SO EXCITED!

BIPUNTATO - COSE SPARSE

Bipuntato @ Beatrice Chima

Come è nato Cose Sparse, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Cose Sparse ha iniziato a prender forma durante la quarantena, in cui il fermo ai live ci ha permesso di sfogare tutta la nostra urgenza nella scrittura e composizione. Il secondo album è sempre quello un po’ più complesso in cui si sperimentano suoni e suggestioni che si evolvono in qualcosa di nuovo per non ripetersi, seguendo una crescita personale ed emotiva legata ad esperienze pregresse. È sicuramente molto intimo, raconto di fatti personali, come la mia infanzia o il rapporto complesso che ho con un familiare stretto. È un album che ho tenuto sospeso per molto tempo e sono curiosa di come verrà percepito. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
È da considerare come una sorta di quadretti intimi messi insieme in una raccolta che va ad immortalare e allo stesso tempo esorcizzare situazioni di vissuto autobiografico. All’interno si sentirà una contraddizione voluta: le Cose Sparse intese anche come suoni che si muovono confusamente all’interno di spazi più o meno reali.  

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Cose Sparse? 
I brani sono stati arrangiati insieme al mio produttore, Valerio Ebert, assieme a qualche ospite speciale come Federica (Mèsa) con cui ho avuto il piacere d collaborare nel brano Via Sicilia.

Bipuntato @ Beatrice Chima

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Tutte le tracce in realtà sono state scritte in momenti particolari, dai messaggi ricevuti durante i viaggi e i vari spostamenti, a momenti di vita notturna. Tutte hanno una storia personale, una propria identità. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Cose Sparse? 
Questo album è dedicato a tutti quelli che che non accettano la moltitudine di personalità che ogni individuo possiede naturalmente in sé, affinché possano accettarsi per ogni propria sfaccettatura del proprio essere, così come sto cercando di fare anch’io

WIFE MATERIAL - REMARKABLE

Wife Material @ Hannah Kugel

Come è nata Remarkable, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
La canzone è nata come una rappresentazione brutalmente onesta del modo in cui mi sono sentita dopo una brutta rottura. Era la resa musicale di alcune strategie di adattamento su cui facevo affidamento all'epoca; apatia e umorismo. Mi sento come se lasciasse aperta la mia traiettoria artistica: dopo questo posso andare ovunque, data la natura ambigua del suono e del genere di Remarkable. 

Come descriveresti Remarkable, musicalmente parlando? 
Sinceramente non lo so. Ha elementi di molti generi musicali diversi ma non abbastanza per essere definiti. Un amico lo ha descritto come slacker pop e un altro lo ha paragonato a Kate Nash: questa è la descrizione più attendibile che ho sentito finora. 

Wife Material @ Hannah Kugel

Puoi dirci di più sul fantastico video di Remarkable? 
La creazione del video musicale di Remarkable è stata pervasa di grande energia dall'inizio alla fine. Io e la regista, Hannah Kugel, siamo state sulla stessa lunghezza d'onda praticamente per tutto il tempo, e ogni singolo membro di quella troupe era incredibilmente talentuoso e gentile: il che ha reso piacevolissimo realizzare tutto il progetto. 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Remarkable? 
Dedicherei Remarkable a chiunque abbia vissuto una rottura che li ha lasciati mettere in discussione tutto di se stessi. A chiunque in qualsiasi momento si sia sentito come se avesse dimenticato chi è, e a chi abbia ignorato i propri bisogni per soddisfare quelli di qualcun altro.

Come è nato The Remedy EP, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'EP è stato creato principalmente nel nuovissimo studio di Irfane. Ci siamo divertiti moltissimo a sperimentare nuovi giocattoli, e l'acustica del luogo ci ha aiutato a raggiungere i nostri obiettivi in ​​termini di modellamento del suono. Abbiamo avuto problemi a curare da soli in precedenza questo aspetto, e per questo spesso finivamo le nostre tracce in altri studi. Questo nuovo EP non è ancora perfetto, il che significa che c'è ancora spazio per miglioramenti per i nostri prossimi progetti: ma ci stiamo lentamente arrivando! 

Come descriveresti questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
Le quattro canzoni sono totalmente diverse in termini di mood e ritmo, ma riflettono molto bene i diversi lati della nostra personalità. Il DNA della nostra musica non è cambiato molto: è ancora molto funky. Ma poiché impariamo sempre, il nostro vocabolario musicale si è evoluto un po'. È come dipingere un quadro con colori nuovi di zecca: è possibile riconoscere il nostro tocco e le nostre pennellate, ma l'immagine sembrerà diversa dalle precedenti. 

Qual è il significato della traccia Remedy? 
Remedy si riferisce alla situazione che abbiamo attraversato in questi ultimi due anni. Mentre il mondo stava attraversando questa pandemia, la ricerca di un rimedio è diventata la massima priorità dell'umanità. Naturalmente, il nostro rimedio non era medico: è una ricerca spirituale. E abbiamo cercato di mettere in discussione le nostre convinzioni e la pace interiore che apparentemente otteniamo da esse. Non pretendiamo di avere risposte, perché per noi niente è mai veramente bianco o nero. Ma mettere in discussione il mondo in cui viviamo è sempre stato un modo per cercare di capirlo meglio. 

Breakbot & Irfane 

Giulia Giu

Puoi dirci qualcosa di più sul fantastico video di Remedy? 
Sono stato tremendamente felice quando l'artista stop-motion Patagraph ha accettato la mia richiesta. Seguo il suo lavoro da un po', e penso che sia un genio nel suo campo. Ha scritto il concept sulla base di idee che gli abbiamo mandato, e il video è essenzialmente una traduzione grafica del testo. Questo è il nostro quarto video animato: l'animazione è una mia passione da sempre, e mi sembra naturale abbinarla alla musica. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare The Remedy EP? 
A chi ha avuto difficoltà ad adattarsi a nuove regole, nuovi problemi, nuovi schemi. Questo sicuramente non è un vero rimedio, ma potrebbe alleviare il dolore!

GIGEE - BERLIN EP

GIGEE @ Krystian Łupiński

Come è stato creato Berlin EP, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'idea alla base del mio EP BERLIN è nata quasi due anni fa. Stavo già pianificando la mia prossima uscita che sapevo di voler creare per Mobilee, e un giorno, mentre trascorrevo del tempo in studio con il boss dell'etichetta Ralf Kollmann, ho iniziato a pensare a qualcosa di leggermente diverso da quanto pubblicato fino ad allora... Questa sarà considerata una delle mie uscite più importanti della mia carriera, poiché contiene anche molto significato emotivo: le parti musicali sono state create in circostanze diverse durante la pandemia, fondendo i contrasti tra gioia e tristezza, eccitazione e rabbia, libertà e mancanza. In questa uscita ho dedicato me stessa e la mia musica alla cultura che definisce Berlino, al suo patrimonio e alla comunità locale molto stimolante. La parte finale del nostro progetto, la ciliegina sulla torta dell'ispirazione berlinese, sarà un video in streaming registrato all'interno di uno dei luoghi più iconici del centro città  

Come descriveresti questo EP, dal punto di vista musicale? 
Spesso trasformo i miei pensieri e il mio stato emotivo nella musica che produco, e tratto ogni traccia come una storia da raccontare. Detto questo, il mio stile musicale cambia costantemente in qualche modo e riflette le emozioni attuali; ma se dovessi scegliere i generi, attualmente sto sperimentando tra melodic, elettronico, techno e dance. 

Come Lullaby, anche Berlin EP è pubblicato da Mobilee. Com'è lavorare con un'etichetta con un roster così straordinario? 
Ho davvero tanto rispetto per Mobilee e il suo roster: Anja Schneider, Pan Pot, Rodriguez JR. solo per citarne alcuni. Inoltre, abbiamo avuto alcune telefonate con Ralf Kolmann, il boss dell'etichetta, e tutto è avvenuto in modo molto naturale. Sono veri professionisti della musica e sono molto fortunata ad essere circondata da una comunità così stimolante e di successo. Mi sento onorata di far parte della fam Mobilee!

GIGEE @ Łukasz Dziewic

Puoi dirci i tuoi piani per il 2022?  
Con piacere! Più musica e, si spera, il ritorno a un programma di tour adeguato senza alcun incubo di riprogrammazione date come negli ultimi due anni. Ho un fantastico tour in arrivo tra Nord e Sud America con la costante aggiunta di nuove date: segnerà il mio debutto ufficiale in tante città. Non vedo l'ora di sperimentare e di trarre ispirazioni nuove: e, naturalmente, di entrare in contatto con le tante belle persone del posto. Se vi capita di vedermi in giro, non esitate a salutarmi. Ci vediamo in viaggio! 

C'è qualcuno a cui dedicheresti Berlin EP? 
Assolutamente! Sento che la libertà di espressione artistica sta affrontando una pressione crescente. Sempre più artisti, esperti e professionisti della cultura  sono soggetti a pressioni, censure, intimidazioni e molestie, quando accennano a problemi o dicono verità scomode, rendendo visibile l'invisibile. Vorrei dedicare questa uscita a coloro che sono sempre fedeli a se stessi, sia come artisti sia come esseri umani. Dobbiamo proteggere l'apertura e la creatività, che sono ingredienti essenziali delle nostre democrazie.

HIVER - WAVE SLIDING

Hiver

Come è nato Wave Sliding EP, e cosa rappresenta per il vostro percorso artistico? 
L’EP su Gudu chiude un cerchio di releases lungo 10 anni; rimarca quello che abbiamo sempre cercato di creare musicalmente, la nostra sound signature. 

Musicalmente parlando, come descrivereste Wave Sliding EP? 
I 4 brani che compongono l’EP rappresentano la nostra visione della musica elettronica: sono presenti sonorità che si ispirano all’Hi-Tech-Funk di Detroit e all’Electro. L’artwork dell’artista Jee Ook riprende la nostra passione per l’immaginario Sci-Fi e alla ricerca spaziale. 

L'EP esce per Gudu Reords, l'etichetta di Peggy Gou. Come è nata questa opportunità, e com'è stato influenzato il vostro processo creativo dalla sua visione? 
Abbiamo instaurato un ottimo rapporto con Peggy dal 2013: ci siamo incontrati durante la sua prima data a Milano e da allora c’è stato uno scambio reciproco di musica e consigli legati alla produzione musicale. Ha incluso una nostra traccia nel suo DJ Kicks su !K7 ed ha sempre inserito qualche nostro brano nei suoi dj set. 

Hiver - Wave Sliding EP @ Jee Ook 

Parlando di Peggy Gou, il 30 aprile vi vedremo insieme alla Piramide del Cocoricò. Cosa ci aspetta dal vostro set, e cosa significa per voi suonare in un club così iconico? 
La prima volta che abbiamo varcato la soglia del Cocoricò credo fosse il 2009. In line up c'erano nomi come Sven Vath, Miss Kittin, Guy Gerber ma senz'ombra di dubbio è stato il Titilla con i suoi resident storici ad aprirci un mondo sulla ricerca musicale e su quanto ci fosse tanto da scoprire anche qui in Italia. L’atmosfera e l’energia del club in quegli anni è un ricordo abbastanza indelebile, e anche solo poter essere spettatore significava molto per degli appassionati di musica elettronica come noi. E’ per questo che poter suonare nel 2022 in un locale icona del clubbing italiano, è sicuramente un'opportunità unica e preziosa, e siamo grati al team Cocoricò per la fiducia. Nel nostro set sicuramente saranno presenti sonorità della dream house italiana e non mancherà il crossover tra house e techno che distingue i nostri set.

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Wave Sliding EP? 
Vogliamo dedicare questo disco alle nostre famiglie ed amici e a tutte le persone che ci hanno supportato in questi anni. Può sembrare scontato, ma ricevere messaggi da qualcuno che sta ascoltando il tuo disco dall’altra parte del mondo e ha voglia di scriverti, è qualcosa che ci colpisce profondamente.

REX ORANGE COUNTY - WHO CARES?

