Jessica Watson

Jessica Watson: l’Australiana che conquistò il mare
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Sorriso luminoso e spirito positivo, ormai abituata ad essere considerata un esempio per i giovani, l’australiana Jessica Watson a vent’anni ha già raggiunto più traguardi di molti con qualche decennio in più. Le persone avventurose hanno qualcosa di diverso, nel modo di pensare, di essere, e così è Jessica, anche se la sua infanzia sembrava piena di ostacoli. Da bambina soffriva di dislessia e faticava a leggere e scrivere, scarsa coordinazione atletica, difficoltà ad andare in bicicletta, molte delle attività più normali per lei erano motivo di insicurezza. Poi le cose sono cambiate, grazie alla sua tenacia.

A 16 anni conquista il record della più giovane velista ad aver circumnavigato il globo in solitaria, senza soste né assistenza. Subito dopo si aggiudica il titolo di “Giovane Australiana dell'Anno” 2011, con tanto di medaglia conferitale dal governo australiano. Ha raccontato il suo viaggio nel libro "True Spirit", arrivato primo nelle classifiche australiane e pubblicato in 11 paesinon male per la ragazzina che soffriva di dislessia. Alle sue imprese è dedicato il documentario 210 Days di Sir Richard Branson mentre un lungometraggio sulla sua storia sarà distribuito in Australia nel 2015 dalla Paramount Pictures.

Ad ispirarla, da piccola,  furono le avventure di un giovane marinaio australiano, che sua madre amava leggerle. Così, all’età di 12 anni,  aveva già deciso che voleva fare il giro del mondo in barca a vela.

Dopo aver realizzato questo obiettivo, nel 2010 Jessica diventa “Ambasciatrice per i Giovani” della più grande organizzazione umanitaria della famiglia ONU, il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme – WFP) viaggiando sino in Laos  dove ha distributo cibo ai bambini nelle scuole e traendo da questa esperienza una grande voglia di essere utile agli altri.

Le domandiamo perchè, tra tante organizzazioni umanitarie, ha scelto di rappresentare proprio il WFP e di sostenere una questione come  la fame nel mondo:

“Mi ritengo una persona molto fortunata, sono riuscita a realizzare tutti i miei sogni, è giusto che aiuti gli altri. Ci sono moltissime organizzazioni con cui avrei avuto la possibilità di impegnarmi, ma quando sono stata contattata dal WFP ho capito subito che potevamo lavorare bene assieme. La fame è un tema mondiale complesso e importante, chi non ha da mangiare, non ha neppure un futuro.  Mi è piaciuto il fatto che gli operatori umanitari del WFP mi abbiano proposto di vedere con i miei occhi il lavoro che facevano per poi  decidere se unirmi a loro. Ho accettato e sono partita per il Laos nel 2011”.

“Quel viaggio mi ha davvero aperto gli occhi. Una cosa è leggere le statistiche, altro è vedere di persona la battaglia combattuta ogni giorno dalle famiglie per sfamarsi. Ho capito quanto poco fossi informata. Credevo  che il WFP raccogliesse semplicemente fondi per acquistare il cibo. In realtà svolge un incredibile lavoro di negoziazione con i governi locali, sviluppa progetti, procura il cibo, risponde ai bisogni nutrizionali e garantisce che ci sia una rete logistica funzionante affinchè il cibo arrivi là dove serve. Ho anche capito che per portare il cibo, bisogna superare molteplici ostacoli. Del mio viaggio in Laos mi ha colpito la forza delle persone, il loro coraggio di andare avanti ogni giorno con il sorriso sulle labbra.Tutto questo mi fa capire che  in Australia siamo davvero fortunati”.

Jessica è felice di essersi sempre sentita appoggiata dai suoi concittadini, sia nelle imprese sportive che negli impegni umanitari. “Ho avuto la fortuna di essere sostenuta da moltissimi australiani. Questo mi ha trasmesso una carica e una forza incredibili. Ho trascorso 210 giorni in mezzo al mare ma non mi sono mai sentita sola. Anche i miei impegni umanitari sono molto apprezzati ma a volte capita che le persone non affrontino il problema della fame nel mondo perchè hanno la sensazione che sia una questione troppo grande. Il mio compito è far capire che l’approccio efficace del WFP può realmente fare la differenza”.

Il fatto che una donna, per di più così giovane, scelga di mettersi alla prova in un’impresa così ambiziosa l’ha spesso portata a scontrarsi con dei pregiudizi, sopratutto all’inizio.E’ incredibile rendersi conto di quante scarse aspettative ci siano nei confronti dei giovani, soprattutto delle giovani donne. Prima che intraprendessi la traversata in solitaria intorno al mondo in moltissimi davano per scontato che non ce l’avrei fatta. Non so perchè, ma a volte sembra più facile pensare che qualcosa non sia possible, piuttosto che trovare soluzioni per riuscire. Nel mio caso le critiche mi hanno solo resa più determinata a farcela”.

Viene spontaneo chiedersi come faccia una ragazza a conciliare le normali attività legate alla sua giovane età, con tante iniziative impegnative e importanti. “Le esperienze che ho fatto mi hanno sicuramente aiutata ad avere una prospettiva positiva riguardo le sfide, ma mi hanno anche fatto capire quanto sia importante la vita di ogni giorno, con le sue piccole cose. In questo periodo sono molto felice di potermi dedicare allo studio e passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici”.

Si percepisce un forte ottimismo nelle sue parole e gli obiettivi che ha già raggiunto dimostrano che i giovani hanno le risorse per fare grandi cose. **“**Spero di aver contribuito a far capire ai giovani che, se si impegnano davvero, possono fare molto. Spesso mi viene detto – ‘Io non ce l’avrei mai fatta’ - ... ma perchè non trasformarlo in – ‘cosa devo fare per riuscirci’?”.

Quick facts:

Attitude:** Cercare sempre di trovare il lato positivo di ogni cosa, essere positivi e fare domande, molte domande.

Interessi (oltre la vela): Tutto ciò che è all’aria aperta e a contatto con la natura, leggere, cucinare.

Citazione preferita**:** “Il mondo ha bisogno di sognatori. Il modo ha bisogno di persone che agiscano. Ma, soprattutto, il mondo ha bisogno di sognatori che agiscano” - Sarah Ban Breathnach.