- Il sistema di trasmissione, trasformazione e distribuzione dell’energia
elettrica costituito da elettrodotti, stazioni, sottostazioni, cabine di
trasformazione, etc. (figura 6). Dopo la produzione, per il trasporto, in Italia
sono utilizzati elettrodotti alimentati con tensioni fino a 380.000 Volt (380 kV
e 220 kV o altissima tensione, in sigla AAT).
La distribuzione dell’energia elettrica avviene con linee alimentate a 132 kV (linee ad alta tensione o AT), a 15 kV (linee a media tensione o MT) e a 380 o 220 V (linee a bassa tensione o BT). Sul territorio sono disseminate le cabine di trasformazione primarie per l’abbassamento della tensione da 132 kV a 15 kV e le cabine di trasformazione secondarie per l’abbassamento della tensione da 15 kV a 380/220 V. A valle degli impianti MT troviamo una miriade infinita di linee a BT che alimentano tutti gli apparecchi a bassa tensione (380 o 220 V) funzionanti con l’energia elettrica.L’intensità del campo elettrico di una linea, in prossimità del suolo, dipende dalla tensione di esercizio (cresce al crescere della tensione), dai tralicci, dalla disposizione geometrica dei conduttori, dal numero di conduttori per fase, dall’altezza dei conduttori, dalla forma del suolo ed ovviamente, dalla distanza dalla linea (figure 7 e 8). Tutte le strutture naturalmente, o artificialmente, connesse a terra (alberi, edifici, recinti, etc.) presenti nelle vicinanze della linea, assumono la funzione di schermo elettrostatico; ad esempio il campo elettrico, prodotto da una linea ad alta tensione, alle spalle di un albero può ridurre la sua intensità dal 10 al 50 %. All’interno di una casa, specie se in pietra, il campo elettrico può ridursi al 10 % di quello esterno. L’efficacia della schermatura diminuisce con l’aumentare del grado di umidità delle mura. Case ad alto contenuto in legno, oppure con ampie vetrate esposte in direzione dei conduttori elettrici, schermano in misura molto limitata.
L’ampiezza del campo magnetico dipende, invece, dall’intensità di corrente (cresce al crescere della corrente), dalla disposizione dei conduttori elettrici ed ovviamente, dalla distanza dalla linea (figure 9 e 10). Nel caso in cui il carico delle tre fasi non sia equilibrato, il campo magnetico risultante è maggiore. Contrariamente a quanto accede per il campo elettrico, gli oggetti e gli edifici presenti nelle vicinanze della linea non hanno alcun effetto schermante e quindi di riduzione del campo magnetico. Se una abitazione si trova quindi di fianco o sotto un elettrodotto non esiste differenza tra il campo magnetico all’esterno od all’interno delle mura (se non per i pochi centimetri in più di distanza). L’intensità del campo magnetico diminuisce approssimativamente, ai lati della linea, in maniera inversamente proporzionale al quadrato della distanza r ( ~ 1/r2). In figura 11 si vede in quale modo decade l’intensità del campo magnetico al variare del tipo di sorgente. Negli anni più recenti, le società di gestione degli elettrodotti hanno adottato la strategia di ridurre progressivamente la presenza di linee aeree per le linee AT, MT e BT, sostituendole con linee interrate (linee AT e MT con cavi sotterranei) e/o con linee in cavo aereo, cioè conduttori isolati, avvolti tra loro e sospesi in aria con tralicci (specialmente per le linee BT). Le linee AT e MT con cavi sotterranei permettono di ridurre notevolmente l’impatto ambientale e l’entità del campo elettrico disperso nelle aree limitrofe (anche le guaine metalliche delle linee elettriche in cavo forniscono un buon effetto schermante nei confronti del campo elettrico). I vantaggi non sono altrettanto evidenti per quanto riguarda l’entità del campo magnetico (figura 12), a meno che non si aumenti notevolmente la profondità nel terreno, comportando però incrementi proporzionali dei costi.
- Il sistema di utilizzo dell’energia elettrica costituito da impianti
elettrici, macchine industriali, elettrodomestici, apparecchi elettronici, etc.
I campi magnetici quindi non si fermano sulla soglia di casa, poiché tutti gli
apparecchi che utilizzano energia elettrica sono anche sorgenti di un campo
magnetico a bassa frequenza.
Tenendo conto che l’intensità dei campi diminuisce rapidamente con la distanza (figura 15), l’esposizione riguarda, prevalentemente, zone parziali del corpo, come ad esempio il capo per il phon ed il viso per il rasoio elettrico, e dura fintanto che ci sottoponiamo ad essa.