Rex Orange County - WHO CARES

Come è nato WHO CARES, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
WHO CARES è nato ad Amsterdam nel 2020... In quel periodo ho avuto modo di uscire con due miei ottimi amici: Joe Mac e Benny Sings. Noi tre insieme, in pochi giorni, abbiamo fatto musica, senza pensarci troppo su. Si è trattato di una grande esperienza, e adoro le canzoni che sono scaturite da quel percorso. Sento che questo album mostra un lato di ciò che mi piace fare, e spero che il pubblico possa sentire che, nel corso della mia carriera, c'è molto di più che vorrei creare e pubblicare. Ho intenzione di fare uscire molta musica e di poterla cambiare. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
Descriverei questo progetto come: “la mia fiducia in Benny Sings come cantautore e produttore”. Benny ha avuto molta influenza su di me musicalmente: dalla sua scelta degli accordi, a quella della strumentazione. Nel modo in cui Benny ha programmato le drums, c'è molta ispirazione presa dalla musica pop degli anni '70 e dall'hip hop... E' difficile da spiegare, direi che è più facile ascoltarlo! :) 

Rex Orange County

Alexandra Waespi

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
KEEP IT UP è stata una delle prime canzoni realizzate in studio, ed è finita per essere la prima canzone del disco... Ricordo la prima volta che ci ho cantato sopra: ho improvvisato l'intera parte vocale, testo e melodia, fino al secondo ritornello. Ed è sembrato come se il tutto fosse uscito del tutto naturalmente ed è così che doveva essere! Ho cambiato un paio di cose nel testo, ma il primo take era già praticamente uguale alla versione finale della traccia. 

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione di WHO CARES? 
Come ho detto prima, con Benny Sings di Amsterdam, e con Joe Mac, che ha suonato il basso per la maggior parte dell'album. Ah e ovviamente Tyler è in OPEN A WINDOW" :) 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare WHO CARES? 
Al mio migliore amico Joe Mac! Ci siamo divertiti davvero tanto a realizzare WHO CARES, e molto di questo lo devo a Joe.

BRANKO & TRÁZ ÁGUA - MEL

Branko @  Intucollective

LISA LANKES

Come è nata MEL, e cosa significa per te la traccia? 
MEL è nata da un demo che mi hanno inviato i Tráz Água: ho deciso di inserirlo in un DJ Set che ho registrato alle Azzorre, e quando ho messo la traccia ho notato che mi piaceva davvero e mi sembrava che avesse qualcosa di veramente speciale; ma allo stesso tempo tempo, mi sono reso conto che aveva molto più potenziale. Sentivo che sarebbe stato perfetto trasformarlo in un qualcosa con molta più energia. Così ho chiesto loro le parti e ho iniziato a lavorarci: quando ho aggiunto il campione vocale è stato davvero quando mi sono sentito come se avessi qualcosa di buono in mano, dopodiché si è trattato solo di modificare alcuni elementi in più ed era pronto! 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
Per me MEL è una di quelle tracce che eleva lo spirito, e ti farà ballare in qualsiasi situazione in cui ti trovi. Penso che sia musica elettronica e al contempo organica, anche se è stata tutta prodotta su software, e penso che sia quello che lo rende speciale. È anche un ottimo esempio di cosa sia una traccia da club in stile Lisbona.

Branko @  Intucollective

LISA LANKES

Puoi dirci di più sul fantastico video di MEL?
Volevo che il video avesse la stessa energia edificante che ha la traccia e, allo stesso tempo, volevo che includesse la città, che si muovesse al ritmo. Come la maggior parte della mia musica, il video è davvero una lettera d'amore a Lisbona attraverso gli occhi e la mente di Giu, una brillante ballerina sul longboard, che ha davvero fatto suo il brano pattinando lungo il fiume, da Belem a Cais do Sodré. Ho anche avuto l'opportunità di invitare Lukano, un ballerino straordinario, e Mick Trovoada, uno dei percussionisti più forti della scena. Se guardi attentamente, c'è anche un mio piccolo cammeo nel video. 

Non vediamo l'ora di vederti esibire al Sonar Lisboa questo weekend: potresti dirci cosa ne pensi del Sonar Lisboa, e cosa dovremmo aspettarci dal tuo b2b con Gafacci? 
Non vedo l'ora che arrivi il festival. Dopo aver suonato il Sonar a Barcellona un paio di volte, e aver sentito l'energia, è davvero speciale avere una celebrazione musicale così innovativa che si svolge a Lisbona. Ho sempre associato Sonar al ballo, quindi quando mi hanno invitato a curare un palco con la mia etichetta, Enchufada, mi è sembrata l'occasione perfetta per invitare Gafacci per un back to back. Suono già moltissima della sua musica, quindi manterremo il tutto organico mentre mescoliamo Accra e Lisbona nello stesso dj set.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare MEL? 
Non ho mai pensato che la musica debba essere dedicata a qualcuno in particolare, preferirei lasciare le cose il più aperte possibile, affinché la gente ne possa fare ciò che vuole.

LILLY PALMER - WE CONTROL 

 Lilly Palmer @ Alexei Bazdarev

Come è nato We Control, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Il titolo è nato durante una sessione in studio con il mio amico Egbert a casa. Volevamo sviluppare ulteriormente il mio sound e così facendo, volevamo far emergere quell' elemento groovy, quasi funky che si è fatto spazio nelle mie produzioni negli ultimi anni, senza perdere la mia tipica impronta techno. Volevo produrre tracce per Adam Beyer, da suonare e pubblicare sulla sua etichetta Drumcode, senza però compromettere il mio stile. Il risultato è stato We Control ed è stata anche la motivazione per le altre tracce del mio primo EP per Drumcode. Posso dire che in questo senso la traccia è un altro punto di svolta della mia carriera. Si tratta della mia prima uscita da solista su Drumcode Records, e ha ulteriormente sviluppato il mio suono e il mio stile.

Come descriveresti questo EP, dal punto di vista musicale? 
Rappresenta l'attuale sound Techno di Lilly Palmer. Voglio che ci sia una linea che attraversa le mie diverse produzioni, senza che tutto suoni allo stesso modo: per di più, mi piace molto usare la mia voce nelle mie produzioni, come in We Control e Don't Look Back Quindi è la tipica techno di Lilly Palmer, beat duri con il giusto groove, e sempre alcuni elementi sorprendenti e complicati nella programmazione e nei ritmi, oltre a una buona dose di accordi e sintetizzatori dal suono massiccio.

Questo è il tuo debutto da solista con Drumcode. Com'è lavorare con l'etichetta di Adam, e far parte del suo prestigioso roster? 
Cosa posso dire a riguardo? È sempre stato uno dei miei sogni pubblicare per Drumcode. Dopo il mio debutto in A-Sides Vol. 10, che ha avuto molto successo, ho instaurato un rapporto buono e complice con Adam, e gli ho inviato le mie tracce regolarmente: da lì è uscito l'EP We Control. Il singolo pre-release sta funzionando bene, e sembra si tratti del mio brano di maggior successo fino ad oggi. Abbiamo un accordo ora: sto pubblicando su Drumcode e sulla mia etichetta Spannung Records, e sono molto felice e soddisfatta di questo assetto. Drumcode ha un team motivato, dedicato e vivace, e lavorare con loro è un vero piacere!

 Lilly Palmer @ Alexei Bazdarev

Puoi dirci qualcosa dei tuoi piani per il 2022?
Il mio programma di date è assolutamente folle, e sta portando anche il mio manager Karl sull'orlo della follia! Siamo nella invidiabile situazione di essere sommersi dalle richieste: suonerò ìn tanti grandi festival e club, così come allo stage di Drumcode al Tomorrowland, o agli Awakenings. E poi Elrow, Ants, l'apertura dell'Amnesia di Ibiza, al Fabric di Londra e allo Spazio 900 a Roma: ho sempre voluto suonare lì. Poi le prossime produzioni, alcune sono già pronte, altre sono in programma: sulla mia etichetta Spannung Records stanno arrivando grandi pubblicazioni da artisti come Egbert, Franyeffe, Warp Brothers, ADHS e ovviamente le mie! Sto continuando a sviluppare il mio negozio e, ultimo ma non meno importante, un altro sogno si avvera: a maggio farò un Essential Mix per BBC Radio 1. Era qualcosa che sognavo da molto, molto tempo.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare We Control? 
Questa traccia è per tutti i DJ e i pazzi festaioli là fuori. We Control the night: in cui possiamo dimenticare tutte le nostre preoccupazioni e tutto lo stress, per essere felici e lasciarci tutto alle spalle, anche se solo per un breve momento. È la magia che accade tra il DJ e il pubblico, che ci dà il controllo sulle nostre vite a cui troppo spesso dobbiamo rinunciare.

DERIANSKI - QONATI

Deriansky @ Riccardo Ruffolo

Come è nato qonati cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
qonati è nato un giorno specifico. Finii in ospedale pochi giorni prima dell’esplosione del Covid perché iniziai a vomitare senza trovare tregua. Il tutto derivava da cattive abitudini. Da ciò è nato il pensiero rapportato a come approccio al mondo esterno, e quanto ciò è condizionato da me. Il disco rappresenta un percorso personale e una sorta di liberazione. Ci sono suoni che volevo usare e parole che volevo dire da tempo. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
È un album pensato prettamente per il live, ho deciso di dare molto più spazio al sound design e mantenere la mia idea di contrasto tra varie atmosfere. L’album, come il precedente Qholla, è diviso in tre fasi delimitate dai riansky paranoia. Si toccano temi del mio quotidiano rapportati a una reazione, a volte istintiva a volte meno. Musicalmente ho voluto variare molto mantenendo però una scelta timbrica comune per tutto il disco. I brani a volte hanno strutture classiche, a volte no. L’intenzione era di mantenere una sperimentazione a livello anche strutturale più alta rispetto al precedente disco che poi è relativo alla crescita del mio pensiero stesso durante la lavorazione. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Tutte le tracce sono collegabili a un evento della mia vita. La storia di mosqe fa capire il mood del pezzo: un giorno mi accorsi che, ogni volta che guardavo una superficie chiara, come una lavagna o il cielo quando non c’è una nuvola, vedevo e vedo tutt’ora un puntino nero. La cosa mi fece impazzire sino ad una visita oculistica in cui mi sono sentito dire, nella diagnosi, che era una cosa che si chiamava “la mosca”, e che mi ci sarei dovuto abituare per la vita. Questo viene collegato al fatto di trovare sempre il punto nero nelle cose limpide; infatti il pezzo è molto polemico. Non mi fido molto delle diagnosi.  

Deriansky @ Riccardo Ruffolo

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di qonati? 
Le persone con cui ho lavorato sono molteplici, se parliamo di specchi di feedback a cui attingere. Le persone più vicine sono in primis Nic Paranoia e Giorgio Cassano per l’art direction, e tutto il teamcro che mi ha aiutato alla produzione della fase creativa. Sono stato in studio con Goedi tenendomi in contatto con Altea e Michael Mills per la realizzazione di basilico. Ho coinvolto mi fratello Deepho in una delle tracce più istintive del disco, ci voleva un'anima familiare per sostenere un punto di vista comune, quello del dubbio. Iulian Dmitrenco mi ha aiutato a tenere le redini della fase finale della lavorazione del suono. Il team Asian Fake che mi ha aiutato a gestire la fase organizzativa dell’uscita del disco. Ho voluto mantenere il team di lavoro potenziandolo con nuovi aspetti appressi ed ottenuti in questi due anni.  

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare qonati? 
No, non lo dedicherei a nessuno.

EPOQUE - APOSTO

Epoque @ Valentina Turatti

Come è nata Aposto, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico questa traccia? Aposto è nata la scorsa estate durante le primissime session a Parigi con Ever. Appena sono tornata da Parigi, Ever mi ha chiamata su Whattsapp dicendomi che aveva l'idea per un beat e me l'ha mandata in una nota vocale. Me ne sono subito innamorata e ho iniziato a lavorarci e scrivere il testo. Credo che rappresenti un mio lato più romantico e introspettivo, che penso vada pian piano a completare la persona che sono ora e il mio progetto musicale, definendone i diversi aspetti. E per me questo è importante. 

Nella nostra precedente intervista, hai definito il tuo stile "Afrovibe". Come definiresti lo stile di Aposto? 
È un brano in perfetto stile “afrovibe”- come lo chiamo io - perché deriva sempre dal mio stile musicale ibrido ed eterogeneo, con influenze afro. 

Ci racconti qualcosa in più sul bel video di Aposto? 
Sono molto contenta del risultato . L'idea dietro al video è quella di un’estetica che rimanda ad una “fotografia in movimento”. Ho voluto dare un senso  ai colori ,al taglio delle inquadrature, alle luci per riferirmi anche al testo e giocarci su. Volevo un video che fosse bello da guardare. E secondo me, insieme ai registi, abbiamo ottenuto un ottimo risultato finale. E per questo sono molto contenta. 

Epoque @ Valentina Turatti

Che piani hai per il 2022? 
Ho intenzione di uscire ancora con MOLTA nuova musica. Sicuramente quest’estate ci sarà spazio anche per dei live. E non vedo l’ora di tornare a esibirmi! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Aposto? 
È dedicata alla persona a cui voglio più bene. E questa persona sa chi è.

LUCHÈ - DOVE VOLANO LE AQUILE

Luchè @ Gaetano De Angelis

Come è nato Dove Volano Le Aquile, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?
 Il titolo è venuto per caso un giorno in televisione, il presentatore dell'oroscopo ha detto la frase: "il 2021 sarà l'anno del Capricorno, che volerà più in alto di tutti, dove volano le aquile". La frase mi piacque, ed è la prima volta che molto prima di chiudere l'album ho trovato un titolo: un titolo che mi ha dato una visione. Ogni disco è importante, ma per me questo è il più importante: deve cambiare qualcosa, questo è il mio obiettivo, e non l'avrei voluto "buttare" via durante la pandemia, mentre il pubblico era distratto. Dove Volano Le Aquile è uno step successivo per quello che riguarda il sound, ma anche le tematiche. Ho lavorato con degli arrangiamenti complessi, non volevo avere filler: ogni pezzo doveva avere senso di esistere. Io dico sempre che bisogna fare dischi imperfetti, per dare spazio alla crescita. Una volta che hai fatto il disco perfetto, dopo cosa fai? Sono cresciuto rispetto a Potere, ma ho lasciato margine per andare avanti. Noto ancora dei difetti, e ne sono contento.

Musicalmente parlando, l'album spazia molto tra sonorità variegate. Qual è il filo conduttore delle produzioni e del mood di DVLA? 
l filo conduttore è la mia personalità, che si rispecchia nella scelta delle produzioni e le melodie che ci costruisco sopra. Questo è, ed è sempre stato il mio processo creativo: rispecchia il mio carattere, con le sue sfaccettature. Dal punto di vista delle scelte delle sonorità, sono influenzato dai miei ascolti: nell'ultimo periodo, sono molto in fissa con la roba di Houston, un po' più lenta e psichedelica. Volevo un sound che fosse più mistico: in alcune tracce è più caratterizzato, in altre meno. Non volevo fare un disco che si chiudesse in un unico sound: voglio spaziare tra le sonorità e volevo divertirmi con le produzioni, ma rimanendo coerente alla mia personalità.

In D10S, collabori con Elisa. Come è nato questo feat., e come è stato collaborare con lei?
Elisa mi ha mandato una melodia su whatsapp, e l'ho tenuta lì per qualche settimana. Io stavo già lavorando a D10S, che però ho cambiato successivamente lavorandoci su, e inizialmente non doveva avere questa struttura. Ragionandoci su, ho capito che quella melodia di Elisa era perfetta. Io poi ho inserito il mio testo, che è dedicato alla persona, all'uomo Diego Armando che, con il dovuto rispetto, credo abbia affinità con la mia: ha fatto male solo a se stesso e per questo è stato giudicato e ho scritto questa dedica. Lavorare con Elisa è stato emozionante: condividiamo un amore per le melodie un po' dark e malinconiche, che è cosa rara. Si nota subito la sua sensibilità e il suo spessore artistico. Con Elisa si è creata una alchimia e un'intesa forte.  Siamo onorati entrambi di aver collaborato, e secondo me questa è una delle tracce stand out del disco, e forse il mio pezzo preferito, anche per la sua interpretazione eccezionale. Spero di poterlo fare live!

Luchè @ Gaetano De Angelis

Parlando di live, quest'estate finalmente sarai in tour. Ci puoi già anticipare qualcosa?
Posso spoilerare poco: avremo delle date estive e i palazzetti in inverno: le prime date annunciate sono a Rimini, a Milano e a Roma, ma ne arriveranno tantissime altre, e per Napoli sto preparando qualcosa di speciale. In realtà inizierò a ragionare su i dettagli dello show tra un po': in questo momento siamo concentrati sull'album. Appena terminata la fase promo mi dedicherò a costruire un live che sia all'altezza di DVLA, che si rifaccia all'estetica del disco.

C'è qualcuno a cui dedicheresti Dove Volano Le Aquile? 
Lo voglio dedicare a tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare la mia visione. A tutto il mio team: senza far nomi, loro sanno chi sono. Lo dedico a Sony Music, che è stato un partner eccezionale, ha avuto il mio stesso entusiasmo ed è una cosa su cui prima non avevo mai potuto contare. E soprattutto a chi mi segue e che ascolta la mia musica: voglio che sappiano che è una cosa che non do mai per scontata.

LIFE ON PLANETS - ALTITUDE

Life On Planets @ Lauren Morell

Altitude sarà incluso nel tuo prossimo Dreamcatcher EP. Puoi dirci di più su questo nuovo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'EP Dreamcatcher è un passo avanti per me non solo come interprete, ma anche come produttore che crea il proprio sound. Molte delle mie pubblicazioni hanno sfaccettature diverse, poiché ho esplorato suoni diversi, e questo progetto li riunisce davvero in un modo coerente. Ho lavorato per bilanciare la scrittura di canzoni groovy con la narrazione delle mie emozioni. Sembra che il percorso si schiarisca sempre di più ad ogni tentativo. 

Come descriveresti l'EP, dal punto di vista musicale? 
Dreamcatcher è una miscela di suoni hip hop, rnb e house. Le vibrazioni vanno da sensuali e oscure, a eteree e inebrianti, ma i ritmi sono sempre martellanti. Gioco con il cantato e con il rap, unendo i due aspetti per tessere storie di amore, celebrazione e accettazione di sé.

Puoi dirci di più sul fantastico video di Altitude?
La mia buona amica e collaboratrice Clarke Leland, una videomaker, parlava di fare il nostro prossimo progetto per il futuro. Da Young Art ci hanno detto che ci avrebbero aiutato a realizzare un video musicale, quindi abbiamo deciso di provare un medley in quattro parti di ogni canzone in modo da poter catturare tutte le vibe. Abbiamo girato allo studio Ladybuggies a Miami, lavorando con amici per gran parte del progetto. Volevo ritrarre un senso di giocosità e un mood artigianale, combinandolo con un concetto più alto. In questa prima parte, Altitude, è l'inizio della ricerca di una connessione; a cominciare dall'amore. Giocando con l'atmosfera seducente della musica, abbiamo usato luci, ombre e sagome per creare un'atmosfera intima. Nelle parti successive ci muoveremo attraverso la connessione con la comunità, l'etereo e il sé. 

Life On Planets @ Lauren Morell

Il tuo EP sarà pubblicato con l'etichetta Young Art, di TOKiMONSTA. Com'è lavorare con una leggenda come Jennifer? 
Jennifer è fantastica!! Toki e il team di Young Art mi hanno aiutato a realizzare la mia visione artistica in ogni momento. Dalla musica alle immagini fino alla copertina, si sono affidati a me per l'esecuzione e il processo decisionale, e sono molto grato di avere avuto così tanta libertà! Non posso ancora credere che TokiMonsta abbia scelto proprio la mia musica da pubblicare sulla sua etichetta. È un vero onore. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Dreamcatcher EP? 
Dedico questo disco al mio paese, alla mia gente. Mia madre e mio padre. I miei amici Sophie, Mateyo, Josef, Charlie. Il mio manager Jonathan McDonald. Hanno ascoltato questa musica sin dal suo inizio, bozza dopo bozza e non mi hanno mai rifiutato un consiglio o un ascolto. Grazie al loro supporto ho potuto portare a termine questo lavoro. Grazie!

SERENA BRANCALE - JE SO ACCUSSÌ

Serena Brancale @ Ilenia Tesoro

Come è nato Je so accussì, e  cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Je so accussí è la mia nuova carta d’identità. Nei contenuti, nei featuring, nella presa di coscienza di non essere solo una cantante jazz bensì un ibrido di stili. Ho sempre faticato a definirmi, a descrivere quale genere suonassi e con questo album ho messo in chiaro le idee e canto me stessa felicemente fuori da ogni etichetta.  

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
Un Coraggioso Nu Soul. Ho dedicato tre anni per delineare al meglio questo album. Abbiamo registrato in acustico tutti i brani da trio jazz e in un secondo momento abbiamo definito i suoni rendendoli più freschi, matchando il jazz con sample pop. Non ha un genere ben definito. Sicuramente si allontana dal jazz mainstream nel sound: ma se oggi Anderson Paak canta in festival jazz e Rosalìa mixa il jazz con il reggaeton, allora è Je so Accussì un disco jazz. 

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Je so accussì? 
Nasce da una lunga chiacchiera di anni con il mio produttore Carlo Avarello, emisfero sinistro del cervello dell’album. Con lui ho stabilito i contenuti, gli ospiti e abbiamo selezionato le canzoni che all’inizio non erano 10 ma il doppio. È il primo album esperimento di co-scrittura con gli autori e non solo, Manuel Finotti e Laura di Lenola. Un lavoro vestito dagli stessi musicisti con cui si partirà in tour: Domenico Sanna, Dario Panza ed Emanuele Triglia. Je so Accussì è il risultato di un grande lavoro di squadra, dove ognuno ha messo un pezzo di cuore per farlo pulsare al meglio e renderlo autentico. Per me lo è. Tanto. 

Serena Brancale - Je So Accussì @ Thom Rever

In Je So Pazz, collabori con una leggenda come Richard Bona. Com'è stato lavorare insieme a Richard e cosa significa per te entrare nella family di Quincy Jones? 
Lavorare con Richard è stato formidabile: è un’artista di enorme spessore. Non ha mangiato né bevuto fin quando non abbiamo concluso le voci di Je so pazz: dedito e appassionato al lavoro come nessuno. Un santone della musica dal quale c’è solo da imparare. Quincy Jones ha ascoltato il mio album e ha apprezzato molto il mix tra jazz e folk, tra il dialetto barese e Nu soul. C’è un brano che a lui è piaciuto particolarmente, per questo l’abbiamo lasciato fuori per collaborare in futuro nell’arrangiamento. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Je so accussì? 
Questo album lo dedico a tutti i ragazzi che a fine percorso di studi musicali non sanno da dove incominciare. Ai ragazzi che devono rimboccarsi le maniche e trovare una loro strada tra i generi, la loro personalità tra gli stili. Lo dedico a mia madre, che mi ha sempre spronato ad essere me stessa, che da lassù mi guarda e continua a fare il tifo per me.

KAMAAK - ONNE

KamAak @ Federica Manfredi 

Onne farà parte di Imperfect Disconnect, il vostro mini in uscita per INRI Classic. Come è nato questo progetto e cosa rappresenta per il vostro percorso artistico? 
E’ una trilogia che si completerà nei prossimi mesi con i brani Avòta e Auànno. I titoli dei brani sono parole in napoletano arcaico, per senso di appartenenza ci piaceva l’idea di recuperarle. Le pubblicazioni avranno video dedicati ed esprimono un concept che vuole rappresentare elementi del territorio Vesuviano che è sempre ricco di fascino. Il progetto nasce come viaggio sonoro durante il quale è possibile incontrare, o scontrarsi, con la potenza della natura, con la sua capacità distruttiva, e con le spigolose e calde, o algide, ambientazioni che il vulcano - tra miti e leggende - ci regala da millenni.