La maggior parte degli elettrodomestici (a parte alcune eccezioni come i caschi da parrucchiere o i rasoi elettrici) viene utilizzata ad una distanza tale da far subire al campo magnetico un autentico tracollo (vedere ad esempio il caso dell’apriscatole in tabella 2). La presenza di elettrodomestici alimentati continuamente (frigoriferi, scalda acqua, ecc.), insieme alla presenza di corrente nella rete di alimentazione dell’abitazione, producono un campo magnetico ELF cosiddetto \"di fondo\" (circa 0,05 µT, vedi figura 16). Ad esso si aggiungono i \"picchi\" derivanti dall\'uso di questa o quell\'apparecchiatura elettrica. Il campo magnetico prodotto dai singoli elettrodomestici varia secondo la potenza del loro motore e la richiesta di energia o le condizioni di funzionamento, come risulta dalla tabella 2 che fornisce valori puramente indicativi, essendoci forti differenze di campo generato tra stesse apparecchiature di marche diverse.
Il campo elettrico, invece, generato dagli elettrodomestici e dai cavi di distribuzione di un impianto elettrico è di valore molto modesto, poche decine di V/m nelle vicinanze dell’apparecchio e valori trascurabili a distanze di 1-2 m. Fanno eccezione forse, solo le coperte elettriche che possono arrivare a valori di 1000 V/m.
La guida CEI 211-6 asserisce che l’effettuazione di misure ha “evidenziato che in prossimità di tipiche macchine da ufficio, quali personal computer, macchine per scrivere e fotocopiatrici, e nella posizione normalmente occupata dall’operatore, i livelli di induzione magnetica sono compresi tra circa 0,1 e 3,5 µT. Le misure effettuate invece in corrispondenza delle scrivanie e nelle normali condizioni di lavoro, hanno evidenziato un valore medio di induzione magnetica di circa 0,5 µT con un valore massimo di 1,5 µT”. Altri valori misurati in luoghi di lavoro si possono trovare in figura 17.
Elettrodomestici |
Campo magnetico (µT) alla distanza
di | ||
3 cm |
30 cm |
100cm | |
Apriscatole |
1000 - 2000 |
3.5 - 30 |
0.07 - 1 |
Asciugabiancheria |
0.3 - 8 |
0.08 - 0.3 |
0.02 - 0.06 |
Lavatrice |
0.8 - 50 |
0.15 - 3 |
0.01 - 0.15 |
Lavastoviglie |
3.5 - 20 |
0.6 - 3 |
0.07 - 0.3 |
Trapano |
400 - 800 |
2 - 3.5 |
0.08 - 0.2 |
Lampada da tavolo |
40 - 400 |
0.5 - 2 |
0.02 - 0.25 |
Robot da cucina |
60 - 700 |
0.6 - 10 |
0.02 - 0.25 |
Asciugacapelli |
6 - 2000 |
0.01 - 1 |
<0.01 - 0.3 |
Ferro da stiro |
8 - 30 |
0.12 - 0.3 |
0.01 - 0.025 |
Forno a microonde |
75 - 200 |
4 - 8 |
0.25 - 0.6 |
Forno elettrico |
1 - 50 |
0.15 - 0.5 |
0.04 - 0.091 |
Termosifone |
10 - 180 |
0.15 - 5 |
0.01 - 0.25 |
Frigorifero |
0.5 - 1.7 |
0.01 - 0.25 |
<0.01 |
Rasoio elettrico |
15 - 1500 |
0.08 - 7 |
<0.01 - 0.3 |
Televisore |
25 - 50 |
0.04 - 2 |
<0.01 - 0.15 |
Tostapane |
7 - 18 |
0.06 - 0.7 |
<0.01 |
Aspirapolvere |
200 - 800 |
2 - 20 |
0.13 - 2 |
Coperta elettrica |
2 - 3 |
0.1 - 0.2 |
<0.05 |
(NPBR, Volume 3 n° 1, 1992)
Macchine industriali |
Campo magnetico (µT) |
alla distanza di |
Trapano 600 W |
2 |
Sul busto |
Saldatore 1000 W |
14,5 |
Sul busto |
Mola 225 W |
0,8 |
40 cm |
Compressore 1100 W |
8,2 |
40 cm |
Saldatrice ad arco 2150 W |
23,2 |
40 cm |
Forno ad arco 75 MW, 55-65 kA |
100-270 |
In prossimità |
Bisturi elettrico |
2,9 |
In prossimità |
Carica batterie |
22,9 |
In prossimità |
Ecografo |
0,8 |
Posto operatore |
Proiettore lavagna luminosa |
2,3 |
20 cm |
(Guida CEI 211-6)
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