Musicalmente parlando, come descrivereste Imperfect Disconnect? 
Imperfect Disconnect ha un sound che affonda, sì, le radici nella musica neo-classica, ma che attraverso la sperimentazione unisce elementi contemporanei con elementi tradizionali. E’ un lavoro di ricerca durato diversi mesi e le composizioni nascono tutte da campioni di elementi tradizionali, che sono l’incipit dei brani. In Onne ad esempio, siamo partiti dal campionare voci di mercanti dell'aria vesuviana, colpiti da come questi riuscivano a dare enorme musicalità a frasi semplici, ed abbiamo girato settimane nei mercati rionali, abbiamo conosciuto e parlato anche per ore con queste persone, ed ognuno di loro aveva parole e suoni da donarci e che ci hanno permesso di proseguire nel nostro percorso compositivo. Negli altri abbiamo girato nelle feste tradizionali che da secoli si celebrano sul territorio, come ad esempio “La Festa della  Madonna dell’Arco” o la “Festa della Madonna delle Galline”; ma non solo ci siamo intrufolati nelle masserie, nelle botteghe degli artigiani abbiamo raccolto i suoni che più ci ispiravano e rielaborati, ma questo poi lo scoprirete più avanti. 

Ci raccontate qualcosa in più sul bel video di Onne? 
La protagonista di Onne è la piccola Deva (Deva Francesca Rumb): questa splendida bimba è una mia allieva di violino e da quando la conosco, ho immaginato di inserirla in questo lavoro. Per noi infatti lei è stata un elemento narrativo fondamentale: i suoi capelli rosso intenso ci richiamano il fervore del Vesuvio, e trainata, come Caronte scortò Dante, da un'anziana signora in queste misteriose calme acque che bagnano la nostra città, si imbatte in un viaggio tra il passato ed il futuro in un tempo liquido, intrattenibile. Non c’è solo una storia divertente intorno al video: quando abbiamo girato l’ultima scena, quella in cui cadono i fiori di campo sui capelli dell’attrice, ad esempio, io e Stella aiutavamo i ragazzi della troupe a realizzarla, nel momento in cui Dario  (il regista) indietreggiava con la camera dovevano cadere questi fiori a mò di pioggia sul soggetto. Io purtroppo con una mira pessima, diverse volte involontariamente ho colpito gli occhi di Deva: ovviamente questo comportava che le lacrimassero imponendoci di rifare la stessa scena almeno quindici volte! 

KamAak @ Kristel Pisani

kristelvscp

Questo è il vostro esordio per INRI Classic. Cosa significa per voi questo traguardo, e fare parte di una realtà così prestigiosa? 
Siamo molto felici di far parte del roster di un’etichetta così importante con grandi artisti che stimiamo e che seguiamo. Per noi è un punto di partenza straordinario, ci dà la forza per proseguire con grande convinzione ed impeto su una strada che sta delineandosi man mano dinanzi a noi. Siamo molto felici di quello che stiamo facendo e siamo soprattutto impazienti di quello che faremo in futuro. 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Imperfect Disconnect? 
Imperfect Disconnect è chiaramente un elogio al nostro territorio, che riesce a darci la grande possibilità di influenzare la nostra musica ed i nostri suoni con un mare enorme di cose; e questo naturalmente per quello che facciamo è un grande dono. Accadono tante piccole e grandi cose attorno a noi e ogni giorno possono diventare strumenti ed elementi di ispirazione.

JAKOJAKO - METAMORPHOSE

JakoJako @ Katja Ruge

Come è nato Metamorphose, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Volevo fare il tipo di musica che io definisco synthesizer music. Più di ogni altra cosa, amo creare suoni con strumenti elettronici. Per questo disco mi sono lasciata andare con quel processo, utilizzando principalmente il mio sintetizzatore modulare Eurorack e realizzando tutto da zero. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
La definisco musica da sintetizzatore, perché è nata dall'esplorazione di queste macchine. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Il brano Amygdala è stato creato testando un nuovo modulo della società Instruments of Things, chiamato 2.4 Sink. Il modulo si collega a sensori di movimento wireless che inviano informazioni, consentendomi di controllare il suono attraverso il movimento. Quindi le modulazioni in questa traccia sono state fatte ballando nel mio studio. 

JakoJako @ Katja Ruge

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione di Metamorphose?
Frank Wiedemann, il fondatore di Bigamo, è stato un grande supporto. Andavo spesso nel suo studio per ascoltare nuova musica: insieme sceglievamo le tracce per l'album, e parlavamo di musica in generale.  

C'è qualcuno a cui dedicheresti Metamorphose? 
Lo dedico ad ogni ascoltatore; la musica è fatta per essere ascoltata. Ognuno può avere una connessione emotiva diversa con la musica: trovo che sia fantastico il modo in cui la musica viene percepita soggettivamente, e come ogni ascoltatore possa rispondere in modo diverso a determinate tracce. La sensazione di input e output può essere totalmente diversa: trovo questa trasformazione affascinante.

PARTIBOI69 - NO PLACE LIKE HOME

Partiboi69 

diego campomar

Come è nata No Place Like Home, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
No Place Like Home è stata scritta nel profondo del lockdown, nel mio vecchio studio a Londra. Era inverno, il tetto del mio studio aveva infiltrazioni e il riscaldamento non funzionava. Spesso faceva più freddo nel mio studio rispetto a fuori. In quel momento era estate nel mio paese d'origine, l'Australia, e in quella fase stavano iniziando a uscire dal lockdown per un breve periodo di tempo. Posso sicuramente dire che mi mancavano le calde e lunghe notti estive australiane quando scrivevo la traccia. Penso che inizialmente stavo cercando di scrivere il mio testo per la traccia e sono rimasto bloccato su una frase che diceva qualcosa come "No Place Like Home". Siccome non so davvero cantare, ho quindi digitato il testo su YouTube per vedere che tracce mi venivano fuori, e mi sono imbattuto in questa bellissima versione in studio acapella di No Place Like Home di Ahmir.  

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
No Place Like Home è un'ondata di melodie guidate da voci armonizzate, arrangiamenti di synth euforici e break beat, che inducono serotonina che ti fanno desiderare di abbracciare i tuoi amici, o tua madre :)

Partiboi69 @ Diego Campomar

diego campomar

Non vediamo l'ora di vederti alla prima edizione del Sonar Lisbona il weekend prossimo. Si tratta della tua prima volta al Sonar? Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo set? 
Sono dannatamente entusiasta di suonare al Sonar quest'anno! Non vedo l'ora. Non sono mai stato prima, quindi l'intera esperienza mi lascerà a bocca aperta, senza dubbio! Porterò un set di energia molto alta come al solito. Non aspettarti nulla e rimani piacevolmente sorpreso da tutto ;) 

C'è qualcuno a cui dedicheresti No Place Like Home? 
Questa traccia è dedicata a chiunque abbia provato di recente la mancanza dei suoi amici. E al mio vecchio cavallo Obi, era il migliore!

ZHEANI - I HATE PEOPLE ON THE INTERNET

Zheani - Mik Shida

Come è nato I hate People On The Internet, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?  
I hate People On The Internet esplora l'odio. L'odio proiettato dagli altri dall'esterno e l'odio di sé, dal profondo: quello alimentato da paura, gelosia e rabbia. Il giusto odio per le bugie e il sinistro disprezzo di sé che porta via così tante giovani vite innocenti. L'odio ha molte facce velenose ed esiste in ogni cuore umano. In I Hate People on the Internet accetto la parte oscura di me stessa, mi cimento con essa e la metto in mostra. Questo è un atto di individuazione e un sacrificio che incoraggia gli altri a fare lo stesso. Forse se urli con qualcuno, l'odio velenoso nel tuo stesso cuore potrebbe essere purificato. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
Sette esplosioni di rumore aspro e coinvolgente in rapida successione: ritmi trascinanti e industriali insieme a voci tagliate e avvitate in uno spruzzo di proiettili. Inesorabili, le canzoni raccontano una storia di disgusto, senso di colpa, vendetta, salvezza, liberazione e, naturalmente, odio.  

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?   
Fuck the Hollywood Cult parla del giusto odio per le bugie. Riguarda l'industria dell'intrattenimento globale abusiva ed è una maledizione sulla sua influenza sovversiva... e ha un lieto fine! Con la seconda strofa della canzone mi sono trasformata in una succube alata demoniaca, che torreggia in tutta la sua gloria incombente sul bordo di una scogliera, che pochi istanti prima era la collina di Hollywood. Rido mentre il terreno si spacca e si sgretola da sotto di me in una gola profonda e abbandonata. 

Zheani - Mik Shida

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione dell'EP? 
Gli strumentali sono stati tutti prodotti da King Yosef. Le canzoni sono state mixate e progettate da Mik Shida. Entrambi questi artisti di grande talento sono i miei collaboratori di lunga data - nonostante King Yosef viva in un paese diverso - e noi tre ci ispiriamo a vicenda e abbiamo in programma di fare molta più musica insieme in futuro.

C'è qualcuno a cui dedicheresti I hate People On The Internet?  
Alle tarantole.

THE ALLEGORIST - THE SACRIFICE

The Allegorist @ Anna Jordan Project

The Sacrifice è incluso nel tuo ultimo album, Blind Emperor; come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
The Sacrifice è la traccia principale dell'album: parla delle sfide nel prendere una decisione rivoluzionaria e nel definire quali sono realmente le nostre priorità. Potrebbero sembrare in un certo qual modo un sacrificio, e forse lo sono davvero. Secondo me c'è qualcosa di veramente bello in questo. Perché questi sono i momenti che contano davvero e ci definiscono come persone, chi siamo veramente. Dal punto di vista della produzione musicale, ho costruito la traccia attorno a me, con voci che ho stratificato insieme in un coro imponente. Ho fatto un bel po' di sound design in modo che possa rappresentare tutti: i nostri sentimenti, il nostro dolore e i nostri sogni. Le nostre storie. 

Come descriveresti Blind Emperor, dal punto di vista musicale? 
L'album parla del viaggio, della lotta per la verità, del non piegarsi al facile e del trovare accettazione nei sacrifici e nei limiti. Penso che ci si debba lasciar guidare da molti elementi come la conoscenza, i sentimenti e l'intuizione. Ho esplorato e raccontato questi pensieri in un'opera artistica, la storia dell'imperatore cieco, che descrive i misteriosi modi di vivere, musicalmente in un album epico, cinematografico, corale e ambient techno. La mia ispirazione è venuta dal suonare dal vivo e dalla mia esperienza personale di techno a Berlino. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
Moving Forward è stato il primo singolo che ho pubblicato dall'album: riguarda la spinta a non mollare mai, lo sforzo costante per andare avanti, per imparare e crescere. Andare avanti può essere qualsiasi cosa, non importa quanto grandi o piccoli siano i passi. A volte andiamo avanti quando facciamo un passo indietro o non ci muoviamo affatto. Andare avanti è nel nostro cuore, lo spirito ardente che è vivo e ci fa avanzare.

Blind Emperor @ The Allegorist

Puoi dirci di più sul fantastico video di The Sacrifice? 
Quando inizio a fare una traccia o un album non so mai dove mi porterà il viaggio. Per creare un album ci vogliono sempre molti anni per me, e metto insieme i pezzi uno per uno, costruendo lentamente le idee e il concept. La poesia per The Sacrifice è arrivata come l'ultimo pezzo dell'album, durante la realizzazione del video. Mentre compongo musica vedo sempre film complessi e nel caso di The Sacrifice e Blind Emperor ho scelto di riassumere il tema con il paesaggio oscuro e misterioso e un oggetto - il santuario -, dei tanti come centro del video. 
For one empire to rise, another must fall.
For us to reach the highs, through dark holes we must crawl. 
For the vision in the deep, we need,
we sacrifice and bleed, to make the leap.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Blind Emperor? 
A tutti coloro che sono disposti a intraprendere questo viaggio e specialmente a coloro che sono feriti e hanno bisogno di guarigione. Coloro che sono stanchi e cercano speranza, che sono soli e hanno bisogno di amore, che sono indeboliti e hanno bisogno di forza, che hanno perso il senso e cercano la luce. Che, nonostante tutto, stanno facendo del loro meglio: vi mando la mia carica di amore e fuoco.

MELANCHOLIA - HYPNOS

Melancholia @ Ilaria Ieie

Hypnos è incluso nel vostro EP Sleep Mode, in uscita oggi. Come è nato questo progetto e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico? 
Il progetto è nato dalla nostra curiosità verso il mondo onirico. Spesso ci siamo ritrovati a parlare dei sogni fatti, di quello che si prova prima-dopo-durante il sonno e delle strane cose che la mente riesce ad immaginare. Tutto questo ha influenzato l’intera scrittura dell’EP che rappresenta un altro punto di vista artistico sempre legato a noi, al nostro mondo e, in primis, alle nostre sensazioni.

Come definireste Sleep Mode, musicalmente parlando? 
Sleep Mode è la rappresentazione di tutto ciò che abbiamo imparato e ascoltato col tempo, è una rivisitazione di tanti generi diversi, mescolati e sviscerati, è la voglia che abbiamo di suonare dal vivo, di spaccare il palco, è l’energia che ci tiene in vita. È il modo in cui noi vogliamo fare musica.

Per la realizzazione dell'EP, con chi (e come) avete collaborato?  
Per questa nuova era abbiamo deciso di lavorare in modo diverso, abbiamo fatto della nostra casa un piccolo studio e ci siamo messi a scrivere tutto quello che ci veniva in mente, tutte le sensazioni degli ultimi due anni, quelle brutte e anche quelle belle (stranamente). Conclusa poi la stesura degli arrangiamenti, li abbiamo chiusi in studio.

Melancholia @ Ilaria Ieie

Ci raccontate qualcosa di più di questo bellissimo video? 
Per il concept del video abbiamo esaminato molto attentamente vari sogni che abbiamo fatto per creare una storia, di cui il video è solo una parte. Megan, la regista del video, ha accolto tutte le nostre malattie e ha creato con noi una storia pazzesca che non vediamo l’ora di farvi vedere - e sentire. Per concludere vorremmo spendere due parole sul luogo del video perché è veramente un posto incredibile e pieno di energia: siamo stati onorati a poterci girare.

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Sleep Mode?
(Benedetta) Alcuni testi sono dedicati ad alcune persone fondamentali per la mia vita, tra cui anche Fabio e Filippo, la mia ragazza, la mia famiglia e uno dei miei più cari amici. Questo album è la nostra rinascita ed è per noi, per voi, per tutti coloro che ci troveranno qualcosa di bello.

FLOFILZ & JEROME THOMAS - SENSITIVE

FloFilz @ Gabriella Achadinha

Sensitive farà parte del tuo LP Close Distance, in uscita l'8 aprile. Come è stato creato questo progetto e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Ho iniziato a lavorare sulle prime tracce un po' dopo l'uscita del mio precedente album, Transit, e prima che iniziasse la pandemia. Fatta eccezione per quelle prime tracce, tutto il resto è stato creato a casa e i featuring hanno preso forma su Internet. Poter lavorare con musicisti incredibilmente talentuosi, come Jerome Thomas o Alfa Mist, ha sicuramente aperto nuove porte e mi ha ispirato a provare a portare la mia musica in nuove direzioni. 

Come descriveresti Close Distance, musicalmente parlando? 
Direi che suona in modo diverso da ciò che ho fatto prima, ma al contempo è simile Ci sono nuove influenze ma il jazz è ancora quella preponderante! Sebbene la maggior parte delle collaborazioni sia stata da remoto, le cose sono sembrate molto vicine musicalmente. Sento anche di aver capito, durante la pandemia, di più di me stesso e della musica che voglio fare; e Close Distance ne è la prova. 

Come ha preso vita la collaborazione con il grandissimo Alfa Mist? 
Ci siamo incontrati per la prima volta ad un suo concerto ad Amburgo un paio di anni fa. Ho avuto la fortuna di essere stato invitato a suonare come supporto per lui quella sera, e  abbiamo finito per chiacchierare nel backstage. Avevo già lavorato con un buon amico del suo Barney Artist e abbiamo convenuto che sarebbe stato bello lavorare su qualcosa insieme. 

Jerome Thomas @ Morgan Lorelle

Puoi dirci di più sul fantastico video di Sensitive? 
Purtroppo non sono stato in grado di essere sul set di persona, sempre a causa del Corona. Ma Jerome e il suo team hanno escogitato un bellissimo concetto, che consisteva nell'iniziare con una cornice congelata, che ricorda le statue in un museo; e  poi, lui e i due ballerini iniziavano a muoversi e fluire sempre di più, lasciandosi dietro lo stress, come descrive il testo. L'illuminazione utilizzata nel video corrisponde anche all'artwork del brano e dell'album.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare ti Close Distance?
Vorrei dedicare questo album a tutti coloro che sono stati con me durante la pandemia. E ovviamente a tutti gli ascoltatori: il vostro supporto significa davvero tanto per me!

MEMENTO - STICK

MEMENTO @ Silvia Violante Rouge

Copyright 2022. All rights reserved.

Come è nata STICK, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
STICK è nata al termine di un percorso relazionale molto importante all’interno della mia vita, segna dunque un passaggio fondamentale per quello che sono e per quello che è Memento e la musica che faccio. A maggio dello scorso anno entrai in studio con una pre-prod, e Luca Morando - mio caro amico, tastierista del progetto Live, nonché figura fondamentale nel mio percorso artistico e personale - registrò con un iPhone le tastiere che sentite nell’intro. Poco tempo fa per concludere, andai a Roma dagli Oribu - musicisti con cui ho lavorato a tutta la prossima musica che sentirete - e completai il lavoro, il resto è tutto ciò che sentite. 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
La semplicità è sempre la chiave di tutto ciò che produco. Con STICK abbiamo cercato di reinventare questo approccio seguendo l’unica regola con cui si può recintare l’arte: non ci sono regole. Il giro su cui si fonda il brano è facilmente comprensibile e intuibile, abbiamo sfruttato l’orecchiabilità degli accordi per trasformali in qualcosa di meno scontato ma pur sempre accogliente. 

Ci racconti qualcosa in più sul bel video di STICK? 
Sembra scontato ribadirlo, ma provo un immenso senso di gratitudine per avere la possibilità di poter lavorare con personalità artistiche incredibili; lo dico spesso, l’incontro è la parte più bella dell’essere un musicista. E qui l’arte mi ha fatto incontrare Silvia Violante Rouge, colei che ha ideato e creato il video di STICK, dirigendo in maniera impeccabile tutto il fantastico team. Il concept si basa su una storia d’amore immaginaria, sul fatto che ci si possa aggrappare in maniera concreta e solido a un bel ricordo, a un pensiero volatile. Miriam Leggieri ha interpretato al meglio il suo ruolo di desiderio romantico: ci siamo conosciuti sul set, ed è stato tutto divertente e molto naturale. I miei amici hanno realizzato un graffito fichissimo: loro sono parte integrante della mia vita, e mi fa piacere che abbiano partecipato anche a parte della mia vita artistica.

MEMENTO @ Silvia Violante Rouge

Copyright 2022. All rights reserved.

Ci racconti i tuoi piani per il 2022? 
Ritmi serrati e un piano potentissimo. Sto facendo tantissima musica e sto sperimentando molto, con molte persone diverse, grazie anche al supporto costante di Asian Fake, la mia etichetta. Ho un nuovo tour in preparazione e tanta musica in uscita, qualche progetto dietro l’angolo che non vedo l’ora di condividere, non sto nella pelle! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare STICK? 
STICK è un inno all’amore. È ovviamente dedicata a chiunque sia in grado di farla propria. Se dovessi decidere di dedicarla a qualcuno in particolare, la dedicherei a tutte quelle persone che hanno il coraggio di pensare positivo e di apprezzare tutto ciò che di bello gli si pone davanti. Vorrei che fosse un augurio di bene.

AFTERSALSA - FARE TARDI

Aftersalsa @ Press Office Courtesy

Come è nato Fare Tardi, e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico? 
Ci mancava la notte e ci mancava fare tardi di notte: è stata la scusa per affrontare le giornate tutte uguali degli ultimi due anni, una fotografia di quello che siamo e di quello che vorremmo essere. Fare Tardi è il nostro primo disco in italiano dopo quasi sei anni di canzoni in inglese, sentivamo l’urgenza di comunicare qualcosa che fosse davvero nostro, qualcosa che ci facesse sentire ancora vivi. C’è chi la mattina la intende come la fine della giornata e chi l’inizio, a noi piace pensare che sia entrambe le cose: la fine e l’inizio di qualcosa, magari la fine della serata e l’inizio di un after. Non è mai troppo tardi per fare tardi. 

Come descrivereste l'album, musicalmente parlando? 
Ci siamo ritrovati nel nostro studio/laboratorio a sperimentare con suoni inediti e parole nuove, siamo tornati ad un approccio più reale, più vivo, più umano. Sentivamo la necessita di toccare con mano gli strumenti, tornare a sudare in sala prove, rovesciare le birre sul pavimento. Le atmosfere sono più dilatate e le note sono piene di riverbero, come se Mac DeMarco giocasse tutti i venerdì sera a poker con Thurston Moore. 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?
Quando ci siamo trovati con solo le voci da registrare abbiamo deciso di cambiare aria e prendere per una settimana un casale sulle pendici del Vesuvio trasformandolo in un piccolo studio di registrazione. Abbiamo scelto questa location perché nelle settimane precedenti ci siamo confrontati quasi quotidianamente con i nostri compagni di etichetta - Futura Dischi - rivedendo i testi e dandogli un senso logico. Abbiamo sfruttato questa trasferta per dare un volto alle chat di WhatsApp che ci hanno accompagnato per settimane, conoscere nuove persone che in quel periodo era come oro. Altra risorsa preziosissima è stata Giusto Correnti che abbiamo conosciuto tramite Il Cairo. Tra un coprifuoco e un negroni ha registrato le batterie di Bustine di te, Nessuno sveglio e Arabo aggiungendo un tocco davvero speciale. La cosa divertente è che una notte mentre stavamo facendo tardi abbiamo prenotato dei voli per Palermo in occasione del suo compleanno, il giorno dopo è stato una tragedia incastrare le ferie. 

Aftersalsa @ Press Office Courtesy

Con DNA Concerti, sarete in tour per presentare il disco. Potete anticiparci qualcosa del live che state preparando? 
Un nostro amico ci ha sempre detto: sui social 9 sul palco 6. Ci piace pensare che il nostro habitat preferito sia il palco: facciamo musica per bere le birrette calde e aspettare ore di nulla tra il soundcheck e il brivido prima di iniziare il concerto. Quando DNA concerti si è interessata al nostro progetto eravamo molto contenti e a breve annunceremo la prima tranche di date. L’obiettivo è sempre stato suonare il più possibile e, nonostante le difficolta del settore della musica live negli ultimi due anni, ci poniamo super disponibili anche senza essere un peso per i promoter. Stiamo allestendo un live molto d’impatto con un backdrop che riprende la copertina di Fare Tardi: preparatevi ad urlare “vite rovinate”! 

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Fare Tardi? 
Questo disco lo dedichiamo a tutti quelli che vivono la notte e di giorno non si sentono a loro agio, siamo tutti persi in queste strade. Inoltre vorremmo ringraziare anche la nostra etichetta Futura Dischi che ci ha sempre creduto, alcune volte più di noi; Afraid Studio che ha curato tutta la direzione artistica e i fratm che vivono e decidono di vivere la notte nonostante tutto.

UÈLE LAMORE - LOOM

Uèle Lamore @ Antoine de Tapol 

Antoine Vincens de Tapol

Come è nato Loom, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica?
Inizialmente, ho realizzato una prima versione del disco senza alcuna pianificazione particolare: era molto personale e quasi sperimentale. Poi, quando ho ricevuto una proposta per pubblicarlo, era passato del tempo e ho capito che volevo raccontare un'altra storia. Volevo fare musica che fosse accessibile per ogni ascoltatore, ma che offrisse idee e sonorità diverse. In qualche modo, presenta il mio sound alle persone. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, dal punto di vista musicale? 
È difficile da descrivere in poche parole. Ci sono molte chiare influenze, provenienti dall'indie-electro, dall'indie-rock, dal neoclassico e persino dal trip-hop. Volevo creare un'esperienza sonora coinvolgente per l'ascoltatore e portarlo in un territorio inesplorato, includendo tracce più facilmente accessibili, oltre a creare ancoraggi nell'elenco delle tracce. Per me, lo sforzo principale è stato quello di dare il massimo alle mie idee musicali, e non avere rimpianti, presentando qualcosa che, spero, suoni in modo diverso e interessante.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare?  
La canzone Currents ha una storia interessante: non esisteva ancora fino a che il registrato è stato completato e inviato all'etichetta. Ho ricevuto un messaggio in cui mi si diceva che all'album mancavano dei minuti per arrivare alla lunghezza standard richiesta. Questa è stata una brutta notizia: immagina di pensare di aver finito con qualcosa su cui hai lavorato per mesi, di avere zero energia e di dover tornare indietro e rimetterti al lavoro. Tutto in una settimana. Inoltre, la mia vita era un disastro, ero davvero stanca, mi sentivo giù e non riuscivo a vedere la luce in fondo al tunnel. Mi sono chiusa in studio per due giorni e ho scritto Currents, sfogando la mia frustrazione, e alla fine è diventato uno dei miei brani preferiti dell'album! 

Loom  @ Uèle Lamore

Con chi (e come) hai collaborato, per la realizzazione di Loom? 
Ho collaborato con tre artiste, basate tra Parigi e Londra: Silly Boy Blue, Cherise e Gracy Hopkins. Queste tre cantanti hanno stili ed energie estremamente diverse. Tutte e tre in qualche modo rappresentano un aspetto dell'album. Le seguivo tutti e tre da un po' e già ammiravo il loro lavoro e la loro abilità artistica. Quindi, ho scritto brani appositamente per ognuna di loro e, fortunatamente, hanno accettato tutte di collaborare! Ho dato loro la totale libertà di interpretare e scrivere i loro testi come si sentivano. Per me era importante sentire che si fossero impossessate della traccia e l'avessero fatta propria piuttosto che viceversa. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Loom? 
Certamente! Per prima cosa voglio dedicarlo alle persone che l'hanno fatto con me, è davvero un disco che ho fatto con i miei più cari amici musicisti, e penso che si capisca ascoltandolo. In secondo luogo, lo dedico a mia madre che è venuta a mancare quando ero più giovane. Spero che ovunque si trovi, sia orgogliosa di vedere questo risultato. 

CARA FEAT. CHADIA RODRIGUEZ - PREFERISCO TE

CARA, Chadia Rodriguez 

martinaamoruso

Come è nata Preferisco Te, e cosa rappresenta per te e il tuo percorso artistico?
Preferisco Te è un brano nato in un periodo in cui stavo sperimentando molto, in relazione al fatto che stavo vivendo nel privato tante sensazioni e situazioni spesso in contrasto tra loro, continuavo a dondolare su un’altalena di dolce e amaro che penso abbia trovato un accordo spontaneo con questo brano. Per questo “Preferisco Te” penso sia un po’ un punto evolutivo del mio percorso, c’è una componente di durezza che ancora forse non avevo espresso come ho fatto ora. È un brano che mi ha fatto prendere un respiro, perché sono riuscita a unire la mia tendenza a lottare sempre per un legame stretto, nonostante le ferite che questo comporta, ma anche la consapevolezza che a volte bisogna lasciare andare per non dimenticarsi di avere cura di se stessi. 

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando?
Penso che Preferisco Te sia un brano che, anche musicalmente, presenta diverse sfumature, il linguaggio è sicuramente diretto e penso che la produzione supporti e incoraggi questa intenzione. È una porta in faccia, un pugno dritto in pancia, ma con una rosa nascosta nell’altra mano. 

In Preferisco Te collabori con Chadia. Come ha preso vita questo feat. e come è stato collaborare con lei?
La collaborazione con Chadia è nata perché i nostri produttori sono entrati in contatto, e a me ha intrigato subito l’idea di questo feat. Ho pensato “posso addentrarmi nel suo universo, che è distante dal mio, chissà che cosa succede.” Io e Chadia abbiamo due linguaggi diversi che hanno trovato un accordo proprio nel contrasto, sono molto contenta di questa collaborazione, anche dal punto di vista umano. Sul set del video abbiamo riso tutto il tempo, abbiamo sempre un bello scambio. 

CARA @ Press Office Courtesy

Ci racconti i tuoi piani per il 2022? 
Per ora mi sto concentrando sull’uscita del singolo, ma sto lavorando tanto in studio e per poter fare dei live, spero presto di potervi raccontare nuove cose in arrivo. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Preferisco Te?
Sì e no. È una dedica che vivo più a livello universale e che parzialmente riguarda anche me, quasi come se fosse un reminder: “ricordati che alla fine torni sempre a te, ogni tanto per tutelarti devi saper lasciare andare qualcuno”.

yeule - GLITCH PRINCESS

yeule @ Ethan Lai

Come è nato Glitch Princess, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Penso che l'album sia stato un intenso tentativo di ricreare un paesaggio digitale, di quella che pensavo fosse la mia realtà. Composta da dettagli grotteschi, non sistematici e decostruiti, come lo sono i glitch: glitch nella produzione o anche glitch mentali. Il progetto pensa alla mia inclinazione verso le cose più oscure - con questa idea di anti-struttura, che sottostà all'intero concetto di musica - fatto di molta elettronica, rumore ed elementi antitetici che che compongono il mio progetto e rendono la mia musica ciò che è. Quello che è stato molto interessante sono le collaborazioni con produttori che vedono la musica come la vedo io: in particolare Danny L Harle, che ha co-prodotto metà dei brani di Glitch Princess.

Parlando di collaborazioni, uno dei brani che più abbiamo amato di Glitch Princess è Perfect Blue, in featuring con Tohji. Ci racconti del significato di questa traccia, e di come ha preso vita questa collaborazione con lui?
Ho scritto Perfect Blue in omaggio all'omonimo film, di uno dei miei registi preferiti, Satoshi Kon. Quando ero più giovane mi immedesimavo molto con il personaggio principale di Perfect Blue: non perché fosse una pop-star, ma per la struttura chiave del senso dell'immagine decostruita, che nessuno poteva davvero capire. Ho condiviso questa canzone con i miei amici online e ho pensato che ci sarebbe stato molto bene Tohji. Io ho uno stile poetico, lui ha uno stile molto potente, se vuoi molto crudo: non gliene frega nulla di ciò che scrive, può fare testi sulle macchine o addirittura sugli Oreo! Ed è davvero come se fosse il mio esatto opposto. Ho pensato che il mix tra questi due tipi di scrittura di canzoni sarebbe stato piuttosto divertente, in un modo abbastanza camp. Mi è piaciuto molto quando abbiamo iniziato a lavorare insieme: è stato stimolante sperimentare e inviarci a vicenda le cose che ci piacevano.

yeule @ Ethan Lai

Non vediamo l'ora di vederti il 31 marzo a C2CMLN shared by Gucci. Cosa ti aspetti da questa tua prima data in Italia e da questo evento?
Mi onora tantissimo essere parte di questo evento, anche perché mi piace molto la lineup: adoro DJ Phyton e Aya. Questa è la mia prima data in Italia, ma sarà anche la prima volta che vengo nel vostro paese: volevo andarci da molto tempo, ma a causa della pandemia non ho potuto viaggiare. Non vedo l'ora di essere a Milano, una bellissima città di cui però per ora ho visto solo foto online.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Glitch Princess?
Dedico sempre il mio lavoro a tutti gli amici che ho perso lungo la strada: transgender, queer, non-binary ostracizzati dalla società sino all'alienazione, a causa della loro identità. Penso che molto del mio lavoro sia piuttosto oscuro: non credo sia facile parlare di suicidio, ma è una realtà e penso che quello che mi fa andare avanti sia che i miei amici - molti dei quali sono attivisti  - mi ascoltino. Il concetto di identità è un concetto fondamentale nella mia musica, e mi ha aiutato a scriverla la morte dell'ego che ho sperimentato nel 2020.

DENZEL CURRY - MELT MY EYEZ SEE YOUR FUTURE

Denzel Curry @ Adrian Villagomez 

Come è nato Melt My Eyez See Your Future, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
L'album è stato principalmente scritto e registrato al The Brewery di Los Angeles e terminato al leggendario Electric Lady di New York. La creazione di questo album mi ha tirato fuori dalle solite dinamiche, e mi ha permesso di capire che posso fare praticamente qualsiasi cosa. 

Come descriveresti questo nuovo progetto, musicalmente parlando? 
È un blend tape, con tutta l'ispirazione sonora che ho raccolto nel corso della mia vita. Partendo dal soul e dal jazz, che risuonavano nella casa dei miei genitori da bambino, arrivando alla Jungle e alla Drum'n'Bass che ho scoperto durante la mia adolescenza. Si tratta di una miscela di hip hop della Golden Age con l'aggiunta di sonorità 808 e strumentali. Acid Jazz, Trip Hop, una forte influenza dei Soulquarians, Southern Shit e Spoken Word. 

Denzel Curry @ Adrian Villagomez 

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
La traccia Mental, è stata scritta e registrata quando avevo il Covid, ma ancora non lo sapevo. Ho scoperto di essere positivo qualche giorno dopo, perché continuavo ad avere difficoltà respiratorie. 

In Troubles, tu e T-Pain formate una deadly combination. Come è nato questo featuring? 
Io e T-Pain siamo amici dal 2018, quando ci siamo incontrati al Bonnaroo Music Festival. Gli ho mandato un paio di canzoni all'inizio del processo creativo per avere la sua opinione. Gli è piaciuta particolarmente Troubles, e in seguito ha finito per aggiungere alcune barre alla traccia. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Melt My Eyez See Your Future? 
A tutti quelli che ho ferito.

JIMI JULES - +

Jimi Jules  

Studio Siebrecht Photography

Come è nato +, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Il mio album +  è stato creato in una fase della pandemia caratterizzata da incertezza e insicurezza, e al contempo da molto calore e vicinanza alla mia famiglia e agli amici che mi erano accanto. La produzione di questo album mi ha immesso in un nuovo viaggio, che ha catturato questa situazione irreale e sbloccato idee che non sarebbero esistite in altre circostanze. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo in studio a Zurigo, scrivendo e producendo nuove tracce. Ho cercato di trasformare in modo creativo l'energia in qualcosa che rifletta questo periodo, scopra altri modi di creatività in me e crei qualcosa di musicale che brilli di energia positiva verso il futuro. + trasmette questo contenuto, crea qualcosa, connette e utilizza energie positive per trasportarlo, 

Come descriveresti il ​​tuo nuovo album, musicalmente parlando? 
L'album descrive il mio processo creativo in studio, con l'ideazione prima della gioia della sperimentazione e del caos, seguita da un processo che aggiunge un po' di struttura a questa libertà personale. Mi sono divertito molto a provare nuovi strumenti e modi di produrre canzoni. Cerco di evitare le categorizzazioni, perché mi impediscono di costruire ponti o di creare senza etichette. Tuttavia, non si può negare che l'album sia in gran parte nell'ambito della musica elettronica con tutta la sua diversità e libertà. Spero che oscilli e suoni indipendentemente dai confini mentre illumina le dancefloor. :) 

In Never Alone, collabori con Dix_On the Phone. Come è nata queso featuring? Puoi dirci qualcosa di più di questo misterioso artista?
Beh, è ​​un tipo che seguo da anni! A parte gli scherzi, ricordo che la prima volta che ho ascoltato un dj-set di Dixon, onestamente ero un po' infastidito dalla musica house che stava mettendo quella sera. Gradualmente mi sono però reso conto che con il suo set stava rispettando il posto e lo spazio: creava una energia da zero, dando vita a qualcosa di unico per l'ambiente e al pubblico di quella serata. Dopo un'ora i miei piedi hanno iniziato a muoversi: e ore dopo ero ancora lì, sudando e chiedendomi cosa diavolo stessi facendo ancora in quel posto, catturato dal flusso e dall'energia che la musica stava creando. Ancor'oggi, Dixon mi ispira con i suoi progetti e le sue label:,grazie alla sua enorme esperienza, mi ha aiutato molto a portare le cose al livello successivo. Never Alone è stata una delle ultime tracce che ho finito per questo LP.

Jimi Jules 

Studio Siebrecht Photography

Non vediamo l'ora di vederti al Volt questo sabato. Cosa ti aspetti da questa data a Milano, e cosa ci dobbiamo aspettare noi dal tuo set?  
Anche se è nella mia lista da un po', è la prima volta che mi esibirò al Volt Club di Milano. Ho sentito molte belle storie su questo locale e sul suo pubblico: so che sono dei crazy dancers, e non vedo l'ora di esibirmi per la seconda volta, dopo il mio release party a Istanbul. Ed è decisamente bello tornare in Italia a gustare burrata, melanzani ed espressi, mentre si respira l'atmosfera primaverile di questa meravigliosa capitale della moda. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare +? 
Questo album è dedicato alla mia ragazza, ai bambini, alla famiglia e agli amici che mi hanno mostrato amore sin dal primo giorno. E tutti i crazy dancers che mi hanno supportato fino ad oggi.

C'MON TIGRE - SCENARIO

C’Mon Tigre @ Margherita Caprilli

Come è nato Scenario e cosa rappresenta per voi e per il vostro percorso artistico? 
Scenario è un disco scritto in un periodo complesso, per noi e per tutti: la densità del momento che abbiamo attraversato credo si ritrovi in molti aspetti di questo lavoro. In più è stato scritto in tempi brevi rispetto al nostro standard, e questo ci ha messo nella condizione di dover in qualche modo riassumere, ottimizzare gli spazi, cosa che sicuramente lo caratterizza rispetto ai nostri lavori precedenti. Direi che rappresenta il punto esatto in cui siamo arrivati, in cui ci troviamo ora, riflette le nostre ispirazioni più recenti, musicali ed artistiche. È un disco che parla dell’umano, un’immensa fonte di ispirazione in riferimento alla quale abbiamo scritto la musica è stata l’opera del fotografo italiano Paolo Pellegrin, uno dei maestri della fotografia contemporanea. Con Scenario è nata la nostra collaborazione con lui e nel vinile in edizione speciale c’è un libro con una sessantina di sue fotografie, è un lavoro molto forte. 

Dal punto di vista musicale, come descrivereste l'album? 
Musicalmente Scenario ha molti colori, è un lavoro molto compatto nella struttura ed è frutto delle nostre influenze, come tutto d’altronde. Abbiamo mantenuto quella che è la nostra impalcatura, in generale, e l’abbiamo integrata con sonorità nuove per noi, differenti dal nostro standard, lavorando con una sezione d’archi per esempio, cosa che non avevamo ancora fatto. Abbiamo allargato i nostri riferimenti spingendoci fino al Sudamerica, al Brasile, ed alla tradizione musicale del Forrò

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Una traccia alla quale siamo particolarmente affezionati è Kids are Electric, da una parte perché è quella che si appoggia maggiormente a nuove ispirazioni, dall’altra perché il testo si rivolge alle nuove generazioni e la sentiamo particolarmente contemporanea. Ce la portavamo dietro da un po’: negli anni ha assunto forme molto diverse, è stata arrangiata e riarrangiata più volte, ma prima d’ora non eravamo ancora riusciti a dargli la forma che volevamo. Ce l’abbiamo fatta solo nel momento in cui abbiamo deciso di aprire gli orizzonti e mescolarla alla tradizione brasiliana del forrò. Questo per dire che crediamo molto nel concetto di mescolare, perché è mescolando che nascono le cose migliori. 

C’Mon Tigre @ Margherita Caprilli

In Scenario ci sono tanti artisti fantastici, da Xenia Rubinos a Petrella, passando per Mick Jenkins. Qual è il filo conduttore delle collaborazioni? 
Sono persone che in qualche modo gravitano intorno a noi; artisti che stimiamo, con cui abbiamo già collaborato ed in alcuni casi amici o amici di amici. Abbiamo semplicemente pensato che il loro contributo alla nostra musica sarebbe stato prezioso e glielo abbiamo chiesto: hanno detto sì, ed hanno portato il nostro lavoro ad un altro livello, li ringraziamo per questo. Condividere la nostra musica è fortemente stimolante, per noi è una forza che spinge il progetto in avanti e gli dà energia. Xenia Rubinos ha scritto e cantato il testo del brano a cui ha partecipato, l’ha portato ad un livello che non ci saremmo immaginati. E così anche gli altri.

C'è qualcuno a cui vorreste dedicare Scenario? 
Scenario è un disco che parla e racconta dell’umano, in tutte le sue declinazioni. Credo sia questa la dedica da fare.

AXOS - MANIE

Axos @ Press Office Courtesy

Come è nato Manie, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Dal punto di vista artistico rappresenta un punto di svolta, perché è colmo di consapevolezza, sia di quello che volevo fare musicalmente sia di quello che volevo dire. Per me è quasi come se fosse il mio primo disco, perché l’ho vissuto proprio come quando ho scritto il mio album d'esordio.

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
È un album omogeneo, variopinto, pieno di generi, che riesce ad abbracciare sia il mondo più pop sia il mondo rap, ma non solo:  c’è anche qualcosa rock e punk.

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
La traccia con Tancredi, Cosa vuole questa musica stasera, ha sicuramente una bella storia. Arriva dopo quella che per me è stata una bella sorpresa: ho scoperto che Tancredi è un ascoltatore della mia musica. Per me quindi è stato un onore vedere che un artista di successo come lui, che ha fatto dei prodotti artistici molto belli, avesse me come background. 

Axos @ Press Office Courtesy

In Manie collabori con tanti artisti, da Jake La Furia a Emis Killa, passando per Ensi e Inoki. Qual è il filo conduttore dei featuring dell'album? 
Sicuramente il rap, nel senso che volevo esprimere questo genere principalmente attraverso i featuring. Poi la naturalezza con cui sono nati, attraverso soprattutto l’amicizia. Nel caso di Jake, anche se ci conosciamo da anni, non ho un rapporto molto stretto; a maggior ragione, per la stima che mi ha dato, avere il suo feat. per me è oro. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Manie? 
Vorrei dedicarlo a un sacco di gente, quindi forse è meglio non dedicarlo a nessuno nello specifico. Se posso però aggiungere una persona in più - nel senso al di fuori del mio lavoro o direttamente coinvolta - lo vorrei dedicare a mia nonna, che mi ha dato un’energia molto particolare.

NITE FLEIT - OVERLOAD

Nite Fleit @ Liam Oz

Overload sarà inclusa nel tuo prossimo album in uscita a luglio, Day Fleit / Nite Fleit. Come è nato questo progetto, e cosa significa per te e per la tua traiettoria artistica? 
Quando il Covid ha bloccato i live, ho passato molto tempo a sperimentare sound e stili che riflettessero come mi sentivo. Ho fatto davvero tante tracce in quel periodo, e quando ho mostrato ai ragazzi di Steel City, mi hanno detto: "Dobbiamo fare un album!". Ho sempre avuto l'idea di fare un disco che da un lato fosse la Fleit diurna, e dall'altro quella di notte: e anche se non ci stavo pensando quando ci stavo lavorando, aveva perfettamente senso portare quell'idea a compimento. 

Come descriveresti Day Fleit / Nite Fleit, musicalmente parlando? 
Da quando ho iniziato a produrre, il mio obiettivo era rendere l'electro e la techno più pesanti e ravier, per suonarle davanti a un pubblico che balla. Senza gente con cui ballare, ho continuato a spostarmi verso un sound più giocoso e “carino”, con melodie e sample di parole più pronunciati. Questo è Day Fleit: Nite Fleit è invece ancora molto ravey-electro, ma la parte diurna la riequilibra. In altre parole, è Gizmo per il mio Stripe!

In The Flower Dance, tu e il nostro amato Partiboi69 formate una deadly combination. Come è nato questo featuring? 
Beh, PB69 è in realtà il mio coinquilino: quindi sono salita al piano di sopra nella sua stanza e gli ho chiesto di fingere di essere in un auditorium a tenere una lezione sull'importanza del "gioco" ed è esattamente quello che ha fatto! Partiboi69 è un essere umano meraviglioso, e amo lavorare con lui. Deadly combination anche con Mesmé: adoro quella donna!

Nite Fleit @ Liam Oz

Puoi dirci di più sul fantastico video di Overload?  
Grazie! Ho contattato Liam Oz, un incredibile montatore di video/creativo/cinematografico/genio visivo a tutto tondo, che mi ha suggerito di lavorare con il fantastico regista Rob Bell e lo specialista di animazioni 3D Shaun Coe. L'idea era di distorcere il girato real-life  per farlo sembrare surreale. Amo il surrealismo e volevo quell'estetica: quindi era perfetto. Hanno lavorato duramente per rendere divertente l'essere insieme a me, per le mie bellissime amiche, Suze, Eleanor, Nuala, Agnes e Jen. È stata proprio una meravigliosa esperienza per il primo video e sono super entusiasta di lavorare su di più per gli altri singoli dell'album! 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Day Fleit / Nite Fleit? 
Tutti quelli che ho menzionato sopra: e a quelli che non ho citato, ma che sanno che li amo. A mia mamma per avermi reso super orgogliosa; a papà e i miei nonni per il loro sostegno; a Rosalie per essere stata una benedizione assoluta sotto mentite spoglie; a Kat per esserci e per aver dato i consigli che hanno portato a tutto questo; a Merve, Val e Malcolm per essere il mio sostegno; a Brendan per le sue abilità magiche nel missaggio e nel mastering. Ultimo, ma non meno importante, al supporto e l'amore che mi han dato la mia famiglia Steel City Dance Discs. Non posso spiegare quanto sia stato importante averli lì! Non potrò mai ringraziarli abbastanza per il loro supporto e per aver realizzato questo sogno - biggest love! ❤

GUIDO CAGIVA - PER LA CITTÀ

Guido Cagiva @ Dario Sbattella 

Come è nata Per la città, e cosa rappresenta per te e il tuo percorso artistico? 
Per la città è nata come dedica. Dedica alla città, alle persone con cui siamo cresciuti e che hanno accompagnato la nostra vita. Rappresenta l'inizio di un nuovo percorso, il primo capitolo di un libro nuovo.  

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando? 
È una traccia molto rappresentativa della mia musica. Ha una forte componente melodica ed armonica legata ad una parte ritmica nuova, rispetto ai vecchi progetti. Il ritornello è la parte portante, il coro rende a pieno l'immagine di unione che volevo raccontare.

Con chi (e come) hai collaborato per la realizzazione di Per la città? 
Per Per la città abbiamo lavorato in più persone. Ma tutte giuste. Abbiamo iniziato il brano con Marco Skivo e Iulian, per poi terminarlo con l'aiuto di Strage. Penso che sia stato destino che la traccia dedicata al gruppo sia stata prodotta in gruppo.

Guido Cagiva @ Dario Sbattella 

Ci racconti i tuoi piani per il 2022? 
Nel 2022 penso solo alla musica. Con la ripresa dei concerti spero di poter vivere un anno in giro per l'Italia. Nel frattempo abbiamo fatto un bel po’ di lavoro, che non vedo l'ora di far ascoltare. 

 C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Per la città? 
Ce ne sarebbero tanti, forse troppi da ringraziare e a cui dedicare la traccia. Mi limiterò a dedicarla, come è giusto che sia, prima di tutto a Bari, la mia città. Poi a tutte le altre, a tutti i quartieri, e appunto a qualsiasi strada, giusta o sbagliata che sia.

DIORA MADAMA - BITTER

Diora Madama @ Giulia Blasi

Come è nata Bitter, e cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
Bitter nasce come un vero e proprio rifiuto della positività tossica. Per lungo tempo mi sono sentita in dovere di mostrarmi pronta e felice in ogni circostanza, soprattutto lavorativa: ne è risultato un forte allontanamento da me stessa. Alcuni eventi accaduti durante il 2020 hanno tirato un forte calcio al mio ego, facendolo tornare in contatto con l’emotività. Quando accadono queste cose spesso ci si rende conto che le persone che rimangono realmente si contano sulle falangi di un dito spezzato. La vulnerabilità è un po’ noiosa. Ma io credo che i sorrisi finti lo siano ancora di più. Questa traccia è una sincera rinascita per me ed il mio percorso artistico: questo è solo l’inizio. 

Musicalmente parlando, come descriveresti la traccia? 
Posso esordire dicendo che Eiemgei - fondatore di AAR Music - descrive me e la mia musica come strana: questo mi diverte molto. Sicuramente emerge un palese affetto per la dancehall, stemperato tuttavia da un songwriting più introspettivo e da suoni più Urban. Rimango fedele alle linee di basso grasse e cariche di groove; sono l’elemento più importante per il mio mondo musicale.  

Ci racconti qualcosa in più sul bel video di Bitter?  
Il video di Bitter è stato diretto da Simona Micaroni - in arte SelBi - che, oltre che essere una videomaker e fotografa che stimo da morire, è una mia ex compagna di scuola: abbiamo frequentato lo stesso liceo artistico e siamo rimaste in contatto nonostante gli anni passati, rafforzando il nostro legame di amicizia e creativo. La prima scelta riguardante il video è ricaduta sulla palette: abbiamo entrambe una passione nevrotica per l’equilibrio cromatico, lei ovviamente più di me. L’utilizzo di un delicato nude - dalle pareti ai vestiti - si pone in contrasto con l’aggressività della traccia e del testo; al contrario, la fotografia diventa più cupa nello special, momento in cui i toni del brano diventano più distesi e giocosi, meno claustrofobici. L’ossimoro è l’elemento chiave. Non meno importante è la presenza delle mie amiche Angela e Monica, che ballano e mi toccano la faccia durante la seconda parte del video. Al riguardo posso dire che il loro ruolo è fondamentale per tutto ciò che riguarda la narrativa del video, ma l’interpretazione vuole e deve essere a discrezione dell’utente. Il tutto è stato girato nel B&B Relais Radoccia a San Vito Chietino: siamo state due giorni chiuse lì dentro, in primavera, girando dalla mattina alla sera (e bevendo genziana). Un piccolo sogno. 

Diora Madama @ Giulia Blasi

Spotify ti ha scelto per la cover di Anima R&B. Cosa significa per te questo traguardo? 
Significa una gran quantità di cose, sicuramente non posso menzionarle tutte… Posso però affermare che non me lo aspettavo minimamente. Mi ha riempito di gioia perché vengo dal nulla: sono nata in un paese di provincia e nessuno della mia famiglia è musicista. Nessun amico di amico. Qualunque traguardo riguardante la mia carriera lo devo alla mia abnegazione e ai tanti fallimenti che mi hanno caricato per entrare nel binario giusto. Ad oggi posso contare su uno splendido team, dopo tanto lavoro. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare Bitter? 
Bitter nasce per essere dedicata a tutti coloro affetti da deficienza empatica - tanti - che è bene tagliare fuori dalla propria vita. Forse però in questo periodo la dedicherei a qualcuno che se non tagliato, ho allontanato dalla mia vita recentemente. Con tutto il cuore.

RADICAL - MAFIA MALVAGIA

Radical @ Jacopo Gentilini

Come è nata Mafia Malvagia, e cosa rappresenta per te e il tuo percorso artistico? 
È una delle tante tracce nate nel periodo dei live 3020 insieme a Mothz, il mio producer. Durante i viaggi nel pickup di Wiki ci sentivamo i beat rage che faceva in continuazione: ne droppava dieci al giorno; all’inizio l’idea era di fare un EP chiamato Mafia Malvagia, un po’ come inside joke. Poi però, quando abbiamo fatto questa ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: “ok, adesso dobbiamo fare questo”. Così l’EP è diventato un album, e Mafia Malvagia il nome del primo singolo 

Come descriveresti la traccia, musicalmente parlando? 
È una traccia da moshpit. Ci ho nerdato tantissimo: di solito faccio tracce con due suoni in croce, qui ci abbiamo messo in mezzo un assolo e dei synth analogici che abbiamo trovato a caso negli studi Sony. Ed è uscita fuori una follia totale. 

Radical @ Jacopo Gentilini

Ci racconti i tuoi piani per il 2022? 
Far uscire il mio nuovo album - che si titolerà EVOL - tra pochissimo, e portarlo live ovunque, anche fuori dall’Italia. Far crescere il mio brand, 3020, e portare me e i miei amici alla gloria. 

C’è qualcuno a cui vorresti dedicare mafia malvagia? 
A tutti quelli che aspettano un mio live; e, ovviamente, a Rey Mysterio.

FORMA - THE PEAK EP

Forma @ Mutek @ Gonzalo Lopez 

Come è nato The Peak EP, e cosa significa per voi per la vostra traiettoria artistica? 
Pubblicare finalmente questo EP è puro amore per noi: ci siamo goduti ogni minuto del tempo a lavorare su queste tracce. The Peak e On the Past hanno aspettato per un po' di vedere la luce, mentre Haze è stato realizzato un paio di mesi fa e subito si è sentito come se fosse il finale perfetto per l'EP. Cosa significa per la nostra traiettoria, beh, non sta a noi dirlo, vedremo! Ma quello che significa per noi in questo momento è una sorta di materializzazione di un'identità che abbiamo cercato di creare meticolosamente ma che ovviamente ha preso vita da sola ed è ovviamente diversa e fortunatamente più grande di quanto avessimo mai pensato.

Come descriveresti questo nuovo EP, dal punto di vista musicale? 
Vogliamo che tutte le nostre uscite siano percepite come eclettiche, ma sicuramente c'è un aspetto elettronico in tutto ciò che facciamo. Sentirai i suoni della techno melodica fusa con l'hip hop o  chitarre acustiche mescolate a ritmi quattro quarti più oscuri. Inevitabilmente è un riflesso di ciò che ascoltiamo e condividiamo l'uno con l'altro,:cerchiamo costantemente di trovare una sorta di sound definitivo. Queste tre tracce sono come momenti molto particolari su quel sentiero e sono come tre possibilità che scorrono insieme 

C'è una traccia che ha un bella storia da raccontare?
On the Past ha ormai oltre due anni… È una di quelle tracce che si sono trasformate così tanto da diventare quasi irriconoscibili. Tutto è iniziato con una sequenza di sintetizzatore molto strana che ha portato a un tipo di armonia che non avremmo mai realizzato: poi la sequenza è scomparsa e stavamo camminando su un terreno sconosciuto. È un brano molto collaborativo, sarebbe stato impossibile realizzarlo individualmente. Una specie di esperimento inconscio di composizione in cui le regole vengono costantemente riscritte. Abbiamo imparato molto facendola! 

Marley Waters 

nati petri

Nella title-track, collaborate con il grande Marley Waters. Come è nato questo featuring? Marley è pura magia: ogni volta che registra qualcosa per noi accadono cose belle e, beh, la traccia che dà il nome all'Ep è stata fatta con un metodo di lavoro nuovo per noi. Avevamo questo bel ritmo di batteria senza armonia, e Juan ha avuto questa idea di smettere di aggiungere suoni e do provare a far cantare Marley su una traccia vuota e lavorare con quello. Dal nostro studio di Buenos Aires abbiamo inviato quattro minuti di questo loop al cantante che era negli Stati Uniti in quel momento. Abbiamo appena riarrangiato la voce per adattarla a questa nuova idea che si stava trasformando rapidamente nella traccia di apertura dell'EP. 

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare The Peak EP?
Principalmente alle persone che supportano Forma sin dal primo giorno, inclusi la nostra famiglia e gli amici; ma anche a tutti quelli che venivano ai nostri spettacoli e si fermavano per vedere cosa facevamo dopo. Questo progetto ci ha dato così tanto in così poco tempo onestamente. Vogliamo continuare a trasmettere musica come abbiamo sempre fatto, rendendola un'esperienza divertente e toccante. Dopotutto, la musica è tutta una questione di connessione, giusto?

VISCONTI - DPCM

Visconti @ Fabio Copeta

Come è nato DPCM, e  cosa rappresenta per te e per il tuo percorso artistico? 
DPCM nasce durante il secondo lockdown, da una mia esigenza di scrittura legata all’italiano. Si tratta del primo album come Visconti, prima ho sempre scritto in altri progetti in inglese o sotto altri pseudonimi, mentre in questo caso ho sentito di parlare a me stesso e di uno scenario che mi apparteneva totalmente. Non avrei mai pensato che quelle demo sarebbero diventate un giorno un vero e proprio album, ma forse è il motivo per cui funzionano: sono canzoni scritte per superare alcuni ostacoli personali, tra cui il lockdown, senza pretese e genuine. 

Come descriveresti l'album, musicalmente parlando? 
L’album è il mio tentativo di creare dei collegamenti tra più mondi: tra il linguaggio della mia generazione e un passato che ho idealizzato, tra il prima e il dopo, e soprattutto tra la lingua italiana e le sonorità alternative che provengono per di più dall’estero. L’idea di partenza era proprio quella di prelevare un linguaggio musicale che avesse poco a che fare con la musica pop italiana. Passo le giornate a bombardarmi di demotape punk lo-fi o ascoltando NTS, ma anche ascoltando cantautorato italiano, dovevo far combaciare queste cose all’interno dello stesso luogo.

Il 10 aprile ti vedremo all'Arci Bellezza. Puoi anticiparci qualcosa di cosa ci attende per il tuo primo live a Milano? 
Spero di poter trasmettere molta dell’energia che mi ha portato a iniziare questo progetto anche live. Ho messo su una band, un mese e mezzo fa, e stiamo lavorando su un live diretto che permetta a tutti di sentirsene parte: non siamo una band punk e tanto meno un gruppo pop,ma credo che solo suonando dal vivo potremmo trovare il nostro equilibrio. 

Visconti @ Fabio Copeta

C'è una traccia che ha una bella storia da raccontare? 
Nulla mi urterebbe più è la canzone a cui sono legato, mi è servita a porre un punto fermo ad una situazione che, in quel periodo, per me era insostenibile. Quando l’ho scritta non mi ero mai sentito così affranto e ho iniziato a suonare il riff completamente a caso e cantilenando quello che poi è diventato il ritornello. Fuori pioveva e vivendo in mansarda ciò mi ha accompagnato verso la fine della scrittura. Pioveva anche la sera che abbiamo finito di registrare il brano in studio, ci siamo emozionati e ci è venuto naturale registrare il rumore dell’acqua, abbiamo messo due microfoni fuori e abbiamo aspettato in silenzio. Ora potete ascoltarla alla fine dell’album.

C'è qualcuno a cui vorresti dedicare DPCM? 
Sicuramente alle persone a cui più sono legato, che mi hanno aiutato dietro le quinte, sopportandomi durante la generazione dell’album. Ma anche a tutte le persone che possono trovare qualcosa di sé in quello che ho scritto: per me non ci sarebbe soddisfazione maggiore.